Interesse locale, storia familiare, ricordi
Delle memorie istoriche dell'antica città di Gela (rist. anast. Palermo, 1753)
C. F. Pizolanti
Libro
editore: Forni
anno edizione: 1993
pagine: 248
Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto (rist. anast. 1869)
Achille Sansi
Libro
editore: Forni
anno edizione: 1993
pagine: 320
Montecchio Vesponi. Un territorio, un castello e una comunità
Santino Gallorini
Libro
editore: Calosci
anno edizione: 1993
pagine: 260
I fratelli Ciardo: Francesco, Domenico e Biagio
Libro
editore: Schena Editore
anno edizione: 1993
pagine: 328
Soleto. Una città della Grecia salentina
Michele Montinari
Libro
editore: Schena Editore
anno edizione: 1993
pagine: 238
La simbologia del pozzo di Laurino (sec. XIII)
Gino Pisanò, Mino Schiavo
Libro
editore: Congedo
anno edizione: 1993
pagine: 40
La strage dei pettinai
Paolo De Luca
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 1993
pagine: 112
«L'anno 1848 il giorno 26 del mese di maggio, nel Comune di San Giorgio, ad un'ora di notte... siamo stati avvertiti dal clamore pubblico essere stati in quest'abitato scoperti tre forestieri portatori di sostanze venefiche e che abbiano dati indizi di volerne far uso a danno della popolazione, la quale, insorta contro di loro li ha spenti». Così inizia il rapporto del «supplente giudiziario» Nicola Masci su un agghiacciante episodio di quella plurisecolare «strategia del colera» che seminò il terrore anche in Calabria. Ma i tre poveri venditori ambulanti di pettini erano davvero degli untori? E chi mise in giro quella «voce», con quali effettivi propositi? «Il sospetto e l'esasperazione, quando non sian frenati dalla ragione e dalla carità, hanno la trista virtù di far prendere per colpevoli degli sventurati, sui più vani indizi e sulle più avventate affermazioni», aveva ammonito Manzoni. Ma gli atti giudiziari di questa «storia» sconosciuta confermano altri sospetti e sollecitano altre riflessioni. L'eccidio fu infatti un episodio di una lunga «strategia della tensione», i cui veri colpevoli furono condannati solo dieci anni dopo, in un processo che solo in parte svelò i misteri di un'istruttoria che volutamente aveva cercato di insabbiare la verità. Un episodio che in questa sottile e densa ricostruzione narrativa si rivela come «un'eloquente storia d'oggi».

