NEM
Fanno rumore, le foglie
Alessandra Maineri
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 96
Uno scritto che è al contempo confessione (perché mostra parti "imperfette" e fragili" e scava nel dolore e nel ricordo) e grido di liberazione di un sentire che è la "parte più vera" dell'Umano, spesso nascosta, soffocata o semplicemente dimenticata. L'Autrice ci accompagna in questo viaggio interiore di incontro di sé e di sé nell'altro e viceversa e lo fa con parole scarne e asciutte, ma profondamente evocative come la Poesia sa essere. L'Autrice, nel presentare l'opera chiede: Caro lettore, cosa ti aspetti di trovare in queste pagine? Un racconto? Una storia romanzata? È un mosaico quello che sfoglierai. Tessera dopo tessera scorgerai l'immagine che più si accorda con la tua sensibilità, il vissuto, la fantasia. Proprio per sua natura, un mosaico si compone di elementi eterogenei accostati a dar vita a una rappresentazione. E anche il mio lavoro segue questa idea. Ho giocato con parole, consistenze, lunghezze e intensità. Sperimentato stili di scrittura, esasperato la punteggiatura, eluso qualche regola grammaticale, per puro spirito creativo. O ribellione. Amo sconfinare ed esplorare. Mi sono addentrata su terreni impervi con l'incoscienza dell'istinto. Non ho scelto i temi da affrontare, loro si sono proposti con la casualità che decide chi farmi incontrare, su quale dettaglio posare lo sguardo, quali suoni captare. Scrive nella prefazione Fabio Scotto... l'io che parla in questa scrittura, certo qui più accosta alla poesia in prosa che in passato, non è solo e unicamente il suo io, bensì un soggetto oscillante dall'io al noi che a volte gioca al vedersi visto (direbbe Paul Valéry) o a lasciarsi vedere dall'altro da sé, sia esso l'amante, o la coscienza immaginaria di sé dalla quale si sente e si vuole spiata. Ne risulta una confessione dai tratti catartici che a mano a mano... si focalizza su una vicenda amorosa intensa e dolorosa colta nelle sue alterne fasi di passione, perdita e abbandono, vissuta, come sempre è nel travaglio dell'amore, nel suo calvario amato e sofferto, dal quale emerge infine liberata, rinata, dopo i sussulti del desiderio e le crisi, in un'India salvifica dell'altrove. Quanto rende persuasive le pagine più intense di questo libro emana dal corpo, quello fisico e quello che la mente custodisce e muove dal pensiero alla carne, se, come scrive, «il mio corpo non è più in grado di contenermi». Allora, fuoriuscendo da sé pur stando dentro di sé, la sua pagina trasuda umori, lacrime e liquidità di gesti effusivi e suadenti, come inattesi e violenti, in un'intimità uterina che più che l'approdo addenta la carne dell'istante, reso tempo «bianco», arrestato nell'«abbraccio», nell'estasi inquieta e duale dell'effusione.
La poesia è questione di cuore
Miguel Hernández, Piero Chiara
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 108
Piero Chiara amava la Spagna e, come scrive Federico Roncoroni nella nota introduttiva, "l'amore di Piero Chiara per la Spagna fu più grande di quello che provò per gli altri suoi 'paesi dell'anima', la Francia e la Svizzera." L'invito a tradurre l'opera di Hernandez arrivò da Leonardo Sciascia e Chiara accettò ma non si limitò a tradurne i testi, volle entrare nelle sue parole, andando anche a scoprire i luoghi in cui il poeta aveva vissuto. Questo desiderio di comprendere traspare dalle traduzioni - rese magistralmente da Chiara - dei bellissimi versi di Hernandez. Se 'tradurre' è 'tradire', Chiara ha effettivamente cercato, più che di aderire al testo letterale, di aderirne al sentire, da a poeta a poeta, o ancor meglio da cuore a cuore, mantenendo nella traduzione anche la musicalità della lingua spagnola "Non perdono alla morte innamorata / non perdono alla vita disattenta / non perdono alla terra che ti annienta." I versi di Hernandez rapiscono il lettore, sono potenti, richiamano una fisicità del sentire che aiuta ad esprimere e a trasmettere l'autenticità e intensità dell'ispirazione dell'Autore. "Cuore che tra due pietre / ansiose di schiacciarti / soffochi per troppo amore come un mare tra due mari. / Per troppo amore soffoco / e non posso soffocare." Come scrive Chiara nell'introduzione: "Nella poesia di Miguel Hernández si manifesta e prende forma, più o meno consapevolmente, un umanesimo primitivo nel quale i temi fondamentali della riproduzione della specie, dell'allevamento della prole, del lavoro manuale e in genere della vita e della morte sono offerti senza mediazione di simboli nella loro dimensione naturale. …Egli cercò di tornare alle radici animali della vita per scoprire il senso del suo esistere, amare e soffrire".
Cani bastardi
Marta Morotti
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2020
pagine: 199
"È solo, Saro. Patrizia se ne occupa senza alcun affetto. Il mondo l'ha dimenticato e l'ha chiuso in quel seminterrato rosicchiato dalla penombra e dallo squallore. Nessuno vuole avere a che fare con Saro perché Saro è l'allegoria della miseria e della nullità. Tutti lo schivano. Tutti lo ignorano. È un'ombra grigia tra le ombre nere, è il rumore di sottofondo della vita, che tutti cercano di eliminare o di coprire con suoni più melodiosi. Il suo suono stride, cigola. È una vecchia carcassa arrugginita che ancora si regge in piedi a fatica. Che ancora si trascina producendo scintille di fastidio nella vita di chi è restato. Nella vita di Patrizia." Ci sono libri che difficilmente ci lasciano perché l'autore, prima ci rende spettatori silenti della narrazione e, poi, ci introduce in un film interiore che vogliamo veder scorrere davanti ai nostri occhi fino alla fine, anche se procura colpi forti e diretti. Cani bastardi è uno di questi libri. Gli unici esseri di cui Saro sembra capace di prendersi cura sono i suoi cani, mentre Patrizia trascina una convivenza forzata in nome di un debito al quale non vuole sottrarsi. Spostandosi da un protagonista all'altro, Marta Morotti mette in scena un racconto crudo, e si addentra nell'anima di persone azzannate dalla vita, che si rialzano come possono (e a volte non possono). Ad emergere è la fragilità umana, in particolare quella femminile, la lunga scia di dolore che nemmeno il tempo riesce a medicare. «Le anime nude sono sempre cose miserabili» scriveva F.S. Fitzgerald. Marta Morotti disegna il mondo delle sue anime nude. Il gioco di prospettiva con cui ha costruito il suo romanzo e che ci costringe a continui capovolgimenti, ci dice che la realtà deve sempre essere osservata da più punti di vista. In qualche modo sembra suggerire che, anche nelle vicende più abbiette, dovremmo forse porci domande, abituarci a guardare dal punto in cui si trova l'altro, allungare lo sguardo nel tempo e infine chiederci: ma qual è la realtà?
Fotogrammi
Sabrina Di Paolo
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2020
pagine: 134
Un giorno di metà settembre, una grande città: un giorno qualunque per tanti, speciale per molti, indimenticabile per alcuni. Tante vite si sfiorano, molti sguardi si incontrano, alcune storie si intrecciano, altre si scontrano per poi allontanarsi per sempre. Un elemento comune: l'acqua, la pioggia, che ha deciso di non dare tregua a una città già caotica per natura. Sono storie, quelle raccolte in "Fotogrammi", che fanno sorridere, pensare, piangere, proprio come la vita quotidiana, racconti in cui il lettore potrà immergersi scegliendo quello in cui riconoscersi. Sono spazi, quelli nei quali si consumano drammi commedie, conosciuti o segreti, da scoprire o ricordare, da custodire nella memoria insieme a bei ricordi oppure da cancellare insieme a quelli che ci fanno soffrire. Le venti istantanee che si presentano al lettore sono frammenti di vita solo apparentemente slegati, un filo conduttore li unisce, un occhio vigile che con esperienza e maestria dall'altro lato della macchina fotografica osserva, con lucidità e sapienza, trovando la giusta luce, la messa a fuoco ideale per leggere ciò che è oltre l'immagine, oltre l'apparenza, arrivando dritto al cuore.
Sette secoli di passi. La Via Francigena
Corrado Guerrazzi
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2020
pagine: 128
Percorrere la Via Francigena - lo storico cammino che dal nord dell'Europa conduceva a Roma - porta inevitabilmente a rivivere secoli di storia e a interrogarsi sulle vicende che l'hanno vista protagonista e sugli uomini che l'hanno seguita. "Sette secoli di passi", di Corrado Guerrazzi, è un poema completamente ispirato alla Via Francigena. L'autore ha ripercorso i luoghi che la caratterizzano, traendo da essi ispirazione, quasi in un dialogo muto con la storia e con le vite che l'hanno attraversata, a raccoglierne il prezioso lascito. «Ma il non conosciuto, il non ancora desiderato / non è detto appartenga al futuro. Il tempo / semina e dissemina. Ricopre.» Ed è solo la consapevolezza del passato che ci consente di affrontare il futuro: «Quanto tempo su quelle colline ci aveva chiamati / facendo degli alberi scaleni braccia e mani, / prima che mettessimo i giorni in fila / sulle punte delle dita». Nel percorso si alternano simboli religiosi e laici che ricordano il compenetrarsi di terra e spirito e la presenza di un Dio che tutto vede «Ci saranno luoghi simili dove un dio attende / con i suoi poteri eterni il momento in cui gli uomini / lo accoglieranno nella mente nel cuore. Lo pregheranno. / Un dio sa certo orientarsi per andare venire / la sua levità tra menti cuori esili, attese». Scrive l'autore «Ci sono percorsi / che si possono fare cento volte / e mai sono fatti. Solo in parte / attraversano atlanti e calendari, stagioni / che neanche lunghi cortei di Pasque e Avventi / hanno saputo chiudere.» Ci sono percorsi su cui torniamo più volte ed ogni volta ci viene svelato qualcosa che prima non avevamo notato, e in ciò che viene svelato troviamo una parte di noi. Cambiano i nostri occhi nel tempo e sono loro a illuminare i punti del viaggio. Questa via diventa dunque per il poeta una via d'anima, di interrogativi e contemplazioni, un percorso caro e centellinato nel tempo, un ritorno alle radici della storia del nostro Paese e dell'Europa e un interrogarsi sul futuro, sul senso di una Strada che assume un significato ancora più alto, perché è il cammino stesso a dare il senso e non solo il traguardo, è il cammino un canto tacito e pieno di bellezza per chi la sa scorgere. «Corre la vita quel rosso - ne tremasti anche tu / nel volgerti al dio che del tuo tremore / già sapeva senza bisogno del sapere - / ti stava forse a cuore ricordarci come la vita / sia il canto a sostenere, adornare il tutto?». Il libro ha il patrocinio dell'associazione delle Vie Francigene europee.
Ritorno a Gower
Roberto Sanesi
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2020
pagine: 96
"Quest'uomo, che ho amato è al di là del pendio. Amava il silenzio. Con l'ostinata volontà del Capricorno, ha praticato in poesia la ricerca dell'esistenza senza allontanarsi dalla ricerca dell'essenza e ha continuato a presidiare quel silenzio". Con queste parole la moglie Anita ci consegna questi preziosi inediti di un poeta che, come scrive nella introduzione Elio Grasso, ci parla di "bagliori esistenziali" che conducono il lettore in una dimensione letteraria anglosassone (studia e traduce Eliot, Auden, Thomas, Blake, Yeats) ma allo stesso tempo cosmopolita "che riesce a dar forma alla pluralità delle tensioni contemporanee". Infatti "Ritorno a Gower", che dà il titolo a questo libro, è una poesia datata 1980 che racconta l'idea ancora moderna di Sanesi, che scaturisce dal pensiero contrappunto di offrire al linguaggio poetico il senso del viaggio. E non solo delle cose viste, ma anche di quelle che attraverso la poesia rimangono dentro per sempre, come nella splendida penisola di Gower, a sud del Galles. Qui era nato Vernon Watkins, poeta profondamente legato a Dylan Thomas, e successivamente a Eliot e Larkin. Sanesi si perde in quei vagabondaggi poetici che arricchiscono il potere evocativo della poesia.
Demi-monde
Silvia Righi
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2020
pagine: 104
"Le Civette", immutata collana all'interno di una rinata NEM, prosegue il suo cammino nell'intento di trovare opere prime di ricerca dotate di particolare lucore. "Demi-monde" di Silvia Righi riluce come un abitato inumidito da condensazioni acquee del quale è difficile delineare la geografia; come si sa l'umido è pervasivo e della stessa pervasività è fatto questo teatro in bilico, questo occhio che si spalanca mentre il sogno è ancora in corso. Non si afferra quando finisce il sogno e quando comincia la veglia, ma, occorre ricordarselo sin dal principio, non è questo l'importante. Nella sua attentissima prefazione Tommaso Di Dio mette in luce come in "Demi-monde" non sia più necessario avere forte presa su di sé, sul proprio presunto io soggettivo, tanto che perfino i pronomi si sfaldano e si liquefanno, occupando posti quasi arbitrari: siamo in molti si potrebbe affermare insieme ai demoni del Vangelo di Marco o alle personalità di Billy Milligan, ma non è nemmeno così. Io, Tu, Lei, la Creatura (i quasi-personaggi di questo libro) non sono le plurime sfaccettature di un soggetto, né sono i risvolti che appartengono ora alla coscienza ora all'inconscio, piuttosto si tratta degli esiti di un linguaggio che di mira ha il non linguaggio, o meglio poter dire le cose (finalmente) senza mediazioni. "Demi-monde", e con esso la stessa Silvia Righi, credo tentino di dire la vita del corpo, della pluralità tutta dei corpi nella loro pura biologia; e se giustamente il prefatore definisce quest'operazione erotica, si tratta proprio dell'eros muto dei gesti, delle posture e delle relazioni che tra essi si intrecciano e si ingarbugliano come nodi che un pettine non riesce a districare, bypassando il fatto che siamo presi dal linguaggio. Ovviamente entrambi falliscono, ma questo fallimento si chiama poesia.
Una questione di luce
Giancarla Giorgetti
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2019
pagine: 216
Chiara Dolci è giovane e curiosa. Lavora da tempo in uno studio professionale, fra pratiche e scartoffie un po' noiose e ripetitive. L'innata indole ad approfondire anche quello che appare normale e scontato la spinge ad avvicinarsi a situazioni complesse e spesso pericolose, dove non manca il rischio e nemmeno il delitto. Ma la paura non ferma la nostra intraprendente investigatrice, anche se talvolta le sue ricerche confliggono con quelle ufficiali della polizia. È così anche questa volta. C'è di mezzo un quadro con i suoi antichi misteri e poi... un anziano imprenditore con i suoi oscuri e mai svelati segreti, due cugine lontane mille miglia come stile di vita e come aspirazioni e un'azienda in declino, tanto che... Non possiamo svelarvi altro. Con questa sua terza inchiesta, Chiara Dolci si dimostra ancora una volta lucida e cocciuta ricercatrice nei meandri oscuri delle persone e nelle trame da loro ordite nel tempo. Tassello dopo tassello, incurante dei pericoli in cui finirà per ficcarsi, riuscirà a risolvere il caso.
Nodi parlati-Clove hitches, a Venice poem
Alessandra Pellizzari
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: NEM
anno edizione: 2019
pagine: 54
Il libro è un atto di amore per Venezia e per i suoi luoghi, spesso nascosti e noti solo ai frequentatori più affezionati. Con sapiente delicatezza la raccolta accompagna il lettore tra le architetture e le nature della città e ha il pregio di una traduzione in lingua inglese, a opera del poeta e traduttore Patrick Willamson. Le emozioni si intrecciano con gli elementi della città e ne amplificano la bellezza, consegnando al lettore una prospettiva nuova e preziosa di Venezia: "Sulle cupole, fra le onde arricciate,/ fluttua il manto notturno,/ volano gli inganni,/ sul colloquio spezzato di avori" ("The nocturnal mantle floats on domes,/ between curled waves,/ deceptions flying,/ on the broken conversation of ivories"). Si colgono i particolari della città e si ascoltano le sue voci con l'attenzione di chi pone il cuore in ascolto. "Quando sulle coperture dei preludi/ si zittiscono i violini girovaghi,/ gli antri annebbiati degli archivolti,/ intonano voci" (Voices sing on the roofs of preludes, /through foggy caves of archivolts, /whenever wandering violins/ are silenced"). Nel libro anche la riproduzione di un'opera, "Dialogo del mare", di Maria Lai, grande artista sarda mancata nel 2013, il cui lavoro è molto caro all'autrice del libro.
Una stagione nascosta
Vincenzo Di Maro
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2019
pagine: 77
Esiste, in ogni parola, il mistero della sua origine, del suo farsi e sfarsi nel tempo. Così, queste poesie sembrano cavalcare la cresta dell'onda che conduce l'essere verso il suo compimento, non trascurando le pietre miliari delle improvvise parusie, gli epodi, subito dopo l'attacco frontale del senso dell'immagine prima. Il libro, dunque, affonda le sue origini nell'archetipo acronico della grotta, di una lingua per immagini che è ancora "altro" dalla lingua scritta, eppure già codex, impianto simbolico per niente casuale. Senso che si dirama nel tempo costruendo, mattone dopo mattone, l'edificio di una storia parallela, quella degli accadimenti, del compiersi ineluttabile delle cause e degli effetti e quella sotterranea del senso polimorfico, cangiante e ambiguo come le apparizioni. I versi spesso "appaiono" e "scompaiono", si alimentano incessantemente di un andare avanti e di un tornare precipitosamente indietro verso quella grotta, evocano nascite e rinascite. Hanno l'ossatura di un corpo elastico tirato verso l'origine e la fine, vivono nella tensione che si crea al centro, e cioè nel punto più esposto alla vita, al compimento dei suoi fasti: "ciò che esiste ha un nome". La tenzone abita interamente nella caduta di un corpo, nella "retorica" vitalistica della sua entelechia e della sua entropia; a cui si contrappone un disabitare costante, l'inconsistenza dell'acqua, la sparizione, il rischio di una visione dispotica del mondo. Così, soprattutto nelle prime sezioni, Vincenzo Di Maro suggerisce la poesia come lingua della preveggenza; non nel senso di indovinare, di prevedere il disastro, ma nel senso di una lingua capace di sentire contemporaneamente la presenza degli opposti, tra requiem e battesimo. Lingua, questa, destinata a essere pronunciata sulla superficie traballante delle falde psichiche, splendente quando esaltata e guizzante verso la luce, oscura e incatramata quando precipiti verso il mare oscuro del dubbio.
Notte dei poeti
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2018
pagine: 151
«“La Poesia, questa esitazione prolungata tra il sonno e la veglia” (Paul Valery). Dall’estate 1988 ad Agosto 2018, sotto le stelle, tutte le notti fino alle albe, al Faido, arcadico borgo di Varese, verso il lago in faccia al Rosa, va in scena la “Notte dei Poeti”: grandi e grandissimi verseggiatori da Alda Merini ad Andrea Zanzotto ieri, da De Angelis, con Lamarque, Pontiggia, Santagostini ecc. ecc. fino a Scotto, Buffoni e Crocetti oggi, che la notte di San Lorenzo, 10 Agosto, leggono e poetano in pubblico. E per i 30 anni dell’evento - che è già leggenda - il padrone di casa, Dino Azzalin, tira fuori l’album inedito di racconti, scritti da alcuni degli stessi protagonisti e testimonianze fotografiche eccezionali e inedite, inclusa l’ultima edizione del 2018.» (Luigi Mascheroni)
Senza tempo di posa
Alessandra Maineri
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2018
pagine: 264
Due soggetti in questo libro. Due nature a interagire fra loro. Quella imperiosa del Nepal, gemma verde appuntata al mondo dai massicci più alti. E quella fragile di una donna ancorata a terra solo dal peso dello zaino. Un viaggio nelle spaccature, non ancora rimarginate, del terremoto che ha piagato una terra già impegnata in un consueto sopravvivere. Nelle città come sulle montagne. Un viaggio di piacere, dove piacere è incontro con le persone, condivisione, scambio. È donare. È accarezzare un volto e fare un lungo discorso con il semplice tocco della mano. La fatica del trekking non mira alle vette innevate, la bandiera è piantata nei villaggi sperduti che non compaiono sulle carte, nemmeno le più dettagliate. Luoghi scovati dal terremoto, ma irraggiungibili dagli aiuti. Eppure, lo stupore è sempre all’apice. Come scrive Tona Sironi nella Prefazione: "… è in questo ambiente, povero e sorridente, che Alessandra si trova a suo agio e riesce a trasmettere al lettore la magia di ciò che incontra".