UTET
Storia naturale del tatto
Laura Crucianelli
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 192
«Il tatto viene prima della vista, prima della parola», scrive Margaret Atwood nel suo romanzo "L’assassino cieco". «È la prima lingua e l’ultima, e dice sempre la verità.» La nostra biologia lo conferma. Il tatto è il senso attraverso cui incontriamo il mondo e l’ultimo a lasciarci quando siamo alle soglie della morte. Dei cinque sensi è il più pervasivo e si manifesta con modalità profondamente diverse tra loro. Ci informa sulle forze fisiche che agiscono su di noi, come temperatura e pressione, ci permette di stabilire un contatto significativo con gli altri. Ma, soprattutto, con il tocco delle nostre mani siamo in grado di esprimere e trasmettere emozioni: nessun altro senso, infatti, ha i poteri benefici di una carezza amorevole verso un figlio o un partner, che lo rendono fondamentale nella formazione della nostra identità. Eppure, anche per questo il tatto è il senso che più di tutti modula i suoi limiti sulle convenzioni morali. Nel tempo il nostro modo di rapportarci agli altri è andato modificandosi costantemente e il tatto è diventato insieme strumento di trasformazione e lente attraverso cui leggere la società. Basti pensare a come sono cambiati gli scambi fisici dopo il #MeToo o il Covid: l’inserimento della distanza sociale, la limitazione delle strette di mano e il divieto di abbracciarsi, o ancora il riconoscimento del tatto come strumento coercitivo e destabilizzante. In questa singolare "Storia naturale del tatto" Laura Crucianelli, neuroscienziata e docente universitaria, miscela la sua esperienza di ricerca clinica e le sue letture, gli studi di psicologia e l’attualità, costruendo il sorprendente e inedito ritratto del primo senso, il più sottovalutato.
Quaderno delle emozioni umane. Un diario delle emozioni che hai provato, che non sai di aver provato, che non proverai mai
Tiffany Watt Smith
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 272
Con l’Atlante delle emozioni umane, Tiffany Watt Smith ci ha aperto un mondo, anzi due. Il mondo geografico, raccontando i modi in cui le varie culture percepiscono, esprimono e definiscono le sensazioni e i sentimenti che ci rendono umani. Ma soprattutto ha dischiuso davanti ai nostri occhi il nostro stesso mondo interiore. Da quel libro così amato nasce adesso il Quaderno delle emozioni umane: in ogni pagina di questo diario troverete storie incredibili e acute indagini sui sentimenti che ci attraversano e che ci definiscono, ma anche un invito a ragionare a vostra volta, a confidare i vostri segreti e (perché no?) a sfogarvi un poco, catturando giorno dopo giorno il fiammeggiante caleidoscopio delle vostre grandi e piccole emozioni.
Dizionario di politica
Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 1072
«Il Dizionario di politica è un’opera importante, unica nel suo genere, non soltanto in Italia, ma anche all’estero dove è stato apprezzato e tradotto. Rigoroso nelle definizioni, articolato e convincente nella trattazione dei termini politici, questo dizionario, opportunamente rivisto e aggiornato, è uno strumento istruttivo, utile per gli studenti, per i docenti e sicuramente anche per tutti coloro che di politica vogliono saperne meglio e di più.» (Giovanni Sartori)
Le Borboniche. Le grandi regine delle due Sicilie
Gigi Di Fiore
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 512
La prima fu Maria Amalia di Sassonia, figlia di Maria Giuseppa d’Austria e Augusto III di Polonia. Sposando Carlo III di Borbone, conquistatore del trono di Napoli, Maria Amalia divenne regina a soli tredici anni, dopo una lunga trattativa. Non riuscendo a trovare una consorte in corti più potenti, nell’intricato gioco di alleanze e tornaconti che era la politica matrimoniale nei regni del Settecento, i Borbone di Spagna ripiegarono sulla monarchia di Polonia e su quella giovane ragazza dai capelli biondi e la pelle diafana, educata alla corte di Dresda, appassionata di Bach, pittura e danza. Nonostante le manovre squisitamente politiche che portarono alla loro unione, la coppia fu molto legata e Maria Amalia ebbe un’ascendente notevole sul marito. A partire da lei, saranno in tutto otto le donne che, accanto ai loro mariti-sovrani, segnarono i centoventisette anni del Regno delle Due Sicilie dal 1734 al 1861. Donne di varie e multiformi personalità, in una sequenza storica chiusa da Maria Sofia di Baviera, moglie di Francesco II di Borbone, l’ultima regina di Napoli di cui nel 2025 ricorre il centenario della morte. Capaci di influenzare le decisioni dei mariti, le consorti “borboniche” ebbero rilievo nelle trasformazioni del territorio e della società meridionale. Un ruolo troppo spesso trascurato. Con il consueto piglio e l’abituale precisione, Gigi Di Fiore racconta le vicende del Regno attraverso le psicologie, i sentimenti, le emozioni delle donne che ne furono protagoniste. Un punto di vista nuovo, in una prospettiva ricca e complessa: dall’Illuminismo alla Rivoluzione francese, attraverso la Restaurazione e l’Impero napoleonico, per arrivare infine alle passioni romantiche e ideologiche del Risorgimento italiano che avrebbe cancellato la monarchia borbonica, l’ultimo capitolo della luminosa storia del Sud Italia.
Juventus. Storia di una passione italiana. Dalle origini ai giorni nostri
Aldo Agosti, Giovanni De Luna
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 384
Nell’autunno del 1897 un gruppo di allievi del liceo Massimo d’Azeglio di Torino, uno dei più prestigiosi del capoluogo piemontese, si riunisce nell’officina dei fratelli Canfari per fondare una società sportiva studentesca. Al centro del progetto, un gioco da poco importato dall’Inghilterra: il football. Da quei ragazzi in camicia bianca e pantaloncini neri che rincorrevano un pallone cucito da un calzolaio con avanzi di suole, nasceva la Juventus. In oltre cento anni di storia, la bacheca della “Vecchia signora” si è riempita di trofei, decine di campioni si sono avvicendati sul campo da gioco, tracciando l’evoluzione della squadra più amata e, allo stesso tempo, più odiata d’Italia. A guardarli con lo sguardo dello storico, tuttavia, gli annali juventini non raccontano semplicemente le vicende sportive, i cicli vittoriosi e le cocenti delusioni. Dietro quelle coppe, negli spazi tra le foto delle formazioni ufficiali, emerge potente la storia di una città e di un intero paese: l’arrivo della prima guerra mondiale, che portò quei ragazzi che fondarono la squadra dai campi da gioco alle trincee sul fronte austriaco; l’avvento del regime fascista e le leggi razziali che costrinsero alle dimissioni dai vertici societari tutti i dirigenti ebrei; e poi, naturalmente, il rapporto con la famiglia Agnelli, la Fiat, il boom del dopoguerra e i cambiamenti del tessuto sociale che l’emigrazione di massa da sud verso nord portò a Torino e a tutta l’Italia. Su questo sfondo storico si stagliano i trofei del trio magico Charles-Sívori-Boniperti, la bicicletta iconica di Parola, la tragedia dell’Heysel, i successi sotto la guida di Trapattoni, le magie di le roi Platini, fino al “neocalcio”, allo scandalo calciopoli, alla Serie B e alla rinascita. Aldo Agosti e Giovanni De Luna, tra i massimi storici italiani e accaniti tifosi bianconeri, rileggono la storia del club con rigore e passione, perché la costruzione dello stile Juventus, l’evoluzione del modello imprenditoriale e del rapporto con il potere e con la società circostante possono raccontare da una nuova, inedita, prospettiva i cambiamenti di oltre un secolo di storia del nostro paese.
Atlante sentimentale dei colori. Da amaranto a zafferano 76 storie straordinarie
Kassia St Clair
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 352
Siamo abituati a pensare ai colori come a entità astratte, eteree e immutate, codificate una volta per tutte in manuali e cataloghi. Non è così. Gli antichi greci, per esempio, non riconoscevano al blu una precisa identità cromatica, tant’è che il mare nell’Iliade è «colore del vino» e non sembra in nulla uguale al cielo. Anche i colori insomma hanno una vita: nascono, crescono e muoiono, e a volte hanno seconde e terze vite. Non solo: per ogni colore ci sono centinaia di tonalità, ognuna con caratteristiche e origini precise. Non esiste solo il rosso, ma un prisma intero dallo scarlatto al vermiglione, dalla cocciniglia che si spreme da un insetto alla lacca di garanza estratta da una radice, dal rosso corsa, antenato del celebre rosso Ferrari, all’esotico sangue di drago ricavato da una resina asiatica... E se ogni sfumatura ha la sua storia, è vero anche che ogni sfumatura ha cambiato la nostra storia: la calce con cui si imbiancano i muri si diffuse per disinfettare gli edifici durante le epidemie; il kaki rivoluzionò la guerra introducendo negli eserciti il concetto di camouflage; l’assenzio tinse di verde i sogni dei poeti maledetti; ed è grazie al lapislazzuli, giunto dall’Estremo Oriente, se l’oro degli sfondi medievali si tramutò nel blu oltremare dei cieli rinascimentali, facendo entrare prepotentemente quel colore nella storia dell’Occidente.
Storia avventurosa delle bandiere del mondo
Dmytro Dubilet
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Da bambini ci insegnavano che nella nostra bandiera il verde rappresenta la speranza, il bianco la fede cattolica, il rosso il sangue dei martiri. La verità storica è più prosaica: come simbolo della neonata Repubblica cisalpina, Napoleone prese il tricolore francese e sostituì il blu con il verde. Eppure, come dimostra Dmytro Dubilet, ex ministro ucraino e collaboratore di Zelensky col pallino della vessillologia, la realtà è molto più affascinante dei simbolismi, e in questo curioso “atlante” illustrato raccoglie praticamente tutte le bandiere del mondo, raccontandoci le loro storie rocambolesche, spesso tragiche ma sempre appassionanti. Scopriremo per esempio che tutti i tricolori nascono per imitazione di quello francese (e dei suoi ideali), e che l’Ungheria passò a strisce orizzontali per non essere confusa proprio con l’Italia. Vedremo come mai confondiamo sempre tra loro le bandiere della Scandinavia, e che cosa unisce l’aquila a due teste dell’Albania con lo stemma del re Ferdinando di Spagna. Ma non c’è solo il passato: vari paesi dell’ex Commonwealth (tra cui l’Australia) stanno attivamente studiando nuovi vessilli per liberarsi della Union Jack, dimostrando anche oggi come nemmeno una bandiera, per quanto ci sembri strano, sia per sempre.
Around the clock. Una breve storia della popular music
Franco Fabbri
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Nella storia della musica, tra Otto e Novecento si registra una frattura destinata a rivoluzionare l’intero panorama: fino a quel momento si contrapponevano musica colta e musica popolare, ma il sorgere di una società industrializzata e urbana ha permesso la nascita e il rapido sviluppo di un insieme di generi “nuovi”, né colti né popolari in senso stretto. Quell’aggregato di generi, variegati e in continua evoluzione, in seguito raccolti sotto l’etichetta di “popular music”. Come spiega Franco Fabbri in Around the Clock, però, l’etichetta è solo in apparenza di comodo: se nella seconda metà del Novecento la popular music di maggior diffusione è stata certo quella di origine afroamericana e angloamericana, esaminando più da vicino lo stesso rock’n’roll, il funky, il rhythm & blues e gli altri generi che hanno dominato il mercato discografico, scopriamo un intreccio sorprendente di influenze, materiali comuni, coincidenze nei contesti socioculturali, tecnologici, industriali. Per capire la popular music di oggi occorre quindi fare un passo indietro, ripercorrendo tutti i generi che si sono avvicendati e differenziati dall’Ottocento in poi: dal fado e dal cabaret francese alla canzone napoletana, dal flamenco al rebetico, dalla canzone americana di Tin Pan Alley agli chansonniers, dal rock’n’roll alla bossa nova, dai cantautori al rock psichedelico, dal reggae al rap, dalla world music alla techno. Nelle pagine del libro la storia della musica incontra spesso la storia tout court, la sociologia e la massmediologia. Per raccontare la popular music è infatti inevitabile misurare il ruolo che ha avuto di volta in volta nelle vicissitudini storiche e sociali di questi secoli, così come è necessario seguire gli sviluppi delle tecnologie e dei media, i vari supporti e i canali diversi attraverso cui la musica si è diffusa e commercializzata. Una “breve storia” che rende conto del contributo di popoli, storie e culture diverse alla popular music che abbiamo ascoltato e ascoltiamo, in attesa di quella che ascolteremo.
Il segreto dei mitocondri. Strategie biomediche per vivere meglio e più a lungo
Enzo Soresi
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 224
Quattro miliardi di anni fa, molto prima che noi umani facessimo la nostra comparsa, sulla Terra esistevano due popolazioni di batteri procarioti, gli archei e i mitocondri. Dopo due miliardi di anni di pacifica convivenza – con tutta probabilità perché era aumentata la concentrazione di ossigeno nell’atmosfera – il mitocondrio, per evitare di bruciarsi, entrò nell’archeo. Questo processo di endosimbiosi diede origine alla cellula eucariota e quindi alla vita. I mitocondri, dunque, sono alla base dell’esistenza, la scintilla da cui scaturisce il processo evolutivo, il punto di partenza da cui genera la nostra storia. Un po’ come gli alberi e la vegetazione hanno creato in milioni di anni l’ambiente favorevole alla comparsa della popolazione umana, potremmo dire che i mitocondri hanno dato un impulso fondamentale al nostro sviluppo. Per questo sono così importanti, anzi fondamentali, per la nostra salute e il nostro benessere. Ma come possiamo mantenerli sani? Grazie ai suoi studi sui “floxati”, ovvero i pazienti con danni mitocondriali, Enzo Soresi, pneumologo, oncologo e studioso di neuroscienze di lungo corso, con l’aiuto del divulgatore scientifico Pierangelo Garzia, tocca gli snodi più interessanti, controversi e attuali della biomedicina e delle sue ricerche su questi batteri arcaici. Dai pericoli di alcuni antibiotici somministrati con troppa facilità alle conseguenze del Covid-19, il professor Soresi ci insegna a riconoscere i segnali dello stress mitocondriale e a prenderci cura di questi “organelli energetici”, uno dei modi per mantenersi in salute il più a lungo possibile.
Super-infinito. Vita, poesie e metamorfosi di John Donne
Katherine Rundell
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 320
Nella primavera del 1623, una massa di persone si accalca alla cattedrale di St Paul. Attendono l’arrivo del diacono Donne come si attende una rockstar: ogni sermone in effetti è uno spettacolo, che culmina spesso con il volto del diacono rigato dalle lacrime, scosso da felicità e dolore. Le sue parole riescono a «incantare l’anima», dicono, e i fedeli finiscono puntualmente per piangere insieme a lui. Ma John Donne era in grado di scuotere gli animi da sempre, come quando componeva, molti anni prima, poesie d’amore di una sensualità quasi insostenibile, tessendo lodi alla rivalsa dei corpi castigati («Piena nudità! Tutte le gioie a te sono dovute») e descrivendo la bocca di una donna come una «baia dove s’inturgidano scelte perle». Eppure non è la solita favola del libertino convertito a sant’uomo: c’è molto, molto di più. In effetti è impossibile ridurre a sole due dimensioni l’immagine strabordante di John Donne: incapace di essere una cosa sola, si è reimmaginato e reinventato di continuo, diventando di volta in volta poeta, amante, saggista, avvocato, pirata, dissidente, pastore, autore satirico, politico, cortigiano, cappellano del re, e infine, appunto, decano della più bella cattedrale di Londra. Forse è per questo che per secoli abbiamo capito ben poco di quest’anima sfuggente e imprendi bile, e così abbiamo relegato il più grande poeta d’amore inglese (insieme a Shakespeare) nelle pagine polverose dei libri di storia. Almeno fino a oggi, quando Katherine Rundell, in questa biografia acclamatissima in Gran Bretagna, ha deciso di ripercorrere romanzescamente la vita di un uomo per cui l’infinito non bastava, e quindi si è spinto fino a inventarsi un Super-infinito. Per la prima volta, allora, tutte queste identità, e tutte queste trasformazioni, brillano vitali tra le pagine, come la luce catturata da un prisma.
Il premierato non è di destra. Perché cambiando la forma di governo (sempre che lo si faccia bene) si può aggiustare l'Italia
Nicola Drago
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 180
Non appena si parla di aggiornare la forma di governo, le posizioni dei partiti si cristallizzano secondo le convenienze e le opportunità del momento, mentre ai cittadini resta oscura la materia del contendere. Così è stato per la riforma del premierato proposta dal governo nel 2024: la maggioranza a favore, l’opposizione contraria, gli italiani in mezzo. E il bello è che non molto tempo fa gli schieramenti erano capovolti: la sinistra promuoveva il premierato (poi addirittura il semipresidenzialismo), mentre le opposizioni nicchiavano. Ma perché è così importante cambiare l’assetto delle nostre istituzioni, tanto che ormai da decenni chiunque vince le elezioni si pone questo problema? Come spiega in questo libro Nicola Drago, imprenditore e presidente di ioCambio, un governo stabile e che funziona è la precondizione per cambiare tutto quello che andrebbe cambiato in Italia: senza un mandato chiaro, una maggioranza stabile, un orizzonte di legislatura, nessun esecutivo è in grado di affrontare e risolvere i problemi che affliggono noi cittadini. È così che si fa non solo nelle aziende (e Drago ha esperienza in prima persona di risanamenti e rinnovamenti), ma anche nella politica di molti paesi (in Francia e non solo) e nelle nostre amministrazioni comunali, con i sindaci eletti direttamente. Invece a livello nazionale abbiamo avuto sessantacinque governi diversi in settantasette anni, e negli ultimi dieci anni ne abbiamo avuti sette. L’ instabilità impedisce di attuare qualsiasi politica di largo respiro e di generare un impatto positivo sulla vita quotidiana dei cittadini (dalla scuola alla sanità, dalla giustizia al lavoro). Ecco perché la discussione sulla modifica della forma di governo non merita di incagliarsi nelle secche di un dibattito radicalizzato dai partiti e quindi sterile. Il premierato, in sé, non è una riforma “di destra”, tanto è vero che, per esempio, fu promossa dalla sinistra al tempo della bicamerale D’Alema. Può invece, se realizzato con equilibrio e spirito democratico, essere il grimaldello per sbloccare il potenziale del Paese, immobile da troppi decenni. La riforma che rende possibili tutte le altre riforme che servono alla nostra economia e alle nostre società. Prefazione di Sabino Cassese.
Contro lo sport
Stefano Pivato
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 192
Fin dal suo apparire, verso la fine dell’Ottocento, lo sport è stato il catalizzatore di un dibattito fra modernità e passatismo, tradizione e innovazione, novità e misoneismo. Oggi che lo sport è un fenomeno di massa, una passione largamente condivisa, è difficile ricordarlo, ma erano molte le ragioni per cui, al suo apparire in Italia, fu osteggiato attivamente: dalla difficile accettazione della cultura del corpo da parte di varie ideologie (a cominciare da quella cattolica) al rifiuto da parte del pensiero risorgimentale, che considera lo sport come un elemento disgregatore dell’amor di patria. Fino alla contrarietà di gran parte del socialismo, che lo ritiene un prodotto del «capitalismo borghese». Insomma, una sorta di oppio dei popoli. Queste riserve durano a lungo nella società italiana e riaffiorano di tanto in tanto, come in occasione della stagione del Sessantotto. Tuttavia, dagli anni ottanta del Novecento, quella che un filosofo come Gianni Vattimo definisce la stagione dell’«edonismo reaganiano» mette al centro della propria visione quel consumismo che, un tempo contestato anche nelle sue espressioni sportive, ormai si impone come nuovo modello di comportamento – fino a portare l’Italia dove è oggi, fra le massime potenze sportive mondiali.