Simmetria Edizioni

Sotto il nome di "Libri dei Morti" vengono riuniti gli scritti funerari egizi che compaiono nel Nuovo Regno a partire dalla XVIII dinastia, ampliamento dei più antichi Testi delle Piramidi e dei successivi Testi dei Sarcofagi. Molti Libri dei Morti, quali il Libro dell'Amduat, il libro delle Porte e il Libro delle Caverne, danno l'impressione ad una lettura superficiale di essere una sorta di "guide di viaggio" ad uso del defunto per attraversare le regioni dell'Oltremondo. Ma forse essi avevano uno scopo diverso : potrebbero essere stati manuali di tecniche iniziatiche per la palingenesi del soggetto nella forma di un Dio, riservati non ad una persona deceduta ma da realizzare in vita...

Un saggio ritmato, rimato e amato, il quale si mostra in forma poetica e la cui essenza è profondamente metafisica: intarsiato di mistica e di allegorici richiami, crogiolo di miti e leggende lontane spesso avvolte dalla densa bruma del tempo, preghiera in metrica per una pronta quanto definitiva apocatastasi purificatrice. Coraggioso baluardo contro l'indifferentismo religioso e le confuse aberrazioni sincretiste, entrambi frutti cadaverici di masse condizionate e perverse che ricalcano l'innata malvagità degli empi popoli antidiluviani. Composto grido di libertà contro l'omologazione materialista, avamposto spirituale in mefitiche paludi della mente in cui purtroppo è amato chi più contanti conta e chi meglio mente. Intensa e dolorosa Via Crucis verbale fra atroci inganni e feroci poteri mondani, affinché chi può comprendere infine comprenda e abbandoni il suo vano ego in rivolta. Cattedrale fonetica di pietre vive e parlanti che rimandano, in rima, a quel Divino Amore, viva speranza e vasta carità, autentica e perfetta medicina per anime insonnolite e corpi sofferenti. Viaggio sapienziale tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere e fra ciò che avrebbe potuto essere ma ahimè non è.

L'acqua è un elemento fondamentale del pensiero metafisico tradizionale in quanto simbolo della potenzialità creativa del cosmo così com'è essenziale sul piano fisico perché necessaria alla vita. Per tale motivo l'acqua è posta sotto la protezione di divinità, che presso i popoli latini, sono divinità femminili…Dèe delle acque benefiche ma anche mortali, della vita terrene e dell'oltretomba, della salute e della fertilità umana, animale e vegetale. …Di queste divinità delle quali poco sappiamo a causa delle scarse informazioni letterarie e archeologiche in nostro possesso, la più conosciuta è la sabina Feronia, alla quale corrispondono presso altre popolazioni latine Dèe aventi simili se non uguali caratteristiche, che per tale motivo abbiamo chiamato "sorelle di Feronia": Angizia, Marica, Mefite, Vacuna e divinità romane come Lavernia, Egeria e Giuturnia. Queste Dèe delle Acque erano parte di una Coppia divina costituita da un Dio con caratteri uranici, solari e contemporaneamente ctonici e da una Dèa tellurica legata al mondo delle Acque e degli Inferi, aventi pari rilevanza di funzioni e di culto.

Questo libro si propone di mostrare, operando un confronto comparativo tra i testi sacri delle varie tradizioni, le possibilità e le difficoltà del percorso post mortale. Difatti il seme luminoso immateriale solo se sostenuto ritualmente può essere messo in condizione di operare tra opzioni salvifiche diverse.

In questo testo si porteranno all'attenzione l'etnia Ojlbwa, la Peul e i Dogon e il complesso degli Aborigeni australiani. Tutte e quattro le declinazioni native proposte sono contraddistinte dalla presenza di un complesso mito dell'Origine, ritualmente periodicamente attualizzato, a esso si accompagna una religione (e una metafisica) che non ha affatto caratteri inferiori a quella delle "religioni superiori". Il fine ultimo del "Nativo" è pervenire alla "Conoscenza" per via iniziatica, un obiettivo da raggiungere in questa vita ed oltre di essa.

Questo libro nasce circa 40 anni fa con un titolo diverso: Storia di un filosofo molto stanco. Claudio Lanzi decise di pubblicarlo sotto uno pseudonimo esotico (Oz Nahali) trattandosi apparentemente di un libro di fiabe, poco in linea con la saggistica usata per la stragrande maggioranza delle sue pubblicazioni. In realtà è un libro autobiografico ed una sintesi simbolica, che tratta di quegli incontri con “uomini straordinari” che contrassegnano spesso la vita dei cercatori dell’Oltre e del Vero e degli “ingegneri pentiti come Lanzi si è sempre definito. Tutte le storie hanno infatti un forte fondamento esperienziale e sono state un pochino romanzate “un po’ per celia e un po’ per non morir” direbbe l’Autore. Ma sopratutto per il piacere ironico di giocare con le cose serie e nascondere sotto il “racconto” i passi di un viaggio tra i miti e i simboli molto impegnativo e che ha contrassegnato tutta la sua vita. Usando la fiaba, Lanzi si è permesso di non dire ciò che in genere non deve essere detto esplicitamente ma in tanti altri aspetti ha addirittura esagerato… ma ne è consapevole e si è divertito un sacco. Il libro nella versione precedente è stato ristampato più volte. In quest’iultima, compaiono dei disegni dell’autore. Non perché Lanzi si arroghi la palma dell’artista ma perché ha ritenuto che spesso un tratto di matita sia più esplicito di una trattazione epistemologica di due pagine. Inoltre sono stati aggiunti numerosi “episodi” che contrassegnano esperienze che vanno dai 45 ai 55 anni di età e che, silenziosamente, hanno dato luogo ai saggi che compaiono in bibliografia. Oggi Claudio Lanzi è stupito di essere vecchio e di poter ringraziare quelle donne e quegli uomini meravigliosi che gli hanno consentito di giocare seriamente con l’anima.