Ombre Corte
Una teoria femminista della violenza. Per una politica antirazzista della protezione
Françoise Vergès
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 140
Il linguaggio ufficiale a proposito dell’uguaglianza uomini-donne è un repertorio di violenze: molestie, stupri, abusi, femminicidi. Queste parole descrivono una realtà crudele. Ma non ne nascondono un’altra, quella delle violenze commesse con la complicità dello Stato? In questo libro, Françoise Vergès denuncia la svolta securitaria della lotta contro il sessismo. Focalizzandosi sugli “uomini violenti”, si omette di interrogare le fonti di questa violenza. Per l’autrice non ci sono dubbi: il capitalismo razziale, i populismi ultraconservatori, lo schiacciamento del Sud attraverso le guerre e i saccheggi imperialisti, i milioni di esiliati e di esiliate, l’aumento delle misure carcerarie, mettono le mascolinità al servizio di una politica di morte. Contro l’aria del tempo, Françoise Vergès ci esorta a rifiutare l’ossessione punitiva dello Stato, a favore di una giustizia riparatrice. “La mia analisi non fornisce soluzioni per mettere fine alle violenze di genere e sessuali – la cui denuncia mostra oggi l’ampiezza –, ma vorrebbe contribuire alla riflessione sulla violenza come elemento strutturante del patriarcato e del capitalismo, e non come una specificità maschile. Questo libro cerca di immaginare una società postviolenta, non una società senza conflitti e contraddizioni, ma una società che non naturalizzi la violenza, che non la celebri, che non ne faccia il tema centrale della sua narrazione sul potere” (Françoise Vergès).
Biopotere e mobilitazione totale. Ernst Junger reload. Maschera e catastrofe 2
Manuel Rossini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 140
Il biopotere è una realtà, una sorta di mutamento che solamente nel xx secolo e soprattutto oggi trova, silenzioso, invasivo e sotto gli occhi (chiusi) di tutti, piena realizzazione. E Jünger, benché non parlasse esplicitamente di biopotere ne intuì i meccanismi fondativi in netto anticipo rispetto alle ‘mode’ filosofiche diffuse dagli anni Settanta in poi. E ha offerto, inconsapevolmente, indirettamente e in silenzio, una lettura e una diagnosi del fenomeno del biopotere, perfino una sua fenomenologia per ‘immagini’. In questo volume – che inizia a prendere forma dopo la pubblicazione del saggio “Il sillabario del biopotere: immagine, dominio e mobilitazione totale” e che rappresenta uno sviluppo del precedente libro “I non luoghi dell’inumano. Maschera e catastrofe” – l’autore torna a confrontarsi con la questione dell’uomo e sull’uomo… sulle tracce di Ernst Jünger. Intende individuare, nel suo pensiero, le origini del biopotere, approfondire tale fenomeno e proporne una nuova interpretazione, osservando il mondo attuale e rileggendolo con filtri jüngeriani. Il mondo attuale è il mondo globale: un unico spazio e un unico tempo dominato e colmato dall’imperio del biopotere. Il biopotere deve rendere tutto e tutti uguali, fa sì che l’individualità si dissolva nel carattere totale dell’uniformità. Si apre così un mondo di nuove forme e, quindi, con un nuovo senso, dove anche la lingua cambia adattandosi al carattere del tempo, generando un mutamento perfino nella nostra forma mentis. Prefazione di Giovanni Giorgini. Postfazione di Luigi Iannone.
Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei «commons»
Silvia Federici
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 180
Il volume raccoglie i contributi di oltre vent’anni di riflessione e impegno militante che Silvia Federici ha dedicato ai temi dell’accumulazione capitalista, del lavoro riproduttivo e delle lotte per i commons. Dagli anni della militanza in “Midnight Notes” e delle battaglie contro la globalizzazione fino al suo più recente impegno nel movimento Ni Una Menos, passando per l’esperienza di Occupy e delle insorgenze arabe, un filo rosso unisce i saggi qui raccolti: la critica ai rapporti sociali capitalistici, esercitata attraverso un continuo corpo a corpo con Marx e il vasto dibattito sui commons, che l’autrice ha il merito di estendere alle attività che riguardano la riproduzione della vita quotidiana e della forza lavoro, ancora prevalentemente svolte dalle donne. Tra Africa, America Latina, Stati Uniti ed Europa i testi offrono un prezioso spaccato sulle sfide politiche del presente, sull’emergere di un nuovo movimento femminista e, più in generale, sulla profondità storica e geografica delle trasformazioni sociali e produttive, a cominciare dalla crisi e dal regime del debito. Il libro si rivela uno strumento prezioso non solo per “comprendere” il mondo, ma anche per “reincantarlo”, ovvero per “reinventare la vita”, imparando a riconoscere una logica diversa da quella dello sviluppo capitalista e costruire società fondate sull’uso comune delle ricchezze naturali e prodotte. “Questo aspetto della politica dei commons – scrive Federici nella sua introduzione – è da anni al centro del mio interesse perché sono convinta che la costruzione di forme più cooperative di riproduzione sia la condizione non solo per una ‘vita degna di essere vissuta’, ma anche per poter resistere all’avanzare dei rapporti capitalistici e creare una società non subordinata alla logica del profitto e del mercato”.
L'intelligenza in lotta. Sapere e produzione nel tardocapitalismo
Hans-Jürgen Krahl
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 163
Questo libro, a cinquant’anni dalla scomparsa dell’autore, raccoglie una selezione essenziale dei suoi scritti più importanti, da tempo non più disponibili in italiano, rendendo così di nuovo accessibile un laboratorio teorico-politico di straordinaria attualità: è proprio in questi ultimi anni, infatti, che le intuizioni e le previsioni di Hans-Jürgen Krahl – dalla fine della separazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale all’intellettualità di massa come nuova forza-lavoro, fino al linguaggio e alla vita della mente come risorse immediatamente produttive – si sono dispiegate in tutta la loro complessità, trasformando radicalmente il mondo in cui viviamo. Punto di riferimento imprescindibile per l’operaismo italiano, segno dell’attualità di questo francofortese anomalo è anche il rinnovato interesse per i suoi scritti dimostrato da molti giovani studiosi. Quello che avete tra le mani è di fatto un piccolo classico del pensiero critico contemporaneo, indispensabile per chiunque intenda non solo interpretare il mondo, ma anche trasformarlo. Postfazione di Detlev Claussen.
La seconda contraddizione del capitalismo. Introduzione a una teoria e storia dell’ecologia
James O'Connor
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 144
Protagonista di rilievo dei movimenti per i diritti civili e delle minoranze etniche e razziali, James O’Connor ha scritto testi fondamentali per la comprensione del capitalismo e delle sue crisi. Ripubblicarne oggi le riflessioni sulla seconda contraddizione del capitalismo e sullo sviluppo della storia ecologica – entrambe apparse in “Capitalism Nature Socialism” – è operazione che si giustifica in due modi. In primo luogo, O’Connor può senz’altro dirsi un “classico” dell’ecomarxismo: la sua critica ecologica dell’economia politica rappresenta un passaggio obbligato per chiunque si interroghi sul nesso tra questione sociale e questione ambientale. In secondo luogo, la congiuntura pandemica riporta al centro del dibattito pubblico la questione delle condizioni di (ri)produzione – un concetto chiave, discusso a più riprese in questo volume. Non stupisce, dunque, che vi sia chi abbia proposto di chiamare “prima crisi O’Connor” il crollo economico causato dal coronavirus. Per queste ragioni, chi intenda affrontare con spirito critico il presente della crisi ecologica troverà nei due saggi qui riproposti una risorsa fondamentale. Il punto di partenza dell’“eco-marxismo” è la contraddizione tra rapporti di produzione, forze produttive e condizioni di produzione. Né la forza lavoro né la natura, incluse le loro dimensioni spazio-temporali, sono prodotte dal sistema capitalistico, sebbene il capitale tratti le condizioni di produzione come se fossero merci, o beni per il capitale (James O’Connor). Prefazione di Jacopo Nicola Bergamo e Emanuele Leonardi.
La sfida dell'ambivalenza. Il futuro della sociazione umana e postumana nel Terzo millennio
Giorgio Grossi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 182
Il primo ventennio del XXI secolo si è aperto con gli attentati dell’11 settembre alle Torri gemelle di New York e si è chiuso con la pandemia del Coronavirus in tutto il mondo. Ma in questo periodo è accaduto soprattutto un cambiamento epocale, dirompente e accelerato: l’esplosione della rivoluzione informatica delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e dell’Intelligenza Artificiale, e la trasformazione progressiva verso una società globale sempre più post-umana. Perciò occorre mettere in campo un nuovo progetto epistemologico in grado di ribaltare i tradizionali approcci interpretativi dell’evoluzione bio-sociale e dell’innovazione tecno-informatica. L’autore chiama questo progetto alternativo la sfida dell’ambivalenza perché è a partire da questo presupposto, almeno per ora, che gli sembra si possa tentare di costruire una diversa visione della realtà sociale in cui viviamo, sempre più pervasa e condizionata da macchine, algoritmi e nanotecnologie. Se Homo sapiens non comprende quali sono le sfide che oggi deve affrontare – continuando a cullarsi nel mito acritico del progresso – il rischio non verrà da alieni o da Ufo ma dalla sua stessa incapacità di sapere quale significato attribuire al proprio ciclo esistenziale.
L'intempestivo, ancora. Pierre Clastres di fronte allo Stato
Eduardo Viveiros de Castro
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 140
Sul finire degli anni Sessanta, Pierre Clastres lancia una sfida all’etnocentrismo della ragione politica occidentale: e se le società amerindiane, accusate dai colonizzatori europei di essere “senza fede, né legge, né re” non mancassero di nulla? E se formassero, più che delle società “senza Stato”, delle società “contro lo Stato”? Tutta l’opera di Clastres esplorerà le conseguenze di questo cambiamento di prospettiva. In questo saggio, Eduardo Viveiros de Castro si propone di interrogare l’intempestività dell’opera di Clastres. Quale spostamento operare in questo pensiero per riattualizzarlo in un’epoca in cui i movimenti dei popoli autoctoni ci impongono di passare “dal silenzio al dialogo”, e in cui la crisi ambientale globale presuppone che si trasformi il nostro modo di abitare la Terra? Ritornando a Clastres, Viveiros de Castro mostra ciò che l’antropologia può darci seguendo la via di un “divenire-indigeno” del concetto di politica: un compito urgente di fronte alle contemporanee derive dello Stato-nazione. “Clastres intempestivo? Certo, ma è del resto questa la caratteristica del profeta e di una parola che insorge, giungendo spesso troppo presto o troppo tardi. È questo carattere a farne la grandezza…” (Dalla Postfazione di Roberto Beneduce).
Ecologia del possibile. Razionalità, esistenza, amicizia
Gianluca De Fazio
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 113
L’incontro tra filosofia ed ecologia è oggi una sfida teorica di primo piano. Contro una interpretazione naturalistica e un riduzionismo ambientalista del pensiero ecologico, per lo più dominante nel discorso attuale, il testo affronta il portato critico e metodologico dell’ecologia filosofica, nella sua formulazione ecosofica, attraversandone gli aspetti etici e istituzionali. A partire dal posizionamento teorico di matrice francese, e dall’assunto per il quale l’ecologia si definisce come scienza delle relazioni, il saggio dialoga con alcuni dei dibattiti più recenti – lo statuto dell’essere vivente, il dualismo natura-cultura, le implicazioni ontologiche dell’etnografia contemporanea – facendo emergere la rilevanza etica (e politico) della questione ecologica, attraverso problematiche classiche della filosofia, come il tema dell’amicizia, dei processi istituzionali e il nodo cruciale della soggettività. I tragitti descritti nel libro hanno l’obiettivo di porre il concetto di possibile al centro di un’etica ecologica, un’etica, cioè, basata sulla capacità dell’essere vivente di istituire e valorizzare delle relazioni al fine di aumentare le potenzialità esistenziali individuali e collettive.
Carburanti. Dizionario per un pianeta in crisi
Karen Pinkus
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 177
Un saggio in veste di dizionario, dalla A di Acqua alla Z di Zyklon B, "Carburanti" parla di una gran quantità di "cose" capaci di produrre energia, alcune reali e impiegate ogni giorno, altre verosimili o, come il dilitio di Star Trek, appartenenti al puro campo dell'immaginazione. Gli attuali sogni legati all'energia green — rinnovabile, pulita, addirittura gratuita... — e gli incubi di una modernità costruita sullo sfruttamento di carburanti dal devastante impatto sociale ed ecologico sono messi a confronto passando al vaglio una vasta letteratura che comprende testi poetici e narrativi di vari secoli e autori (Omero, Apollonio Rodio, Verne, Zola, Calvino e Pasolini tra gli altri), trattati scientifici, teorie filosofiche (dall'antichità a Hegel, da Ba-taille ad Agamben e Negri), documenti storici come le gustose proposte che inventori fai-da-te inviavano a Henry Ford per cercare di "vendergli" i loro carburanti prodigiosi. Un libro sperimentale che ci spinge ad abbandonare false speranze nel futuro delle energie non-fossili, tentando al contempo di immaginare nuove possibili traiettorie di sopravvivenza su un pianeta in forte crisi. "Carburanti" intende sfidare il lettore invitandolo a ripensare il rapporto tra "sostanze" e "sistemi energetici" nell'età del cambiamento climatico.
La sfida del cambiamento climatico. Globalizzazione e Antropocene
Dipesh Chakrabarty
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 160
Il concetto di Antropocene, nato all'interno delle scienze naturali, designa l'epoca nella quale l'essere umano come specie è in condizione di incidere, con le sue pratiche, sull'ecosistema globale. Dopo la rivoluzione industriale, e soprattutto la grande accelerazione del XX secolo e l'intensificazione della globalizzazione capitalistica ed estrattiva nel secondo dopoguerra, e il conseguente cambiamento climatico, l'Antropocene costituisce un terreno di intersezione fra la crisi economico-sociale globale e la crisi climatica. In questo campo si collocano le riflessioni dell'ultimo decennio di Dipesh Chakrabarty, già autore del fondamentale Provincializzare l'Europa, con una serie di interventi finora inediti in Italia. La crisi determinata dall'azione dell'essere umano e dello sfruttamento capitalistico dell'ambiente pone, secondo Chakrabarty, questioni di giustizia climatica per via della natura disomogenea e diseguale del globo che il capitalismo e gli imperi europei hanno creato assieme. Al tempo stesso, la crisi climatica, e la crisi pandemica ad essa collegata, pone un altro ordine di questioni che riguardano il rapporto fra l'umanità come specie e il pianeta Terra: la costruzione di un mondo, e la critica dei processi che l'hanno attuata, si intreccia con l'esistenza della vita in senso biologico e fisio-chimico. La critica ai processi che hanno prodotto un'umanità differenziata e con disuguaglianze di classe, e la consapevolezza della crisi ambientale, mettono in questione la concezione antropocentrica del mondo, e alludono alla necessità di decentrare l'umano.
Corpo, apprendimento e identità. Sé e intersoggettività nella danza
Chiara Bassetti
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 223
Il libro si concentra sul ruolo del corpo nei processi di socializzazione e apprendimento, da un lato, e di costruzione identitaria, dall'altro. Lo fa a partire dal caso della danza di teatro occidentale, analizzando il modo in cui il saper(far)e per lo più tacito e corporeo - performativo - che la caratterizza viene trasmesso, appreso e va a modificare il senso di sé di chi lo acquisisce. La domanda riguarda dunque i processi che conducono a diventare, essere e dirsi una certa figura sociale, ad esempio una danzatrice, e il ruolo assunto dal corpo non solo come oggetto, ma come soggetto esperiente e agente. Come si produce un "corpo danzante"? Quali pratiche, individuali e collettive, vengono quotidianamente messe in atto a questo fine? Come si (ri)formano le disposizioni all'azione e la capacità di giudizio? Come muta la relazione col proprio corpo? Come cambia il modo di guardarsi e di narrarsi? Che ruolo hanno, in questo, i corpi "altri"? Quali sono, dunque, i fondamenti sociali di tale processo? L'autrice affronta queste tematiche sulla base di una lunga ricerca etnografica che ha fatto del suo stesso corpo uno tra gli strumenti euristici scelta, questa, estesamente discussa nelle riflessioni metodologiche che aprono e chiudono il volume. Ne emerge una teoria sociale che guarda al corpo come qualcosa che si è, che si ha, che si fa e che fa fare; all'identità come relazione mutevole tra sé corporeo e sé incorporato; a significazione e interpretazione, infine, come agire immanente all'esperienza vissuta e ancorato a quel "sentire" che è il senso comune. Al centro del lavoro, quindi, l'intreccio tra corporeità, soggettività e intersoggettività.
I bisogni artificiali. Come uscire dal consumismo
Razmig Keucheyan
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2021
pagine: 175
«Il capitalismo genera bisogni artificiali sempre nuovi. Quello di acquistare l'ultimo iPhone, ad esempio, o prendere l'aereo per raggiungere la città accanto. Questi bisogni non solo sono alienanti per la persona, ma anche ecologicamente dannosi. La loro proliferazione è alla base del consumismo, che a sua volta intensifica l'esaurimento delle risorse naturali e l'inquinamento ambientale. Nell'era di Amazon, il consumismo raggiunge il suo "stadio supremo". Questo libro pone una semplice questione: come mettere fine a questa proliferazione di bisogni artificiali? Come uscire, di conseguenza, dal consumismo capitalista? La riflessione si articola in capitoli tematici, dedicati all'inquinamento luminoso, al consumo compulsivo e alla garanzia dei beni, per elaborare una teoria critica del consumismo. Essa fa dei bisogni "autentici" definiti collettivamente, in rottura con i bisogni artificiali, il cuore di una politica dell'emancipazione nel xxi secolo. Lungo il percorso, il libro evoca la teoria dei bisogni di Karl Marx, André Gorz e Agnes Heller. Per questi autori, i bisogni "autentici" hanno un potenziale rivoluzionario. Come diceva Marx, "una rivoluzione radicale può essere soltanto la rivoluzione dei bisogni radicali". "Chiamo 'artificiali' i bisogni che, da un lato, non sono ecologicamente sostenibili, che danno luogo a un sovrasfruttamento delle risorse naturali, dei flussi energetici, delle materie prime; dall'altro, i bisogni che l'individuo o la collettività sentono che in qualche modo danneggiano la soggettività, i bisogni che non danno luogo a forme di soddisfazione duratura. Bisogni alienanti, in un certo senso. L'ossessione per l'ultimo ritrovato della tecnologia, per l'ultimo capo di abbigliamento, per l'ultimo modello d'auto, questa ossessione per la novità insita nel sistema capitalista è una delle dimensioni del carattere artificiale dei bisogni"» (Razmig Keucheyan)