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Percorsi nella letteratura greca a partire da Gv 21,15-17

Percorsi nella letteratura greca a partire da Gv 21,15-17
Titolo Percorsi nella letteratura greca a partire da Gv 21,15-17
Autore
Argomento Scienze umane Religione e fede
Editore Tau
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 2450
Pubblicazione 03/2023
ISBN 9791259752574
 
130,00

 
0 copie in libreria
Questo studio, suddiviso in quattro tomi, nasce per una Tesi di Dottorato che aveva come scopo originario quello di indagare come nel Corpus degli scritti Giovannei venisse descritto l'amore che Dio ha per gli uomini. nnei venisse descritto l'amore che Dio ha per gli uomini. Prendendo l’avvio da uno studio sul Corpus Giovanneo questa ricerca (strutturata in quattro tomi) presenta un’indagine sui lessici *agapân e *fileîn. È stata presa in esame la Letteratura Greca da Omero fino al II sec. d.C. I due verbi, almeno sino al II sec. d.C., non sono sinonimi, anche se talvolta potrebbero essere stati adoperati in tal modo, e nemmeno indicano amori di differenti livelli: descrivono l’amore da prospettive differenti, affatto opposte. *Agapân, anche quando si concentra sulla scelta d’amore, porta sempre la connotazione del desiderio e del godimento e/o del far godere/far star bene l’amato; *fileîn, che comporta esso stesso la scelta, sottolinea il legame d’amore e l’abitudine/la connaturalità del legame tra l’amante e l’amato, ed esprime l’amore come possesso, che non indica di per sé stesso schiavitù. Entrambo portano la connotazione della passione. Nessuno dei due lessici ha un valore teologico per sé stesso o è più predisposto dell’altro all’impiego in teologia: la qualità morale e religiosa dell’amore non è depositata nei due lessici, ma dipende soltanto dal soggetto amante e dai motivi per cui questi ama. L’amore descritto da questi due lessici non è mai disinteressato, ma non per questo può essere detto egoista: si potrà parlare di egoismo solo quando l’amante tratta l’amato come oggetto, non quando l’amore è condivisione di gratificazione, perché questa è una delle caratteristiche strutturali dell’amore descritto con i due lessici. All’inizio del terzo volume l’autore si è soffermato sul “problema” dell’aoristo, discusso in molte grammatiche: anche per questo aspetto si è fatto ricorso agli antichi autori greci. Il terzo volume contiene la proposta teologica sugli scritti del Corpus Giovanneo, ed è basata interamente sulle acquisizioni raccolte durante lo studio delle fonti greche. Dal punto di vista del linguaggio adoperato nel Corpus Giovanneo, “Essere-in/dentro”, “abitare-dentro” sono le espressioni più caratteristiche per descrivere l’amore di Dio, sia tra Padre e Figlio sia nei confronti degli uomini.
 
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