Scienze e Lettere: Abitare il Mediterraneo
Tavolara. Tracce di stanziamento villanoviano su un'isola della Gallura
Francesco Di Gennaro, Silvia Amicone, Rubens D'Oriano, Paola Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 176
Gli intensi contatti culturali e gli scambi dovuti al commercio trans-tirrenico tra Sardegna e costa dell’Etruria nella prima età del ferro, noti da tempo, sono stati oggetto di numerosi studi analitici. Su questi collegamenti tardo protostorici getta una nuova luce la scoperta “epocale” di materiali villanoviani di uso ordinario, associati a una minore quantità di reperti di manifattura locale, attribuibili al X-IX sec. a.e.v., nell’isola di Tavolara, situata a breve distanza dalla costa della Gallura. Questo contributo fornisce i dati di scavo, ed esamina sia il contesto dei ritrovamenti della precedente età del bronzo nel territorio costiero della Sardegna nord-orientale, sia i reperti ceramici locali e allogeni di Tavolara. Per questi ultimi, dopo il riconoscimento, nel 2018, della loro provenienza dalla costa degli Etruschi, sulla base delle caratteristiche dell’impasto e dei confronti tipologici e stilistici, l’analisi archeometrica consente ora di individuare una provenienza prevalente dall’Etruria meridionale e minoritaria dall’Etruria settentrionale. Grazie alla correlazione con i materiali di origine continentale è stato possibile stabilire attribuzioni cronologiche più precise rispetto al passato per alcuni materiali di produzione sarda. Si aprono inoltre nuove prospettive interpretative sulla funzione di una diffusa classe di contenitori ceramici di fattura grossolana. La rassegna del paesaggio antropico costiero etrusco fornisce indicazioni sullo sviluppo della navigazione organizzata, reso possibile dal nuovo assetto socio-economico delle comunità ivi stanziate: la nascita degli stati protourbani nel territorio peninsulare affacciato sul Tirreno.
Fora Italiae et Hispaniae. Definizione e uso degli spazi forensi fino all’età giulio-claudia
Dario Canino
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 720
Lo scopo di questo volume è quello di fornire una conoscenza più approfondita dei complessi forensi: delle loro fasi edilizie, della loro evoluzione, delle loro funzioni e delle architetture più significative che si trovano al loro interno. Si è scelto di analizzare una selezione di città fondate sia nella penisola italiana sia nelle province della penisola iberica, in modo che si potesse beneficiare di un ampio e vario terreno di confronto. Lo spazio forense è stato analizzato tenendo in considerazione tutti gli elementi socio-politici caratterizzanti e tutte le peculiarità locali presenti in ogni realtà urbana. I diversi insediamenti romani, infatti, presentano caratteristiche piuttosto eterogenee, che sono dovute anche ai differenti tempi e modi con cui si è svolta la penetrazione romana, partendo dal centro Italia e poi progressivamente anche nel resto della penisola e nelle aree provinciali. Nonostante tali differenze, è possibile trovare degli interessanti punti in comune nelle scelte urbanistiche e di progettazione intraprese dai costruttori romani. Sin dall’inizio, lo spazio forense si caratterizza per la varietà di funzioni che può ospitare, una peculiarità che lo distingue non solo come eminente realtà di valore architettonico ma che gli fornisce anche un grande valore antropologico, in quanto fulcro delle attività politiche e sociali di ciascuna comunità. Il foro prende forma in base alle esigenze della città in quel determinato momento in cui esiste, configurandosi come un’entità, di certo caratterizzata da una variabile forma di monumentalità, pronta ad adattarsi a ciò di cui i suoi fruitori hanno bisogno e a esprimere ciò che i suoi costruttori, intesi come finanziatori, intendono comunicare. Ogni foro, dunque, possiede una conformazione unica, la cui analisi può rivelare le intenzioni dei progettisti che lo hanno costruito e numerose altre informazioni inerenti le condizioni politiche, sociali ed economiche di ogni città.
Le città di Magna Grecia e di Sicilia dal VI al I secolo. Volume Vol. 2
Pier Giovanni Guzzo
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 928
Questo volume, dedicato alle città della Sicilia antica, completa l’annunciata trilogia, il primo terzo della quale è apparso quasi dieci anni fa. È immediato riconoscere che molto di quanto scritto è da aggiornare e, forse, in alcune sue parti, da modificare. Così com’è il destino di ogni opera scritta di fronte al rinnovarsi delle conoscenze e delle relative critiche. L’analisi, archeologica e storiografica, delle città della Sicilia antica è organizzata in maniera del tutto simile al precedente volume sulla Magna Grecia. La particolare cultura siceliota presenta due tratti che si considerano fondamentalmente diversi da quelli propri della parte peninsulare. Il primo è costituito dalla permanente presenza delle genti indigene: che giungono a fondare una città “alla greca”, con tanto di oracolo di fondazione. Situazione mai documentata in Magna Grecia. Il secondo tratto consiste nella particolare forma istituzionale dominante in Sicilia per ampia diacronia: la tirannide. Non sconosciuta sul continente, essa tuttavia non incide sulla storia complessiva delle città peninsulari come invece accade per quelle insulari. È per volontà dei tiranni che le sorti delle greche di Sicilia si intrecciano con quelle dell’Opicia, dell’Etruria propria e di quella adriatica, dell’Epiro, di Cartagine. Il continuo rinnovarsi degli studi, realizzati da scienziati provenienti da tutto il mondo, rende la ricerca sulla Sicilia greca una delle più attrezzate palestre per costringersi alla necessità di un continuo aggiornamento e di una sempre vigile attenzione critica. Nella realizzazione di questo volume ci si è sforzati di mantenersi ricettivi alle novità ed attenti ad inserirle nello sconfinato campo delle precedenti acquisizioni.