Eurilink University Press
Unione europea. 60 anni e un bivio. Rapporto del gruppo dei 20
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 408
Sono passati sessant'anni da quando i Trattati Europei furono firmati a Roma. Il 25 marzo si celebra a Roma, in Campidoglio, la ricorrenza. L'atmosfera festosa che fino a qualche tempo fa si poteva immaginare per una data così importante è oggi inficiata dal diffuso euroscetticismo che circola in Europa. Anche in Italia, fino a ieri considerata il campione dell'europeismo, sta progressivamente crescendo il coro dei critici dell'Europa e dell'euro sia nella versione di chi vorrebbe una revisione dei Trattati sia in quella di chi ritiene necessaria un'uscita dall'euro o addirittura dalla UE. Siamo, dunque, a un bivio. Questo volume, che raccoglie i contributi di autorevoli studiosi aderenti al "Gruppo dei 20", intende riaffermare la validità della scelta europea e di quella dell'euro, sia pure asserendo la necessità della ripresa di un'iniziativa politica in grado di ristabilire più armonici rapporti tra cittadini e Istituzioni europee. Ciò è tanto più importante nel momento in cui la Brexit e i cambiamenti annunciati ed avviati dalla nuova Amministrazione USA sembrano dare forza alle idee degli euroscettici. Ci sono oggi, indubbiamente, una serie di circostanze che si trovano ad operare tutte insieme e rendono difficile il quadro europeo: la globalizzazione senza una governance adeguata, l'aumento delle ineguaglianze di reddito e benessere, l'impatto dei flussi migratori e di una insicurezza crescente, gli effetti della tecnologia sul futuro dell'occupazione, gli squilibri commerciali e finanziari internazionali. Il clima di incertezza e di ansietà per il futuro, diventato dominante presso famiglie ed imprese, ha portato a rappresentazioni in cui si contrappongono visioni "populiste" e non, piuttosto che soluzioni da adottare per affrontare i problemi dei ceti maggiormente toccati dalla crisi degli ultimi 10 anni.
Translation. A transdisciplinary journal. Volume Vol. 5
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 136
Riciclaggio e criminalità. Idra per gli Stati, Sisifo per la Società, Nesso per gli organismi sovranazionali
Piergiorgio Valente, Ivo Caraccioli, Giampiero Ianni, Michele Vidoni
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 650
Il volume "Riciclaggio e Criminalità. Idra per gli Stati, Sisifo per la Società, Nesso per gli organismi sovranazionali" si propone di illustrare, in modo completo e approfondito, gli sviluppi della disciplina in materia di riciclaggio, anti-riciclaggio e strumenti di prevenzione e contrasto a livello nazionale, comunitario e internazionale. La trattazione ha ad oggetto le misure adottate in ambito OCSE, delle Nazioni Unite e dagli organismi sovranazionali al fine di contrastare un fenomeno che rappresenta da sempre uno dei principali illeciti penali di rilevanza internazionale, per le innegabili connessioni con attività quali l'evasione fiscale e il finanziamento del terrorismo. Particolare attenzione viene rivolta alla normativa nazionale e internazionale convenzionale sul riciclaggio, ai sistemi di prevenzione adottati sul piano comunitario (IV Direttiva antiriciclaggio) e ai programmi di voluntary disclosure. Nel 2016 il caso c.d. Panama Papers ha portato alla luce le centinaia di migliaia di soggetti che hanno evaso imposte e riciclato denaro. Il consistente set di documenti rinvenuti ha dimostrato come, nonostante gli sforzi effettuati per garantire la trasparenza, riciclare denaro attraverso i paradisi fiscali sia operazione che ancora oggi risulta piuttosto agevole. Proprio i paradisi fiscali rappresentano la destinazione privilegiata di quanti operano nell'economia sommersa e nella criminalità economica, anche attraverso il segreto bancario.
Disinformazione e manipolazione delle percezioni. Una nuova minaccia al sistema-paese
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 154
Questo volume approfondisce il fenomeno della disinformazione come arma di lotta politica, militare e/o economica adoperata da Stati e attori nonstatuali, dedicando particolare attenzione all'uso delle nuove tecnologie informatiche e dei nuovi media nelle azioni disinformative. Nell'era del cyber-power, infatti, aumenta la vulnerabilità di governi, aziende, gruppi sociali e individui nei confronti della disinformazione: un'arma adoperata da Stati e attori non-statuali, spesso in maniera occulta, per raggiungere i propri scopi influenzando e sfruttando uno o più settori della società. La disinformazione mira a creare nel bersaglio una percezione falsa o distorta della realtà allo scopo di indurlo a prendere determinate decisioni che favoriscano gli interessi del "disinformatore". Essa può anche essere finalizzata a indebolire le capacità cognitive e decisionali del bersaglio diffondendo notizie che generano in esso confusione e incertezza. Oggi la disinformazione non è più un'arma in esclusiva dotazione degli Stati e dei loro servizi d'intelligence: essa è ormai uno strumento alla portata di attori non-statuali sia leciti (partiti politici, aziende e società finanziarie, gruppi di interesse, organizzazioni non-governative) che illeciti (gruppi terroristici ed eversivi, organizzazioni criminali, "poteri occulti", sette religiose estremiste). Questo è il primo libro pubblicato nel nostro Paese che analizza la disinformazione come minaccia alla sicurezza e alla competitività del sistema-Italia. Esso nasce dal convegno "Disinformazione e manipolazione delle percezioni: una nuova minaccia al sistema-Paese"', promosso nel 2015 dalla Link Campus University e dall'Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici. Il volume contiene, inoltre, un contributo del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio.
Lezioni di governance politica ed economica internazionale
Maurizio Melani
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 259
Giunto alla sua seconda edizione, il libro descrive con una visione integrata l'evoluzione degli equilibri politici, economici e di sicurezza globali e regionali, delle loro interrelazioni e degli strumenti formali e informali per il loro regolamento. Esso è quindi diretto a favorire, attraverso una analisi storica degli sviluppi intervenuti, la comprensione dei sistemi di gestione e dell'evoluzione dei rapporti internazionali. Nella sue pagine sono esaminati in modo agile e sintetico, dalla nascita degli stati moderni a oggi, i ruoli e le capacità dei diversi attori, dei sistemi di composizione degli interessi e di gestione dei conflitti e delle architetture di governance (equilibrio delle potenze, concerti e direttori, alleanze, organizzazioni universali e regionali, settoriali e funzionali, processi di integrazione e di condivisione della sovranità), con una delineazione dei possibili scenari futuri, anche in considerazione delle innovazioni nelle tecnologie, nelle comunicazioni, nei processi produttivi, nelle diverse forme di distribuzione internazionale del lavoro e delle loro implicazioni per la sicurezza globale e la sostenibilità ambientale. Descrive il dipanarsi degli eventi internazionali, delle loro cause e conseguenze, con un aggiornamento in questa seconda edizione sulle incertezze e sui fattori di crisi accentuatisi negli ultimi anni ma anche sulle possibili vie d'uscita. È destinato agli studenti di relazioni internazionali e a tutti coloro che sono interessati a questi temi.
La responsabilità degli enti da reato. Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 464
Il presente volume nasce con lo scopo di offrire una panoramica sempre attuale delle risposte che sia la giurisprudenza di legittimità che quella di merito forniscono alle problematiche che via via si presentano allo studioso della materia della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e degli enti, in considerazione del processo di stratificazione ed accumulazione successiva nel tempo degli interventi normativi sul punto, con esiti immediatamente ribaltati sul piano dell'applicazione concreta del tessuto normativo in riferimento, e quindi dei conseguenti risvolti giurisprudenziali. In questo senso l'opera si propone anche come utile ed immediato supporto per le esigenze degli operatori del settore coinvolti nei diversi ruoli rispetto alle tante peculiarità insite nella disciplina in esame, spesso interessate da interventi di repentino quanto sensibile riordino normativo: esponenti aziendali interessati, addetti alle diverse funzioni di vigilanza o controllo interne o esterne all'ente, responsabili anticorruzione e relativi referenti (per le società tenute anche all'osservanza di tale disciplina), componenti dell'Organismo di Vigilanza richiesto ai sensi dell'art. 6 d.lgs. n. 231/01, professionisti e consulenti chiamati a confrontarsi con le esigenze di una scrupolosa attuazione della nuova disciplina, nelle diverse e complementari posizioni, trovano, ora, un utile supporto attraverso la possibilità di riscontro sistematico della principale giurisprudenza in materia. Strutturalmente il lavoro presenta, in calce a ciascun articolo del testo normativo fondamentale di riferimento (decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231), annotazioni giurisprudenziali che, attraverso la schematizzazione affidata ad Indici tematici, facilitano l'approccio alle problematiche principali delle singole disposizioni, guidando il lettore verso una immediata comprensione di ciascuna disposizione alla luce dell'interpretazione giurisprudenziale. Nella seconda parte del volume, sono poi riportati i principali Codici di comportamento approvati, nonché una serie di documenti organici destinati a guidare gli operatori in sede applicativa (Linee guida applicative), in maniera da offrire concreti strumenti di supporto per le esigenze della prassi applicativa nei diversi settori interessati. Completa il volume una Bibliografia dei principali testi di dottrina afferenti l'organizzazione degli enti e le problematiche connesse in termini di responsabilità.
Cina e India: identità, Stato, territorio. Kashmir e Xinjiang, terre di confine sospese tra India, Cina, Pakistan e autodeterminazione
Vittorio Pagliaro
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 336
L'India è oggi un prototipo di Stato multiculturale, una sorta di "federalismo irregolare" capace di intercettare la diversità? La Cina è una struttura ibrida, tra partito unico e capitale, centralista ma portatrice, volente o nolente, di pluralismo "geneticamente asimmetrico"? Due "architetture istituzionali" destinate a influenzare i modelli occidentali? Partendo dalle tradizioni filosofiche di due grandi paesi, il libro prova a entrare nell'anima di due territori, il Kashmir dall'India amministrato e la Regione Autonoma dello Xinjiang (Turkestan orientale) cinese. Luoghi straordinariamente estremi per posizione strategica, bellezza naturale, sentimento violento e contraddittorio, identità fragile e frazionata. Lo Stato dello Jammu, Kashmir e Ladakh, parte dell'Unione indiana; l'Azadi Kashmir e il Gilgit-Baltistan amministrati dal Pakistan; l'Aksai Chin e la Valle Shaksgam controllati dalla Repubblica popolare cinese, sono aree complesse di straordinaria importanza geopolitica e geostrategica, disputate da superpotenze nucleari, ma anche luoghi meravigliosi e crocevia di molteplici civiltà, abitati da differenti gruppi etnici, portatori di tradizioni, culture, linguaggi e religioni. In particolare la Valle del Kashmir amministrata dall'India, a maggioranza musulmana, presenta due motivi di tensione. Il primo di natura egemonica in cui grandi potenze si fronteggiano armate, lungo confini mai reciprocamente accettati, per il controllo del "tetto del mondo". Il secondo motivo di contrasto è tra autorità centrali e popolazioni locali che rivendicano l'autodeterminazione. Il governo indiano, ha gradualmente militarizzato l'area, una vera e propria occupazione secondo la popolazione locale, per difendersi da una duplice minaccia: esterna, rappresentata da Pakistan e Cina; interna, costituita dal separatismo alimentato, secondo Delhi, dallo stesso Pakistan, coinvolto nella cosiddetta "guerra indiretta". La Regione Autonoma dello Xinjiang è abitata in maggioranza dall'etnia uigura, di fede musulmana. Cospicui flussi migratori di cinesi Han, favoriti da una costante politica di controllo e assimilazione attuata dalle autorità centrali, hanno determinato conflitti identitari a sfondo autonomista e separatista, moltiplicatisi in modo preoccupante dal 2009 ad oggi. Conflittualità che ha una duplice valenza. Interna, laddove reiterati atti di natura terroristica o proto-terroristica, potrebbero indebolire l'unità del paese e incrinare l'idea di forza del partito unico. Esterna, in quanto frange più oltranziste, indottrinate e addestrate in territori turbolenti e incontrollati, tra Pakistan e Afghanistan, potrebbero andare a ingrossare le fila degli "eserciti islamisti", di varia natura e provenienza.
La vanità della forza. Gli articoli su «La Rassegna» di Bari (1943-1945)
Aldo Moro
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 438
Torna, in una nuova veste, dopo quella anastatica e fuori commercio, voluta nel 1988 dall'Università di Bari, la raccolta degli articoli (46 in tutto) che Aldo Moro pubblicò su "La Rassegna", nell'arco del biennio 1943-1945. Ora l'intera collezione contempla una breve guida alla lettura per ogni singolo articolo, nonché la presenza diffusa di note esplicative. Forse un titolo aggressivo - del tipo "Quando Moro non era (ancora) democristiano" - avrebbe garantito all'insieme di questi contributi sparsi una maggiore efficacia evocativa. La loro lettura rivela il disagio o, più precisamente, l'insoddisfazione del giovane intellettuale cattolico per la fragilità della ripresa democratica, il vero cruccio per la crisi spirituale e politica del Paese, i segni di delusione per le incongruenze che sfibrano le scelte politiche del dopoguerra, anche ad opera delle nazioni vincitrici. Moro sorprende per lucidità di analisi e libertà di pensiero, come, ad esempio, agli inizi del 1945, quando risuona alto il suo "perché siamo all'opposizione". È severo nel giudicare uomini e fatti. Non tiene nascosta neppure la critica a un certo modo di essere dell'antifascismo: in lui prevale un'esigenza di purezza e verità, che trapassa nella speranza di veder edificata la nuova democrazia su principi di rigore morale e umanità. In questa produzione giornalistica, giocata a tutto campo e sull'onda di determinate emergenze, Moro riversa la sua preparazione giuridica - per la quale aveva già ottenuto la libera docenza presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Ateneo barese - e la sensibilità, religiosa e sociale, di una generazione cattolica, cresciuta all'ombra della Chiesa di due grandi Papi: Pio XI e, soprattutto, Pio XII. Il titolo scelto per questo volume riprende una testuale espressione di Moro: la "vanità della forza". Con essa si viene a identificare la tragica dialettica che avvolge la guerra, il cui sviluppo, affidato alla potenza delle armi e alla volontà di dominio sul mondo, non porta di solito a compimento le nobili premesse della giustizia e della libertà. È lecito, tuttavia, arguire come, sulla scorta di questo ragionamento, la vanità non si debba rintracciare nella sola dimensione straordinaria del conflitto armato, quanto piuttosto nella stessa normalità della vita politica. Ciò avviene, in conclusione, quando il bene comune e i valori della dignità umana perdono la loro centralità, sicché la lotta democratica declina fatalmente nella pretesa di misurare ogni cosa sulla base dei rapporti di forza, divenendo in assenza della giustizia un'espressione di "dura prepotenza".
Le sfide di Aung San Suu Kyi per la nuova Birmania
Cecilia Brighi
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 262
Il libro illustra il difficile processo di transizione verso la democrazia di un paese: la Birmania, che sta uscendo da 50 anni di violenta dittatura militare e di conflitti armati interni. Dalla recente storia, al ruolo della carismatica leader Aung San Suu Kyi, che ha indissolubilmente catalizzato il consenso dell'intero Paese nella travolgente vittoria elettorale dell'NLD del novembre 2015, il libro affronta i nodi che la Lady birmana e il suo governo devono affrontare: a partire dalla riforma della Costituzione dei militari, dagli interessi economici e geopolitici che ruotano intorno a questo paese, strategico per lo sviluppo delle grandi reti commerciali e di comunicazione asiatiche: la via della seta marittima e di terra. Un paese incastonato tra due giganti: Cina e India, oggi sostenuto dalle istituzioni internazionali, USA e Unione Europea, dal sindacato birmano, nella realizzazione dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani e di investimenti responsabili per il lavoro dignitoso. Riconciliazione e pacificazione del Paese, federalismo, sono le prime sfide che Suu Kyi ha affrontato nella "21 st Century Panglong Peace Conference". Ancora più scottante e di difficile soluzione, il problema della minoranza mussulmana Rohingya, vittima di deportazioni interne e degli attacchi alimentati dall'organizzazione nazionalista buddhista Ma Ba Tha. In gioco oggi c'è il futuro di un importante paese e la possibilità di evitare il ripetersi degli errori commessi da altri paesi in crescita, che impedendo uno sviluppo inclusivo e responsabile, hanno prodotto un aumento della povertà e della esclusione sociale.
Dei delitti e delle pene 2.0
Alessandro Meluzzi, M. Meluzzi
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 372
Cesare Beccaria pubblicava il suo libro più famoso nel lontano 1764. "Dei delitti e delle pene" è stato scritto oltre due secoli fa e alcune cose sono cambiate. Alcuni delitti sono rimasti gli stessi, altri sono mutati insieme alla società. Ecco perché vogliamo riproporre un saggio con lo stesso titolo con l'aggiunta di 2.0. Scrivendo il manuale, ci siamo resi conto però che l'eredità beccariana non è mutata nel tempo: "perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev'essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a' delitti, dettata dalle leggi". Dicevamo che alcuni delitti sono rimasti gli stessi, come la violenza contro le donne o l'abuso di minore, ma sono cambiati gli approcci giuridici nei loro confronti. Tuttavia, non si può pensare che il carcere sia l'unica istituzione che si occupa dei carnefici. Al di là della psichiatria e della psicopatologia forense, servono nuovi metodi per riabilitare i colpevoli, anche quelli che vengono considerati convenzionalmente esclusi da una possibile e funzionale riabilitazione, come i tossicodipendenti, i femminicidi e i pedofili. Insomma, "Dei delitti e delle pene 2.0" propone una disanima dei crimini attuali e avanza una proposta concreta per l'alternativa al carcere, che è oggi l'ultima istituzione totale.
Non fu un miracolo: l'Italia e il Meridionalismo negli anni di Giulio Pastore e Gabriele Pescatore. Testimonianze e riflessioni
Vincenzo Scotti, Sergio Zoppi
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2017
pagine: 214
Tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni settanta, quando in tutto il mondo spirava vento di cambiamento, anche l'Italia visse una stagione di grande crescita economica, di profonde trasformazioni sociali e dei costumi, di importanti fervori culturali, di incisivi fermenti religiosi. L'Italia stava entrando nella modernità, nella laicità, nel sogno italiano. Di questa crescita convulsa ma anche ricca di contraddizioni, dove convivevano millenarie tradizioni e antichi costumi accanto alle spinte verso la modernità, ebbe parte significativa il Mezzogiorno d'Italia che visse la sua stagione migliore dall'unità politica del Paese. l'Italia intera e il suo Mezzogiorno progredivano virtuosamente. Si parlò di "miracolo italiano". Ma fu veramente un miracolo? Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi - giovani ma fattivi testimoni di quegli anni, - in una serrata e appassionata conversazione - cercano di rispondere a questa domanda dando voce a due personalità dell'epoca: Giulio Pastore e Gabriele Pescatore, protagonisti di una stagione democratica partecipata, intensamente vissuta, decisamente innovativa, timonieri di avanzate politiche e azioni per il Mezzogiorno. Per la prima volta vengono rivelati fatti ed episodi di rilievo che illuminano il passato e riverberano la loro luce sui nostri giorni. Non solo un debito pagato dai due collaboratori di Pastore e di Pescatore: anche riflessioni e indicazioni da non trascurare per imprimere una svolta al presente. Perché quel miracolo, in realtà, fu il frutto di un grande lavoro progettuale di filosofi ed economisti - quasi tutti esponenti del nuovo meridionalismo - di valenti tecnici ed abili esperti, di politici appassionati che - tutti insieme - furono in grado di proporre agli italiani un sogno per cui valeva la pena spendersi. Un sogno che portò, l'Italia, a divenire la quinta potenza economica mondiale; i giovani, a sperimentare una società alle soglie della piena occupazione; il Mezzogiorno, a vivere una stagione che, finalmente, stava segnando una svolta nella sua crescita che, superando anche quella del Nord, contribuì allo sviluppo generale del Paese. Ma poi? Un imprevedibile smarrimento e un lento declino fino ai nostri giorni: la questione meridionale non era più al centro della agenda politica del Paese.
Crisi dell'eurozona: serve un ministro delle finanze?
Libro: Libro in brossura
editore: Eurilink University Press
anno edizione: 2016
pagine: 156
La Fondazione Economia "Tor Vergata", nell'ambito dell'attività del "Gruppo dei 20" e del Progetto "How to Revitalize Anaemic Europe" presenta, in questo volume, alcune proposte ed indicazioni dirette a contrastare la crisi dell'Eurozona. La crisi in atto ha molte ragioni, ma il fenomeno migratorio, l'aumento delle disuguaglianze, il ritardo della UE nell'adattarsi ai cambiamenti del quadro competitivo globale, si sono sovrapposti alla quasi stagnazione dell'economia e stanno creando spinte centrifughe e controversie tra i paesi europei, tanto consistenti da minacciare l'intera costruzione europea. La crescente alienazione di una parte importante della popolazione, in particolare del ceto medio, dalle Istituzioni politiche ed economiche europee ha dato luogo ad un malessere la cui manifestazione più importante ed esplicita è il risultato del referendum UK sulla Brexit. Non sappiamo ancora quale sarà l'assetto europeo che ne seguirà. Quel che è certo che siamo di fronte ad eventi che devono essere fronteggiati, se non vogliamo che si vanifichino gli sforzi fatti per tener assieme, almeno fino a ieri, i 28 paesi della UE. Non abbiamo ancora una risposta adeguata per l'insoddisfacente tasso di crescita dell'economia e per l'irrefrenabile fenomeno migratorio che, messi assieme, costituiscono una sfida difficile da affrontare. Sullo sfondo c'è la questione dello spazio fiscale comune e delle politiche macroeconomlche da adottare per fronteggiare la crisi. La recente proposta formulata dai Governatori delle Banche centrali di Francia e Germania, di un "Ministro europeo delle finanze", ha aperto un dibattito alimentato anche dal documento del MEF, "Una strategia europea condivisa per crescita, lavoro e stabilità". Questo volume, partendo da questi documenti, intende proporre una riflessione su quali siano le modalità economiche ed istituzionali attraverso le quali la EU potrà trovare una risposta ad una crisi che non è soltanto economica e sociale, ma è crisi degli stessi valori su cui essa è stata fondata.

