Sometti: Mantua Felix
Peste e Lanzi a Mantova (1629-1630). Documenti
Rodolfo Signorini
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2021
pagine: 64
Se nel 1630 Milano conobbe con la peste di manzoniana memoria la massima catastrofe della sua storia, Mantova, in quello stesso anno, vide quello stesso flagello aggiungersi ad un'altra sciagura: la guerra e l'assedio dei Lanzichenecchi, mercenari imperiali scesi per punire la città ribelle in quella che fu chiamata, appunto, guerra di successione di Mantova e del Monferrato. Rodolfo Signorini ci porta nella Mantova del 1629, quella che dovette subìre i lunghi mesi dell'assedio e del sacco, e in quella immediatamente successiva del 1630, decimata dalla catastrofe della peste portata in città dai soldati. Nel racconto troviamo i documenti e le gride dell'epoca, le mappe e i ritratti, i rimandi letterari, le biografie dei protagonisti e significative vicende familiari: la cronaca di una tragedia che ha cambiato per sempre la storia di Mantova.
Shakespeare's Mantua-La Mantova di Shakespeare
Rita Severi
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2016
pagine: 112
Nemmeno Shakespeare resistette al fascino di Mantova, come dimostra lo stretto e frequente rapporto letterario e teatrale tra il grande drammaturgo inglese e la capitale gonzaghesca: da qui non arriva solo il veleno per Giulietta e Romeo ma troviamo una lunga serie di citazioni, personaggi e vicende in diverse opere che, seppure un viaggio in Italia non sia mai stato documentato, sembrano suggerire una conoscenza approfondita della città. Il libro di Rita Severi, docente di letteratura inglese all'Università di Verona, ci racconta quindi una nuova e sorprendente chiave di lettura di una Mantova che si dimostra a pieno titolo shakespeariana e profondamente legata alla cultura anglosassone del tempo, al pari di altre importanti città italiane.
Vittorino da Feltre. Baldesar Castilione
Rodolfo Signorini
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2015
pagine: 64
Il decimo volume di Mantua Felix racconta la vita di due personaggi di spicco, protagonisti del pantheon culturale mantovano: Vittorino da Feltre, educatore umanista alla corte dei Gonzaga, e Baldassarre Castiglione, letterato di fama internazionale autore del "Cortegiano". Vittorino de' Rambaldoni nasce a Feltre ma studia a Padova, dove termina gli studi all'Università e inizia l'insegnamento: una vocazione che lo porta presto a Mantova, dove nel 1423 istituisce una vera e propria scuola di educazione umanista, la Ca' Zoiosa (Cà Gioiosa). Un modello di educazione straordinario e innovativo in cui la disciplina per lo studio viene alternata all'attività ginnica, realizzando un armonico sviluppo mentale e corporeo. Baldassarre Castiglione, nato nel 1478 a Casatico di Marcaria, è umanista e letterato: la sua prosa è tuttora considerata una delle più alte espressioni del Rinascimento italiano. Uomo d'arme e politico, la sua vita rimane legata soprattutto a "Il Cortigiano", trattato pubblicato nel 1528 che disegna l'ideale figura del perfetto uomo di corte: non solo nobile e vigoroso, ma anche amante delle arti e capace di comporre versi.
Mantova. 4 quartieri, 20 contrade
Rodolfo Signorini
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2014
pagine: 64
Il settimo volume della collana "Mantua Felix" ci suggerisce di riscoprire la città di Mantova attraverso l'antica e affascinante toponomastica cittadina ormai del tutto scomparsa, rimasta però negli antichi documenti e nella preziosa "Cronaca Universale della Città di Mantova" di Federigo Amadei: i quattro quartieri (San Pietro, Sant'Andrea, San Giacomo, San Nicolò) con le venti contrade istituite nel 1401 da Francesco II Gonzaga aprono il tessuto urbano di Mantova come uno scrigno che lascia intravedere tutti i gioielli di un patrimonio artistico e culturale straordinario, attraverso un dettagliato percorso all'interno delle vecchie mura, con un ricco apparato iconografico selezionato. Lasciandoci guidare dalla passeggiata virtuale di Rodolfo Signorini possiamo ammirare e conoscere i tanti monumenti, le chiese, i palazzi, i chiostri, le lapidi, i capitelli, gli elementi architettonici che da secoli accompagnano il vivere civile dei mantovani.
Sordello Da Goito. Troubadour. Marte et Amor cun elo
Rodolfo Signorini
Libro
editore: Sometti
anno edizione: 2014
pagine: 64
Sordello è stato uno dei poeti trovatori di lingua provenzale più noti dell'Italia settentrionale. Musico e giullare, è stato alla corte di importanti sovrani italiani ed europei, dagli Scaligeri agli Angiò, che lo tennero sotto la loro protezione fino alla morte: personaggio di statura internazionaele, la sua fama giunse fino a Dante, che in un canto della "Divina Commedia" (Purgatorio VI, 58-75) lo fece incontrare e abbracciare col conterraneo Virgilio. Nativo di Goito, a pochi chilometri da Mantova che gli dedica la sua piazza principale, la sua biografia rimane parzialmente avvolta nel mistero.
Pietroadamo De' Micheli. Teofilo Folengo
Rodolfo Signorini
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2014
pagine: 64
Il nono volume della collana Mantua Felix racconta le vite di due grandi personaggi mantovani: uno semisconosciuto, Pietroadamo de' Micheli, l'altro mal conosciuto e spesso frainteso, Teofilo Folengo, noto come Merlin Cocai. Si tratta di due veri primati mantovani: Pietroadamo introdusse l'arte della stampa a Mantova chiamando nella città ducale i maestri germanici, Folengo fu il sommo poeta macaronico, con Ludovico Ariosto e prima di Torquato Tasso vanto della letteratura italiana del Cinquecento. Pietroadamo de' Micheli nacque a Mantova nel 1440, e dopo aver conseguito a Ferrara la laurea in giurisprudenza decise di tornare nella sua città per stampare libri, aprendo di fatto la prima tipografia mantovana nel 1472 e stampando preziose edizioni del Decamerone e della Divina Commedia. Teofilo Folengo è un autore di primo piano nel panorama dei cosiddetti "minori" della letteratura italiana del Cinquecento: poeta colto ed estroso, fu il creatore del macaronico, linguaggio stravagante ma perfettamente codificato che con grande ironia permise a Folengo, con lo pseudonimo di Merlin Cocai, di porsi come contraltare all'aristocrazia letteraria umanistica.
L'appartamento della grotta nella Villa del Te
Rodolfo Signorini
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2013
pagine: 64
Il quarto episodio della collana Mantua Felix ci parla di un ambiente forse meno noto, eppure estremamente affascinante, all'interno di Palazzo Te: l'appartamento della Grotta. Staccato dal corpo centrale della villa e posizionato sul fianco sinistro dell'esedra, è un angolo apparentemente poco significativo, se osservato dall'esterno. Generalmente si tratta quindi dell'ultima tappa di visita del palazzo, già mentalmente proiettati verso la fine dell'itinerario e quindi verso l'uscita. Ma se troviamo il tempo di soffermarci, non possiamo che restarne incantati: la loggia, superbamente adornata e affrescata con una grande ricchezza di dettagli; il giardino segreto, un ambiente delizioso e fuori dal tempo, immerso in un silenzio accompagnato dalle rappresentazioni murali delle favole di Esopo; la Grotta, antro artificiale di raccoglimento un tempo zampillante di acqua e piccole fontane; e poi l'interno dell'appartamento con la camera di Attilio Regolo che, attraverso l'esaltazione delle umane virtù, restituisce l'antico splendore di questo piccolo, appartato e riservato gioiello all'interno della Villa del Te.
Imprese gonzaghesche
Rodolfo Signorini
Libro: Copertina morbida
editore: Sometti
anno edizione: 2013
pagine: 64
L'Impresa (o "intrapresa", nobile azione) è un'allegoria misteriosa che rappresenta, attraverso l'unione di un motto e di una figura, gli ideali o gli affetti o i princìpi morali di chi la esibisce. I Gonzaga, famiglia regnante per quasi quattro secoli sulla città e sul Ducato di Mantova, hanno fatto largo uso di queste rappresentazioni nel corso della loro storia: imprese per lo più già note, codificate e riprese dai signori del tempo che in questo modo segnavano il perimetro della propria grandezza e levatura morale. Signorini riprende quindi in mano una grande tradizione mantovana, che scava sotto la patina della dinastia regnante e ci svela in qualche modo il temperamento, i desideri e l'importanza che valori quali la fedeltà, la purezza di cuore o il coraggio rivestivano nella vita e nell'esercizio del potere dei principi di corte. In questo volume sono riportate e descritte le sedici imprese più ricorrenti nel panorama mantovano, la loro storia e la loro fortuna, illustrate con le raffigurazioni presenti nei principali palazzi cittadini (Palazzo Te e Palazzo Ducale hanno al loro interno addirittura un ambiente dedicato, la Sala delle Imprese), ma anche in libri e medaglie gonzaghesche.
La Villa del Te. Piacere dell'anima
Rodolfo Signorini
Libro
editore: Sometti
anno edizione: 2012
pagine: 64
Il primo volume della collana "Mantua Felix" è dedicato a quello che, insieme a Palazzo Ducale, è senz'altro un simbolo della città di Mantova e del suo patrimonio storico-artistico: Palazzo Te. Situata alle porte del centro cittadino, la dimora estiva dei Gonzaga - signori e duchi di Mantova per quasi quattrocento anni - è stata costruita nella prima metà del Cinquecento all¹esterno di una delle antiche porte, la Posterla; rappresenta la consacrazione del genio di Giulio Romano, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, che grande fortuna ebbe sotto la dinastia gonzaghesca. L'ordine seguito per la descrizione dei luoghi si muove sulle tracce di quello seguito da Iacopo Strada, antiquario mantovano che verso la fine del Cinquecento scrisse la prima guida del Palazzo, illustrandone i tanti ambienti.
La camera di amore e psiche nella Villa del Te a Mantova
Rodolfo Signorini
Libro
editore: Sometti
anno edizione: 2012
pagine: 64
Nel 1528 Federico II Gonzaga commissiona a Giulio Romano la raffigurazione pittorica della favola di Amore e Psiche di Apuleio, che già a Roma era stata eseguita da Raffaello alla Farnesina (con l'aiuto dello stesso Giulio Romano). Partendo dalle fonti letterarie che hanno ispirato la creazione artistica, Rodolfo Signorini illustra e spiega le singole parti della Sala, con tutti gli episodi raffigurati della favola: pareti e soffitti, ottagoni, lunette e vele diventano quindi i protagonisti straordinari di un racconto affrescato, un luogo magico destinato ad affascinare qualunque visitatore.
Le sorti degli uomini nella «Camera delli pianeti et venti» della villa del Te. Due zodiaci di provincia
Rodolfo Signorini
Libro
editore: Sometti
anno edizione: 2012
pagine: 64
Il terzo volume della collana Mantua Felix, dedicato alla vocazione per lo studio degli astri che da sempre ha contraddistinto il territorio mantovano, apre con una delle sale più suggestive di palazzo Te, con una composizione iconografica complessa e di alto livello realizzata, fra gli altri, da grandi artisti come Andrea Conti e Rinaldo Mantovano: la trama decorativa della volta è formata da losanghe esagonali, rettangolari e ottagoni, in cui vengono rappresentate le divinità olimpiche, i Mesi, gli stucchi dei segni zodiacali con i simulacri di Vesta e Vulcano; nelle vele sottostanti, stucchi dorati di mascheroni caricaturali dei Venti, elemento poetico che separa Terra e Cielo. Un capolavoro che rappresenta anche una sorta di compendio magico e scientifico, un ambiente che racchiude in pochi metri un complesso cielo astrologico, riassunti nei due emistichi di Giovenale incisi al di sopra di una delle porte: "Distat enim quae sydera te excipiant": "dipende infatti da quali stelle ti ricevano" (quando nasci). L'itinerario astrologico continua con due zodiaci presenti nella provincia mantovana, entrambi di recente riscoperta; si tratta del ciclo dei Mesi a Corte Bazza di Bigarello, databile alla fine del XVI sec. e il cui autore è tuttora ignoto, una rappresentazione di buona fattura e interessante anche da un punto di vista antropologico, poichè mostrano scene di vita ordinaria che dovettero appartenere alla diretta esperienza dell'artista.
Il Burchiello de la Sensa e il Calendimaggio. Due feste mantovane
Rodolfo Signorini
Libro
editore: Sometti
anno edizione: 2012
pagine: 64
Narra nel 1612 lo storico mantovano Ippolito Donesmondi, che per la "Ascensa" o "Sensa" (espressione dialettale per Ascensione), si teneva in Mantova una straordinaria e singolare festa popolare in onore del "Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo" (i sacri vasi conservati nella cripta della basilica di Sant'Andrea). La vigilia dell'Ascensione, dopo il vespro, si mostrava la Reliquia e con essa il vescovo benediceva la folla dei fedeli "da un luogo eminente a questo effetto preparato". Il giorno dopo, una processione di soli laici si recava dal duomo in Sant'Andrea. Vi partecipavano le magistrature della città, "Dottori, Medici, Procuratori, e Notai; poi tutte le arti sotto ai loro determinati Confaloni". L'arte dei pescatori che aveva per insegna un "bertavello con entro un bulbaro", inscenava quindi una sorta di spettacolo allegorico. In un burchiello, (un'imbarcazione fluviale tipica del territorio mantovano) trasportato da dodici robusti portantini, vi erano tre pescatori che rappresentavano i primi apostoli scelti da Gesù: Pietro, Giovanni e Andrea. La barca era carica di anguille e di altri pesci di minor pregio, e i tre pescatori, per tutto il tempo del cammino dalla Cattedrale a Sant'Andrea, e fin dentro la basilica, andavano distribuendo le anguille e i pesci gettandoli verso il popolo, e anche a coloro che assistevano alla cerimonia dalle finestre delle proprie case.