Il Labirinto: Stanze
Anna sa
Domenico Adriano
Libro
editore: Il Labirinto
anno edizione: 2023
pagine: 112
«Libro di rigorosa architettura poetica, articolato in cinque campiture compatte e in situazione diacronica, è al tempo stesso un omaggio dell’autore ai suoi maestri, a De Libero e a Vigolo, a Ungaretti e a Margherita Guidacci, ai più prossimi Tommaso Lisi e Rodolfo Di Biasio, fratello maggiore quest’ultimo e maestro a pari titolo. Nel tributo alla loro ispirazione, nell’asciuttezza aristocratica della scrittura, Domenico Adriano ci guida nel suo mondo dalle sopravvivenze arcaiche impersonato da un’ava che conserva per la vita il vestito dell’ultimo viaggio, da un padre amatissimo, reduce dall’internamento, che in soglia di congedo parla con gli uccelli dei rami, da un amore ugualmente di ascendenze antiche che vediamo prendere la parola, farsi voce, “dettare” le improvvise accensioni di una sapienza – Anna sa – in dialogo con le piante, gli alberi, i semi della terra. Così che toccherà al lettore, in cerca delle gemme che tra queste pagine abbondano, fingersi con il poeta "con le piante dei piedi / da millenni a terra, noi / le radici stesse degli alberi".» (Marco Vitale)
Ritorno
Gabriella Pace
Libro: Copertina rigida
editore: Il Labirinto
anno edizione: 2022
pagine: 72
Poiché Gabriella Pace ha in sé il dono di essere un poeta, la poesia prese corpo in lei - molto tempo fa - per alcuni versi suggeriti dal padre. Io rimasi colpito da quell'uomo seduto su una poltrona, che cercava le parole per «dire a noi / tuoi figli / l'amore che ci porti», e molte altre cose solo scorte. A raccontare ora è la figlia: con una matita di sanguigna - lieve nel tono che la distingue. Essere poeti è per sempre. Il "ritorno" ha in sé qui una dura partenza: per Zwickau, su vagoni da bestiame dove furono caricati molti nostri soldati, contati come "internati". Perché tutto non restasse imprigionato nelle ance del silenzio, ecco un poeta prestare voce e canto al padre (l'aria rideva tutta, / brinata, si scioglieva. / Pensavo: / - Non siete mie nemiche -), alla madre del giovane (io sono sorda e cieca / una pietra / una foglia secca / allieva dell'autunno), a sé stessa figlia "con amore che non riposa". «Non è la prima né l'ultima / è guerra tra le guerre», la terribilità che ribolle. Ha il ritmo di un cuore doloroso questo libro. Gabriella lo ha tenuto dentro, tanto si sono affinati la chiarezza dello sguardo, la misura, la tessitura del suo scrivere.
Cavallucci marini
Gino Scartaghiande
Libro: Copertina rigida
editore: Il Labirinto
anno edizione: 2022
pagine: 200
Con i "Sonetti d'amore per King Kong", nel 1977 la poesia di Gino Scartaghiande arrivò potente se tra le voci che la salutarono poté esserci Amelia Rosselli, che vide bene quella dirompenza poetica «sorpassare l'individuale». Di «terribile forza di ironia, di dissacrazione, e nello stesso tempo di freschezza», parlò Andrea Zanzotto. Venne solo un altro libro, "Bambù", nel 1988. Poi negli anni pubblicazioni clandestine, quasi postume - a rodere il coraggio del silenzio -, imposte da nascoste "caverne" dell'anima. Rare poesie, come incise, subito riconoscibili per rigore e accento, misura. Per le «sprezzature, le collisioni, gli scarti linguistici» come ebbe infatti a scrivere Domenico Vuoto. Al poeta non era dato di morire. Lo aveva anche scritto: «Morire è un lusso che non possiamo permettere / né alla fantasia né alla pratica quotidiana». Riproposti ora gli introvabili due oggetti accompagnati dagli inediti sparsi e dimenticati. Con "Cavallucci marini" (innovativa nuova raccolta e "sintesi" del cammino precedente, dove "io" è sempre un altro) l'autore ci porge tutto il suo lavoro, unito in un disegno unico, in una scienza "contemplativa" di minute verità cocenti quanto accecanti.