Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Le cose

"Sono composizioni ricche di immagini forti e suggestive, ad alto impatto emotivo quelle racchiuse In queste "Cronache Folk", che suonano come le cronache di fine millennio, lacerti provenienti da territori lontani e inseplorati. E paradossalmente è così, pur se questa è una poesia densamente metropolitana, perché quello che vede e riporta sulla pagina Stefano Sperandio, è il canto degli outsider, di chi cerca e guarda sempre la terza faccia della medaglia. Questa raccolta è particolarmente rappresentativa del pensiero dell'autore, della sua Weltanshauung fatta di piccole cose, di increspature, di interstizi in cui lui trova le verità nascoste, e talvolta scomode della nostra vita quotidiana; sono cartine di tornasole che rivelano i valori cardinali, le imprescindibili coordinate ideologiche sulle quali è fondato il suo pensiero".

"In queste pagine scorrono l'amore per la vita e la malinconia di una libertà agognata. Sono pagine segnate dal dolore, dall'angoscia, dalla paura. Eppure votate alla speranza. Le parole pesano, commuovono, perché ad ispirarle non sono sterili velleità artistiche, quanto una disperata urgenza espressiva seriamente necessaria a chi scrive. Quasi vitale."

La passione, declinata in mille diverse sfaccettature multicolori, abita le liriche di Lucia Babbo. Il lettore non può certo rimanere indifferente allo scorrere genuino di questi versi, che come una sonda raggiungono le profondità dell'anima per portare alla luce anche il moto più impercettibile.

Santo R Saraco ci parla d'amore, di sogni e di passioni. E intanto si chiede, e questa domanda la pone implicitamente anche al lettore, a cosa servano le parole. Da qui il titolo della raccolta, provocatorio per chi, proprio con le parole, trova il modo di imporsi al mondo, di far sentire che è vivo e che questa forza comunicativa può, nel suo piccolo, anche cambiarlo questo mondo...

"Non so se tra roveti o biancospini se s'un lenzuolo di brina o sotto tappeti di rondini fiorì sempreverde l'immagine tua fuorviante essenza di madreperla che l'alto Olimpo del sommo Giove inclinerebbe a guardar lo sguardo. Anche se non è degna alcuna parola di raccontar l'immensità di quei sentieri, tacere non posso di quel ruscello: fu in piena della tua immagine, una cascata dolce da cui non so più rialzarmi."

"A leggere il titolo, Piccoli pensieri, viene da domandarsi cosa sia un "piccolo pensiero". Un piccolo pensiero, in realtà, non è mai "piccolo"; spesso utilizziamo questo aggettivo quando vogliamo introdurre qualcosa a cui tanto abbiamo pensato e che altrettanto amiamo; lo usiamo quando vogliamo introdurre con discrezione un pensiero solo nostro, proprio a sottolinearne il valore, qualcosa che riteniamo prezioso, inestimabile, sicuramente frutto del nostro interrogarci. [...] Proprio questa è la sensazione che si ha con i componimenti di Fiume. Ce li porge come fossero piccoli doni di cui lei, per prima, conosce il gran valore. Non c'è semplicemente una porzione del suo universo personale, in questi versi, bensì un messaggio che vuole preservare dall'arroganza del mondo, nella convinzione che la poesia può - anzi deve avere - il compito di proteggere con le sue metafore, i suoi simboli, i suoi silenzi, la bellezza che ogni parola racchiude nell'essenza".

La poesia di Anna Sobrero è fatta di battiti di ciglia: sono momenti rapidi, istantanei, che volano via come petali leggeri, ma non scompaiono fulminei come se non fossero mai esistiti, lasciano piuttosto al loro passaggio un'impronta di bellezza, di leggerezza, di affetto vivo come se fossero stati marchiati, con l'amore però, non con il fuoco. Raccontano una storia pur senza un "c'era una volta...", perché alcune storie sono così forti, così piene di umanità, che non le puoi esprimere a parole ma solo con l'emozione di un sentimento fatto essenza.

«Ogni partenza non diventa mai un viaggio di ritorno ma solo di scoperta, a cominciare da quegli aspetti di noi che mai avremmo immaginato. Ed ecco allora che il lettore coglie le parole-verso dell'autore e vi intravede un universo, con un'impressione costruisce un sogno, forse un'illusione, ma con un sapore che non ha eguali. Quello di Tommaso Misani sembra quasi un viaggio surreale che attraversa il tempo e lo spazio con una velocità che si modifica con il battito del suo cuore, un'atmosfera soffusa quasi bohémien che ci invita a non fermarci mai se non quando i nostri sensi lo richiedono.» (dalla Prefazione di Pamela Michelis)

Raccolta di poesie in cui l'autore esprime i suoi "pensieri in anima fra sogni e realtà" e in un modo alquanto personale... I temi delle sue poesie spaziano dalla natura, all'amore, al rispetto per la donna (contro soprattutto il femminicidio), all'anzianità, alle differenze generazionali, alla riconoscenza del creato, alle preghiere in ogni Dio, alla contemplazione del mare, nelle riflessioni sulla vita e la morte, odi alla vita, odi al rispetto e alla speranza. Si spinge fra i flutti e i tuffi profondi nel mare dell'Elba, Isola che tanti amano, ne descrive ogni estremo, lo scorrere delle giornate e delle sere, la storia, le leggende e perfino il soprannaturale. Descrive un Paradiso di un'Isola che c'è, l'Elba, lui la definisce l'estremo limbo baciato dagli angeli. Prefazione di Pamela Michelis.

«Può la letteratura, e dunque la poesia, essere un mezzo di riscatto personale? Sembra essere questo l'implicito messaggio della raccolta di poesie e aforismi di Silvio Mencaroni. Attraverso componimenti per lo più scritti in romano, l'autore ci parla con disarmante sincerità e semplicità della sua vita, ma soprattutto dei suoi errori. Pane al pane, vino al vino, potremmo dire; con un'onestà quasi sfrontata ma sempre ben accetta, Silvio Mencaroni ripercorre la sua vita come in tanti flashback emersi più dalla coscienza che dalla memoria; una vita in realtà, quella descritta, che non è solo la sua, ma quella di tutto un mondo che vive, anzi, quasi sopravvive, nella periferia di una grande città, nello specifico di Roma.» (dalla Prefazione)

«È una poesia, quella di Giacomo Lenzerini, che necessita di una sorta di abbandono: ti invoglia a perdersi tra le sue righe, a fare tue le sue pause tra i versi, a sentire sulla pelle gli accostamenti un po' rudi, graffianti, che ti segnano con la loro immaginazione introversa nel senso ma estroversa nella colorazione semantica ardita.» (dalla Prefazione)

«Ho scritto queste poesie per comunicare quello che ho dentro, convinta che molti hanno provato le stesse cose che ho provato io; queste sensazioni, la poesia aiuta a renderle, in un certo senso, palpabili. Sì, io li vedo i colori delle mie poesie, ascolto i suoni che esse emanano, avverto il loro gusto ed anche il loro retrogusto, sento l'odore che sono capaci di emanare e le posso toccare; anche attraverso un pezzo di carta avverto la dolcezza delle loro curve.» (dalla Prefazione)