Parlare di archeologie alibi, e quindi di scavi in archivi, depositi e biblioteche, significa confrontarsi con le archeologie del futuro, prossimo e remoto, e, nel presente, con un filone di ricerca che è, come è sempre stato, indispensabile per il progresso della conoscenza del mondo antico: per tre motivi principali, che riguardano l’archeologia in senso stretto, la storia culturale della nostra società e la tutela del patrimonio culturale, tangibile e intangibile. In primo luogo, solo gli scavi alibi possono consentire di lenire – e in una prospettiva di lunga durata anche sanare – la piaga più grave dell’archeologia, quella degli scavi inediti: giacimenti inesplorati, e talvolta inattingibili, di relazioni dei lavori, di rilievi e di reperti cui nessuno ha mai dedicato uno studio sistematico, ora per vincoli amministrativi o accademici, ora per mancanza di interesse o di intenzione, ora per carenza di tempo.
Miniere della memoria. Scavi in archivi, depositi e biblioteche. Ediz. italiana e francese
| Titolo | Miniere della memoria. Scavi in archivi, depositi e biblioteche. Ediz. italiana e francese |
| Curatori | Paolo Giulierini, Antonella Coralini, Elena Calandra |
| Editore | All'Insegna del Giglio |
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| Lingua | francese |
| Pagine | 263 |
| Pubblicazione | 08/2020 |
| ISBN | 9788878149861 |

