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Slow Food: AsSaggi

Storia del panino italiano. Un intramontabile boccone di felicità

Alberto Capatti

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2024

pagine: 144

Dopo il Piccolo atlante dei cibi perduti, l'autore affronta questa volta la storia del panino in Italia, un'epopea che parte dall'usanza molto popolare del panino come pranzo durante il lavoro sia nei campi sia in fabbrica, prosegue con i tramezzini e tutte le loro fogge in ogni regione, passa per l'avvento del fast food e termina con il panino “gourmet”. Migliaia di pani diversi, migliaia di ingredienti e combinazioni differenti offrono un excursus senza pari, che incrocia la storia d'Italia e dei suoi cibi, esattamente come i piatti tradizionali presenti in ben più “nobili” ricettari. Percorrere questo viaggio nel tempo ci permette di pensare ai significati che potremmo dare tutte le volte che diciamo con noncuranza: «Mangio solo un panino». È curioso che scrittori, accademici e gastronomi non abbiano mai affrontato l'argomento nei termini leggeri ma rigorosi con cui lo fa Capatti tra queste pagine.
16,50
Intrepide. Storie di donne, vino e libertà

Intrepide. Storie di donne, vino e libertà

Laura Donadoni

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2023

pagine: 240

Laura Donadoni nel suo terzo libro indaga con stile intimista, sociologico e confidenziale quali sono le difficoltà che una donna si trova ad affrontare in un settore ancora a decisamente a predominanza maschile. Lo fa attraverso le vite di dodici Intrepide che si sono cimentate con professioni nel mondo del vino e confidano i fallimenti, le paure e i successi incontrati lungo il percorso. Laura, forse la prima intrepida, condivide anche la sua esperienza personale di abusi e bullismo online nel corso di dieci anni di carriera, e le centinaia di testimonianze raccolte sui social di donne che nel quotidiano affrontano le piccole grandi frustrazioni della discriminazione di genere. Un'antologia che vuole essere di ispirazione e incoraggiamento alle nuove generazioni per un mondo del vino più equo e inclusivo.
18,00
Costa dei Trabocchi. Il mare d'Abruzzo

Costa dei Trabocchi. Il mare d'Abruzzo

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2023

pagine: 224

La parte dell’Abruzzo bagnata dal mare è nota per l’utilizzo dei trabocchi, terrazze sospese sul mare cristallino e ricco di fauna ittica che sono delle formidabili macchine da pesca. Questi marchingegni enormi, che oggi ospitano anche ristoranti e sono diventati dei punti panoramici incredibili, appaiono quasi come dei grandi ragni di legno nei punti più pittoreschi del litorale. Il libro, sullo stile inaugurato dei precedenti capitoli di questa collana innovativa, dedicati alle Eolie e all’Elba, è un viaggio fotografico e narrativo, a partire dal mare, dalle sue risorse, dalle sue fragilità, dalle infinite esperienze indimenticabili che può restituire al turista, per addentrarsi poi a terra, raccontando le meraviglie nascoste – paesaggistiche, gastronomiche, agricole – di questa magica porzione d’Italia. Un territorio tutto da scoprire, per un viaggio prima virtuale, con il gusto della lettura e il sogno delle immagini, poi reale, se si vuole partire per una vacanza fuori dal comune.
24,00
Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità

Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità

Gaël Giraud, Carlo Petrini

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2023

pagine: 176

Gaël Giraud e Carlo Petrini sono due intellettuali e attivisti con formazione, biografie e traiettorie di vita molto diverse. Da una parte il colto economista gesuita, esperto di questioni ambientali e docente alla Georgetown University di Washington. Dall’altra l’ex sessantottino agnostico, gastronomo noto in tutto il mondo. Da una parte l’inventore della formula della “transizione ecologica” che ha ispirato la Laudato si’ di papa Francesco; dall’altra l’ideatore di un brand planetario della sostenibilità come Slow Food e della rete mondiale di Terra Madre nel nome del buon cibo e del buon vivere. Due personaggi chiave della nostra contemporaneità capaci di combinarsi in modo sorprendente nel disegnare un futuro nuovo, ma possibile e alla portata di tutti. La transizione verso una società più giusta e coesa in fondo non è niente di impossibile, concordano Giraud e Petrini. E soprattutto non si fonda né su sacrifici, né su privazioni. Tutt’altro: la storia mette le generazioni contemporanee di fronte alla possibilità di riempire di giustizia, senso e felicità le nostre vite. Non coglierla sarebbe ingiusto, in primis nei confronti di noi stessi nella doppia accezione di individui e di membri di una comunità più larga. E, soprattutto renderebbe più infelici noi, i nostri figli e le generazioni a venire. Questo testo è in fondo un accorato appello all’azione comune. Due i punti di partenza: come scegliamo di nutrirci, come scegliamo di comportarci all’interno del sistema economico finanziario. Che, insegnano Giraud e Petrini, sono le facce speculari della stessa medaglia. E forse della stessa rivoluzione culturale e sociale che va sotto il nome di transizione ecologica. Prefazione di papa Francesco.
18,00
È nata prima la gallina... forse. 52 storie sull'ottimismo e il suo contrario, sulla gente, il cibo, il vino, la vita e l'amore

È nata prima la gallina... forse. 52 storie sull'ottimismo e il suo contrario, sulla gente, il cibo, il vino, la vita e l'amore

Oscar Farinetti

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2022

pagine: 288

Di fronte a una crisi, che poi vuole dire semplicemente scelta, occorre decidere e prendere con risolutezza una strada, conservando però uno spazio per il dubbio affinchè, se si dovesse sbagliare, si possa tornare indietro di gran lena per intraprendere la via scartata in precedenza. E, di solito, questa forza d’animo è tipica degli ottimisti, persone in grado di prendere una decisione e di misurarsi con il tempo in modo sano. Da qui il titolo risolutivo di un dilemma per eccellenza, che non trascura però la possibilità di ricredersi (…forse). Proprio come farebbe un ottimista o un’ottimista. Ne sono esempio le 52 storie, scritte una alla settimana per tutto l’anno dall’autore e da leggersi, a seconda che le si voglia divorare oppure assaporare, in un tempo breve piuttosto che dilatato. Sono pagine che raccontano eventi e personaggi famosi da una prospettiva completamente differente, dall’ottimismo di Leonardo verso gli incompiuti che gli ricordavano l’importanza di provarci più che del farcela, alle crisi manzoniane di fronte alle stesure dei Promessi sposi, anch’esse tipiche degli ottimisti. Ai grandi personaggi si mescolano, però, figure quotidiane (contadini della Langa fenogliana, postini, galline parlanti) che ci suggeriscono come l’ottimismo possa essere una scelta di vita per tutti, in ricchezza e in povertà. Una scelta, verrebbe da dire, di felicità.
18,80
La rivoluzione agricola araba. Tra Settecento e Millecento, alle radici di ciò che mangiamo oggi

La rivoluzione agricola araba. Tra Settecento e Millecento, alle radici di ciò che mangiamo oggi

Andrew M. Watson

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2022

pagine: 160

Tra il 700 e il 1100 gli arabi si sono espansi e hanno conquistato enormi porzioni di Mediterraneo, Africa, Medioriente, India e oltre. Al di là delle loro imprese belliche e della costruzione di un regno immenso, si sono resi protagonisti di un cambiamento epocale nelle abitudini agricole e alimentari. Hanno iniziato a portare con sé piante fondamentali per la nutrizione, la medicina, la produzione di legname o la cosmesi; una botanica ancora oggi per noi molto comune. La diffusione e l'acclimatamento (con invenzioni geniali in campo agricolo) di queste specie vegetali spesso provenienti da Oriente ha generato una vera e propria rivoluzione, paragonabile forse soltanto alle conseguenze della scoperta dell'America e dei suoi tesori. Gli arabi sono responsabili della diffusione degli agrumi in tutta l'area Mediterranea, oggi così caratteristici, del riso asiatico in Europa, del sorgo, delle banane e mango nei climi tropicali africani, delle melanzane in Sicilia, del carrubo, dei cocomeri, degli spinaci, degli asparagi e delle palme da cocco. Hanno portato la canna da zucchero e quindi lo zucchero stesso, il grano duro con cui oggi facciamo la pasta, il cotone con cui ci vestiamo. Per non parlare di tante altre essenze per legname o medicine. Le hanno inserite in ambienti nuovi con invenzioni ingegnose riguardo all'approvvigionamento idrico, hanno creato un sistema che si adattasse alle varie stagioni per poter avere cibo fresco tutto l'anno. La portata di queste azioni, solo perché lontana più di mille anni, non può essere dimenticata. Sono rari i saggi e libri che ne parlano, e nessuno l'ha fatto in maniera così completa e illuminante come Andrew M. Watson con il suo saggio The Arab Agricultural Revolution and Its Diffusion, 700-1100, pubblicato nel 1974. Lo storico Piero Bevilacqua, folgorato da questa lettura, ci ha aiutato a portarlo in Italia e a introdurlo con grande autorevolezza e abilità divulgativa.
16,50
Piccola storia dei tajarin. Viaggio affettuoso di un piatto povero diventato ricco

Piccola storia dei tajarin. Viaggio affettuoso di un piatto povero diventato ricco

Luciano Bertello

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2022

pagine: 176

L’intento è chiaro. Il celeberrimo piatto piemontese, traducibile con l’italiano “taglierini” ed erroneamente assimilato ai tagliolini, è il pretesto che spinge l’autore a narrare la storia gastronomica di quel territorio un tempo povero e maledetto raccontato da Beppe Fenoglio nella Malora, la Langa. Una ricetta femminile e famigliare, di cui le donne erano fiere custodi e che costituiva quasi un requisito per potersi sposare – saper tirare la sfoglia sottilissima per tagliare tajarin simili a capelli d’angelo – percorre la storia e i suoi eventi narrando di personaggi noti e meno noti (tra gli altri Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giacomo Morra), affini o meno al mondo della gastronomia, e lascia nel lettore un affresco sociale prima che culinario. I tajarin raccontano il passaggio dalla cultura contadina a quella industriale, dalla malora dei campi ai successi dell’imprenditoria: da piatto semplice e legato al pranzo in famiglia – sono sempre abbondanti non come i ravioli che vengono spesso contati – diventano protagonisti del contesto borghese soprattutto grazie al fortunato incontro con il tartufo bianco d’Alba. E infine si passa alla ricetta, secondo le osterie e secondo i cuochi stellati, sul territorio nessuno rinuncia alla sua versione dei tajarin.
14,50
Piccolo atlante dei cibi perduti. Storie di cucina dimenticata

Piccolo atlante dei cibi perduti. Storie di cucina dimenticata

Alberto Capatti

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2022

pagine: 192

Alberto Capatti - tra i più noti e autorevoli storici della gastronomia a livello internazionale - sembra aver attinto dal negozio di un antiquario che tratta oggetti antichi e di modernariato, una moderna “stanza delle meraviglie” gastronomiche. Il gioco del cibo dimenticato o ricordato è all’origine del libro, ma ci si spinge più in là, e meglio, di alcune analoghe operazioni già edite. Il libro è basato su 50 schede - racconto illustrate, che riguardano cibi e ricette per la maggior parte visti sui ricettari e nei menu del Novecento e poi (apparentemente?) scomparsi. Quasi un giallo, un mistero, un elenco di freaks, stranezze, della nonna o di qualche ristoratore modaiolo. Ma poi neanche tanto strani a bene vedere… Il loro nome attira l’attenzione, perché misterioso come per i bighelloni, broccioli e brustulli, o perché esagerato e fantasioso come le uova di pavoncella, suggerite per una cena galante in un ricettario afrodisiaco del 1910. Le fonti sono le più varie: i brustulli, per esempio, vengono dal Dizionario delle cose perdute di Francesco Guccini, e si avvalgono dei suoi ricordi. Le schede si susseguono in ordine alfabetico, dalle allodole in salmì alle pennette alla vodka, fino a uno yogurt usato insolitamente (Ilaria Rattazzi nel 1981: «Vi siete presi una sbronza, mangiate dello yogurt»). Cibi oggi imprevedibili, dalle varianti infinite, capaci di rispondere a un bisogno passato, con ingredienti non usuali e con nomi bizzarramente seducenti. La sogliola al ferro da stiro è, da questo punto di vista, una sfida e nello stesso tempo un enigma. Ma la cucina dimenticata delle nonne con ricettari di grande fortuna editoriale oggi ha innescato un meccanismo che può fare di un ingrediente perduto un ingrediente di successo. Chissà, qualcuno lo vorrà riproporre, perché in fondo questo atlante stuzzica l’interesse, fa venire voglia di cucinare (nel volume sono presenti tutte le ricette) e riassaggiare questi piatti della memoria. Anche le pennette alla vodka? Perché no, del resto sono le più facili…
16,50
Pizza. Una storia napoletana. Pizzerie e pizzaiuoli tra fine Settecento e inizio Novecento

Pizza. Una storia napoletana. Pizzerie e pizzaiuoli tra fine Settecento e inizio Novecento

Antonio Mattozzi, Donatella Mattozzi

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2022

pagine: 272

Dopo la prima edizione "Pizza. Una storia napoletana" torna in libreria in una versione completamente aggiornata, arricchita con nuovi contenuti e corredata di un repertorio di illustrazioni, con riproduzioni di documenti di archivio, mappe, fotografie e stampe inedite. L'origine e la diffusione della pizza sono descritte e inquadrate storicamente, in un saggio che è il risultato di accurate ricerche e dell'elaborazione di documenti di prima mano. Tra indagine storica e curiosità antropologiche, tra pizzerie e pizzaiuoli, gli autori ci riportano al clima che si viveva a Napoli dal Settecento fino ai primi del Novecento, in un lungo racconto che ci spiega come un cibo molto povero si sia poi affermato, in Italia e in tutto il mondo, come uno dei cibi più amati e consumati. Antonio e Donatella Mattozzi hanno scritto su questo argomento un testo autorevole e gustoso, che ora viene presentato in un'edizione riveduta integralmente.
16,50
Custodi del vino. Storie di un'Italia che resiste e rinasce

Custodi del vino. Storie di un'Italia che resiste e rinasce

Laura Donadoni

Libro: Copertina rigida

editore: Slow Food

anno edizione: 2021

pagine: 324

Un viaggio in tutte le regioni italiane per raccontare storie di persone che, attraverso il vino, hanno riscattato o faranno rinascere un territorio, singoli o comunità. Un percorso attraverso storie incredibili portate sulla pagina dalla felice penna dell'autrice che ha incontrato, oltre ai protagonisti, una serie di famosi "ospiti" per entrare meglio nello spirito delle tante regioni italiane. Attraverso le parole di Linus, Mario Calabresi, Mario Tozzi, Bruno Pizzul, Simone Moro, Paolo Cognetti, Enrico Bartolini scopriremo come l'Italia sia uno scrigno di tesori enologici e di ambienti da proteggere, da custodire appunto. Diamo voce allora ai protagonisti di questi territori e dei loro vini che ci racconteranno quanto sia appassionante dedicarsi alle viti nei posti più angusti, scegliere di rispettare il territorio, fare rete, creare successi che nemmeno loro erano in grado di immaginare. Un viaggio che non può non riportare alla memoria quello di Mario Soldati e del suo Vino al vino, un ritratto dell'enologia italiana nuovo e inedito che, pagina dopo pagina, vi farà scoprire un lato mai raccontato dei protagonisti del vino e storie fino a oggi sconosciute ai più.
16,50
I diritti della terra. Alle radici dell'agricoltura naturale

I diritti della terra. Alle radici dell'agricoltura naturale

Albert Howard

Libro: Libro rilegato

editore: Slow Food

anno edizione: 2021

pagine: 284

Sir Albert Howard è stato un precursore lungimirante. Membro dell’Istituto di ricerca in agricoltura fondato da Lord Curzon in Inghilterra e consigliere per l’agricoltura del Raja di Indore, in India, grazie alle sue esperienze nel Commonwealth ha elaborato per primo tecniche agrobiologiche oggi tornate fortemente in auge. Botanico, in An Agricultural Testament (titolo originale di quest’opera) uscito nel 1940 in Inghilterra e nel 1943 negli Stati Uniti, verifica e approfondisce i risultati del metodo di compostaggio da lui proposto sin dal 1931, sulla scorta delle esperienze fatte con i contadini indiani, poi adottato nei centri sperimentali di tutto il mondo. In un momento storico in cui la guerra mondiale affliggeva il mondo e si ponevano le basi della Rivoluzione verde che convertì sostanze chimiche usate a scopi bellici nei fertilizzanti che conosciamo oggi, per primo colse i pericoli di questa innaturale forzatura dei terreni a scopi produttivi, i cui risultati devastanti in questo XXI secolo sono ormai ben noti. Proprio in questo momento di svolta Howard rappresentava una voce controcorrente, raccomandando di assecondare la natura e gestire la fertilità dei suoli attraverso il compostaggio. Una voce fuori dal coro che lo ha reso uno dei principali ispiratori della moderna e sempre più diffusa agricoltura biologica nel mondo. I diritti della terra è dunque un testo fondamentale e fondativo, scritto senza il senno di poi, che non può mancare nella biblioteca di chiunque sostenga e pratichi questa “agroecologia” e che può illuminare sulle storture che abbiamo adottato in passato (e ancora oggi spadroneggiano) nella produzione di cibo. Il Principe Carlo di Galles, grande sostenitore dell’agricoltura naturale nel mondo, ha per questo voluto regalarci una sua prestigiosa prefazione.
16,50
Il profitto e la cura. La sostenibilità e le voci che non abbiamo ascoltato

Il profitto e la cura. La sostenibilità e le voci che non abbiamo ascoltato

Cinzia Scaffidi

Libro: Libro in brossura

editore: Slow Food

anno edizione: 2021

pagine: 208

Nel corso dei secoli il mondo della produzione alimentare ha fatto di tutto per adeguarsi ai modelli industriali, cercando di soddisfare le esigenze del mercato e trascurando quelle della natura. Nella scelta tra profitto e sostenibilità ha sempre vinto il profitto, a livello produttivo, a livello organizzativo e a livello normativo. Oggi che questo sistema mostra in molti modi tutta la sua pericolosità e le sue debolezze, ci avviamo alla cosiddetta “transizione ecologica”. Avremmo potuto farlo prima? Certo, se avessimo dato ascolto alle voci “dissonanti” che da tanti ambiti - poesia, letteratura, scienza, filosofia, attivismo – chiedevano, anche in tempi non sospetti, rispetto per le risorse, per gli equilibri naturali, per il benessere di tutti. Sono tanti gli autori che oggi potrebbero dire “io lo avevo detto!”: è il momento di rendere loro omaggio e di rileggere i loro scritti con una nuova attenzione. Dalla Bibbia a Marx, da Giorgio Caproni a Laura Conti, da D.H. Lawrence a Rachel Carson, da Jean Jono a Carol Anne Duffy, le tante voci del passato e del presente che la globalizzazione della politica e della produzione non ha saputo e voluto ascoltare, in un libro che prova a riannodare i fili di una consapevolezza che oggi può essere di grande aiuto. Prefazione Luciana Castellina.
16,50

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