Quodlibet: Quodlibet studio. Architet. Ascoli Piceno
Utopia e teoria. Dalle neoavanguardie alla contemporaneità
Ludovico Romagni, Anna R. Emili
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 142
Ripercorrendo la fiducia utopica nella tecnologia interpretata come motore di sviluppo della società, fino ai fotomontaggi delle sperimentazioni radicali fiorentine, questo volume propone le testimonianze di alcuni dei principali protagonisti della stagione della cosiddetta "architettura disegnata" sviluppatasi fra gli anni '60 e 70, con continui confronti e riferimenti alla realtà attuale. Bruno Orlandoni, Cristiano Toraldo di Francia e Lapo Binazzi cercano quindi di fare il punto sulle analogie e sulle differenze tra la contemporaneità e quel preciso momento storico. Nel testo, una serie di contributi di carattere architettonico, storico e sociologico, esplorano le utopie, le antiutopie e le teorie della più recente architettura. Acquista così un nuovo significato retrospettivo il revival attuale del disegno architettonico vale a dire, per usare le parole di Giulio Carlo Argan, "una serie di esercizi ginnastici dell'Immaginazione".
Architettura estrema. Il neobrutalismo alla prova della contemporaneità
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2010
pagine: 122
Il Neobrutalismo è l'etichetta conferita, un po' frettolosamente, a una certa produzione architettonica degli anni Cinquanta in Inghilterra in cui i coniugi Peter e Alison Smithson hanno fatto la parte del leone. Col passare del tempo però il concetto di Neobrutalismo si è ampliato fino a includere alcuni autori spesso poco considerati, però non trascurabili, e da rileggere secondo nuove prospettive storico-critiche, dagli italiani Vittoriano Vigano e Lina Bo Bardi al brasiliano Paulo Mendes da Rocha e ai cileni Bresciani, Valdes, Huidobro e Castillo. Come spiega Anna Rita Emili, appare sempre più chiaro che il Neobrutalismo è stato piuttosto un movimento interdisciplinare così ramificato da avere delle implicazioni forti anche nell'architettura contemporanea dove termini come etica, identità, diversità, pensiero critico, diventano, ancora una volta, fattori essenziali in una realtà attuale fortemente caratterizzata da omologazione e globalizzazione.
Per un abitare mobile
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 166
Nicola Flora e il suo gruppo di studio hanno condensato in questo volume il frutto di un intenso lavoro di ricerca in collaborazione con un'impresa privata. Questo frutto ha portato alla realizzazione di alcuni prototipi sperimentali di arredamento che raggruppano un alto numero di funzioni abitative, tanto che, essendo questi trasportabili, si può parlare di un abitare mobile. Si rinnova così un vecchio sogno modernista che nel tempo ha contagiato progettisti lontanissimi fra loro, da Yona Friedman ad Alberto Rosselli, come spiega il curatore: "Quella che definiamo MobilArchitettura vuole spingere i progettisti, e specie i più giovani e in particolar modo quelli ora in formazione, a guardare positivamente le condizioni materiali nelle quali molti di loro oggi vivono: compressione degli spazi personali in luoghi ibridi dove avvengono in maniera convulsa e sintetica tutte le attività della giornata e non solo. Riposare lì dove dormo, e contemporaneamente preparo il cibo e raduno i miei amici; oppure leggo, studio, penso, mi connetto al mondo che si presentifica improvvisamente in uno spazio piccolissimo e che, in tal modo, è contemporaneamente qui e altrove".
Four x four architectural crossroads. Quattro conferenze internazionali di architettura. Testo inglese a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 88
Quattro architetti attivi in diversi paesi europei sono stati invitati ad Ascoli Piceno per presentare il proprio lavoro e le proprie idee, per farle reagire quasi chimicamente con quelle dei docenti e degli studenti. Gli architetti invitati, in gran parte inediti in Italia prima d'ora, sono la siciliana Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, il finlandese Markku Komonen, l'estone Andres Alver e il francese Henri Bava. In questo volume quadripartito sono raccolte le interazioni fra gli architetti ospiti e quelli ospitanti, che ne hanno scritto le presentazioni (Annarita Emili, Federica Ottone, Marco D'Annuntiis e Cristiano Toraldo di Francia). Il risultato dunque non è soltanto una serie di incroci (crossroads) intellettuali, ma anche un piccolo spaccato dell'architettura contemporanea lontano dal vortice dello sterile circolo mediatico delle cosiddette "archistar".
L'architettura prima della forma
Umberto Cao
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 144
"L'architettura prima della forma" intende spiegare come può essere l'architettura del terzo millennio dopo l'avvento delle tecniche digitali e delle reti immateriali. L'architettura deve certo ancora occuparsi del bello, ma lo deve fare con misura. Viceversa l'architettura di oggi è corrotta da eccessi di formalismo che la veicolano più facilmente nei canali della comunicazione immediata e superficiale. Contro il pessimismo inteso come conseguenza della diffusa sfiducia verso la modernità, ma anche contro l'ottimismo di forme facili e tronfie, questo saggio prova a ricostruire l'identità di un mestiere antico e nobile: quello di pensare e agire per migliorare lo spazio abitato.
Il progetto secondo. Nuovi spazi del progetto ambientale
Federica Ottone
Libro
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
Il "progetto secondo" è il tentativo di individuare i confini entro i quali il progetto contemporaneo ritrova il proprio ambito specifico e disciplinare, affrontando le questioni che riguardano l'architettura, nella sua configurazione spaziale e tecnica. Mentre al "progetto primo" sono affidate le scelte strategiche, attraverso un processo di condivisione democratica e di dialogo multidisciplinare, nel quale l'architetto svolge un ruolo "inter pares", il "progetto secondo" resta il solo luogo specifico della connessione tra le strategie complesse e la realtà ambientale del costruito.
Paesaggi postindustriali
Luigi Coccia, Marco D'Annuntiis
Libro
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
Il problema della dismissione industriale e della riconversione di intere aree urbane coinvolge tutte le principali città europee. Vi sono però fenomeni del tutto peculiari della cosiddetta "città adriatica". che non sono mai stati oggetto di uno studio complessivo. Se è vero ciò che sostiene l'economista Daniel Cohen, e cioè che oggi l'industria ha sostanzialmente abbandonato la società dislocando le proprie competenze a causa della globalizzazione, è altrettanto vero che è nella società postindustriale l'idea più importante della produzione. La dismissione delle aree industriali, dunque, libera aree strategiche per nuove idee di vita associata e in tal senso rappresenta una grande opportunità di trasformazione.
New York. The unstable sameness
Pippo Ciorra, Luigi Coccia, Marco D'Annuntiis
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 208
Un gruppo di studio formato da architetti, docenti e studenti ha compilato questa analisi della città di New York in forma di diario. Un'opera collettiva che investiga gli spazi attuali della metropoli americana, consapevole del motto di Agatha Christie: "New York è essa stessa una detective story".
Architettura parassita. Strategie di riciclaggio per la città
Sara Marini
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 320
L'emanazione in diversi paesi europei di norme che limitano nuove edificazioni e incentivano la trasformazione dell'esistente ha innescato nel dibattito architettonico del XXI secolo la ricerca di strategie di riciclaggio degli spazi dati. Si assiste alla riproposizione di una pratica "progettuale", in realtà antica, definita parassitaria, che vede l'immissione di corpi architettonici nuovi in edifici e strutture urbane preesistenti. L'organismo parassita risulta distinto dall'ospite sia formalmente sia spazialmente, ma legato a questo da uno stato di necessità (di suolo, di impianti, di significato, etc.). Le sperimentazioni e le realizzazioni che adottano la relazione parassitaria si immettono nel disegno urbano come commento al disegno trovato, come critica alla mancanza di aree e servizi pubblici nel susseguirsi di confini che sanciscono la privatizzazione dei suoli, nelle aree di più recente espansione, e rappresentano un invito a ripensare alle "capacità" del progetto e ai rapporti che questo intrattiene con le arti e le scienze.