Otto/Novecento
Un vampiro e altri racconti dell'occulto
Luigi Capuana
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2025
pagine: 176
Con il titolo "Un vampiro e altri racconti dell’occulto" di Luigi Capuana viene pubblicata una raccolta di racconti che approfondisce i temi del soprannaturale, del misterioso e dell’occulto. Capuana, importante scrittore e critico italiano legato al movimento del Verismo, è noto anche perché i suoi racconti spesso combinano uno stile narrativo realistico con eventi fantastici o inquietanti, creando una miscela unica di realismo e soprannaturale. Questa raccolta riflette il suo interesse per gli aspetti più oscuri ed enigmatici dell’esperienza umana. Il racconto che dà il titolo al romanzo, "Un vampiro", esplora il mito del vampiro, un tema popolare nella letteratura del XIX secolo, influenzato dalle tradizioni gotiche e dalle opere di autori come Bram Stoker. L’approccio di Capuana al mito del vampiro fonde profondità psicologica ed elementi soprannaturali, tipici del suo stile. Gli altri racconti della raccolta, come suggerisce il titolo, ruotano attorno all’occultismo, ovvero pratiche e credenze che coinvolgono forze nascoste o soprannaturali. L’attrazione di Capuana per l’occulto riflette il più ampio interesse culturale per lo spiritualismo, il misticismo e l’ignoto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Gli scritti contenuti in questa raccolta risultano attuali e interessanti per i lettori attenti all’intersezione tra letteratura, psicologia e occultismo. La sua capacità di tessere racconti intricati che esplorano la psiche umana, spesso attraverso la lente del misterioso e dell’inspiegabile, rende "Un vampiro e altri racconti dell’occulto" un contributo significativo alla letteratura gotica e soprannaturale italiana.
«Marzia che tanto piacque agli occhi miei». 106 lettere di Ugo Foscolo a Marzia Martinengo
Ugo Foscolo
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2024
pagine: 164
«Mia cara Marzia», «Marzietta», «Mia tenera amica», «Mia dolce amica» e addirittura «Mie viscere»: iniziano quasi tutte così le 106 lettere che Ugo Foscolo scrisse a Marzia Martinengo Cesaresco, contessa bresciana che ospitò nel suo salotto letterario il poeta, del quale divenne amante. Lettere intense che testimoniano la passione di Foscolo per la bellissima Marzia, ma anche le tante amicizie del poeta con letterati, politici e nobili bresciani che da anni, contro Venezia, avevano scelto Napoleone Bonaparte. Nel 1816 Foscolo, dopo essersi rifugiato a Milano per sfuggire alla polizia austriaca, scrisse all’amico Silvio Pellico di distruggere i 17 plichi contenenti tutte le sue carte: in essi vi erano anche le lettere scritte dall’amata Marzia. Si narra che la nobildonna, invece, tenesse il cofanetto con le missive del poeta sempre accanto alla poltrona su cui, ormai anziana, trascorreva gran parte della giornata.
«Quanta letteratura in questa lettera, non è vero?». Lettere a Michele Cammarosano e a Maria Vittoria Ciambellini
Anna Maria Ortese
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2024
pagine: 116
Anna Maria Ortese ha coltivato costantemente la scrittura epistolare, governandola con la riflessione, in paziente ottemperanza ai principi dell’attesa e della distanza. In tale concentrazione, ha provato ad accogliere le voci dei suoi interlocutori, sempre in procinto di travalicarle per ritrovare la compiutezza dei propri pensieri, mai cessando di interrogarsi sulla funzione della scrittura. Sono questi i tratti più evidenti delle lettere indirizzate – tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta, nella Napoli dei Gruppi Universitari Fascisti (Guf) infiammati dalla propaganda e dalle gare dei Littoriali – a Michele Cammarosano, giovane intellettuale protagonista di un’amicizia così significativa da essere poi ripresa dalla scrittrice nell’orchestrazione finzionale de "Il porto di Toledo".
Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica e altri manifesti futuristi sulla letteratura
Filippo Tommaso Marinetti
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2023
pagine: 76
È un desiderio di rottura radicale con il passato che porta i futuristi italiani a smettere di adorare musei e artefatti dell’antichità a favore della velocità e della tecnologia. Questa rivoluzione non risparmia neppure la letteratura, prendendo come capro espiatorio quello che sembra essere il simbolo più abusato e retorico di un Romanticismo languido di lunga tradizione: ecco quindi che nasce Uccidiamo il chiaro di luna!, provocatorio pamphlet di Marinetti del 1912 il cui titolo diventerà parola d’ordine del movimento. Della stessa ansia innovatrice sono portatori il "Manifesto tecnico della letteratura futurista" (1912), il "Supplemento al Manifesto" (1912), "L’immaginazione senza fili e le parole in libertà" (1913), in cui vengono dati suggerimenti di stile, sintassi e lessico, esaltando fino all’esasperazione il dinamismo espressivo e incoraggiando a far diventare la scrittura stessa personaggio, parte viva della storia, immagine concreta della materia. Introduzione di Tommaso Di Dio.
Casa d'altri
Silvio D'Arzo
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2023
pagine: 76
Considerato il punto di arrivo dell’intero percorso letterario di Silvio D’Arzo, "Casa d’altri" è il racconto in prima persona di un prete che ha perso ambizioni e speranze giovanili, essendo ormai relegato al ruolo di “prete da sagre” in un paesino emiliano in cui la vita scorre lenta e sempre uguale. L’arrivo della strana vecchia Zelinda interrompe questo flusso di monotonia e il segreto che la donna nasconde diventa quasi un’ossessione per l’annoiato parroco, fino all’incontro tra i due e la tanto attesa confessione.
Della dissimulazione onesta
Torquato Accetto
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2020
pagine: 129
Meditando sul conformismo e sull'ipocrisia della società del suo tempo, Accetto si chiede quale possa essere la risposta e la reazione dell'uomo onesto. Nella sua prospettiva la dissimulazione, quando si identifica con la prudenza e non giunge alla volgare menzogna, diventa nelle mani del saggio un'arma per difendersi dall'oppressione dei potenti. Accetto tratta della dialettica contrastante fra realtà e apparenza, mettendo in evidenza che il dissimulare non è dire il falso, bensì una virtù che ci permette di dimostrare meno cose di quello che dovremmo o vorremmo. La dissimulazione, in ogni caso, deve essere soltanto un breve riposo della mente, poiché si rischierebbe di allontanarsi dalla realtà.
Due destini
Emilio Praga
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2020
pagine: 181
"Due destini" è un romanzo di Emilio Praga: il primo, per l'esattezza, anche se del secondo e maggior romanzo, Memorie del presbiterio, pubblicato postumo, lo scrittore fece in tempo a scrivere soltanto poco più della metà. Ma, a differenza di Memorie del presbiterio, "Due destini" non uscì mai in volume; rimase confinato e nascosto nel giornale milanese «Il Pungolo», dove era comparso in 24 puntate, dal 30 dicembre 1867 al 18 febbraio 1868: con periodicità variabile, a volte giornaliera. Romanzo di realtà, dunque storia di vita e di destini incrociati, protagonisti due giovani, Teodoro e Ippolito, i cui caratteri, ripetendo quelli dei rispettivi padri (amici, poi nemici), sono simmetricamente opposti, secondo una logica di separazione netta e ingenuamente improbabile del bene e del male. I due giovani partono dal loro povero ma ridente paese di montagna, Valperga, per andare a Ginevra a cercare lavoro e fortuna presso una strana figura di "oriuolaio" dal nome emblematico di Nostradamus.
Annuario govoniano di critica e luoghi letterari
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2020
pagine: 224
Cosa vogliono comunicare i versi di [Govoni] poeta del movimento, della metamorfosi, della dilatazione anarchica, della dispersione tra le molteplici forme della vita, della fantasia eretica e dell’allucinazione, quasi del tutto privi di lirismo? Quale messaggio recano in dote se non la vitalità e la necessità del meccanismo stesso che li genera? Cosa esaltano se non la disponibilità verso il mondo e la sua bellezza evanescente, insomma, la potenza della poesia? Questo annuario cade dunque nel momento giusto, avendo dato a importanti critici di ambito accademico così come ad altri cultori govoniani la possibilità di rituffare se stessi nel «continuo fascino» della scrittura del poeta ferrarese, con la speranza di invitare altri all’immersione. Di questo, d’altronde, si tratta: dovunque la si voglia prendere, dalle sue prime raccolte a quelle più tarde, la poesia di Govoni offre sempre infilate di visioni iridescenti, gallerie di oggetti multiformi che si cambiano di posto in continuazione, in un tripudio di trasfigurazioni a sorpresa e in un carnevale prismatico dove si alternano, come già scriveva Moretti a Palazzeschi, «cose d’una ingenuità strabiliante e bellezze meravigliose». In ogni caso, occasioni di stupefazione. Certo è che la stessa attenzione del lettore, attraversando le colate versali dei suoi testi, oscilla, si sospende, va a intermittenza, si perde qualcosa, per poi, alla prima rilettura, scoprire un dettaglio che le era sfuggito. La poesia di Govoni continua a muoversi nel tempo e a non conservare nulla di perfetto. Ma, come scrive Montale in una frase chiave e ingiustamente poco citata della sua celebre recensione govoniana del 1953, «in poesia bellezza e perfezione non solo raramente coincidono ma spesso si escludono». (Dalla Introduzione di F. Targhetta)
Sfogliando un libro. Letture novecentesche
Ermanno Paccagnini
Libro
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2019
pagine: 468
Con contributi di Claudio Magris e Salvatore Silvano Nigro. Introduzione di Pierantonio Frare.
Spagna
Edmondo De Amicis
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2018
pagine: 378
Il libro è la rielaborazione delle corrispondenze inviate da De Amicis a «La Nazione» di Firenze in occasione di un suo viaggio in Spagna all'epoca della breve permanenza su quel trono di Amedeo Savoia-Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II. Suddiviso in tredici capitoli, ciascuno è dedicato a una città, ossia a una tappa del viaggio. In ogni città, De Amicis gira liberamente alla stregua di un turista d'oggi, visitando monumenti, soffermandosi nei caffè, alloggiando in alberghi, assistendo a manifestazioni culturali e folkloristiche, passeggiando per le strade, intrecciando discorsi con la gente del luogo. Tutto ciò ci viene restituito con una prosa di gradevole lettura, in cui sono riconoscibili le doti più caratteristiche di De Amicis scrittore: una vena non profonda, ma facile, limpida e continua e una felice attitudine a un modo di narrare suggestivamente familiare e pacato. Barcellona, Saragozza, Burgos, Valladolid, Madrid, Toledo, Cordoba, Siviglia, Cadice, Malaga, Valencia sono tra le città descritte da De Amicis. Il volume è ricco di diverse scene e scenette — una specie di "cartoline illustrate" — che rendono la lettura scorrevole e piacevole, anche a quasi 150 anni di distanza.
Lagrime in morte di un gatto
Domenico Balestrieri
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2018
pagine: 380
Questa rara antologia raccoglie poemi di Domenico Balestrieri — fecondo autore di versi italiani e dialettali — e altri 80 autori che aderirono alla sua iniziativa scherzosamente parodica ispirata alla morte del proprio gatto. Di fatto, si tratta della prima opera, nella nostra letteratura, dedicata esclusivamente a un felino.
Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi sposi
Cletto Arrighi
Libro: Libro in brossura
editore: Otto/Novecento
anno edizione: 2018
pagine: 87
A lungo ritenuto una semplice parodia dei "Promessi sposi", "Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi sposi" di Cletto Arrighi si ripresenta in questa riedizione nella loro realtà di strumento per una polemica operazione scrittoria avente come oggetto aspetti politici, culturali, ideologici e religiosi del suo tempo, intendendo contrapporsi a quanto aveva significato l'apparizione dei promessi sposi in un'età di marcato anticlericalismo, e rivendicando a sé ora quest'ultimo in un'epoca di forte rigurgito clericale. Di qui l'aspetto più interessante del testo, ricco di riferimenti assai più articolati di quanto possono essere a prima vista, e che si è cercato di enucleare nelle ricche note di commento. Certo, Arrighi opera anche sul piano del ribaltamento dei personaggi manzoniani, facendo di Renzo un contrabbandiere ubriacone, di Lucia «una specie di cocotte campagnola», della Signora di Monza «una Suora di Carità, spiritista convinta e medium potente» e così via. Ma a essi si accompagnano personaggi richiamanti il presente: come il cardinal Ferrari speculare a Carlo più che a Federico Borromeo, o Ferrer in cui rivede le autorità milanesi contemporanee. Sicché, se proprio si vuol tener presente l'ipotesi di un testo come questo di Arrighi a livello di parodia, più esatto sarà parlare allora, nella migliore delle ipotesi, di «parodia eversiva».