Mimesis: Classici contro
Eris. Archeologia del conflitto
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 252
Nel mondo anestetizzato del “super” e del “wonderful”, si può anche pensare di espellere Eris dalle nostre vite, di considerarla al massimo come “sana concorrenza”, di nascondere il conflitto e di neutralizzarlo da quelli che pensiamo essere le nostre gioie e i nostri successi. Potrebbe però non essere una buona idea: sotto forma di stasis, sotto forma di echthra, sotto forma di polemos, Eris spunta sempre, e quando nessuno le bada lancia una mela e cambia le sorti della storia. Più sensato – anche se più faticoso – provare ad affrontarla, l’Eris cattiva, a trasformarla in buona per quanto si può, a indagare i sensi dello zelos, tra gelosia, invidia ed emulazione; e a capire – senza infingimenti – per quali inesorabili dinamiche l’anthropos è portato naturaliter a misurarsi coi propri simili anche a costo di sopraffarli, o di sopprimerli. Eris, in tutte le sue manifestazioni, tra la contesa, lo scontro, il conflitto, l’agone, il confronto, può tentare di avere qualche significato. L’eris può essere la violenza senza limiti, può essere l’odio e il disprezzo, ma può anche avere regole e codici, può fondarsi sul riconoscimento dell’altro. L’avversario, il nemico è probabilmente parte di noi stessi, siamo noi, ovvio, da una parte e dall’altra. Bisognerebbe pensarci un po’ meglio.
Abbracciare Dafne. L'uomo e la natura tra Omero e il futuro prossimo
Libro: Libro rilegato
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 222
Il futuro prossimo è arrivato. La natura, che è madre e matrigna, che è nostra casa e nostro orizzonte, ci pone dinanzi alla hybris dell’uomo e ci interroga. È tempo di meditare insieme su tutto questo e di provare a costruire un mondo secondo idee altre. Di qui proviamo a ricominciare: con le idee, le parole e le immagini che ci vengono da tremila anni di pensieri e di esperienze, cerchiamo di capire qualcosa in più di ciò che sta accadendo. La responsabilità è nostra, nostra l’arroganza e nostro il pericolo. È il tempo di una nuova coscienza civile. Con Omero, con Esiodo o con Esopo, con Virgilio o con Ovidio cominciamo a rimettere gli alberi, gli animali, il vento, il mare e la terra al centro del mondo, a ridare loro la voce. La poesia, le lettere, la filosofia, le arti insieme alla scienza sono la via per costruire un immaginario collettivo diverso.
Troia brucia. Come e perché raccontare l'«Ilioupersis»
Alberto Camerotto
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 282
L’urlo insanguinato nella notte apre l’inizio dell’orrore, del massacro. Prima di tutto tocca ai difensori, nel sonno, tra le braccia delle loro spose e l’ebbrezza della festa della liberazione. Avevano pensato tutti che la guerra fosse finita. L’inganno del bellissimo cavallo di legno ha funzionato. Inutile la resistenza, inutile la supplica, non si fanno prigionieri. È la hybris dei vincitori e della vendetta, sembra quasi tutto legittimo, giusto. Si uccidono i vecchi, sono il segno della storia, della prosperità e della grandezza, la memoria delle cose e della vita. E insieme è la strage degli innocenti, perché non deve esserci futuro. Si stuprano le donne. Inutili le urla delle madri, delle spose, delle figlie, vittime e testimoni dell’ultima violenza. Che non si può dire. Non c’è più l’umanità, non ha nessun senso, è il tempo della persis. Ilio sacra, tra le fiamme, le distruzioni e la rapina deve scomparire per sempre. Il racconto della caduta di Troia, a cominciare dal canto epico di Omero e della tradizione orale, diventa, allora, il nostro più antico archetipo del pensiero. Serve per capire che cosa succede.
Pasolini e i poeti antichi. Scuola, poesia, teatri
Andrea Cerica
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 512
Quali e quanti sono gli autori greci e latini più importanti per Pasolini? In che modo questi ha scelto di prestare loro penna, cinepresa e corpo? E perché, nell’opera multiforme e multimediale di un poeta “più moderno di ogni moderno” e tanto anticonformista da autodefinirsi “corsaro”, ha avuto un posto notevole una tradizione invece tendenzialmente conservativa, gerarchica ed elitaria, quale è la tradizione classica? Il libro tenta di rispondere per la prima volta a queste domande, prendendo in considerazione la vita e l’intero corpus “greco-latino” di Pasolini, dalle opere più precoci realizzate tra Bologna e Casarsa fino a Petrolio/Vas.
Anthropos. Pensieri, parole e virtù per restare uomini
Alberto Camerotto, Filippomaria Pontani
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 250
L'uomo come misura di tutte le cose, l'uomo come centro saliente di ogni pensiero e di ogni arte; ma anche l'uomo travolto dalle Moire, dalle proprie passioni. Esiste nella Grecia antica una nozione di uomo che inerisca specificamente alla natura dell'anthropos in opposizione ad altri esseri viventi e al vasto e molteplice mondo delle divinità? Da Protagora a Seneca, da Sofocle a Lucrezio, prosegue l'indagine sulla possibile definizione di una sostanza e di una qualità comune a tutti gli esseri umani. I dubbi sono molti. Ancora qualche anno fa si intravedeva un'ombra di fiducia. O almeno di speranza. Il pensiero cercava qualche appiglio, magari nella metis degli uomini tra il Prometeo di Eschilo e quello di Leopardi. Ma se fissiamo oggi l'attenzione sui problemi del nostro anthropos quotidiano, sulle risposte che sappiamo dare, non si può cancellare quello che vediamo. È un pensiero antico, già l'Odisseo di Plutarco aveva compreso che non siamo al centro del mondo, che lupi, leoni, cinghiali sono migliori di noi. Allora, come farebbero Glauco e Sarpedone nei loro discorsi dell'Iliade, proviamo a raccogliere qualche pensiero per noi stessi, per noi uomini in difficoltà. Cerchiamo di ritrovare l e virtù che ci permettano di vivere insieme, di guardare al futuro, di superare le sofferenze di cui noi stessi siamo responsabili. Certo, non c'è violenza, piaga, malattia, disperazione che possiamo evitare. È forse allora la resistenza, quella che i Greci chiamavano tlemosyne, la virtù che in qualche modo ci salva: è il coraggio di non venir meno all'ultimo desiderio, di non interrompere la ricerca, di trovare un significato diverso dalla nostra arroganza, dall'avidità, dalla violenza, dalla stoltezza, consapevoli di quello che siamo, dei nostri limiti e dei nostri vizi. Di qui ogni volta si potrà ricominciare.
Oikos. Poeti per il futuro. Editio maior
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
L'idea è proprio questa, antichissima. Almeno dai tempi di Omero. Da sempre la voce della poesia è parola civile, parola condivisa, parola che rimane attraverso il tempo. Attorno alle parole ci incontriamo, con le parole pensiamo, le parole danno senso alla nostra vita. Ma la parola poetica è nella sua essenza parola controcorrente, perché ci mette in dubbio, perché diventa nuovo appiglio per guardare il mondo in modo diverso, per infrangere i nostri errori, per aprire altre prospettive. Se oggi parliamo di natura e di ambiente, di quello che è l'oikos in cui abitiamo, la poesia ci può aiutare. Da ogni parte di una terra violata i poeti hanno inviato le loro parole in difesa della natura. Ma nell'idea c'è un pensiero forse ancor più grande, perché sono i nostri giovani, tra le scuole e le università, che hanno lo sguardo aperto sul futuro e che sono i protagonisti della protesta contro l'arroganza evidente e mostruosa dell'antropocene, i portavoce della poesia e della natura. Le foglie sono il simbolo di questa azione, stanno sulla copertina, sono sparse tra le pagine del libro. Sono le stesse foglie di Omero, che ricordano agli uomini la loro fragilità: ci dicono che siamo parte della natura e che in questo sta il nostro significato, ci mettono davanti agli occhi la nostra hybris, la cecità e l'avidità che uccidono l'oikos in cui viviamo e noi stessi. Premessa di Filippomaria Pontani e Alberto Camerotto.
Oikos. Poeti per il futuro
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 252
L'idea è proprio questa, antichissima. Almeno dai tempi di Omero. Da sempre la voce della poesia è parola civile, parola condivisa, parola che rimane attraverso il tempo. Attorno alle parole ci incontriamo, con le parole pensiamo, le parole danno senso alla nostra vita. Ma la parola poetica è nella sua essenza parola controcorrente, perché ci mette in dubbio, perché diventa nuovo appiglio per guardare il mondo in modo diverso, per infrangere i nostri errori per aprire altre prospettive. Se oggi parliamo di natura e di ambiente, di quello che è l'oikos in cui abitiamo, la poesia ci può aiutare. Da ogni parte di una terra violata i poeti hanno inviato le loro parole in difesa della natura. Ma nell'idea c'è un pensiero forse ancor più grande, perché sono i nostri giovani, tra le scuole e le università, che hanno lo sguardo aperto sul futuro e che sono i protagonisti della protesta contro l'arroganza evidente e mostruosa dell'antropocene, i portavoce della poesia e della natura. Le foglie sono il simbolo di questa azione, stanno sulla copertina, sono sparse tra le pagine del libro. Sono le stesse foglie di Omero, che ricordano agli uomini la loro fragilità: ci dicono che siamo parte della natura e che in questo sta il nostro significato, ci mettono davanti agli occhi la nostra hybris, la cecità e l'avidità che uccidono l'oikos in cui viviamo e noi stessi. Premessa di Filippomaria Pontani e Alberto Camerotto.
Dike. Ovvero della giustizia tra l'Olimpo e la terra
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 216
Immersi in una società in cui scorgiamo troppe ingiustizie e diseguaglianze, siamo abituati quotidianamente ad accapigliarci sulle leggi, a dibattere il modo di amministrare il diritto, a invocare un riequilibrio ultraterreno degli squilibri umani. Cos'è giusto fare dinanzi a una catena di delitti di cui si è dimenticata l'origine, dinanzi a una legge palesemente inumana, dinanzi a chi propaganda un'idea che mette in dubbio le nostre certezze, dinanzi a una richiesta d'asilo che mette a rischio la comunità? Dike, figlia di Zeus e Themis, crocevia di pensiero religioso e razionale, è teodicea, ordine e volere degli dèi, nemesi di creature soprannaturali, punizione dei torti e ratio di un destino assegnato. Ma è anche un fatto umano, diritto scritto e amministrato nelle città, portato nei tribunali ateniesi in forma di raffinato dibattitoe poi lasciato in eredità alla più salda e sistematica codificazione dei Romani, che seguiranno il loro demone per fondare il sistema tuttora alla base di molte delle nostre società. Sulla scena attica, Dike deborda, grida, sfolgora, geme, colpisce. Nelle dikai di Lisia o di Licurgo, la retorica e il testo dei decreti concertano arringhe paradigmatiche. Dalla lite su un riscatto nello scudo di Achille nell'Iliade alla controversa vicenda dell'invalido ateniese in Lisia, dalla favola esiodea dello sparviero e dell'usignolo alle incrollabili certezze di Antigone, dall'eunomía (buon governo) di Solone alla hybris (superbia) punita di Eschilo, il mondo greco ha prodotto una gran mole di pensiero sulla e per la giustizia: non c'è quasi problema della giustizia del nostro tempo che non possa essere codificato – in senso mitico o come parallelo storico – nei termini antichi e dunque rivitalizzato e meglio compreso.
Philoxenia. Viaggi e viaggiatori nella Grecia di oggi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 320
Philoxenia: perché la Grecia ci ha sempre accolto con generosità e amore; e poi Axion esti, dignum est, “merita”, “vale la pena”. È una frase che ha viaggiato: dai resoconti classici è passata nella liturgia bizantina per diventare poi un titolo famoso del Nobel Odysseas Elytis, che al mirabile microcosmo della Grecia ha dedicato le sue liriche forse più famose. Ma è anche la frase che meglio esprime una certa idea di viaggio: la Grecia va studiata, amata, e compresa, ma in Grecia vale soprattutto la pena andare, con gli occhi ben aperti sulle meraviglie di ieri e di oggi. Il libro nasce proprio dai viaggi in Grecia che il professor Giuseppe Zanetto, Lello per gli amici, organizza da oltre vent’anni per gli studenti della Statale di Milano: un’esperienza che rappresenta un fattore di rinnovamento per l’università e un forte stimolo per la ricerca, l’insegnamento e la divulgazione della cultura greca di ogni tempo. I saggi raccolti in questo volume sono un piccolo regalo per i settant’anni di Lello, dagli amici che il viaggio lo hanno vissuto in volo, in pullman, in mare aperto, per poi portare nelle aule di scuole e università un raggio di luce greca.
Menippo o la negromanzia. Testo greco a fronte
Luciano di Samosata
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 297
Scendere all’Ade è un bell’impegno. Certo, non è cosa da tutti. I miti e i poeti antichi lo sanno dire in molti modi. È un luogo altro nel cosmo, il più lontano possibile da tutto ciò che conosciamo. Sta in un altrove per definizione, con tante potenzialità, perfino egualitarie e democratiche. Per questo lo chiamano l’altro mondo, che per noi suona, ovviamente, abbastanza sinistro. Lo strano filosofo Menippo di Gadara, l’inventore della satira menippea e l’eroe satirico delle opere di Luciano di Samosata, si assume il compito di scendere da vivo nell’Aldilà. Segue per questo, a suo modo, le tracce degli eroi più illustri del mito, quali Eracle, Orfeo, Odisseo, protagonisti dell’impresa più dura e difficile. Perché solo là, dove non contano più la ricchezza, il potere, il successo, c’è la possibilità di trovare una risposta alle nostre aporie etiche, ovvero all’arroganza, all’iniquità e alle vane follie della vita degli uomini sulla terra. Sarà, naturalmente, una risposta paradossale, perfino imbarazzante, un po’ sovversiva, tra l’assemblea dei morti e la voce del saggio Tiresia.
Utopia (Europa). Ovvero del diventare cittadini europei
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 210
Il pensiero di un’Europa unita è un’idea grande, però non c’è Europa se non ci sono i cittadini. Ecco, abbiamo bisogno di diventare cittadini europei. Di imparare a guardare lontano, perché “Europa”, una parola greca, forse significa proprio “occhi grandi”. Ma come si fa? Un’Europa dell’economia non basta, un’Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un’Europa dei pensieri, un’Europa della paideia: ci vogliono cittadini che vivono insieme e che si confrontano, in una coscienza plurale e collettiva fatta di molte lingue e diverse culture, ma che sanno anche riconoscere qualche fondamento importante in comune. Proviamo allora a intuire che cosa può essere l’Europa e che cosa significa essere cittadini europei. Per riflettere prenderemo come spunto il concetto espresso in Utopia di Thomas More, che compie ora i suoi cinquecento anni: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea che nasce dopo le due guerre mondiali del ’900. Per capire meglio saranno indispensabili i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, che forse possono aiutarci. Se l’Europa unita, per come è costruita oggi, si sta rivelando sempre più un’utopia, forse proprio rimeditare le tensioni ideali che hanno animato gli antichi può spingerci a perseverare in un ideale che sembra sotto scacco.
Xenia. Migranti, stranieri, cittadini tra i classici e il presente
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 273
Xenía è un fondamento della nostra vita da Omero a oggi. È una questione di civiltà, che tocca la vita della polis e della democrazia. Per sapere cosa fare di fronte al dramma dei migranti le risposte sono impegnative. Ma da tremila anni le abbiamo. Basta rileggere Omero, basta ascoltare le parole delle Supplici di Eschilo. Xenía significa “ospitalità”, ma è una parola antica che contiene accoglienza, rispetto, attenzione, amicizia, generosità. Ma significa anche saper pensare, saper progettare, senza paure, senza mistificazioni. Per una Europa disorientata i classici tornano a parlare in nome di un agathòn koinón, un bene comune. In questo libro li interroghiamo e ascoltiamo le loro critiche.