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Mondadori: Strade blu. Non Fiction

Il reato di pensare. Oltre il conformismo, esercizi di libertà

Paolo Crepet

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 180

Viviamo nell'epoca che più di ogni altra celebra la libertà e la proclama un diritto assoluto. Eppure qualcosa non torna. Una nebbia sottile, silenziosa, si è insinuata nelle nostre vite: non vieta, non ordina, non punisce. Seduce. E mentre promette tranquillità e benessere ci spinge verso l'omologazione, spegnendo il pensiero critico, inibendo la creatività e il coraggio di essere diversi. In questo nuovo saggio, Paolo Crepet mette a fuoco una delle derive più insidiose del nostro tempo: la censura che non arriva dall'alto, ma si infiltra nel quotidiano, nei gesti, nei linguaggi, nelle scelte che non facciamo più. È un conformismo gentile, pervasivo, invisibile, che ci invita a restare nella comfort zone: il luogo dove non si sbaglia, ma nemmeno si cresce. Con la sua scrittura brillante e provocatoria, Crepet ci accompagna in un viaggio controcorrente, alla riscoperta di ciò che rende davvero libera un'esistenza: il dubbio, l'immaginazione, il conflitto. Perché la libertà, ci ricorda, non è uno slogan, ma un esercizio faticoso e quotidiano, che richiede coraggio, lucidità, disobbedienza. Un monito particolare è riservato ai più giovani e agli educatori: basta con la ricerca ossessiva della perfezione e della felicità a ogni costo. Bisogna restituire dignità all'errore, al fallimento, alla sconfitta, passaggi imprescindibili per una crescita sana ed equilibrata, perché «le tempeste riescono a essere perfino salvifiche e rischiarano l'orizzonte». Tra aneddoti, riflessioni e toccanti esperienze personali, Crepet ci sfida a riscoprire il coraggio dell'immaginazione e la forza dell'autenticità, consegnandoci un vero e proprio manifesto per chi rifiuta l'omologazione e vuole riscoprire la potenza, oggi rivoluzionaria, del pensiero libero.
19,00 18,05

Senza giri di parole. La verità sulle sfide economiche e sociali del nostro futuro

Carlo Cottarelli

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 264

In un tempo di profonde incertezze e instabilità, Carlo Cottarelli fa il punto con schiettezza e rigore su sette grandi sfide globali che stanno plasmando il nostro presente e determineranno il nostro futuro sociale ed economico. Dal riassetto del potere internazionale tra Cina e Stati Uniti - in particolare dopo l'insediamento della nuova amministrazione di Trump - e l'ascesa di nuove potenze globali al crescente ruolo economico-politico delle multinazionali tecnologiche, dalle minacce del riscaldamento globale alle sfide poste dai flussi migratori, dalle sempre più forti tensioni interne dell'Unione europea al progressivo calo delle nascite, nonché alla situazione italiana e al futuro della sua economia. Fronti aperti, ma soprattutto irrisolti, per i quali è arrivato il tempo di «rimboccarsi le maniche» e provare a trovare soluzioni concrete e realistiche, anche se oggi ci sembrano irraggiungibili. Rispetto alle generazioni passate, che hanno affrontato e superato problemi ben più complessi dei nostri, partiamo certo da basi più solide. Ma le incognite sono molte, e se vogliamo non farci trovare impreparati e cercare di superare gli ostacoli davanti a noi, il primo, urgente passo è prendere piena coscienza della situazione, dirsi le cose come stanno, senza giri di parole, senza abbandonarsi al pessimismo né cullarsi in un cieco ottimismo, e senza ricorrere a scorciatoie. Cottarelli offre una riflessione lucida e necessaria, che non tace gli aspetti più complicati e controversi delle singole questioni e rappresenta un punto di partenza imprescindibile. Perché solo con onestà e consapevolezza possiamo affrontare un futuro incerto con nervi saldi e sguardo critico.
19,00 18,05

Il gioco del potere

Federico Rampini, Jacopo Rampini

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 372

Nel 2027 il mondo è sull'orlo di una guerra: la Cina stringe d'assedio Taiwan e gli Stati Uniti preparano una risposta. Nel cuore di questo scontro planetario, un'azienda italiana diventa una preda ambitissima: NaviTech, leader nella produzione di microchip avanzati, possiede segreti industriali che potrebbero cambiare i destini del mondo. E tutti li vogliono. Ma quella tra Cina e Stati Uniti non è l'unica guerra che l'azienda dovrà affrontare. Ottavio De Luca, il visionario fondatore, non ha mai designato un erede. Si prepara quindi una violenta lotta per la successione. La favorita sembra essere la figlia maggiore, Caterina, che ha affiancato Ottavio per tutta la vita, con ottimi risultati. Ma il nipote, Stefano, l'attuale CEO, è disposto a tutto pur di mantenere il potere. Di certo nessuno darebbe credito al figlio minore, Gregorio, considerato da sempre la pecora nera, che per uscire dall'ombra del padre si è trasferito a New York e ha inseguito il sogno di diventare fotografo. La sua carriera, però, non è mai decollata e, con l'avvicinarsi dei quarant'anni, il peso del fallimento accende in lui un desiderio di riscatto. Federico e Jacopo Rampini scrivono un romanzo in cui le grandi questioni geopolitiche si intrecciano con le relazioni familiari. Un thriller dal ritmo serrato, in cui l'innovazione tecnologica può determinare le sorti del pianeta, ma anche la storia di un padre e di un figlio, divisi da incomprensioni e silenzi, che nel caos degli eventi troveranno un modo per riavvicinarsi. Al centro, lo spietato gioco del potere, in cui le alleanze si spezzano, i principi si piegano e la lealtà si vende al miglior offerente. L'unica regola è vincere.
20,00 19,00

Il tempo del bosco

Mario Calabresi

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 156

«Una ragazza mi ferma nel cortile dell'università, mi parla della sua ansia, della paura di non essere all'altezza delle aspettative, piange silenziosamente e mi chiede come si può scegliere la strada.» Inizia da questa domanda il viaggio di Mario Calabresi in giro per l'Italia, alla ricerca delle storie di chi, attraverso la propria vita ordinaria e straordinaria, è stato capace di trovare una via nelle incertezze. Tra questi incontri ci sono un ingegnere che raccoglie i suoni più antichi della natura per trasmetterli alle generazioni future, una poetessa che impara dal silenzio ad ascoltare il visibile e l'invisibile, un professore di filosofia che insegna a vedere i limiti come occasioni, e un centenario che per tutta la vita si è preso cura di un bosco e ne ha ereditato il tempo. È un percorso lento, di ascolto, alla ricerca di un luogo in cui l'attimo presente non sia fine a se stesso ma si mescoli con il passato e ci parli di futuro, e di un'età in cui «essere grati è il primo passo per godere di ciò che è, e per averne cura». Una testimonianza preziosa, che ci fa riflettere su quanto abbiamo ancora bisogno di recuperare l'attenzione, il senso di un istante in cui esistono attesa e noia, e tornare a rimettere al centro delle nostre giornate le cose importanti e non quelle urgenti. Calabresi colleziona frammenti di vita, silenzi e gesti inattesi per rispondere a una giovane donna di cui non conosciamo il nome, ma della quale condividiamo i dubbi, che forse sono quelli di tutti noi.
18,00 17,10

Mordere il cielo. Dove sono finite le nostre emozioni

Paolo Crepet

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 300

Dove sono finite oggi le nostre emozioni? Chiederselo non è un esercizio retorico, ma un interrogativo necessario. Viviamo in un mondo nel quale guerre, migrazioni epocali e nuove emergenze contribuiscono a creare un senso di precarietà, spingendoci a credere che le uniche modalità plausibili per sopravvivere siano la negazione e la paura. Solo che la prima ci condanna all'indifferenza, la seconda ci paralizza. In entrambi i casi, finiamo per relegarci in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all'età dell'atarassia, dell'insensibilità? Il rischio c'è, ed è sempre più concreto. Ai nostri giovani insegniamo a rimandare il momento di fare i conti con la vita vera. Li condanniamo a crescere fragili e spaesati. Rivendichiamo una scuola senza voti, riscriviamo per loro fiabe in nome del «politicamente corretto», privandoli della possibilità di far maturare le loro emozioni. Perché le nostre emozioni vanno allenate ogni giorno, ma, per crescerle e allevarle, occorre saperle sfidare, non negarle né rinunciarci. Preferiamo invece colmare quel vuoto emotivo con il cinismo e affidarci ciecamente ai nuovi prodotti dell'intelligenza artificiale, che minacciano di depotenziare le nostre capacità fisiche, cognitive ed emotive, la nostra meravigliosa imprevedibilità. La maggior parte di noi non è consapevole di questa diffusa anestesia dell'anima, ciascuno si limita a godere dei privilegi e del benessere materiale rinchiuso nel proprio bozzolo. Ignorando che in questo modo l'umanità intera rischia di imbarbarire. Ma, per chi lo volesse cercare, l'antidoto c'è. È l'empatia. Condividendo ricordi personali, incontri e riflessioni, Paolo Crepet ci esorta con passione a ribellarci all'indifferenza, a non aver paura delle nostre idee e neppure dei nostri inciampi. Ci invita a riappropriarci con audacia, quasi con sfrontatezza, delle nostre emozioni per tornare finalmente a «mordere il cielo».
20,00 19,00

Niente uccide come l'America. La storia vera di un omicidio in Mississippi

Wright Thompson

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 432

Il 28 agosto 1955, fuori dalla cittadina di Drew, in Mississippi, Emmett Till, un ragazzino nero di quattordici anni appena arrivato da Chicago, venne rapito, torturato e ucciso da un gruppo di uomini bianchi. Quando riemerse dal fiume, alcuni giorni dopo, il suo cadavere era legato con il filo spinato alla ventola di una sgranatrice di cotone. Perché tanta violenza? Quale poteva essere la ragione di una simile barbarie? Emmett, si disse, era stato punito per aver infranto una regola non scritta ma inviolabile per i neri del Sud: aveva guardato negli occhi e fischiato a una donna bianca. Al processo, i responsabili del linciaggio furono assolti da una giuria che con gli assassini condivideva non solo il colore della pelle, ma anche l'ideologia del suprematismo bianco. A settant'anni di distanza, il giornalista Wright Thompson, bianco «figlio del Delta», è ritornato sui luoghi dell'orrore. Una manciata di chilometri quadrati dove nacquero il blues e il Ku Klux Klan, dove la terra rossa delle piantagioni vide l'ascesa e il declino dell'economia del cotone, dove, soprattutto, una popolazione bianca povera e impotente ma incline alla violenza cercò di imporre la segregazione razziale. Un viaggio, quello di Thompson, nel tempo e nella geografia, nella storia e nella cultura di una regione dove ogni cosa si intreccia: vicende familiari, ricordi, racconti di umiliazione e di riscatto, morti e rinascite. Per approdare infine a una verità sconcertante. L'omicidio di Emmett Till non fu altro che l'estremo tentativo di difendere un modo di vivere che si era sgretolato e ridotto in polvere. Un punto di rottura. Con il linciaggio di un ragazzo, il Delta in rovina e abbandonato mostrava a tutti i suoi peccati. Oggetto di unanime plauso da parte di pubblico e critica, "Niente uccide come l'America" riporta alla luce uno dei più famigerati omicidi nella storia degli Stati Uniti. Un crimine efferato che scosse la coscienza americana e divenne simbolo delle ingiustizie razziali.
22,00 20,90

Inchiostro invisibile

Javier F. Peña

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 252

Le storie ci definiscono, ci abitano, ci uniscono. E in questo libro diventano le mappe di un viaggio attraverso la letteratura e la memoria che l'autore intraprende al fianco del padre, mentre lo accompagna negli ultimi giorni di vita, in una stanza d'ospedale. Perché «quando qualcuno sta per morire non gli parli di Dio o della morte o della scienza o dell'aldilà, gli racconti storie per farlo sorridere». Le storie che orbitano intorno a loro sono storie di famiglia, ma soprattutto quelle dei libri che hanno letto e amato. Storie condivise che costituiscono un legame fortissimo tra padre e figlio. Visita dopo visita, al dolore si affianca così una sorta di felicità inattesa, tanto più sorprendente perché si accompagna alla scoperta e allo svelamento di un'identità condivisa: «quello su cui eravamo d'accordo è che la vita è fatta di storie, che erano il nostro gioco preferito». In quella dolorosa cerimonia di commiato, ogni autore diventa una voce, ogni aneddoto una chiave per accedere a emozioni profonde, ogni testo un passo in più nel territorio incerto della fragilità, dell'amore, o forse della vita, moltiplicata infinite volte, di chi affida alle pagine la propria storia. I lettori non faticheranno a riconoscersi nella voce di Peña, che risuonerà ricca di suggestioni, scoperte e riscoperte: da Kafka a Pessoa, da Woolf a Auster, da Mann a Dickinson, senza trascurare il cinema e le canzoni. E mentre Peña celebra il potere consolatorio della letteratura, ci invita a leggere tra le righe e a scoprire l'inchiostro invisibile che lega le parole alla vita.
20,00 19,00

Questione di classe

Alessandro Sahebi

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 312

Di fronte alla classica domanda «Cosa fai nella vita?», pochissimi risponderebbero con qualcosa di diverso dal proprio lavoro; nessuno direbbe «Sono un buon amico» o «Cerco di migliorarmi come padre». Perché nella nostra società è quanto produci - non le passioni, le relazioni o gli ideali - ciò che ci definisce, una lente totalizzante attraverso cui giudichiamo il valore nostro e di chi ci circonda. E che determina quanto siamo felici, o profondamente tristi. Ma qualcosa sta cambiando. Sempre più persone rifiutano il ricatto dell'identificazione totale con la carriera, diffidano dell'etica del sacrificio che spesso maschera lo sfruttamento, mettono in discussione il culto del rendimento come unica misura del valore umano. Emerge, ogni giorno più nitida, la consapevolezza che il sistema in cui viviamo ci stia privando di tutto: del tempo, dello spazio, persino del linguaggio con cui pensiamo e parliamo. Resta da capire come mai e, soprattutto, come uscirne. In questo saggio lucido e provocatorio Alessandro Sahebi smonta le narrazioni dominanti nella nostra società - il mito della meritocrazia, l'ossessione per la performance, l'equazione tra fallimento economico e colpa individuale - per restituirci un'immagine più onesta dei meccanismi sociali che ci governano e degli strumenti con cui possiamo iniziare a disinnescarli. Lo fa con rigore, ma anche con uno sguardo politico che non rinuncia all'utopia. Perché, se è vero che non riusciamo a immaginare una vita più felice e che l'automazione e l'intelligenza artificiale stanno riscrivendo le regole del mondo del lavoro, non ci restano che due alternative: continuare a soffrire o sforzarci, insieme, di costruire una società nuova. Una società in cui il lavoro non sia più l'asse portante dell'identità, ma una delle tante attività che rendono piena una vita. In cui «chi sei» conti più di «quanto vali». Il pensiero dominante ci ha convinto che la felicità sia una conquista individuale, non collettiva. Ma è solo l'ennesimo inganno di un sistema ingiusto, che alimenta la competizione e l'egoismo per dividerci. Un'alternativa esiste ed è collaborare, condividere, immaginare una società in cui stare bene non sia un privilegio per pochi, ma un diritto di tutti. Realizzarla non è solo un desiderio, è un atto politico necessario.
19,00 18,05

La Società dei Profeti. Storia di chi costruì la bomba, di chi la rubò e di chi la rifiutò

Lorenzo Baravalle

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2025

pagine: 240

Una provetta di gas radioattivo lanciata in una fontana, un'intuizione improvvisa davanti a un semaforo londinese, la scoperta - quasi per caso - che l'atomo può spaccarsi. Sembrano episodi scollegati. E invece sono le prime scosse di un terremoto che cambierà il mondo: l'esplosione della bomba atomica. Tra le tessere del domino allineate in attesa di innescare la serie di eventi che condurranno a Hiroshima e Nagasaki, tre figure spiccano su tutte. Enrico Fermi, mente pragmatica e geniale, che porterà la scienza italiana nel cuore del Progetto Manhattan. Edoardo Amaldi, l'amico rimasto in Europa, uno dei più giovani tra i ragazzi di via Panisperna, che dedicherà la sua vita a un'idea di scienza al servizio della pace. E Klaus Fuchs, personaggio ambiguo e affascinante, che riuscirà a infiltrarsi fino ai vertici di quello che doveva essere il programma militare più segreto di sempre. In nome delle sue convinzioni, compirà un tradimento destinato a cambiare il corso degli eventi. Tutti e tre, in modi profondamente diversi, hanno contribuito a plasmare il loro e il nostro presente. Ma non sono soli. Altri personaggi popolano questa storia, in parte spy story e in parte racconto scientifico. Così ricca di colpi di scena da sembrare un romanzo, eppure tutta vera. I coniugi Joliot-Curie, che dopo una serie di cocenti delusioni scoprono la radioattività artificiale; Lise Meitner e Otto Hahn, che capiscono cos'è la fissione e la spaventosa quantità di energia che può sprigionare; Leó Szilárd, che con straordinaria immaginazione concepisce l'idea di «reazione a catena nucleare», rendendo possibile la costruzione della bomba. In questo libro Lorenzo Baravalle racconta le loro vite, e come la fisica - nata per indagare le leggi dell'universo - si sia trovata a decidere le sorti dell'umanità. Hiroshima e Nagasaki sono solo l'epilogo visibile di una lunga catena di scelte. Perché la conoscenza è una lama a doppio taglio. Può aprire orizzonti impensati, ma può anche devastare. E in mezzo, l'individuo resta solo: con la propria coscienza, i propri fantasmi e il peso di una responsabilità che nessuna equazione potrà mai alleggerire.
19,00 18,05

La parola femminista. Una storia personale e politica

La parola femminista. Una storia personale e politica

Vanessa Roghi

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 276

La parola «femminista» non conosce mezze misure: la ami o la odi, la dici o la bruci. E ancora dopo anni da quando è stata usata per la prima volta continua a evocare una grande varietà di significati, immagini e letture. Sembra arduo pensare a una definizione che ne comprenda le diverse sfumature e ne mostri l’evolversi nel tempo e nello spazio.  Eppure, in questo saggio, Vanessa Roghi riesce a farlo in modo brillante. Unendo la propria storia a quella con la S maiuscola, l’autrice ricorda il femminismo in cui era immersa da bambina, fatto di fiabe senza principesse e riunioni del collettivo di cui faceva parte la madre, e quello vissuto da giovane donna, tra manifestazioni in piazza, diari Smemoranda e musica pop inglese. Ripercorre poi i disastrosi passi indietro degli anni Novanta, complice la nuova rappresentazione della donna propinata da certe trasmissioni televisive di grande successo, e intesse così un racconto che tocca tutti i temi cardine del femminismo, dalla maternità all’aborto, dalla sessualità al genere. Intrecciando voci di donne di tutte le età, intellettuali, scrittrici, giornaliste, come Carla Lonzi, Elena Gianini Belotti e Michela Murgia, questa biografia collettiva ci invita a non dimenticare il passato e a tenere aperta la discussione sulle possibilità che l’atto di «pensarsi e dirsi» può continuare a portare in questo Millennio.  Un libro rivolto a chi si è perso per strada la parola femminista e ora sente di dover riempire quel vuoto, a chi si domanda «perché questa parola è scomparsa e poi è riapparsa nelle nostre vite, e se non sarebbe meglio averla sempre accanto».
19,00

Le chiavi di casa. Un diario da Gaza

Sami Al-Ajrami

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 216

All'alba del 13 ottobre 2023, a una settimana dall'attacco di Hamas in Israele e dall'inizio della guerra all'interno della Striscia di Gaza, il giornalista palestinese Sami al-Ajrami chiude a doppia mandata la porta di casa sua, nel campo profughi di Jabalia, dov'è nato e ha sempre vissuto, per sfollare con la famiglia a sud, secondo le indicazioni dell'esercito israeliano. Come già altri profughi palestinesi prima di lui, alle sue spalle lascia un'intera vita. Collaboratore di diverse testate internazionali, la sua è stata l'unica voce a raccontare sulla stampa italiana il conflitto dall'interno della Striscia e in presa diretta. In una sorta di diario quotidiano pubblicato da «la Repubblica» ha mostrato la sofferenza, la paura e l'impotenza di chi la guerra non solo la racconta coraggiosamente per mestiere ma la vive sulla propria pelle, testimone e vittima allo stesso tempo. Cronaca di un'immensa tragedia, e preziosa fotografia di vita quotidiana nella Striscia di Gaza dilaniata dalle bombe, il suo racconto trova ora un nuovo spazio nelle pagine inedite di questo libro. La ricerca costante in prima persona di un riparo sicuro, ma anche semplicemente di cibo e calore, nel tentativo di sopravvivere a tutti i costi con le due figlie e i genitori anziani, documenta il dramma dell'intero popolo palestinese: l'esistenza stravolta all'improvviso, il dolore per essere costretti ad abbandonare la propria abitazione e i ricordi di una vita, il rischio di morire sotto bombardamenti che non risparmiano case, ospedali, scuole, moschee, chiese. Fino alla sofferta decisione di lasciare Gaza: convinto ormai di essere in pericolo, diventato lui stesso un target in quanto giornalista, e anche dalla paura di non poter rivedere le figlie, messe in salvo solo poco tempo prima. Oggi Sami al-Ajrami vive in Egitto. Da lì continua a mantenere i contatti con chi è rimasto a Gaza in condizioni sempre più precarie. In tasca ha ancora le chiavi della sua casa di Jabalia, «non aprono più nulla: e in questo anch'io condivido il destino del popolo palestinese».
17,50 16,63

Aspettando di essere arrestati la notte. Storia di un poeta uiguro e di un genocidio in Cina

Tahir Hamut Izgil

Libro: Libro in brossura

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 240

Sottoposti a un'ossessiva sorveglianza con sofisticati strumenti digitali, privati dei più elementari diritti civili, arrestati in massa senza alcun motivo, rinchiusi a lungo in campi di rieducazione: da tempo la minoranza musulmana degli uiguri è oggetto di una brutale persecuzione da parte del governo cinese. Regista di successo, poeta innovativo e intellettuale di spicco, Tahir conosce bene la violenza dello Stato, avendo trascorso, fra il 1996 e il 1998, quasi tre anni in un campo di lavoro dove era stato indotto a confessare reati mai commessi. Ma dal 2017 la repressione ha assunto una nuova, terrificante intensità: il governo ha iniziato a mettere a tacere le voci critiche al regime, a confiscare i passaporti, a prelevare campioni di sangue e dati biometrici degli uiguri, e a internare nei campi di rieducazione quanti ritenuti «non affidabili». Mentre notte dopo notte, uno dopo l'altro, i suoi amici e conoscenti scomparivano nel nulla, a Izgil è diventato sempre più chiaro che nessuno sarebbe stato al sicuro. Si scoprì a pensare a un vecchio proverbio uiguro: non c'è muro che possa fermare il vento. Sarebbe bastata la delazione di un vicino di casa, una telefonata a un amico espatriato, la lettura di un libro messo al bando dal regime, perché da un momento all'altro la polizia arrivasse nel cuore della notte ad arrestarlo. Nel mezzo, la paura, e l'attesa. Un'attesa logorante. In un memoir lirico e profondamente coraggioso, Izgil raccontando la sua storia rende palpabile la tragica condizione di un popolo costretto con la forza a rinunciare alla propria religione, a tradizioni millenarie e persino alla lingua degli avi, vittima di un genocidio culturale che lascia un'unica alternativa, per quanto rischiosa e sofferta: fuggire dal paese, in cerca di libertà e speranza per sé e per la propria famiglia.
19,00 18,05

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