Graphe.it
Aureliano. Riunificatore dell'Impero
Alberto Magnani
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 104
Lucio Domizio Aureliano (Sirmio, 9 settembre 214 /215 – vicino Bisanzio, 25 settembre 275) apparteneva a una famiglia di agricoltori. La sua carriera militare venne favorita dall'imperatore Valeriano e si affermò durante l'impero di Gallieno. Era di spirito pronto, d'indole impetuosa e inesorabile, tanto che i compagni d'arme gli rifilarono il nomignolo di "mano al ferro [spada]". Nel 270 le truppe lo acclamarono Imperatore. L'Impero pareva prossimo allo sfacelo: regnavano disordine, miseria ed epidemie; lo stato era finanziariamente fallito; l'esercito in continua rivolta; i confini, per tutta la distesa dal Reno al Danubio, in preda a Iutungi, Alamanni, Vandali e Goti; la Gallia e la Britannia ormai s'erano costituite in uno stato, romano di forma, ma autonomo; i territori d'Asia soggetti ai sovrani di Palmira, in particolare a Zenobia, erano legati a Roma in apparenza. Aureliano riuscì nei primi tre anni a rinsaldare la compagine dello stato romano e a salvarlo e poté celebrare un trionfo (274 d. C.) dei più fastosi che Roma abbia veduto e uno dei più meritati, ricevendo il titolo di restitutor orbis (riunificatore dell'Impero). L'opera restauratrice di Aureliano ebbe largo campo anche nella pubblica amministrazione e in particolare nella parte finanziaria. La sicurezza e gli abbellimenti di Roma, il mantenimento e l'igiene della popolazione occuparono molta parte dell'attività di questo imperatore che, inoltre, diede inizio alla costruzione di quelle mura attorno a Roma che portano ancora il suo nome. La sua opera militare e politica fu compiuta con coscienza romana, volta a rafforzare il potere centrale. I trionfi militari gli conferirono l'autorità necessaria a intraprendere l'opera di restaurazione della disciplina dell'esercito che portò avanti col solito rigore inflessibile, cosa che finì con alienargli il sostegno di alcuni ufficiali che ne decretarono la morte.
Breve storia del segno della croce
Gaetano Passarelli
Libro: Copertina morbida
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 44
Il simbolo della cristianità, il primo gesto che i fedeli apprendono da bambini; un segno dirompente che ricongiunge il divino e l'umano nel ricordo di una sofferenza che è al tempo stesso liberazione dal dolore terreno: l'atto di segnarsi nel momento del rito appare oggi un'abitudine acquisita sulla quale non ci si pongono domande. Come svela questo saggio, tuttavia, la croce si è fatta portatrice nei secoli di significati complessi, che vale la pena osservare in una prospettiva diacronica, storica e filosofica. A partire dalla discussione - agli albori del Cristianesimo stesso - fra l'opportunità di rappresentare il Figlio di Dio e l'oggetto che lo condusse a morte, il fervore spirituale e la religiosità popolare hanno costruito un intreccio ben più articolato e controverso di quanto si immaginerebbe, per condurre progressivamente al valore unificante del segno della croce come testimonianza di appartenenza a un credo che, al suo centro, non deve dimenticare di avere proprio Colui che su quella croce fu appeso. Arricchito dalla prefazione di mons. Giorgio Demetrio Gallaro, il testo interesserà tanto i credenti quanto chiunque sia desideroso di approfondire l'argomento in ottica laica.
Piccole cose
Piergiovanni Bernardon
Libro: Copertina morbida
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 50
La forma poetica giapponese dell'haiku è ormai nota anche ai lettori italiani e talvolta, come in questo caso, felicemente praticata: adattata alla lingua e alla cultura occidentale, genera frutti ibridi dal gusto sempre nuovo. Il suo schema metrico preciso non costituisce una gabbia ma, come ogni struttura compositiva nell'arte o nella musica, diventa una cornice sottile all'interno della quale liberare un personale esercizio di creatività e pazienza. Nell'interpretazione che ne dà l'autore, il metodo dell'haiku conserva il carattere contemplativo delle sue origini. I brevi componimenti raccolti in questo libro restituiscono un'attitudine millenaria, eppure certo non obsoleta, verso l'osservare e registrare le Piccole cose: quasi un'espressività inversa, una direzione passiva, nella quale è l'animo del poeta a rimanere immobile e ricevere il mondo che intorno si muove.
Breve storia del pesce d'Aprile
Giuseppe Pitrè
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 96
Perché si fanno i pesci d’aprile? L’autore di questo volumetto decide di andare al fondo della questione, ricostruendo con cura fonti scritte, filastrocche dialettali e testimonianze storico-mitologiche non soltanto italiane, bensì internazionali: sembra proprio che l’origine dello scherzo si perda nella notte dei tempi, benché i suoi effetti siano trasversali (almeno in Europa) negli ultimi due o tre secoli. A corredare il godibile trattato di Giuseppe Pitrè (pioniere dell'etnologia nazionale, 1841-1916) ci sono due altrettanto autorevoli contributi. L’ampia introduzione di Carlo Lapucci contestualizza l’argomento, con leggerezza, sul piano antropologico. Questa consuetudine del pesce d’aprile sembra andare a braccetto con la mutevolezza della stagione, il cambio d’abito e di generazione: quella nuova, nella tradizione popolare, vien messa alla prova nella speranza che diventi presto abbastanza furba da cavarsela nella vita (come fa l’artigiano che per scegliere il nuovo apprendista affida ai ragazzi un compito palesemente sciocco, stando a vedere chi se ne accorgerà per primo). A chiudere il libro una spassosa appendice di Roberta Barbi, che ha raccolto le burle più famose e riuscite di cui si abbia memoria, dal XIII secolo a oggi. Ciò che il lettore ricava di certo è quale sia la più comune sostanza di questo scherzo: mandar qualcuno a cercare qualcosa che non c’è, o che è troppo assurdo per essere davvero trovato. Così è forse indagare il senso di un costume nato proprio per canzonare: eppure, forse sarà la volta buona! Il testo è arricchito da illustrazioni a colori di Antonio Rubino, Dino Aloi, Gianni Audisio, Lido Contemori, Gianni Chiostri, Milko Dalla Battista e Carlo Squillante.
Sonetti d'amore per King-Kong
Gino Scartaghiande
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2023
pagine: 112
Il corpo a corpo della parola per restituire alla parola la sua carne e il suo istante estremo, per far sì che quel magma esiziale sia anche il magma celeste della natura umana. Nel 1977 l’uscita di questo libro rappresentò un punto di rottura nella poesia italiana, data l’audacia espressiva di un poema multiforme che fu subito salutato da molti come un vero e proprio evento. A distanza di ben oltre quarant’anni viene ora riproposta al pubblico l’opera forse dagli esiti più importanti di Gino Scartaghiande. E non si tratta, per l’appunto, di una semplice operazione nostalgica o di un consolatorio omaggio tout court, ma di un vero e proprio riconoscere a questo lavoro una quanto mai attuale vitalità. Difatti, nei Sonetti d’amore per King-Kong, il lettore potrà incontrare una voce dal canto limpido che, seppur poggiando i suoi stilemi sulla lezione dei classici, diventa ancor più ultra contemporanea grazie alle suggestioni del particolare dettato poetico; così come altre volte un incedere più duro e slegato si vedrà aprire ai temi forti della raccolta con suggestioni sempre più imprevedibili. Ed è allora un poema d’amore e di morte, di distacco e di riavvicinamento, dove la grazia e l’abbandono si plasmano vicendevolmente, così come la frammentazione dell’io e del presente sempre in atto avverano il sogno di una lingua, qui così vera e al tempo stesso evanescente.
Natale nel Nuovo Mondo
Harriet Beecher Stowe
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 80
La penna cui dobbiamo "La capanna dello zio Tom" era impugnata da una donna fortemente votata alle cause sociali: prima di tutto quella antischiavista, per la quale Harriet Beecher Stowe è appunto nota, ma anche quella animalista e, non ultima, quella femminista. I suoi scritti minori valgono l’attenzione del lettore moderno: non solo rivelano una qualità letteraria fuori dal comune, ma consentono di intravedere l’esperienza autobiografica della scrittrice, cui si intrecciano il sentimento religioso che ne caratterizza il pensiero e l’ancora più intenso senso di comunità. Questo volume raccoglie tre racconti, tutti a tema natalizio. Il primo Natale nel New England è dedicato all’arrivo della Mayflower, la nave sulla quale nel 1620 i Padri Pellegrini raggiunsero la costa atlantica americana: quell’anno non si seppe dove mettere gli addobbi festosi, poiché le case e le chiese dovevano essere ancora costruite. Grazie a una scrittura icastica riusciamo a vedere il Nuovo Mondo così come doveva presentarsi ai Padri Pellegrini e a percepire tutta la novità che quel viaggio portava con sé. Collocati in un tempo idealmente più recente, ma in fondo sospeso fuori dalla Storia, Natale a Poganuc e La fatina buona fanno parlare vicende umane minute, piene di dolcezza, e incoraggiano a trovare nel proprio quotidiano i «doni giusti», quelli da riservare con amore a chi è in difficoltà.
Incontri di Natale
Alessandro Petruccelli, Anna Maria Zuccari, Assunta Pieralli
Libro: Copertina morbida
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 54
A Natale, la Terra sembra un grande presepe illuminato e tale atmosfera avvolge le due voci di questo librino. La prima è di Neera: ci narra di Pietro che, con la sua sposa dai modi raffinati, fatica a incontrare l'anziana nonna nel paese d'origine, tra povertà dignitosa e teneri ricordi con cui il nipote non trova un vero legame. A contraltare il delicato racconto di Alessandro Petruccelli, anch'esso abitato da gente di paese e da una religiosità d'antan che forse non fa il miracolo, ma tocca il cuore e rende possibile ciò di cui abbiamo bisogno: amore e serenità. E magari anche un bel vestito per la festa.
Un uomo pieno di morte
Giorgio Manganelli
Libro: Copertina morbida
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 64
Nel panorama letterario del Novecento, Giorgio Manganelli si è fin da subito imposto come figura autonoma e imprescindibile della narrativa italiana. La sua lingua, così caustica, irriverente, piena di inventiva ed eversione, ha eretto quest'autore a modello per tante generazioni a venire, specie quelle di certa neoavanguardia. Tuttavia, la sua produzione poetica, senza dubbio marginale ma non per questo meno rilevante rispetto alla più vasta attività narrativa, è a oggi ancora poco conosciuta, finanche da quei lettori più devoti al geniale scrittore. E se nella narrativa Manganelli apriva spesso un varco introspettivo e tridimensionale sulla realtà e sull'esperienza umana, la sua poesia è invece pervasa da un tono elegiaco, specie nelle primissime prove, che si bilancia però a un nichilismo di fondo che invece è perno fondante di tutta la storia letteraria manganelliana. A cent'anni dalla nascita, viene qui proposta una selezione delle migliori poesie scritte da Manganelli in tutto l'arco della sua vita. Il lettore potrà dunque trovare una voce "inedita", un Manganelli dai toni più sublimanti e contenuti, sospeso sempre tra la certezza di una fine terrena e l'incertezza del vivere comune di tutti i giorni. Una sorta di compendio poetico sull'esistenza e sulla sua aberrazione, che fin dal titolo (Un uomo pieno di morte) fa intendere quanto la poesia per Manganelli sia stata non solo la musa iniziatica di tutta una folgorante esperienza artistica, ma anche il rifugio stesso dalla morte e dalla sua continua compulsione alla fine.
Costantino. Il fondatore
Maria Carolina Campone
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 196
La figura di Costantino e la «questione costantiniana» sono da secoli al centro di un ampio dibattito. Nonostante la presenza di documenti e fonti primarie in merito al cosiddetto «primo imperatore cristiano», la loro interpretazione da parte degli storici moderni è spesso difforme e contrastante e la discussione sull’attività e le caratteristiche del figlio di Costanzo Cloro è sempre accesa. Il saggio della professoressa Maria Carolina Campone affronta alcuni nodi significativi a partire da un’analisi testuale e filologica delle testimonianze storiche in nostro possesso, facendo chiarezza, attraverso un ricorso puntuale alle fonti in lingua greca e in lingua latina, su taluni punti troppo spesso unanimemente sottoscritti da parte della critica, superando vulgate acriticamente accettate e aggiungendo un ulteriore tassello alla comprensione di una figura fondamentale nel vasto processo di sincretismo che segnò il passaggio dal mondo greco-ellenistico e romano a quello cristiano.
Parabola sub
Luciana Frezza
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 72
Luciana Frezza è stata una poetessa che ha lasciato nel nostro Novecento il suo segno profondo, solcato con lieve ironia. È stata anche fine traduttrice per i maggiori editori italiani dei poeti simbolisti francesi: Laforgue, Mallarmé, Verlaine, Baudelaire, Apollinaire, Proust e altri. A distanza di trent’anni dalla morte, viene qui proposta l’ultima opera pubblicata in vita dall’autrice, Parabola sub, dove si addensa tutta la maturità espressiva di una penna tanto elegante quanto complessa. La poesia di Luciana Frezza si contorna di un leitmotiv pop misto a un barocco funambolico, che spesso ha carattere eversivo e sembra conversare con i poeti “maledetti” che traduceva. Ma è proprio per il suo rigore ritmico che la poesia dell’autrice di origini siciliane si equipaggia di un bagaglio emotivo non semplicistico, anzi, piuttosto cogitante delle volte, mentre in altre pare tendere a un carattere semi-mistico, per la sua peculiarità deflagrante che aspira alla profondità pur rimanendo sulla superficie piana del mondo. Per dirlo con le parole della stessa Frezza, questa è un’opera che cerca tanto il fondo quanto una resurrezione: «Il libro è un tuffo. Parabola sub significa andare a picco perché è andata male, ma nello stesso tempo si approfitta di questo andare a picco per saperne di più. Non c’è un’idea del capovolgimento del mondo, ma di un capovolgimento della visione, come quando si guarda sott’acqua. Scendendo giù si può vedere se stessi come chi ha pensato e sognato tutto. L’intenzione è quella di esplorare in profondità, di battersi. Un venirne poi fuori terapeutico. Di toccare livelli inesplorati. Nel tuffo, dove c’è sicuramente la volontà di risalire».
Diabolik dietro la maschera. Indagine sul Re del Terrore
Aldo Dalla Vecchia
Libro: Copertina morbida
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 88
Ha un fisico perfetto, un volto che non si dimentica, due occhi diabolici... È il criminale più famoso, imitato, copiato della storia del fumetto italiano, e nel 2022 festeggia felicemente i sessant'anni di un successo che non solo non è mai venuto meno, ma che negli ultimi tempi è persino aumentato: merito di nuove iniziative editoriali che lo vedono protagonista in edicola; del fortunato film dei Manetti Bros. di cui sono stati annunciati due sequel; di un merchandising sempre più ricco e in qualche caso sorprendente (dalle T-shirt ai pugnali). Il saggio di Aldo Dalla Vecchia, Diabolik dietro la maschera. Indagine sul Re del Terrore, vuole analizzare nel dettaglio la genesi del personaggio e i motivi della sua longevità e fortuna, a partire dalla geniale intuizione delle due sorelle milanesi Angela e Luciana Giussani, le mamme del Genio del Crimine. E ancora: i segreti delle maschere che gli permettono di assumere le sembianze di (quasi) chiunque; la lunghissima relazione con Eva Kant, con cui forma l'unica coppia al mondo ad aver raggiunto la soglia dei sessant'anni insieme senza mai un tradimento; la topografia di Clerville, vero e proprio mondo parallelo al nostro; le tante imitazioni in edicola (e al cinema) negli anni Sessanta, da Kriminal a Satanik; l'evoluzione del personaggio dalle origini a oggi; per finire con un "archivio diaboliko" che raccoglie le curiosità più stravaganti e inconsuete sul più famoso fumetto italiano.
L'arca di Noè. Bestiario popolare
Carlo Lapucci
Libro: Libro in brossura
editore: Graphe.it
anno edizione: 2022
pagine: 326
La nostra cultura procede senza scrupoli alla colonizzazione spietata del mondo animale, producendo quella mentalità che fa ricorso, senza perplessità, alla vivisezione, alla caccia di tipo industriale, alla soppressione degli animali nocivi, degli insetti molesti e di quanto altro si frappone alla marcia dell’uomo verso il progresso e il benessere. Cosa è rimasto dell’universo simbolico che tanta parte ebbe nella cultura medievale? Che resta della grande metafora che rappresentava il mondo animale per gli antichi? L’animale, con la sua misura, si riavvicina all’uomo disintossicato dalla presunzione d’essere unica misura di tutte le cose, come messaggero d’una dimensione diversa da quella della legge scientifica e della convenzione quotidiana. Fuori della storia, della scienza, da ogni altra logica che ha avvilito l’uomo e l’ordine naturale, l’animale, come dicevamo, si ripresenta come il messaggero, se non di un cielo perduto, almeno d’un accordo con il mondo e con la vita, d’una salvezza possibile. Sulla scia degli antichi bestiari, Carlo Lapucci va alla ricerca delle tracce della tradizione popolare e ci propone un catalogo in cui l’animale riemerge quale interlocutore dell’uomo che lo riscopre come compagno nel viaggio della vita.