Corsiero Editore: Strumenti umani
Estate a Montale
Barbara Annovi
Libro: Libro in brossura
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2025
pagine: 76
"Un mancato rispetto della storia della poesia tardo-novecentesca, niente Sereni, niente Giudici né tantomeno Zanzotto, poco (troppo poco) Montale, soprattutto quello satirico, da me prediletto. E poi una passione smodata per un paesaggio a sua volta uterino, nella circostanza quello che sta fra pianura e Appennino all’altezza di Montale Rangone (vale a dire il toponimo del titolo, altro che l’Eugenio Premio Nobel 1975): eppure, per me che pure amo molto quel paesaggio, come sono sembrati subito ancora più veri del vero gli odori e i colori delle terre cantate da Annovi e il taglio davvero inimitabile di quei tramonti fra primavera ed estate… E i suoni e gli odori e tutti gli altri strumenti umani, come hanno saputo d’emblée risuonare nei loro echi e riflessi di lontananza, assieme ai riflessi serotini delle «stoviglie color nostalgia» che il conterraneo Guccini riprende dal grande Gozzano… Proprio così, «come una città / ma di verde e vigne / di odori aspri e inaspettati,/ di moscerini negli occhi / e pozzanghere di cielo». Insomma, questo di Barbara Annovi è un libro d’esordio tutto da delibare, con calma e predisposizione a una percezione moltiplicata e a qualche necessario soprassalto del cuore: in armonia con gli effetti, cioè, che sa suscitare solo quella poesia vera in cui forse mia madre per prima ha consentito di entrare, a me ma anche a una delle sue più amate scolare, l’autrice solo in apparenza involontaria di questo libro" (dalla postfazione di Alberto Bertoni).
Amante
Cecilia Resio
Libro: Libro in brossura
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2024
pagine: 98
«L'autrice vorrebbe che l'amante che dà il titolo a questo libro fosse l'uomo che ama, non proprio compagno, né marito, non ufficializzato e quindi, non senza un tocco di romanticismo, amante. Però, nonostante la dedica e alcuni testi facciano senza dubbio riferimento a quest'uomo, il lettore ha tutto il diritto di ritenere che l'amante del titolo possa essere, invece, anche l'autrice, colei che ama. Un po' perché di questa storia d'amore ci è raccontato più il suo amare che il suo essere amata; un po' perché nelle pagine di questo libro ci sono molte altre declinazioni dell'amore, che l'autrice mette in campo, al di là dell'erotismo. […] Son pagine, queste, piene di idee e di oggetti, di persone e di sentimenti, di contraddizioni e di certezze, di fragilità e di spavalderia: hanno la varietà del passo con cui ci muoviamo nei luoghi del mondo e nelle stagioni della vita, giorno dopo giorno, confidando nell'incomprensibile e inestinguibile istinto d'innamorarci e nella ricerca delle parole per dire, impresa inesauribile, l'amore.» (Dalla postfazione di Andrea Casoli)
Il rosario di cartapesta
Silvia Sinibaldi
Libro: Libro in brossura
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2024
pagine: 86
«Ho ucciso il tu / senza raccogliere i cocci / squamata di silenzi / come carta vetrata / passata sul cuore / Ho ucciso il tu / ripulendo l’orizzonte / con un colpo di spugna.» Si conclude con questi versi lapidari, che non lasciano margini all’interpretazione, la silloge poetica di Silvia Sinibaldi. Sono parole amare, cariche di rimpianto ma prive di risentimento, a chiusura e suggello di quel cerchio immaginario che l’autrice aveva aperto nella prima pagina rivolgendosi anche in quel caso, e più volte andando avanti, a un ‘tu’ indefinito, astratto ma profondamente umano — o disumano, se si preferisce —, che lascia dietro di sé una scia di dolore e frustrazione. Con un gesto impetuoso e perentorio quel “tu” viene spazzato via, ed è salvifica questa volontà di liberarsi di ciò che fa male, voltare pagina e riappropriarsi di sé, come dimostrano gli ultimi tre versi, nei quali con un improvviso cambio di rotta il tono si alleggerisce, apre squarci d’azzurro, e quasi ci pare di respirare a pieni polmoni una boccata d’aria fresca portata dal mare: «Ma il mare è il mare / e nuotando mi assale / una grande fierezza». (Dalla postfazione di Guido Spaini)
Amante
Cecilia Resio
Libro: Libro in brossura
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2024
pagine: 102
"L’autrice vorrebbe che l’amante che dà il titolo a questo libro fosse l’uomo che ama, non proprio compagno, né marito, non ufficializzato e quindi, non senza un tocco di romanticismo, amante. Però, nonostante la dedica e alcuni testi facciano senza dubbio riferimento a quest’uomo, il lettore ha tutto il diritto di ritenere che l’amante del titolo possa essere, invece, anche l’autrice, colei che ama. Un po’ perché di questa storia d’amore ci è raccontato più il suo amare che il suo essere amata; un po’ perché nelle pagine di questo libro ci sono molte altre declinazioni dell’amore, che l’autrice mette in campo, al di là dell’erotismo. […] Son pagine, queste, piene di idee e di oggetti, di persone e di sentimenti, di contraddizioni e di certezze, di fragilità e di spavalderia: hanno la varietà del passo con cui ci muoviamo nei luoghi del mondo e nelle stagioni della vita, giorno dopo giorno, confidando nell’incomprensibile e inestinguibile istinto d’innamorarci e nella ricerca delle parole per dire, impresa inesauribile, l’amore."
Irlandesi
Alberto Bertoni
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2020
pagine: 98
«L'anima dell'Irlanda salta fuori con orgoglio da questa lettura che Bertoni ha saputo condurre modulando la voce su accenti di rabbia, solitudine, malinconia, baldoria, amore, felicità, disperazione e ironia. Perché l'Irlanda è un po' tutto questo messo insieme, e la sua poesia, che è conosciuta in più parti del mondo al pari della sua musica e del suo whiskey, fa l'effetto di una lunga cantata in cui le voci del passato continuano a vivere in quelle del presente e in cui anche il peso della storia, che aveva così ossessionato l'artista joyciano, non è più un incubo da cui fuggire ma il presupposto stesso della coscienza collettiva. Nell'ascoltare tutte queste voci che si susseguono, tutti questi toni che si alternano mescolandosi alla musica, tutte queste parole che stanno bene in bocca perché è lì che devono stare, si ha la sensazione che in esse non vi sia niente di artificioso, di fasullo o di pretenzioso, ma che tutto esca come un prodotto naturale della terra. Quella stessa terra che, per parafrasare Heaney, una volta veniva scavata con la vanga, e che ora viene scavata con la penna...» (Dall'Introduzione di Daniele Benati)
Cosa resta dei vetri
Elisa Nanini
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2020
pagine: 60
Finestre, riflessi, frammenti restituiti alla riva: queste e altre le forme dei vetri che incontrano il dolore, la paura e la speranza di fronte alla malattia inaspettata della madre. Nel libro l'esperienza personale si stringe e si allarga sulla fragilità umana e dei paesaggi, in una varietà cromatica e affettiva che, dal contesto urbano modenese e bolognese, spazia fino ai monti dell'Appennino Tosco-Emiliano e al mare Romagnolo. Col venir meno delle certezze, il timore della perdita diventa motore di ricordi, riapre ferite, ma innesca una sfida necessaria. Quando tutto viene messo in discussione qualcosa cambia e il dettaglio più piccolo si salva dall'indifferenza dell'occhio che scorre.
Endotatos
Eleonora Chiara Giusti
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2020
pagine: 60
La poesia di Eleonora Giusti, a dimostrazione che la scrittura lirica non è affatto di per sé astrattiva e meramente impressiva, si preannuncia del tutto estranea alla linea -oggi invero molto estesa - di un intimismo autobiografico, confessionale, sentimentale, a favore piuttosto di un quadro di rappresentazione profetico e figurale. A colpire, in primo luogo, sono la maturità e l'autocontrollo dei meccanismi prosodici, alle prese con un verso libero privo d'infin-gimenti e di falsi mimetismi dentro le pieghe della tradizione. [.. .] Eleonora Chiara Giusti sa intrecciare molto bene grammatica e scarto, lineare assertività e improvvisa, straniante, non di rado esclamativa apertura di campo immaginativo. A ciò si associa anche una capacità davvero inusitata di fusione (ma senza obbligo di choc, o meglio con effetto di choc a scoppio ritardato) tra oggettività del reale (e in particolare del mondo misterioso di Natura) e abissi dell'interiorità sensibile, fusione ottenuta spesso attraverso il ricorso a frasi nominali, prive di verbo e d'azione. Si pensi in questa chiave all'efficacissimo frammento di Sorriso: «Favilla!/ lavica/ sciamante gittata,/ la soleggiata latitudine benedetta/ del tuo respiro nel mio». (Dalla nota critica di Alberto Bertoni)
Racconta l'acqua di storie sommerse
Ildo Cigarini
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2019
pagine: 143
«Era almeno dal 1980 di quel capolavoro che è Le meraviglie dell'acqua di Maurizio Cucchi che un libro italiano di poesia non eleggeva a proprio paradigma tematico, in modo altrettanto forte e diffuso, il topos materno e battesimale, marino e potente dell'elemento acquatico, sospeso fra lo choc primigenio della nascita e il sentimento di morte (per quanto possa essere leopardianamente "dolce") indotto dall'esperienza del naufragio: [...] «l'acqua nella sua limpidezza è traditrice, inganna gli occhi, è magnetica e ti spinge a cercarla in quella profondità che pare vicina ma è solo della ninfa il richiamo e suo il bisogno di berti la vita». Qui, più di Omero, parla il Kafka di certi paragrafi sublimi dedicati al canto delle sirene, percepito e decrittato dalle sue orecchie aguzze di vero "Dio nascosto" della letteratura novecentesca. [...] Fatto raro: emerge un sentimento della Natura pulsante e necessario da questa vera e propria sfida all'acqua che Ildo Cigarini lancia nel suo libro, un sentimento tutto umano e mai corrivo all'autobiografismo: chi presta la voce all'impeto che sprigiona dai suoi versi non è un singolo soggetto "occidentale" ma un individuo che osa parlare a nome di tutto il genere umano, per conto della sua residua umanità: «l'onda ha in sé tutte le voci del mondo in una armonia senza fine». (Dalla nota critica di Alberto Bertoni)
Cavalli e poesia
Alberto Bertoni
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2018
pagine: 156
Poesia, calcio, corse ippiche, letteratura, Bologna, Parigi, Auschwitz, Israele ma soprattutto Modena, brevi note di diario e storie d'amore appena accennate e riprese dalla memoria nel loro risvolto finale; e poi incontri, frequentazioni e addii a personalità del mondo culturale che hanno segnato, indirizzato, guidato la vita di studente e in seguito quella di accademico e poeta di Alberto Bertoni. Come scrive Daniele Benati nella nota critica a questo prosimetro, «a colpire maggiormente nei vari capitoli del libro è il senso di umanità che prende corpo attraverso la voce narrante e che traspare dall'atteggiamento che l'autore tiene di fronte alle vicende ricordate, le quali sembrano incentrarsi ognuna su un evento o un'immagine destinati a incidersi per sempre nella memoria. Nell'alternanza di prosa e poesia, di parole e frasi in diaetto modenese e di traduzioni di poeti stranieri, la scommessa più forte resta quella della poesia, capace «di sfidare i due motori dell'umana natura non smontabili, non riparabili, non dominabili come fossero mostri da mille e più cavalli di potenza, ma soprattutto non riducibili a Senso: l'Amore e la Morte».
La felicità della miniera
Gino Belli
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2018
pagine: 95
"Coraggio ci vuole, a camminare tra la pula dei sogni, e nell'aia del tempo, tra pensieri dimenticati e diseredati amori. Poche stelle, e raramente, sono salite così in alto." Con una nota critica di Gianfranco Parmiggiani.
Folla delle vene
Paolo Fabrizio Iacuzzi
Libro: Copertina morbida
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2018
pagine: 80
Il viaggio di alcuni poeti da Marsiglia a Pistoia, per incontrarne altri e tradursi a vicenda. Il secondo viaggio dei poeti in Vaucluse fino al Mont Ventoux sulle orme di Francesco Petrarca e di Marco Pantani. La scalata di una sola civiltà, che nel rosa identifica il proprio fantasma femminile e non solo. La bicicletta, che si lambicca la mente per ricostruirlo e ridargli vita come Frankenstein. Il museo del coraggio e della paura, dove Laura è salva con il cognome del Marchese De Sade. La vita dell'Arte fuori da ogni Storia. L'arte che tenta di ricucire l'essenza della vita. L'omaggio a Mary Shelley, a duecento anni dal suo più celebre romanzo. Il pensiero ad Aby Warburg in manicomio, cent'anni dopo gli orrori del Novecento. Queste e altre sono le vene della poesia. Paolo Fabrizio Iacuzzi, dopo "Magnificat" (1996), "Jacquerie" (2000), "Patricidio" (2004) e "Rosso degli affetti" (2008) giunge alla quinta stazione della sua vita a quadri. Con un contributo di Pasquale Di Palmo.
Quarantadue limerick mediopadani
Umberto Di Raimo, Giuseppe Bronzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2016
pagine: 108
La stanza di cinque versi impregnata di toni umoristici, definita dal toponimo irlandese di limerick e resa popolare a metà dell'Ottocento inglese da Edward Lear, non gode al momento di particolare fortuna. Tra i pochi continuatori di questa tradizione laterale ma tutt'altro che minore c'è un gruppo di narratori mediopadani capeggiato da Celati e continuato per li rami da Cavazzoni, Benati, Cornia e dai Gianolio padre e figlio... L'originalità di Di Raimo (e di Bronzoni) nel collocarsi in un solco espressivo straniato e liberissimo, sarcastico e nonsensical (ma mai indecente, come vuole la regola inglese) consiste proprio nell'adottare in chiave contemporanea una modalità poetica tradizionale. Attraverso l'originalissimo trapianto dell'assurdo legato al quotidiano che Bronzoni e Di Raimo sono venuti compiendo dalle brughiere, dai meandri urbani o dai pascoli britannici nel cuore delle piaghe reggiane esce un'interessantissima, variegata, molto vitale galleria di autobiografie altrui. I Quarantadue limerick mediopadani da cui è composto il libro raccolgono infatti altrettante tipologie dell'umano, che affiancano al carattere il nome di un luogo e fanno delle psicopatologie raffigurate non tanto dei tic di singoli, riconoscibili individui; quanto piuttosto degli atteggiamenti collettivi, una sorta di struggente coralità della vecchiaia e della soglia di ciò che una società "postuma" come la nostra si sforza di tollerare ancora come "normale". Dalla nota critica di Alberto Bertoni.

