Le Lettere: Storia dello spettacolo. Saggi
Lungo la via del Brennero. Viaggio nello spettacolo dal tardo Medioevo al Rinascimento
Massimo Bertoldi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2007
pagine: 270
Lungo la Via del Brennero dal 1200 all'inizio del 1600 si registrano spettacoli di comici, concerti, feste cortigiane e popolari, tornei cavallereschi, rappresentazioni sacre e commedie carnevalesche, ingressi trionfali. Distribuiti secondo una scansione cronologica i capitoli sono concepiti come tappe di un viaggio nei centri maggiori e minori del territorio in questione: Innsbruck, Vipiteno, Bressanone e Novacella, Bolzano, Merano, Trento, Rovereto. Dalla dinamica degli scambi e dei contatti avviati dagli artisti vaganti emerge un quadro eterogeneo che si caratterizza per l'assimilazione di linguaggi e soluzioni teatrali innovative oppure per la conservazione delle forme tardomedievali. Soprattutto durante il Rinascimento la Via del Brennero diventò arteria fondamentale di collegamento culturale e politico tra le corti dell'Italia settentrionale e i territori dell'Impero. La ricerca si basa su fonti archivistiche, cronache di viaggio, analisi dei testi teatrali sacri e profani, lo studio dell'iconografia conservata nelle pareti affrescate dei castelli e in altri documenti artistici a stampa.
Il sistema dei ruoli nel teatro tedesco dell'Ottocento
Hans Doerry
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2006
pagine: 160
Pubblicato in Germania nel 1926. Hans Doerry (1902-1990), oltre che attore, regista e Dramaturg, esponente della neonata Theaterwissenschaft e allievo di Max Hermann, analizza i cambiamenti avvenuti nel sistema dei ruoli teatrali in Germania nel corso dell'Ottocento. Partendo da una considerazione delle tipologie dei ruoli esistenti (debitori in larga misura al teatro francese), l'autore mette a fuoco la relazione tra questi e l'affermazione del principio di regia, che colloca alla metà del XIX secolo. Il percorso storico-critico approda alla drammaturgia di Ibsen, considerata fattore determinante per lo scardinamento del principio dei ruoli. Doerry giustifica la persistenza dei ruoli nel primo Novecento considerandone l'utilità dal punto di vista organizzativo e sociale, ma anche valutandone i riflessi giuridici. Nella bibliografia d'eccellenza della "scienza del teatro", cui la cultura tedesca si dedica con passione sin dai primi anni del XX secolo, è una delle opere capitali.
Il critico errante. Anni Sessanta e dintorni a teatro in cerca di storia
Bruno Schacherl
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2005
pagine: 240
Echi nordici di grandi attori italiani
Franco Perrelli
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2004
pagine: 208
Il sistema dei ruoli nel teatro tedesco del Settecento
Bernhard Diebold
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2001
pagine: 208
Diabolus in musica. Lingua e pensiero nella musica tra sacro e profano
Marcello De Angelis
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2001
pagine: 344
Il tragico e l'umorismo. Studio sulla drammaturgia di Samuel Beckett
Annamaria Cascetta
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2000
pagine: 406
L'esilio di Metastasio. Forme e riforme dello spettacolo d'opera fra Sette e Ottocento
Andrea Chegai
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 1998
pagine: 328
Il dramma e l'immagine. Teorie cristiane della rappresentazione (II-XI secolo)
Carla Bino
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2015
pagine: X-267
Il libro propone una lettura parallela di due grandi questioni della storia della Chiesa alto medievale: il discorso contro gli spettacoli (II-V sec.) e la querelle tra iconoclasti e iconofili (VII-IX sec). L'intento è comprendere se al fondo delle singole argomentazioni esista una struttura di pensiero comune e condivisa, e se questa struttura possa essere intesa come una compiuta e articolata "teoria cristiana della rappresentazione". In che modo la condanna di ogni forma di spettacolo può coesistere con la strenua difesa delle icone e del loro culto? Per quali ragioni i Padri della Chiesa vietano gli idoli, ma esortano l'uomo a essere attore della propria vita? L'analisi dei concetti di dramma e di immagine, condotta sulle fonti patristiche, dimostra che l'idea cristiana di rappresentazione è segnata da un'incolmabile distanza rispetto al pensiero greco-ellenistico. Spettacolo e dramma, spettatore e sguardo, attore e azione assumono un nuovo significato; immagine, icona, relazione e somiglianza, vedere e rappresentare sono termini che rimandano a nuovi presupposti epistemologici. Fondato sul paradosso dell'incarnazione che unisce l'invisibile al visibile, il pensiero cristiano comporta una vera e propria rivoluzione della visio e dell'actio. Una rivoluzione teorica decisiva per comprendere il vasto capitolo del "teatro cristiano", fiorito nell'Europa medievale a partire dal X secolo.
Il principe in fuga e la principessa straniera. Vita e teatro alla corte di Ferdinando de' Medici e Violante di Baviera (1675-1731)
Leonardo Spinelli
Libro
editore: Le Lettere
anno edizione: 2010
pagine: 298
Lo studio che qui si pubblica intende ricostruire l'ultima fase del mecenatismo spettacolare della dinastia Medici attraverso l'indagine sul Granprincipe di Toscana Ferdinando de' Medici (1663-1713) e la consorte Violante di Baviera (1673-1731). Fine collezionista musicale e di opere d'arte, Ferdinando, che per sensibilità ricordava il gusto e la competenza dei più illustri avi, fu infatti uno dei più brillanti promotori del teatro del suo tempo. Fiore all'occhiello del sistema spettacolare alle sue dipendenze erano la villa di Pratolino e il teatro pubblico di Livorno dove, negli anni a cavallo tra Sei e Settecento, vennero inscenate opere in musica in grado di tenere il passo delle più rinomate rappresentazioni veneziane, sia per l'efficienza degli allestimenti che per la qualità degli interpreti, gran parte dei quali afferenti alle "scuderie" medicee. A pendant del grande teatro d'opera finanziato dal Medici, negli appartamenti di Violante si consumava invece il rito di una più intima e sobria spettacolarità privata, di cui la principessa era l'indiscussa protagonista, rivestendo i panni di drammaturga e attrice. Ma l'apprendistato artistico e impresariale al fianco di Ferdinando le consentì, l'indomani della prematura scomparsa del principe, di ereditare persino la committenza attiva del marito. In pieno Settecento la qualità del suo nome coincise così con quello di una mecenate da cui ottenere protezione e credenziali di costume e garbo da esibire come passepartout presso le corti.
Attori e ruoli nell'opera buffa italiana del Settecento
Gianni Cicali
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2006
pagine: 376
Il sistema dei ruoli sovrintende l'organizzazione delle compagnie e regola tutti gli spettacoli d'opera buffa nel corso del Settecento: buffi, buffe, buffi caricati, prime buffe, buffi di mezzo carattere. Alcuni di questi fra i più significativi vengono analizzati dall'autore del libro attraverso le biografie artistiche degli attori-cantanti italiani che si produssero con diverso successo sui palcoscenici nazionali e su quelli di tutta Europa.