Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Le cose

"In "Aspettando il tramonto" Claudia Chinaglia danza a proprio agio con la solitudine. Nella solitudine e nel suo silenzio, alla ricerca di un rifugio per la propria anima piegata dall'esistenza." (Dalla prefazione).

"Quello di Martina è un percorso tutto interiore. Il percorso di una persona che si interroga continuamente sull'esistenza e che riesce a coglierne, con estrema sensibilità, contraddizioni e bellezza, dolori e momenti di serenità. Il suo modo di usare le parole affascina proprio per la profondità dello sguardo che evoca atmosfere tese fra il sogno e la realtà e regala immagini suggestive." (dalla prefazione)

«I suoi versi sono incisivi, diretti al cuore. Hanno il potere di suscitare sensazioni perché rievocano, nell'immaginario della mente, quelle emozioni e sensazioni anestetizzate e perdute dalla razionalità di un mondo privo di anima. La sua poesia non ha bisogno di essere decodificata perché è immediata, genuina, vibrazione che porta armonia. Le poesie scorrono leggere come acqua di ruscello di montagna per congiungersi con il grande mare da cui tutto proviene. Nell'opera di Ivan c'è la narrazione della sua storia con tutto il suo vissuto alla ricerca della profonda conoscenza di Sé nel bene e nel male. Leggendo ognuno potrà trovare emozioni e sensazioni personali e rievocare ricordi antichi.» (dalla Prefazione di Giovanni Gocci)

«Descrivendo le sue stesse poesie, l'autore, Angelo Grassi, parla con disarmante semplicità di emozioni. Preferisce, infatti, chiamare cosi questi preziosi componimenti, nati nel corso degli anni, da una vita non facile, troppo spesso bagnata dalle lacrime salate del dolore e della perdita. C'è una sorta di pudore dell'Introduzione scritta dall'autore stesso che sembra quasi, involontariamente, "scusarsi" di aver voluto condividere questi suoi momenti personali, nati in tempi ben precisi nel corso degli anni e spesso come frutto di vere e proprie epifanie.» (dalla Prefazione)

«Bruna è poetessa naturalmente, dai tempi della scuola. La vita l'ha resa esperta del dolore, della mancanza d'amore che c'è tra gli uomini. Da questo nasce in lei un tormento, un attorcigliamento della coscienza che stilla sangue. Il dolore di vivere, di essere caduta, angelo dal cielo, in mezzo ad un mondo di disamore, ad un deserto. Piangere serve, fa bene, libera l'anima e la purifica da miasmi; scrivere è anche segno di immensa fiducia per gli uomini, perché leggendo (e ci si augura siano molti i sensibili lettori), essi diventano migliori, e si ravvedono. Il poeta è un angelo, gli uomini un po' meno; Bruna tende il suo arco tra questi due poli, tra sé e gli altri, e cerca di colmare la distanza con le parole. Meglio, con le immagini.» (dalla prefazione di Orio Rossetti)

"Un sentimento struggente di ricordi passati del mondo da bambina, da adolescente, di luoghi natii che hanno generato sensazioni e profumi indimenticabili, di un mondo fatto di semplicità unito agli affetti che "non sono più", ma rimangono indelebili nel cuore e nella mente di chi li ha vissuti. Stati d'animo di una vita costellata da umori e sensazioni, di affetti familiari lieti o pervasi da malinconia e tristezza."

"Scrivere per dar voce all'anima è il fine di questa raccolta di poesie. Essa esprime la dimensione umana e poetica per raggiungere la bellezza interiore in cui l'animo respiri per comporre versi vitali. Il senso di solitudine è presente in tutto ciò che la vita ha donato e rubato. È una raccolta vissuta in ogni verso, dove il respiro sprigiona nelle acque di un immenso oceano poetico." (Raimonda Bolchini)

«Come si fa a vivere senza un po' d'amore? è molto più facile invecchiare è molto più semplice impazzire Più naturale morire» «Attraverso versi costruiti con perizia, l'autrice alterna musicalmente versi e parole, come unità plasmabili in tutta la loro potenza, usando rime, allitterazioni ed assonanze per creare un unicum espositivo ricco ed espressivo. C'è tutta una straordinaria potenza di suoni e colori che, anche nelle sfumature del grigio, emerge viva e prorompente in tutta la sua forza.» (dalla Prefazione)

Appassionato lettore di sonetti in dialetto romanesco, in particolare di Belli e Pascarella, Gianlugi Scanferla in questa pubblicazione ha riunito la sua passione per la cucina e per i versi in dialetto romanesco. Si tratta di un'ottantina di ricette ognuna delle quali accompagnate da una lirica in dialetto che ne esalta le caratteristiche in modo ironico e originale. Tanti spunti e idee per preparare antipasti e salse, minestre, paste asciutte, riso, polenta, secondi piatti a base di carne o pesce, contorni e dolci. Piatti che rivisitano anche la tradizione regionale come la panzanella, i crostini alici e mozzarella, le gustose minestre di legumi, pasta e ceci o pasta e patate, le saporite paste asciutte come le penne all'arrabbiata, la pasta puttanesca, le pappardelle al cinghiale, i tonnarelli cacio e pepe, i secondi piatti invitanti come le salsicce con l'uva, l'arista di maiale al latte, il filetto in crosta o il pesce spada agli agrumi. Una varietà di profumi, sapori e colori che andranno sicuramente ad arricchire la nostra tavola, per condividere spensierati e gustosi momenti in compagnia degli amici e della famiglia.

Questo libro appartiene a uomini nascosti, uomini della notte, uomini dal sentimento oppresso e disperso. Per accingersi a leggermi bisogna percepire la propria diversità dalla massa rintronata e istrione, preferente la maschera alla libertà. Così si apre il testo di Alessandro Battaglia, opera di una penna giovane, ma che va diritta nel proprio intento: restituire alla scrittura il valore universale che le spetta. (dalla prefazione)

Le parole che Giulia usa, sofferenti, pesanti, crudeli nel loro intento di scavare a fondo, cercano dei testimoni. Lo scrive lei stessa: "L'unico modo per sentirsi meno peso addosso è buttare giù qualche parola, questo libro nasce per una necessità personale. Questo libro nasce per quei lettori che non hanno mai avuto comprensione, né orecchie amiche. Questo libro nasce per non sentirsi mai soli". Sono, le sue, parole che vogliono essere accolte e comprese nella loro intima sofferenza. Parole che non possono rimanere inascoltate. (dalla prefazione)

"La poesia di Paola Balbo è frutto di una ricerca testuale importante, difficilmente le parole sono accostate per casualità, la loro concatenazione - perché sembrano veramente concatenate una nell'altra - emerge predominante creando effetti sonori a cascata, con un mix equilibrato di assonanze, consonanze e allitterazioni in genere." (dalla prefazione)