Giorgio Pozzi Editore
Bollettino dantesco. Per il settimo centenario
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2013
pagine: 142
Il "Bollettino dantesco. Per il settimo centenario", nato sotto l'egida del Comitato Ravennate della Società Dante Alighieri, si occupa di critica e di curiosità dantesche e si pubblica una volta l'anno (dal 2012 al 2021) in un volume di circa centosessanta pagine. Edito grazie all'illuminato patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, la rivista ricalca le orme de "Il VI centenario dantesco. Bollettino bimestrale illustrato", già diretto (dal 1914 al 1921) da mons. Giovanni Mesini, conosciuto come "il prete di Dante". Ogni volume si suddivide di norma in cinque sezioni, così destinate: la prima a Nuove letture dantesche; la seconda a Il "Bollettino" fra l'antico e il moderno, ossia alla discussione e al recupero di articoli particolarmente significativi dello storico "Bollettino"novecentesco sottoposti all'esame della moderna esegesi; la terza a Curiosità dantesche; la quarta a Rassegna bibliografica; la quinta a Notizie ravennati. Il "Bollettino dantesco" coinvolge studiosi e dantisti di fama internazionale, ed è diretto dai professori dell'Università di Bologna Alfredo Cottignoli ed Emilio Pasquini. Direttore responsabile della testata è il giornalista Franco Gàbici.
La parola sdillabbrata. Modulazioni su Horcynus Orca
Andrea Cedola
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2013
pagine: 173
Il romanzo come enigma. L'aveva tramato così, D'Arrigo. Gli enigmi della vicenda narrata, l'enigma del testo, della scrittura, per lui. Quesito di vita e di morte, "Horcynus Orca" è il racconto di un impossibile 'nostos'. A ogni passo il reduce 'Ndrja Cambrìa tesse e ritesse il suo viaggio, senza avvicinarsi mai a quel suo lido sempre lontano. Il ritorno, come le parole, è senza conclusione, acconchigliato nella morte; nella propria trama, o finzione. La struttura orcinusa, il suo sistema formale, si realizza attraverso successioni iterativo-ricorsive. La figurazione di mente è la forma, o condizione - il carattere di turbolenza proprio della voce-memoria che figura gli eventi -, in cui verrà pronunciata e 'oreocchiata' la parola barca; è la legge di sistema per cui infine il corpo fonico della parola si materializzerà in corpo fisico, che la morte stessa, come l'acqua con i corpi naufraghi nello scill'e cariddi, inciderà, scavandola, sbrancandola, sdillabbrandola, trasformandola in bara e poi in arca. Barca-bara-arca: le tre parolette formano, come per un'inversione paradossale del processo, il nucleo generativo del libro, il suo primario impianto linguistico-narrativo, sebbene sviluppato come un'escrescenza, o focolaio della metastasi testuale: come fosse l'organismo stesso del romanzo, animalone marino e mostruoso, a produrla in sé, quell'escrescenza, dalla sua piaga in cancrena.
La morale della forma. Etica letteraria nel primo Novecento
Antonello Perli
Libro
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2013
pagine: 180
Gli studi raccolti in questo volume mirano a indagare il rapporto fra etica e letteratura nel primo Novecento. Dai testi esaminati (di D'Annunzio, Croce, Pirandello, Papini e Prezzolini, Michelstaedter e Slataper, Sbarbaro e Campana, Saba) emergono infatti categorie riconducibili all'etica, come i concetti di sincerità o insincerità, onestà o disonestà, menzogna o verità. Compaiono inoltre i temi della purezza, della bontà, dell'innocenza, così come i giudizi di moralità o immoralità di un'opera, il dibattito su autonomia e eteronomia dell'arte, la distinzione tra 'poeta' e 'letterato'. L'indagine si svolge dunque al confine tra due campi - l'etica e la letteratura - che una lunga tradizione filosofica e critico-letteraria tiene rigorosamente separati. Il libro illustra invece la tesi dell'interdipendenza fra i due ambiti, legittimata dal fatto che in sede di valutazione dell'opera letteraria, "forma" e "morale" non sono astrattamente separabili, in quanto coesistono e interagiscono all'interno del testo. L'etica letteraria presenta così i criteri di un organico "giudizio di valore" della letteratura: una concezione della scrittura come atto di responsabilità, e della letteratura come modo di conoscenza e di condivisione di un'interpretazione del mondo e di un'esperienza del vivere.
Conflict and regional integration between Pakistan and India. An inquiry into the economic gains and the «peace dividend» from SAFTA
Eugenia Baroncelli
Libro
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2013
pagine: 112
Ottenuta l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1947, India e Pakistan sono divenuti stati sovrani, lungo una linea di partizione che ancora oggi è contraddistinta da una frattura militarizzata tra due sistemi opposti l'uno all'altro. Questo libro ripercorre l'evoluzione del rapporto tra violenza interstatale e scambio commerciale tra i due paesi, sulla scorta di un modello gravitazionale del commercio internazionale che stima l'influenza della guerra sul commercio bilaterale tra il 1948 ed il 2000. Lo scontro militarizzato ha depresso significativamente gli scambi economici tra i due vicini, riducendo i volumi potenzialmente commerciabili in misura superiore al 400%. La diplomazia commerciale, tramite la formazione di sistemi di preferenza regionale per la riduzione reciproca delle barriere tariffarie, potrebbe costituire un contraltare ottimista rispetto al futuro delle relazioni tra i due paesi, come indicano i guadagni stimati di India e Pakistan a seguito della implementazione dell'accordo Safta (South Asian Free Trade Area). Tuttavia, tanto la ridotta entità di tali benefici, quanto la loro natura, che è condizionata dalle tensioni nei rapporti di sicurezza, implicano sfide non indifferenti alla costruzione della pace attraverso il commercio per i due maggiori stati del sub-continente.
Anch'io per la tua bandiera. Il V battaglione Ascari in missione sul fronte libico (1912)
Massimo Zaccaria
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2013
pagine: 263
Un battaglione di ascari sul fronte libico e poi in visita premio in Italia nell'estate del 1912, accolto da una folla festante e da una curiosità morbosa. È questo il tema del lavoro che ripercorre i sei mesi di missione del V battaglione ascari, la prima unità eritrea ad aver combattuto sul fronte libico. Il V battaglione fu da subito celebrato dai mezzi d'informazione, e per una stagione breve ma intensa l'Italia sembrò vittima di una misteriosa ascarite acuta. Il re e la sua corte, nobili, generali e ministri, si contesero il V battaglione. La gente comune scese nelle strade e nelle piazze per salutare gli ascari eritrei. Una presenza volutamente rimarcata e celebrata attraverso una politica di deliberata esposizione del battaglione allo sguardo incuriosito della popolazione libica, italiana ed eritrea. Ben lontana dall'essere puramente militare, la missione del V battaglione offre spunti per una più generale riflessione sul modo in cui l'Italia cercò di interpretare il suo ruolo coloniale e sul peso dell'oltremare nell'identità del paese. Ma la vicenda del V battaglione offre anche la possibilità di comprendere fino a che punto l'esperienza di guerra incise profondamente sull'Eritrea e sugli eritrei, e propone una griglia di lettura in cui il colonialismo è una storia con due protagonisti.
Un poeta è sempre in esilio. Studi su Bassani
Piero Pieri
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2012
pagine: 100
Nel 1940 Giorgio Bassani pubblicò il suo primo libro di racconti, "Una città di pianura", una raccolta che per via delle leggi razziali uscì con lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Con questi saggi dedicati al giovane Bassani, Piero Pieri individua la presenza dell'autore (allora attivista clandestino del Partito d'Azione) in abile e aperta polemica col regime fascista. Analizzando lo spazio storico che avvolge alcuni racconti, lo studioso fissa i confini di un'operazione che non vuole essere solo filologica e critica, ma anche ideologica e politica. Il suo - e qui sta la novità dell'interpretazione - è un Bassani che quando pubblica sotto falso nome sfida il fascismo con allusioni politiche e annotazioni storiche che rivelano in modo acuto e dirompente i furori dello scrittore. Mentre Bassani politico milita in clandestinità contro il fascismo, il letterato propone la stessa sfida con un libro altrettanto critico nei confronti della dittatura e delle sue leggi razziali. Al punto che, all'interno di questa sua interpretazione, Pieri individua nella poetica di Bassani un'idea di letterato che si collega alla tradizione italiana del poeta civile e rivoluzionario, quali furono Dante e Foscolo.
La musa nascosta. Cesare Pavese e il personaggio di Leucò
M. Cristina Di Cioccio
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2012
pagine: 124
L'opera ricostruisce l'iter che porta Cesare Pavese alla nascita del personaggio di Leucò, che è la musa ispiratrice non solo dei "Dialoghi" a lei intitolati, ma anche di una filosofia di vita, orientata a rielaborare culturalmente le esperienze più dolorose. Esperienze che prima si legano al rapporto con la donna, e poi si estendono alla vita in generale, e da cui scaturiscono riflessioni sulla necessità di prendere le distanze dal destino attraverso l'ironia tragica. Le prime intuizioni relative al personaggio di Leucò compaiono nella vita di Pavese grazie al suo amore per lo studio della letteratura antica. Leggendo l'"Odissea" conosce Leucò, quale ninfa marina soccorritrice di naufraghi, mentre i "Dialoghi marini" di Luciano di Samosata ne rivelano il passato di donna mortale, crudele con i figli di primo letto del marito e costretta al suicidio dalla follia omicida di quest'ultimo. Proprio la controversa e sofferta vita di Leucotea spinge Pavese prima ad associare la crudeltà della donna a quella delle donne da lui conosciute, fino a renderla simbolo di una sorte ineludibile.
Bollettino dantesco. Per il settimo centenario
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2012
pagine: 160
Fra il 1914 e il 1921 un gruppo di studiosi coordinati da Giovanni Mesini pubblicò un Bollettino bimestrale che aveva lo scopo di celebrare nel migliore dei modi il sesto centenario della morte di Dante Alighieri. A distanza di un secolo quel Bollettino rivive, con cadenza annuale e con l'obiettivo di terminare le sue pubblicazioni nel 2021, in coincidenza con le celebrazioni (locali, nazionali, e internazionali) del settimo centenario dantesco. A somiglianza di quello del secolo scorso, il Bollettino dantesco si propone di esaminare l'opera di Dante alla luce del suo e del nostro tempo, e di riprendere l'intera gamma dei temi danteschi, in particolare sotto il profilo filologico-testuale, artistico, filosofico e storico. Il comitato degli studiosi è presieduto dai professori Alfredo Cottignoli e Emilio Pasquini dell'Università di Bologna. Direttore responsabile del periodico e collaboratore fisso è Franco Gàbici, presidente del Comitato Dante Alighieri. Partecipano a questo primo numero: Alfredo Cottignoli, Franco Gàbici, Giorgio Gruppioni, Robert Hollander, Giuseppe Ledda, Nicolò Maldina, Pantaleo Palmieri, Emilio Pasquini.
La tinta uniforme del romanzo. Il ciclo verghiano dell'eros
Andrea Cedola
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2012
pagine: 175
Una peccatrice, Storia di una capinera, Eva, Tigre reale, Eros. La morte, in questi romanzi di passione, è il motore nascosto del racconto; è un abisso che attrae e indirizza le azioni dei personaggi, che ne fissa il carattere e i destini. È il principio ordinatore, ed è altresì la soglia da varcare per accedere alla metamorfosi, dall'innocenza alla verità della vita: le verità negate delle donne protagoniste, il cui linguaggio, e le movenze e i toni avvertiamo estranei e distanti dallo stile dello scrittore verista. Eppure, già qui, sotto la "tinta uniforme", fra le screpolature della "vernice" romanzesca, s'intravede una tessitura diversa, d'altra compattezza, d'altra luce, sottile, nera, infera, il cui filo segreto formerà la trama della voce più nitida e piena del Verga maggiore.
«Di là dal fiume e tra gli alberi». Il paesaggio del Rinascimento a Venezia. Nascita e fortuna di un genere artistico (secoli XV-XVII)
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2012
pagine: 174
Il volume affronta il tema della nascita e dell'affermazione del paesaggio nell'arte a Venezia e nel Veneto tra il XV e il XVII secolo. A questo argomento è stato dedicato un convegno tenutosi nel quadro delle annuali giornate di studio della Renaissance Society of America. Gli atti che ne risultano raggruppano otto saggi, frutto di nuove ricerche che ruotano intorno alla fortuna del genere paesaggistico nel Rinascimento e alla sua accoglienza artistica e critica anche al di là dei territori della Serenissima. Tra le opere analizzate ci sono quelle di Giovanni Bellini, Giorgione e Tiziano. Natura e ideale sono le componenti essenziali di un vasto panorama di dipinti, disegni e incisioni in cui le evocazioni arcadiche a volte si associano a quelle del sonno e dei sogni. I motivi iconografici ispirati alla natura sono analizzati per le loro implicazioni simboliche, le suggestioni letterarie o alla luce del contesto sociale e intellettuale. Un'attenzione particolare è data inoltre al Concerto campestre di Tiziano, opera emblematica del genere, alle interazioni tra la produzione lagunare e fiamminga del Cinquecento e al fascino straordinario che la poesia del paesaggio veneto ha esercitato nei secoli successivi.
Giorgio Bassani: la poesia del romanzo, il romanzo del poeta
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2011
pagine: 283
Il volume raccoglie le relazioni del convegno internazionale su Giorgio Bassani organizzato dall'Università di Nizza nel novembre 2010, e costituisce la suggestiva testimonianza di un rinnovato fervore nel campo degli studi dedicati a uno dei massimi scrittori e intellettuali italiani del Novecento. I contributi confluiti in questo libro, da un lato illustrano la poliedricità della più recente saggistica dedicata allo scrittore, mettendo in luce le nuove prospettive di analisi sollecitate dalla configurazione testuale e strutturale definitiva del Romanzo di Ferrara, e dall'altro consentono di rapportare il perdurante interesse degli studiosi e dei lettori al valore letterario e al profondo significato spirituale e umano dell'opera di Bassani. Imperniato sullo studio della poetica dello scrittore nei suoi aspetti formali e tematici, storico-culturali ed etici, il volume estende il campo della ricerca a interventi sulle operazioni culturali svolte dallo stesso Bassani in ambito editoriale e critico. Secondo Roberto Cotroneo, "Bassani ha fatto della sua opera, soprattutto di quella narrativa, un capolavoro di maestria, di intuizione, di ambiguità, lasciando ai suoi lettori più accorti una vertigine interpretativa che nessuna ermeneutica futura potrà chiarire fino in fondo". Con questo volume si intende raccogliere la sfida che l'opera di Bassani continua a lanciare alla critica d'oggi.
Scrittura come libertà, scrittura come testimonianza. Quattro scrittori italiani e l'ebraismo
Sergio Parussa
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2010
pagine: 218
Una riflessione sul rapporto tra ebraismo e scrittura nelle opere di quattro autori italiani del Novecento: Umberto Saba, Natalia Ginzburg, Giorgio Bassani e Primo Levi. Prendendo spunto dalle osservazioni sull'identità ebraica di Stefano Levi Della Torre e Giorgio Agamben, l'autore si domanda se sia possibile ritrovare, nella letteratura italiana del Novecento, le tracce di un'idea di storia come memoria, di un modo di raccontare in cui il recupero del passato non sia una mera ricostruzione cronologica di eventi legati da rapporti di causa e effetto, né un esercizio nostalgico di recupero del passato, ma una forza dinamica in grado di affrontare e correggere le ingiustizie del passato e di ispirare speranza nel futuro. In questa prospettiva, per i quattro autori discussi nel saggio, il recupero della cultura ebraica non consisterebbe solo nel raccontare storie di argomento ebraico, ma in un modo di guardare al passato, in un modo di ricordare in cui il passato viene salvato dall'oblio per mezzo della sua ritualizzazione nel presente. Grazie a questo sguardo la memoria, e con essa la scrittura che ne è il veicolo, diventa fonte di libertà e responsabilità: libertà di affermare la differenza, e di fare delle tradizioni ebraiche una parte integrante della cultura italiana, e responsabilità di testimoniare il passato, ogni passato, e di renderlo vivo nel presente.