Edizioni del Poggio

Nell'instancabile opera di recupero dell'identità storica e dell'eredità culturale della sua Poggio Imperiale, Alfonso Chiaromonte ha finora analizzato e descritto minuziosamente tanti aspetti della vita che un tempo ne animava le case, la piazza e le strade... Il lavoro di ricerca di Chiaromonte ha recuperato un mondo perduto, un mondo che vive ormai solo nella memoria di pochi e, soprattutto, nelle carte degli archivi che solo la pazienza e la costanza dello studioso sono in grado di far parlare. Ecco allora che i documenti conservati negli archivi prendono voce e ci raccontano le storie dei luoghi ma anche le storie degli uomini e delle donne che lì hanno vissuto … Ho Sognato il Mio Paese, ultimo lavoro, solo in ordine di tempo ci auguriamo, di Alfonso Chiaromonte, però, è diverso dagli altri. Qui l'autore ha compiuto una certosina ricerca scientifica capace di restituirci una visione d'insieme di una Poggio Imperiale “sognata” non perché irreale, che anzi è realissima, ma perché ci appare come un sogno che ci riporta indietro nel tempo e che ricordiamo con gioia e stupore al risveglio. È un sogno, ma fatto con gli occhi ben aperti e attenti dello studioso.

Questo libro illustrato è scritto in modo estremamente semplice, adatto ai bimbi da zero a 7 anni, è breve, ed è volto alla spiegazione di cosa accade quando un essere vivente muore, ed anche a come comportarsi a riguardo oltre al voler lanciare un messaggio di speranza ed un invito alla preservazione della Terra e della pace su di essa, del bene etc... Non si menziona mai la parola “morte”, ma bensì si vuole avere un linguaggio più dolce per il rispetto delle giovani menti e per fare in modo che loro diano un senso più profondo a quello che fanno. Età di lettura: da 4 anni.

Questo testo non è un libro teologico, è un canto d’amore. La prima e duratura sensazione che si prova è che queste righe sgorghino da un cuore che ha fatto una profonda e personale, genuina e viva esperienza dell’amore di Dio. La fede, soprattutto quando è giovane, trae grande beneficio a leggere storie che parlano di una personale relazione con Dio: le vite sono, per dirla con Paolo, lettere viventi scritte con l’inchiostro dello Spirito del Dio vivente. Bene, questa esistenza, in cui il Signore ha scritto pagine vive e indelebili, si trasferisce, per quel che un libro può contenere, in queste pagine che ti porteranno acqua fresca e grande incoraggiamento. Un buon libro, che vale la pena di leggere.

Da questa raccolta, dal titolo: “Mare d’erbe variegate” di Rosalba di Pietro, si comprende ancora che il fondamento ispiratore della poesia della nostra poetessa è il mondo della natura nella molteplicità dei suoi aspetti, che inizialmente toccano i sensi della poetessa, per diventare poi, il suo rifugio dell’anima, l’espressione della sua visione esistenziale, il mezzo per definire il suo sentire, lo spunto per le sue memorie.

Le poesie di Giacomo Fina offrono una serie di immagini che sono sincere descrizioni di un mondo passato e di un presente incerto che dimostrano ancora una volta la volontà dell’autore di non arrendersi mai, neppure di fronte alle avversità della vita, che hanno toccato profondamente il suo cuore e ferita la sua anima.

In questa raccolta di poesie Giacomo Fina scardina il muro del tempo che inesorabilmente passa, ma il nostro poeta di questo non pare accorgersi, egli mette sullo stesso piano passato e presente e lascia intravedere sprazzi del futuro.

A tutti sarà, a un certo punto, accaduto di rovistare in vecchi cassetti e scaffali e riordinare carte, documenti, appunti, quaderni, foto. È accaduto anche a me ultimamente e con grande sorpresa mi son ritrovato fra le mani un vecchio quaderno della fine degli anni ’60 del secolo scorso. Io ero all’epoca poco più che ventenne. In prima pagina, a lettere cubitali e a matita, c’era scritto: Si è sempre sui monti, e più in basso: dramma politico in tre atti. Non potevo non rileggerlo e lo rilessi con grande nostalgia ed emozione. “Possibile?!?”, subito pensai, “Possibile che a distanza di tanti anni nulla è cambiato?” Il pensiero andò immediatamente all’Ucraina...

Il fenomeno della migrazione è vecchio come il mondo. L’esigenza di cercare nuovi lidi è sempre stata avvertita dall’umanità sia per nuove conoscenze che per sfuggire a guerre, a carestie, a cataclismi naturali e in alcuni casi alla schiavitù. Basta rileggere la storia dei nostri antenati per rendersi conto che anche la nostra Daunia ha subito, sin dalla sua origine, cambiamenti dovuti all’arrivo di nuove genti, nuove civiltà che, in molti casi, hanno dato impulso allo sviluppo sociale ed economico del territorio. Quest’ultimo lavoro di Alfonso Chiaromonte ci offre un quadro d’assieme degli eventi storici del XVIII secolo per poi condurci con la sua consueta abilità intellettuale nei meandri della nostra storia locale, sviluppando le proprie ricerche su un fenomeno che, con modalità diverse, è tutt’oggi presente.

Primo di quattro libri dedicati alla valenza allegorica di ogni stagione, come chiave di crescita collettiva e individuale, "Viaggio lungo un sogno" parte dall'Autunno, avanzando lungo un sentiero costellato da poesie e miti, festività e archetipi, piante e pietre, corpi celesti e colori. In un unico corpus simbolico che incede, mese dopo mese, calcando i passi dell'eterno, numinoso excursus dell'uomo.

Quanti uomini e donne conservano i propri sogni nel cassetto della speranza? Tanti, tantissimi. Di questo ci parla la scrittrice Mariagrazia Allegra in quello che definisce manuale sintetico e scorrevole, ma che evidenzierei come un libro da leggere con particolare attenzione anche perché supportato da un profondo contenuto filosofico. “Non puoi viaggiare su una strada senza essere tu stesso la strada”. È un pensiero di Buddha che Mariagrazia Allegra riporta in apertura del primo capitolo, un pensiero guida che caratterizza tutto il libro: trovare in se stessi il coraggio di osare, esorcizzare le paure, “credere, credere, credere” in se stessi. “L'uomo non può mai smettere di sognare. Il sogno è il nutrimento dell'anima, come il cibo è quello del corpo. Molte volte, nel corso dell'esistenza, vediamo che i nostri sogni svaniscono e che i nostri desideri vengono frustrati, tuttavia è necessario continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non può penetrarvi.” — Paulo Coelho da “Il Cammino di Santiago”.

Perché questo libro di ricette? Non solo per l'aspetto puramente materiale del cibo, ma, anche, per il recupero di una cultura, tra storia e tradizioni, che ha contribuito non poco al cammino della nostra civiltà. Maria Antonietta Pandiscia, giovane donna che è conscia del «valore che è insito nella scrittura», con questo suo lavoro ha voluto “immortalare” i propri ricordi dettati anche «dal profumo della semplicità dei cibi della terra», Che nostalgia la cucina delle nostre care nonne! Da bambini seguivamo curiosi e interessati il rito della preparazione del pasto, tra forni e fornelli dove nascevano deliziosi manicaretti, delizia per gli occhi e gradevoli all'olfatto. Versione ampliata grande formato.

L'Autore ha inteso dedicare un'approfondita indagine a una dinamica psicologica e relazionale importante, quale è l'invidia, con uno sguardo al soggetto che la mette in atto, a colui che la subisce, alla comunità che ne viene attraversata, e ai danni di non poco conto che essa produce. Che anche la comunità ecclesiale ne resti coinvolta non deve stupire, in quanto il cuore umano, di ogni uomo, a meno che non sia psicologicamente e spiritualmente protetto, è sempre esposto agli attacchi del male. Papa Francesco, in uno dei tanti interventi trattati, ha avuto modo di ribadire con estrema chiarezza che «l'invidia “uccide” e non tollera che l'altro abbia qualcosa che io non ho. E sempre soffre, perché il cuore dell'invidioso o del geloso soffre. È un cuore sofferente. È una sofferenza che desidera la morte degli altri»