Se è vero, con Gehlen, che non è possibile "un'emancipazione dello spirito dalle istituzioni", ossia che non può darsi soggettivazione se non nella mediazione delle istituzioni, tramite cui solo può rendersi possibile un'idividuazione psichica e collettiva della soggettività, non per questo si deve considerare impraticabile un'assunzione dell'autonomia istitutiva dell'istanza desiderante del soggetto e una conseguente emancipazione dal suo assoggettamento ideologico all'eteronomia normativa dell'ordine simbolico dell'istituzione sociale. Se nella globalizzazione tardocapitalista si assiste a un arretramento delle istituzioni, a un turn to the subjective, alla soggettivazione intesa unicamente come il ritrarsi della soggettività nella presunta immediatezza dell'interiorità, nella pretesa di potersi relazionare a sé ed agli altri senza la mediazione sociale di alcun ordine simbolico, ciò dipende proprio dall'estremizzazione del processo di de-istituzione della soggettività dalla potenza istitutiva del desiderio, e dalla sua istanza politica di partecipazione al conflitto istitutivo intorno alla produzione sociale del senso, nell'estetizzazione mediatica del godimento.
Desiderio e istituzione. Per un'antropologia politica della soggettività
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| Titolo | Desiderio e istituzione. Per un'antropologia politica della soggettività |
| Autore | Carlo De Rita |
| Collana | Il limnisco. Cultura e scienze sociali, 19 |
| Editore | Franco Angeli |
| Formato |
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| Pagine | 224 |
| Pubblicazione | 04/2007 |
| ISBN | 9788846485380 |
Promozione valida fino al 12/02/2027

