La storia d’Italia, tra l’Unificazione del 1861 e l’avvento del regime fascista nel 1922, è la storia di uno Stato alla ricerca di una nazione e di una coscienza civile che possa legittimarla. A dispetto del luogo comune secondo il quale l’Italia era arretrata rispetto ad altri paesi industrializzati, si può sostenere che quell’Italia non era né premoderna né antimoderna. Suzanne Stewart-Steinberg sottolinea infatti il carattere peculiare della modernità italiana, una specificità che – forse a causa dell’incompiuta unità politica, sociale ed economica, insieme ai livelli di analfabetismo elevati e a una tradizione liberale debole – articolò una modernità “in crisi” estremamente sofisticata, e dunque una critica ante litteram della modernizzazione e del modernismo. E affronta questa modernità così cruciale attraverso un’approfondita lettura critica dei testi di alcuni tra i più importanti testimoni dell’Italia postunitaria – romanzieri, filosofi, giuristi, pedagoghi, criminologi, funzionari statali – facendosi guidare dalla metafora di Pinocchio che, com’è noto, è un burattino, privo però di quei fili che gli consentirebbero di restare legato al nuovo Stato. Pinocchio diventa dunque emblematico delle complessità della modernità italiana perché – come l’Italia – è stato sia creato che influenzato dall’alto, pur mantenendo la sua autonomia.
L'effetto Pinocchio. Italia 1861-1922. La costruzione di una complessa modernità
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Titolo | L'effetto Pinocchio. Italia 1861-1922. La costruzione di una complessa modernità |
Autore | Suzanne Stewart-Steinberg |
Traduttore | Anna Maria Paci |
Collana | Frangenti |
Editore | Castelvecchi |
Formato |
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Pagine | 544 |
Pubblicazione | 10/2022 |
ISBN | 9788832909821 |
Promozione valida fino al 12/02/2027