Fondazione Ente dello Spettacolo: Le torri
Sergej M. Ejzenstejn. L'immagine estatica
Alessia Cervini
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2006
pagine: 144
Dopo un precoce esordio in teatro come scenografo e regista, Sergej M. Ejzenstejn (1898-1948), uno dei più grandi e autorevoli registi russi di tutti i tempi, oltre che uno dei più profondi e innovatori teorici del cinema, realizza nel 1924 il suo primo film, "Sciopero". Fra i suoi capolavori, "La corazzata Potëmkin" (1925), "Il vecchio e il nuovo" ("La linea generale", 1927-29), "Aleksandr Nevskij" (1938) e il film in due episodi "Ivan il Terribile" (1944-1946). Il volume ripercorre il vasto universo ejzenstejniano, accordando un'attenzione del tutto particolare alla copiosa attività teorica del regista.
Sergio Leone. Il cinema come favola politica
Christian Uva
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2013
pagine: 224
Sergio Leone. Spettacolo, mito, favola. Se queste sono le principali coordinate all’interno delle quali la produzione filmica di Sergio Leone è stata tradizionalmente collocata è tuttavia necessario evidenziare come tale orizzonte trovi la sua principale ragion d’essere in una corposa istanza politica articolata su più livelli. Il cinema leoniano è anzitutto la testimonianza di uno sguardo profondamente critico tanto nei confronti della materia raccontata quanto nei riguardi degli stessi dispositivi linguistici e drammaturgici che ne presiedono la messa in forma. Lontana da qualsiasi intenzionalità “militante” e sfuggente a qualunque classificazione ideologica, quella abbracciata da Leone è una prospettiva profondamente problematica e non riconciliata poiché intimamente fondata sulla compresenza di istanze in perenne, ma produttiva, tensione e instabilità. L’aggettivo politico assume ulteriore significato nel momento in cui segnala una lucida capacità di raccontare e interpretare aspetti salienti dell’identità e della storia italiane. Il carattere fondamentalmente astratto della sua produzione, emergente da un impiego tutto personale dei generi, costituisce in tal senso la prospettiva ideale in cui il regista inserisce riferimenti simbolici alla storia e all’attualità, mentre sul piano stilistico la continua rottura dei moduli classici e la costante necessità di rivoluzionare la forma appaiono mossi, pur all’interno di una concezione spettacolare e industriale della settima arte, da una volontà tutta autoriale di fare film politicamente.
Ingmar Bergman. Il volto e le maschere
Francesco Netto
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2008
pagine: 192
Ingmar Bergman (1918-2007) è stato sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico, scrittore. Il suo lungo itinerario audiovisivo ha attraversato il cinema classico e moderno, in un percorso originale e multiforme, instancabilmente orientato a cogliere nel dispositivo cinematografico il mezzo privilegiato per dare visibilità alle contraddizioni, alle incertezze e alle epifanie dell'immaginario soggettivo. Tra i suoi film più importanti si ricordano: "Un'estate d'amore" (1951), "Il posto delle fragole" (1957), "Luci d'inverno" (1963), "Persona" (1966), "Il rito" (1968), "Sussurri e grida" (1972), "Fanny e Alexander" (1982) e "Sarabanda" (2003). Il volume rilegge e reinterroga l'intera produzione del grande autore svedese.
François Truffaut. La geometria delle passioni
Giorgio Simonelli
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2007
pagine: 128
Truffaut è uno dei registi più celebrati, studiati e rimpianti della storia del cinema. Questo volume ne ripercorre problematicamente la carriera, dalle battaglie, vissute con i cineasti francesi della sua generazione, per la costruzione di un nuovo modo di fare e di pensare il cinema fino all’approdo ad una vera e propria moderna classicità della sua scrittura cinematografica. Simonelli rintraccia gli snodi espressivi e stilistici e le direttrici tematiche principali lungo le quali si sviluppa l’opera del grande regista francese: l’autobiografismo come punto di partenza di una riflessione generale sull’infanzia e sui percorsi di formazione, la lettura metalinguistica delle forme di comunicazione artistica (dalla letteratura alla musica, dal teatro al cinema), l’analisi geometrica delle passioni che determinano il senso della vita (e della morte) degli uomini.
Charlie Chaplin. Il tempo delle immagini
Alessandro Mazzanti
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2007
pagine: 192
Charles S. Chaplin (Londra, 1889 - Corsier sur Vevey, 1977) ha attraversato mezzo secolo di cinema, realizzando, dalle prime comiche di Charlot del 1914 a La contessa di Hong Kong del 1967, circa 80 pellicole. Anni in cui il cinema ha costruito lo star system (di cui Chaplin è stato uno dei primi e indiscussi protagonisti), ha trovato il sonoro (che egli ha fatto proprio con piena consapevolezza) e la pellicola a colori (utilizzata solo nel suo ultimo film). Il volume si ripropone di ripercorrere le trasformazioni dell'opera di Chaplin alla luce di una certa riflessione novecentesca (estetica e cinematografica), che ha messo al proprio centro le radicali trasformazioni che il cinema ha introdotto nel nostro rapporto con il mondo.
Luchino Visconti. Il teatro dell'immagine
Andrea Bellavita
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2006
pagine: 128
Visconti nasce il 2 novembre 1906, e di questa nascita, sospesa tra la santificazione e il trionfo della morte, ricorda: «Sono venuto al mondo nel giorno dei defunti per una coincidenza che rimarrà sempre scandalosa, in ritardo di ventiquattro ore forse sulla festività dei santi. Impossibile cominciare la vita senza essere prevenuto. Non mi si accusi mai, in ogni modo, di mal volere. Quella data mi si è attaccata per la vita come un cattivo indizio». Intellettuale aristocratico nel senso più pieno della parola: eletto, e per questo capace di abbracciare il senso della libertà e di opporsi al potere vuoto, al privilegio meschino e alla mediocrità. Irriducibile ad una sola chiave interpretativa, la sua opera disegna il profilo di uno dei più grandi intellettuali del ventesimo secolo: sospeso tra la santificazione e il trionfo della morte.
John Ford. Il gusto della narrazione
Fabio Carlini
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2006
pagine: 176
Ford nasce nel Maine nel 1894 da una famiglia di origine irlandese. Il suo primo film come regista, "The Tornado", è del 1917, l'ultimo, "Missione in Manciuria", del 1966. Autore di più di cento film tra muti e sonori, nella sua lunga carriera si misura con molti generi cinematografici privilegiando il western, del quale è unanimemente considerato un maestro. Da "Alba di gloria" a "Ombre rosse", da "Sfida infernale" a "Sentieri selvaggi", da "L'uomo che uccise Liberty Valance" a "La carovana dei Mormoni", il suo cinema è un succedersi di immagini epiche, di paesaggi e di uomini.