Marietti 1820: Saggistica
L'inguaribile tristezza del saggio. Una ricerca sulla cultura kazaka
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2006
pagine: 204
«Sono arrivato in Kazakistan 12 anni fa sapendo a mala pena che non era in Russia, anche se era stato parte dell'Unione Sovietica. Sono arrivato sapendo già un po' di russo (quello che si può imparare a Milano), tra gente che parlava questa lingua, anche se per metà venivano da decine di nazioni diverse (in Kazakistan ci sono 120 etnie), spesso per effetto delle deportazioni staliniane. Anche la metà rappresentata dai kazaki parlava e parla tutt'ora il russo.[..] Questo libro parte dal sufismo per arrivare ad Abai Kunbai, che fu il più grande scrittore kazako, vissuto nell'Ottocento, presenta una panoramica di questa tradizione, e per me costituisce un debito di riconoscenza ad un popolo che mi ha accolto con affetto in questi anni e che desidera farsi conoscere dal mondo al di là degli stereotipi che lo presentano genericamente come "il popolo dei nomadi della steppa". Proprio il grande Abai, ma non solo lui, scriveva che se la cultura kazaka vuole conservarsi non può che aprirsi al dialogo con le altre culture. La testimonianza di Ciocan Ualikanov e della sua straordinaria (e sconosciuta in occidente) amicizia con Dostoevskij, rappresentano l'ulteriore conferma di un popolo critico, innanzitutto con se stesso, e aperto al dialogo con tutti. L'inguaribile tristezza del saggio, citazione di Abai, è quella di chi ama la realtà, la vita in un modo appassionato e, inevitabilmente, soffre per averne sempre una conoscenza inadeguata. Auguro, paradossalmente, ai lettori di condividere con me e con gli amici kazaki un po' di questa provvidenziale tristezza, senza la quale l'uomo non è se stesso. Rakmet! (Grazie)». (Don Edoardo Canetta)
Il buddismo mahayana attraverso i luoghi, i tempi, le culture. L'India e cenni sul Tibet
Y. Marassi Mauricio
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2006
pagine: 288
La predicazione del Buddha Sakyamuni è profondamente radicata nella cultura religiosa che la precede, e ha in sé una "tonalità" nuova che ne costituisce il valore più prezioso. L'ipotesi sottesa al presente lavoro, in forma di trama letteraria e non tesi da dimostrare, considera il buddismo, nel suo articolato complesso, come un essere vivente che, 2500 anni or sono, sentì presente la sofferenza, ne verificò l'ineluttabilità in ogni vita, si mise in cammino per trovare, percorrere, e realizzare la via che conduce all'uscita da questa condizione di dolore, si offrì al futuro, che è anche nostro presente, come testimone per tutti di una distinta e concreta possibilità di salvezza.
Come un fulmine a ciel sereno. Saggi letterari e recensioni
Clive S. Lewis
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2005
pagine: XVI-224
Il volume raccoglie numerosi saggi sparsi, i più celebri, frutto di lezioni all'università, e articoli giornalistici: è possibile così cogliere la vastità degli interessi di Lewis, medievalista (i suoi scritti su Tasso e Dante sono editi in italiano da Marietti) e seicentista, ma anche recensore entusiasta delle opere dei suoi contemporanei, da Orwell a Tolkien, da C. Williams a D. Sayers. Il saggio su Tolkien e "Il signore degli Anelli" è tra i contributi critici più belli sul tema. Lewis riflette anche sui propri romanzi fantastici, descrivendone il processo di immaginazione e scrittura.
Follia e santità
Vittorino Andreoli
Libro: Libro rilegato
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2005
pagine: 360
Il rapporto tra follia e santità è analizzato dall'autore mediante le sue competenze di psichiatra, anche se trattasi di una psichiatria che trova le proprie radici nella cultura. L'uomo parla di follia come riferendosi a un malato di mente. Per questo è lontano dalla "follia in Cristo" a cui, in questo libro, si farà un breve richiamo. Il senso di una tale affermazione religiosa è positivo e tende a esprimere una dedizione totale al vangelo, all'imitazione di Cristo, che è venuto sulla terra per essere crocifisso. Per essere trattato come un ladro, pur essendo il più giusto. Tutto ciò è talmente lontano dagli stili esistenziali da risultare totalmente diverso e, in quanto tale, folle. Ma proprio perché si tratta di un piano salvifico per l’intera umanità, risulta nella sostanza un comportamento adeguato, anzi l’unico possibile. Dipende insomma dalle prospettive di vita, dal senso che si vuole attribuire all’"essere nel mondo" e da questo senso dipenderà il valore di ogni gesto e delle stesse parole che lo descrivono. In una visione terrena, non ha alcun significato ritirarsi a digiunare in un deserto o ricercare, invece della felicità, la sofferenza. Un senso per cui follia sta per saggezza.
Universalismo come pluralità delle vie
Pier Cesare Bori
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2004
pagine: 200
La prima parte di questo libro sviluppa quanto il suo titolo annuncia, sostenendo la possibilità di un universalismo come pluralità di percorsi paralleli che giungono alla stessa meta. La seconda parte riguarda invece il tema del profetismo con i saggi su Gesù profeta, su monachesimo e profetismo e sul movimento quacchero delle origini. La profezia, secondo l’autore non è in conflitto con la prospettiva sapienziale e da ultimo razionale, costituisce invece un linguaggio alla fine reversibile con quest’ultimo. La terza parte contiene due saggi accomunati dal tema della teologia politica e illustra il nesso particolare tra i monoteismi profetici e le concezioni politiche rispettivamente dell’islam e dei moderni diritti dell’uomo. Il quarto gruppo di saggi concerne la condizione carceraria, in relazione all’opera che l’autore è andato svolgendo in quel contesto: un impegno sociale con gli stranieri e i più marginali, in continuità con le premesse teoriche enunciate in precedenza. Infatti, pur nella verità dei temi affrontati, il libro trova la sua unità nella sua ispirazione centrale, quella appunto universalistica, intesa non solo come idea, ma come vocazione, compito, prassi.
La grande catena. Studi su «La vie mode d'emploi» di Georges Perec
Rinaldo Rinaldi
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2004
pagine: 196
«Ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo», come diceva Italo Calvino, La vita: istruzioni per l'uso del francese Georges Perec parla della vita e della letteratura: un gioco d'incastro enigmatico e perfetto, compiuto ma anche indeterminato, dove ogni tessera rinvia a tutte le altre formando una serie di serie, una grande catena di associazioni e allusioni, dettagli e ricordi. Proprio questa rete immensa di citazioni e memorie erudite permette allo scrittore di lanciare la sua sfida, sotto il segno di una struggente, straniata e straordinaria vocazione autobiografica. I rapporti nascosti ma essenziali con la narrativa di Edgar Allan Poe, vera e propria casella centrale e mancante del "puzzle"; il tema faustiano dell'artista, diviso fra un progetto di controllo assoluto e un sogno d'infinita incontrollabile vitalità; il paradosso della scrittura che allinea bianco e nero sulle due facce del foglio, innescando un vertiginoso gioco di specchi fra immaginario e reale: sono altrettante linee d'indagine di questo saggio, primo libro italiano dedicato a Georges Perec.
Non una vita soltanto. Scritti da un'esperienza di poesia
Davide Rondoni
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2002
pagine: 224
La poesia è un'esperienza che rimette in discussione ogni pregiudizio e ogni sistema, aprendo all'avvenimento della vita.
Franz Grillparzer. Disegni e problemi
Nicoletta Dacrema
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2000
pagine: 142
La condizione politica postmoderna
Ferenc Fehér, Ágnes Heller
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2000
pagine: 175
I piccoli schiavi dell'arpa. Storie di bambini italiani a Parigi, Londra e New York nell'Ottocento
John Zucchi
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 1999
pagine: 282
Juan Donoso Cortés. Il padre del Sillabo
Rino Cammilleri
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 1998
pagine: 168
Juan Donoso Cortés fu una delle menti più acute del XIX secolo. Egli previde il matrimonio con la Russia col socialismo in un tempo in cui neanche il liberalismo sembrava dovesse avere un futuro certo. Intuì l'avvento del globalismo, della tecnocrazia, addirittura della guerra civile spagnola. E fu lui a organizzare in stringati sillogismi le idee portanti del Sillabo. Ma la vita di quest'uomo è anche la storia misteriosa di una conversione religiosa, la narrazione dell'azione di grazia sull'animo di uno sfegatato progressista e la trasformazione di un oscuro funzionario spagnolo nell'oratore più possente dell'800.