Ledizioni: Dipartimento di studi storici
Alberto Martini (1931-1965). Da Longhi ai Maestri del Colore
Federica Nurchis
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2017
pagine: 455
Nei ruggenti anni Cinquanta, in pieno miracolo economico, Alberto Martini, appena laureatosi a Firenze con Roberto Longhi, si avviava al mestiere di storico dell’arte. Una disciplina che di lì a pochi anni il giovane avrebbe rivoluzionato entrando nelle case degli italiani grazie ai mitici «Maestri del Colore» Fabbri Editori, progetto che gli aveva permesso di girare il mondo e di accumulare una serie di contatti con direttori e funzionari di musei, in un raggio d’azione internazionale. Al grande cantiere divulgativo aveva affiancato rilevanti studi scientifici, dalle indagini sul Trecento riminese alla chiarificazione delle tappe nella carriera giovanile di Bartolomeo della Gatta. A Milano dal 1958, al fianco di Franco Russoli aveva conosciuto in Brera un’intera generazione di pittori e scultori, mentre dal 1962 Martini avrebbe instaurato un legame profondo con Alberto Giacometti, sul quale avrebbe messo a fuoco, di lì a poco, l’analisi più acuta e lucida espressa fino a quel momento dalla critica italiana. Il volume offre una biografia intellettuale del personaggio ripercorrendo le tappe della sua carriera.
The identity of the contemporary public library. Principles and methods of analysis, evaluation, interpretation
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2017
pagine: 216
I due volti del potere. Una parentela atipica di ufficiali e signori nel regno italico
Edoardo Manarini
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2016
pagine: 395
Uno studio complessivo e di lunga durata dedicato agli Hucpoldingi, un oggetto di ricerca fino a oggi di difficile inquadramento per gli studiosi. Accostati al supposto governo comitale della città di Bologna dall’erudizione ottocentesca, gli Hucpoldingi sono rimasti per lungo tempo ai margini delle ricostruzioni di storia politica del regno italico altomedievale proprio per l’ampiezza d’azione che caratterizzò il gruppo parentale per più di due secoli, dal IX all’XI. La dispersione geografica dei fondi documentari che attestano la loro azione li ha resi inafferrabili a lungo, nel loro insieme. La ricerca affronta la ricostruzione delle vicende politiche dei diversi membri della parentela, del loro patrimonio e delle clientele loro connesse nei vari settori del regno. Esamina infine gli elementi peculiari del gruppo, dai quali emergono i caratteri del loro potere, le strategie di memoria e le nozioni di autoconsapevolezza comuni ai diversi individui.
Millard Meiss. Tra connoisseurship, iconologia e Kulturgeschichte
Jennifer Cooke
Libro: Copertina morbida
editore: Ledizioni
anno edizione: 2016
pagine: 369
Membro di quella prima generazione formatasi nell'età dell'oro della storia dell'arte americana tra gli anni Venti e Trenta, Millard Meiss (1904-1975) elaborò un originale e multiforme approccio metodologico. Da un lato, la scienza del conoscitore del primo maestro, Richard Offner, trovò applicazione nei saggi sul Trecento toscano, da Francesco Traini al Camposanto di Pisa, alle contese tra Duccio e Cimabue, alla questione assisiate. Dall'altro, lo studio dei rapporti tra Italia e Fiandra e il loro incrocio nella miniatura francese fu, invece, stimolato dall'incontro con Panofsky, insieme a una riformulazione del proprio metodo ora orientato all'indagine del significato dell'opera. Un percorso che condusse Meiss ad approfondire le influenze del clima filosofico-religioso sulla produzione artistica nel celebre "Pittura a Firenze e Siena dopo la Morte Nera", la cui problematica ricezione tra côté anglosassone e italiano offre lo spunto per una discussione sulla storia sociale dell'arte. A ciò si aggiunse una sensibilità per lo studio delle tecniche artistiche e i problemi di restauro tradotta nel diretto impegno di Meiss nei comitati per il recupero delle opere danneggiate dalla guerra (ACRIM) e, nuovamente, a soccorso del patrimonio fiorentino e veneziano dopo l'alluvione del 1966 (CRIA).
Il «libro di lettere» di Girolamo Borsieri: arte antica e moderna nella Lombardia di primo Seicento
Paolo Vanoli
Libro: Copertina morbida
editore: Ledizioni
anno edizione: 2015
pagine: 319
Il cosiddetto "epistolario" manoscritto di Girolamo Borsieri è la fonte privilegiata per accostarci dall'interno a uno dei momenti più entusiasmanti dell'arte lombarda di età moderna. Obiettivo del volume è fornire una chiave di lettura più consapevole ai manoscritti dell'"epistolario", fino ad oggi utilizzati negli studi storico-artistici come una fonte neutra, di prima mano, senza porsi fino in fondo il problema del loro statuto e delle intenzioni che presiedono alla loro compilazione: quelle di un "libro di lettere" destinato alla pubblicazione e concepito come un'autobiografia intellettuale. Accanto all'analisi dell' "epistolario" e al commento di un centinaio di lettere di argomento letterario, artistico e antiquario, il libro dà conto anche della produzione poetica di Borsieri legata alle arti e ricostruisce il suo profilo di conoscitore, mettendone in rilievo i rapporti con il mondo dei collezionisti, degli antiquari e dei letterati lombardi.
Alessandro Baudi di Vesme e la scoperta dell'arte in Piemonte
L. Alessandra Giovannini
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2015
pagine: 320
Come Adolfo Venturi e Corrado Ricci, Alessandro Baudi di Vesme (1854-1923) appartenne all'ultima generazione di studiosi e funzionari autodidatti che lavorò, tra Otto e Novecento, al delicato processo di affermazione della disciplina storico-artistica in Italia.
Autografia ed epistolografia tra XI e XIII secolo. Per un'analisi delle testimonianze sulla «scrittura di propria mano»
Micol Long
Libro: Copertina morbida
editore: Ledizioni
anno edizione: 2014
pagine: 242
"Caro amico, ti scrivo questa lettera di mia mano": così affermano gli autori medievali le cui testimonianze sono qui raccolte e analizzate. In un mondo in cui la maggioranza degli intellettuali non scriveva di proprio pugno ma componeva dettando a un segretario, l'ambito epistolare rappresenta uno dei contesti in cui la pratica dell'autografia e la sua rinnovata valorizzazione si svilupparono, anticipando la loro diffusione in età moderna. Le lettere contengono spesso informazioni sulle circostanze e le motivazioni della scrittura, offrendosi dunque come una fonte particolarmente indicata per indagarle. L'analisi dei riferimenti a casi di autografia epistolare all'interno di lettere latine scritte tra l'inizio dell'XI secolo e la metà del XIII consente di esplorare la consapevolezza che gli autori stessi avevano dei possibili usi e vantaggi dell'autografia, da inquadrarsi più in generale nella loro concezione della scrittura.

