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La marea nera. Origini e avvento del fascismo ad Arezzo e provincia 1915-1924

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La marea nera. Origini e avvento del fascismo ad Arezzo e provincia 1915-1924
Titolo La marea nera. Origini e avvento del fascismo ad Arezzo e provincia 1915-1924
Autore
Argomento Scienze umane Storia
Collana Prospettive di storia
Editore Aska Edizioni
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 416
Pubblicazione 11/2024
ISBN 9788875424114
 
Promozione valida fino al 12/02/2027
22,00 20,90

 
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"Definire il fascismo è scriverne la storia", affermava nel 1938 Angelo Tasca nel suo "Nascita e avvento del fascismo". Ma il fascismo al singolare è fatto di tanti fascismi al plurale, anche provinciali. Questo libro appunto ha lo scopo di ricostruire le radici e lo sviluppo di un fascismo provinciale, quello di Arezzo, verificando empiricamente, sulla base della documentazione, quanto l'immagine del fascismo nazionale, ormai ben definita da una bibliografia sull'argomento pressoché sterminata, si rifletta sulle articolazioni locali del fenomeno politico che più di ogni altro ha segnato la storia italiana del '900. Il fascismo dunque come primo movimento che utilizza la violenza come strumento ordinario di lotta politica, il fascismo come espressione delle ambizioni e anche delle paure dei ceti medi, cittadini e rurali, il fascismo come compromesso tra un movimento che emerge prepotentemente dalla Grande Guerra e poi dal caos del dopoguerra e le strutture di potere conservatrici già dominanti nel paese, ossia l'articolazione fra le due classiche distinzioni di Renzo De Felice, Fascismo-Regime e Fascismo-Movimento. Il fascismo che cresce e si afferma anche grazie alle complicità dell'apparato statale, civile e militare, in particolare di quello periferico, ma pure il fascismo come religione della politica, secondo un'altra definizione ormai acquisita di Emilio Gentile, con un sistema preciso di riti, miti, liturgie che sono parte del processo di nazionalizzazione delle masse di cui per primo ha scritto George L. Mosse. Di tutto questo si parla nel libro attraverso la ricostruzione, anche cronologica, di quanto accadde ad Arezzo nei dieci anni, 1915-1924, in cui gli inizialmente confusi vagiti di un nuovo clima politico e sociale si trasformano nella nascita di un regime totalitario.
 
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