Fra i miei occhiali e tuoi occhi. Carteggio 1979-1996
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Fra i miei occhiali e tuoi occhi. Carteggio 1979-1996

Fra i miei occhiali e tuoi occhi. Carteggio 1979-1996
titolo Fra i miei occhiali e tuoi occhi. Carteggio 1979-1996
Autori ,
Curatore
Illustratore
Collana Iceberg
Editore Archilibri
Formato
libro Libro: Libro rilegato
Pagine 192
Pubblicazione 07/2022
ISBN 9788855360050
 
18,00
 
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Il carteggio si compone di un ricco corpus di lettere inedite scoperte solo di recente da Giulia Cacciatore durante alcune ricerche presso l’archivio della Fondazione Gesualdo Bufalino di Comiso e alla Fondazione Primo Conti di Fiesole, e copre un arco cronologico di circa vent’anni, dal 1979 al 1996, anno della morte di Bufalino. Nel suo complesso, lo scambio epistolare – nato, quasi casualmente, dalla richiesta di Bufalino al critico d’arte Venturoli di un suo parere di lettura sul materiale fotografico pubblicato con Sellerio nel 1978, (Comiso ieri) – costituisce uno strumento per ricostruire sia l’attività letteraria “sommersa” di Bufalino, praticata cioè prima dell’esordio del 1981 con "Diceria dell’untore", sia quella da scrittore pubblico. Le lettere consentono di colmare la quasi totale mancanza di informazioni sul periodo che precede l’esordio di Bufalino, se si eccettua il Carteggio di gioventù (Il girasole, 1994) intrattenuto con Angelo Romanò e relativo al periodo di guerra e dell’immediato dopoguerra (dal 1943 con punte sporadiche del 1950 e del 1976): se quest’ultimo permetteva di ricostruire le tappe della formazione intellettuale del giovane Bufalino, il carteggio con Venturoli testimonia, invece, la conclusione dell’apprendistato scrittorio avviato un quarantennio prima e il definitivo ingresso nella società letteraria. Nato da una profonda stima intellettuale e umana, il loro sodalizio si concretizzò in un vicendevole e costante scambio critico: l’uno era il primo “consulente” ed esegeta dell’altro. Venturoli diventò per Bufalino il primo e unico lettore delle «sue cose»: a lui spedisce il dattiloscritto di Diceria dell’untore e dell’inedito Il guazzabuglio, entrambi accompagnati da due «Note di lavoro», vere e proprie quarte di copertina o dettagliati paratesti, seguiti dal Dizionario dei personaggi di romanzo, e a lui affidò idee e progetti letterari poi realizzati nelle opere pubblicate dopo il 1981. Marcello Venturoli, come si legge nelle missive, fu una presenza determinante nel percorso di maturazione dello scrittore comisano, poiché egli lo esortò a “debuttare”, a vincere le sue remore nei confronti della scrittura e, soprattutto, della pubblicazione. Bufalino, da par suo, diventò non soltanto il lettore, privilegiato delle opere di Venturoli, ma fu anche il suo editor e, in qualche caso, consulente editoriale e ghost (re)writer. Un aspetto di Bufalino del tutto sconosciuto e inusuale, quest’ultimo, ma che si rivela essenziale per ricostruire le strategia attraverso le quali lo scrittore congegnava l’opera in tutte le sue fasi dalla scrittura al lancio editoriale. Agli aspetti letterari si legano indissolubilmente quelli personali, confessati lungo tutto l’arco cronologico di questa amicizia, intrattenuta quasi esclusivamente per via epistolare, come la sofferenza patita da Bufalino per la morte del padre e per la malattia della moglie, cui fa eco quella di Venturoli per la perdita della madre e per l’esclusione dagli ambienti letterari e, di conseguenza, editoriali. E non mancano piccoli diverbi o scontentezze, talora solo “sussurrate”, talora espresse con fraterna fermezza.
 

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