Booklet Milano: Le melusine
Techno: ritmi afrofuturisti
Claudia Attimonelli
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2008
pagine: 239
Questo saggio ripercorre le tappe tuttora controverse che hanno portato la musica techno a diffondersi dal Nord America all'Europa, dai ghiacci islandesi fino all'Estremo Oriente e alle isole sperdute dell'Oceano Indiano. Tutto è cominciato nei primi anni Ottanta. Ma le radici della techno affondano in parte nelle riunioni clandestine fra musicisti jazz della Parigi occupata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. La città di Detroit, il movimento filosofico dell'afrofuturismo nato dalla diaspora afro-americana e la black science-fiction hanno contribuito a fornire ai pionieri della techno le fondamenta sulle quali costruire un solido apparato critico. Questi elementi hanno in seguito reso la musica techno un fenomeno di portata mondiale, sfruttando le sue derive filosofiche, sociologiche e naturalmente di mercato.
Una voce nel disastro. L'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza
Alberto Brodesco
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2008
pagine: 190
Capita spesso, al cinema, che il mondo sia colpito da una minaccia alla sua stessa sopravvivenza: come reagisce in questi casi la società? Quali dinamiche si mettono in moto, come si comportano le istituzioni e i cittadini, dove si va a cercare una soluzione? La rappresentazione del disastro diventa l'enfatico emblema delle tante grandi o piccole crisi che il genere umano è costretto ogni giorno ad affrontare. Il riparo più vicino, nel cinema dell'emergenza, è offerto dalla scienza. E se può essere la scienza stessa una scienza pericolosa, deviata - ad aver creato l'emergenza, è comunque sempre a essa che si chiede un antidoto, una risposta oggettiva, una soluzione alle ansie del mondo. Come nei film noir il copione prevede la comparsa in scena della femme fatale, nel cinema dell'emergenza si ha l'esigenza narrativa della figura dello scienziato. Concentrando l'attenzione su alcuni momenti fondamentali della storia del cinema - da "Metropolis" a "Il dottor Stranamore", da "Il dottor Jekyll" a "L'uomo invisibile" da "Alien" a "Indipendence Day" - l'autore mostra come il ruolo dello scienziato rimanga avvolto in una nebulosa di stereotipi che, nella loro semplicità e incongruenza, possono aiutarci a fare luce su come viene costruita e su come si evolve storicamente la percezione sociale del ruolo dello scienziato.
La democrazia al cinema. I dilemmi del costituzionalismo in cinque film
Giovanni Rizzoni
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 77
Gli antichi greci erano soliti affrontare questioni difficili come la violenza, la verità, i valori morali attraverso la tragedia. Oggi è il cinema a rispondere in gran parte al bisogno di rielaborare sul piano dell'immaginario collettivo le istanze fondamentali che stanno alla base della convivenza civile. Per questo il cinema non solo oggi è la più politica delle arti, ma anche quella che più si presta alla trattazione di temi costituzionali. È da questa prospettiva che il libro affronta alcuni classici, recenti e meno recenti, del cinema contemporaneo. Il percorso si articola in tre momenti, ciascuno incentrato su alcuni grandi temi del diritto costituzionale: nel primo si discutono le vicende della nascita dello Stato e della sovranità; nel secondo il problema etico e filosofico della verità; il terzo è infine dedicato alla questione dei difficili rapporti fra principio democratico e principio rappresentativo.
Scritture della catastrofe
Francesco Muzzioli
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 286
La letteratura fantastica ha un suo versante particolarmente cupo e crudele, quando immagina la possibilità di un mondo peggiore di quello reale, disegnando il quadro senza speranza di società dominate da regimi violentemente oppressivi e totalmente alienati, oppure toccando l'estremo limite di un'umanità ridotta a pochi superstiti, in fuga da spaventose catastrofi definitive. Queste genere, chiamato "distopia" in opposizione alle rosee prefigurazioni dell'utopia, è oggi molto frequentato: questo libro esplora in largo e in lungo il continente-distopia.
L'altra critica. La nuova critica della letteratura fra studi culturali, didattica e informatica
Raul Mordenti
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 215
La critica letteraria non è sempre esistita e non esisterà per sempre. In queste pagine l'autore ricostruisce le circostanze - culturali, epistemologiche, sociali - che consentirono l'instaurarsi della critica letteraria, e dello stesso concetto moderno di "letteratura'. In quella "fondazione" vivevano già i limiti invalicabili della ragione borghese e quelli della divisione del lavoro e dell'antropologia signorile che su di essa si fonda. Così la crisi attuale (o la fine) della critica deve essere messa in rapporto con una situazione culturale e sociale radicalmente nuova, caratterizzata dal trionfo della globalizzazione capitalistica e dalla nuova retorica dei mass media: un assetto che l'autore (sulla scorta di Steiner) definisce "la cultura del berlusconismo", intrinsecamente opposta al discorso critico. Questa stessa crisi, che comporta il rischio di una "perdita secca" di testualità e di senso, può essere tuttavia giocata anche come un fattore di rottura e di liberazione (grazie all'apporto dei Cultural Studies, qui riletti alla luce di Gramsci): è la proposta di un'"altra critica", non solo impegnata a ricostruire la benjaminiana "tradizione degli oppressi" (contro la storiografia "dei vincitori") ma anche rivolta all'alterità, che appare come il più produttivo dei fattori conoscitivi. Alterità sociale, etnica, culturale, ma anche alterità fra le generazioni, che fanno della scuola e dell'università il luogo cruciale dello scontro.
Antropologia del dolore
David Le Breton
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 238
Il dolore è un'esperienza forzata e violenta dei limiti della condizione umana. Paralizza l'attività del pensiero e l'esercizio della vita. Pesa sul gioco del desiderio, sul legame sociale. Altera il senso della durata e colonizza i fatti più importanti della giornata, trasformando la persona in uno spettatore che fa fatica a interessarsi all'essenziale. Il dolore isola, costringe l'individuo a una relazione privilegiata con la propria pena. È è una minaccia temibile per il senso d'identità: lacera la coscienza e schiaccia l'uomo su un senso dell'immediato privo di prospettiva, dandogli l'impressione che il suo corpo sia altro da sé. Ma il dolore può anche essere mezzo di espiazione o manifestazione di fede o strumento di affermazione identitaria o sociale. Ci sono poi usi del dolore che si alimentano della disparità delle forze tra gli individui: la punizione personale, la tortura, il supplizio. Il dolore inflitto è lo strumento privilegiato, archetipo stesso del potere sull'altro. Sebbene in queste pagine la pratica medica sia spesso chiamata in causa, lo sguardo dell'autore è diretto piuttosto sull'uomo sofferente. Il proposito di Le Breton è di approcciare il dolore su un piano antropologico, di chiedersi come influisca sulla condotta dell'uomo e sui suoi valori, sulla trama sociale e culturale in cui è immerso...
Le banlieues. Immigrazione e conflitti urbani in Europa
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 118
L'esplosione dei conflitti nelle banlieues di Parigi e di molte altre città della Francia nel novembre del 2005 ha portato alla luce, in modo eclatante, i nuovi conflitti urbani variamente connessi con l'immigrazione. Questi conflitti, di natura assai complessa (etnica, sociale, generazionale, culturale, religiosa), avevano già cominciato a manifestarsi sin dagli anni Cinquanta in tutti i paesi europei caratterizzati da una significativa immigrazione (Regno Unito, Francia, Germania) e ora si affacciano anche in Italia, ormai diventata il quarto paese d'immigrazione dell'Unione Europea. Il libro affronta la questione da varie angolature, grazie ai contributi di tre noti sociologi da tempo attenti ai problemi dell'immigrazione. Umberto Melotti ne analizza i rapporti con le politiche relative all'integrazione sociale degli immigrati, a loro volta correlate alle culture politiche prevalenti nei diversi paesi europei. Pio Marconi svolge un confronto con i movimenti sociali emersi negli Stati Uniti e in Argentina e ne sottolinea il rapporto con la crisi urbana e la crisi del welfare collegate con il processo di globalizzazione. Maurizio Ambrosini ne approfondisce la componente più propriamente generazionale, dovuta alla crescente presenza fra gli immigrati di giovani dalle aspettative spesso deluse o frustrate.
Forme digitali
Giulio Latini
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 167
Le nuove tecnologie prefigurano scenari complessi e sempre più intermediali: si pensi alla Sensecam, un piccolissimo dispositivo in grado di catturare un'impressionante quantità di immagini e suoni della vita quotidiana, ma anche ai mondi virtuali come Second Life o Home, o semplicemente alla sempre più marcata multifunzionalità dei telefoni cellulari. Anche nella dimensione artistica la pervasività del digitale produce nuovi linguaggi e nuovi modelli. Partendo dall'assunto che le tecnologie digitali hanno cambiato la percezione, l'esperienza e la memoria, questo volume intende tematizzare la rappresentazione del corpo sullo sfondo dei paradigmi mediali oggi vigenti, cercando di capire l'intensità e le modalità di tali trasformazioni sia da un punto di vista individuale che collettivo. Per dare conto dei mutamenti, l'autore analizza materiali eterogenei, che attraversano ambiti diversi, dalla fotografia alla televisione, al cinema, ai videogiochi
Imperi del capitale
Ellen Meiksins Wood
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 215
Nell'epoca della globalizzazione, da più parti si annuncia l'avvento di un nuovo imperialismo, incarnato dagli Stati Uniti e mai così concretamente reale come oggi, con le parole d'ordine della guerra infinita al terrorismo e della difesa preventiva. Al di là dei facili proclami, si sente il bisogno di capire più a fondo cosa significhi questo imperialismo, nato in assenza di una conquista coloniale, e dunque del controllo diretto dei tenitori di un "impero" senza più confini. In questo polemico e vivace saggio Ellen Meiksins Wood analizza le radici storiche del nuovo impero del capitale, scegliendo la via del confronto sistematico con forme imperiali più antiche e pre-capitaliste, come l'antica Roma, l'impero coloniale spagnolo e quello commerciale olandese. L'autrice ricostruisce le tormentate vicende dell'impero britannico in America e India, sino a mettere in luce la natura atipica di un impero - quello americano - in cui il potere politico è ormai totalmente assorbito da un'inedita forma di egemonia economica. L'economia globale, afferma, è amministrata in realtà da un sistema di molteplici entità statuali locali, tutte controllate dalla più grande potenza militare che il mondo abbia mai conosciuto, la quale ubbidisce ai dettami della guerra senza fine voluta e teorizzata da Bush. La "dottrina Bush" non è però una particolare forma di follia, ma ha radici molro profonde non solo nella storia recente degli USA ma anche nella logica sistemica dell'imperialismo.
La linea di polvere. I miei tropici tra mutamento e autorappresentazione
Massimo Canevacci
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 238
Una ricerca che ha condotto l'autore ad assistere a uno dei rituali funerari più complessi mai elaborati da una cultura umana. Il funerale Bororo popolazione indigena brasiliana concentrata nella regione del Mato Grosso - e reso famoso da Lévi-Strauss con i suoi "Tristi tropici", è qui centro del racconto e trama di un'appassionata etnografia in cui la vita e i sentimenti dell'antropologo sono una cosa sola con la ricerca sul campo. Ed è questo coinvolgimento totale che l'autore ci trasmette rendendoci partecipi dell'intensità di un rito che si consuma al ritmo incalzante delle maracas, tra i colori brillanti dei pariko di piume, i corpi spalmati con l'"urucum", le impressionanti scarificazioni dei partecipanti; ma anche raccontandoci di come Kleber e Paulinho documentano la propria cultura con la cinepresa in spalla, le bambine di Sangradouro si appassionano a Internet e Leonida Akirikurireudo gira il mondo per presentare le proprie opere d'arte. I tropici di Canevacci non sono tristi, ma sanguinanti e ironici, disperati e consapevoli. Lui la scelta di campo per la sua ricerca l'ha compiuta: insieme a quelle persone, al fianco di popolazioni che rivendicano la soggettività culturale e politica della propria liberazione.
Il mondo nel mirino
Rey Chow
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2007
pagine: 167
Martin Heidegger una volta scrisse che il mondo, nell'era della scienza, era diventato un'immagine del mondo. Nell'era delle bombe atomiche, il mondo, per Rey Chow, è diventato un bersaglio da colpire una volta che sia stato identificato, o almeno così sembra ripetutamente dire la geopolitica globale, dominata dagli Stati Uniti dalla fine della seconda guerra mondiale. Come è possibile articolare le problematiche della produzione di conoscenza con questa aggressiva concezione del mondo nel mirino? Chow prova a sondare il significato della vicinanza cronologica tra studi di area, teoria poststrutturalista e letteratura comparata. Centrale nella discussione dell'autrice è la critica della condizione di autoreferenzialità presente in differenti registri epistemici della contemporaneità.