Nuovi Autori: Parla una donna

Sia in prosa sia in versi, l'autrice rievoca l'affetto profondo che la lega alla propria terra, la Sardegna, e alle persone che fanno parte o hanno fatto parte della sua vita. Il forte vincolo con la terra natia è esaltato dalla necessità di scrivere anche in vernacolo, e quindi di mantenere salda quella cultura che, per fortuna, si tramanda ancora oggi e permette di ricordare quanto l'attaccamento alle proprie origini sia fondamentale per riappropriarsi delle ragioni del proprio destino. Solo nell'ottica di questi segni indelebili si possono individuare le strutture caratteriali ed emotive del proprio essere e quindi delle argomentazioni proposte da Paola Becciu.

La vita oltre l'orizzonte è il racconto di una fetta di vita immaginata in un turbinio di azioni, di pensieri e di emozioni: si tratta di una raccolta epistolare, le lettere che John ha scritto all'amore della sua vita, Sara, nel corso dei due anni trascorsi in Africa per motivi di lavoro. John muore in un'esplosione e Sara, dilaniata dal dolore, ritrova la pace interiore solo nel momento in cui prende la decisione di visitare i luoghi in cui l'uomo ha vissuto. La sofferenza e la solitudine sono le vere protagoniste di questo racconto che ha il merito di riuscire a trasmettere un messaggio inequivocabile di amore e fa capire quanto la comunicazione tra due individui sia fondamentale per rendere un legame unico e indissolubile.

Dopo lunghi anni di esistenza inquieta e sofferta, una donna alla ricerca dell'armonia interiore risale alla fonte dei suoi tormenti. Riaffiorano i ricordi dell'infanzia, il grande amore per una mamma malata, ma soprattutto il disagio di abusi subiti dal padre, dal fratello e da altri uomini, che hanno condizionato e reso problematica qualsiasi relazione, da donna adulta, con l'altro sesso. Denunciare queste violenze fisiche e psicologiche è per la protagonista la terapia per ritrovare un certo equilibrio ma soprattutto il mezzo per chiudere i conti con il proprio passato.

Immobile, come un grande albero le cui fronde abbracciano e proteggono, il padre riempie di amore e di felicità l'infanzia di Alessandra. Un amore incondizionato, mitizzato, che si trasforma in una profonda gelosia quando l'uomo lascia la propria famiglia e si trasferisce a Nizza, dove convive con una nuova compagna, a cui dedica tutte le proprie attenzioni. Alessandra si sente esclusa da questa armonia, tradita dal papà che ha sempre rappresentato il centro della sua esistenza. La figura della madre si riscatta quando Alessandra razionalizza la situazione e comprende quanto l'amore materno sia sempre stato grande, nonostante le sconfitte e le sofferenze inflitte da una vita sentimentalmente difficile. La mamma è la quercia è la sicurezza: è uno specchio in cui la protagonista ritrova la propria immagine. La donna che Alessandra diventa scopre che l'amore è infinito e che solo attraverso questo sentimento l'essere umano può essere liberato da se stesso. La felicità si riappropria del cuore di tutti, per sempre.

Per colpa di un treno perso è uno di quei libri che riaffiorano dalla memoria per far scoprire al lettore che comunque, anche nel magico gioco della testimonianza, hanno fotografato un'epoca. La protagonista vive l'infanzia e l'adolescenza in un contesto familiare e sociale sereno, piccole incrinature nel rapporto con la madre, ma un rapporto costruttivo con il padre. Siamo nella Milano degli anni '30, una città vivace e piena di opportunità. L'idea di una vita religiosa viene abbandonata dalla protagonista nel momento in cui decide, senza particolare entusiasmo, di accettare la proposta di matrimonio di Lucio. Un matrimonio solo inizialmente tranquillo che, fra gelosie, tradimenti e dilapidazione del patrimonio di famiglia, vede la nascita di quattro splendidi figli. Per far fronte a una nuova situazione di vita quotidiana la protagonista si scopre con un temperamento combattivo e temerario: è un donna alla guida di un camion, è una donna che contrabbanda sigarette con la Svizzera, è una donna che apre e chiude attività commerciali. Una vita unica, irripetibile, che merita di essere perpetuata nel tempo..

Lorelein ha un grande, impossibile amore: Loris. Compagni di gioco al tempo dell'infanzia, consolidano la loro amicizia negli anni dell'adolescenza. Con gli anni le loro strade si dividono per poi incrociarsi nuovamente. Si tratta di un legame forte e indissolubile, che però tormenta la ragazza, che prova per Loris un sentimento più profondo di una semplice simpatia. Lorelein impara a convivere con i propri dubbi, perché in parte irrisolti e la percezione di un'emozione che comunque niente e nessuno potrà mai toglierle. Il racconto è un viaggio senza tempo all'interno della sfera affettiva di un animo sensibile.

Con questo libro l'autrice fa riflettere sulla straordinaria forza morale della semplicità, "virtù multiforme", un po' dimenticata nella nostra società, che si esprime essenzialmente in un atteggiamento mentale positivo e propositivo in grado di migliorare la qualità della nostra vita quotidiana nell'ambito pubblico e privato. Si tratta di riflessioni molto profonde supportate dal pensiero di grandi filosofi (Seneca, Sant'Agostino, Montaigne, Pascal ecc.) di cui la Ferraris propone un' interpretazione critica. Un aiuto per l'uomo moderno che ricerca affannosamente di riempire il vuoto esistenziale con distrazioni e significati sempre nuovi, ma privi di valore, senza rendersi conto che la felicità è legata al sentimento della semplicità, "nutrimento eccezionale per la nostra interiorità", che dà senso e autenticità non solo agli avvenimenti straordinari, ma anche ai momenti ordinari della nostra vita.

Le protagoniste di ciascuna delle cinque storie proposte sono eroine senza paura, giovani donne che coraggiosamente affrontano le avventure e le disavventure che la vita propone, madri sole ma piene di coraggio, donne complesse che vivono una difficile esistenza. Figure, insomma, che colgono alcune tendenze dominanti della nostra società, donne in cui qualunque donna, magari in modo impercettibile, può ritrovare qualche cosa di se stessa. La ricetta della felicità trionfa alla fine di ciascun racconto, secondo l'intramontabile detto: se volete essere felici, dovete trovare l'uomo della vostra vita. La Sicilia con le proprie tradizioni culinarie, con i suoi colori, i profumi e le atmosfere inimitabili, fa da sfondo a quasi tutte queste vicende.

Assunta è una donna bella, intelligente, sicura delle proprie azioni, lavora come responsabile delle pubbliche relazioni e del sistema di qualità in una Società intenzionata ad aprire un casinò a Locarno. Carlino, il presidente della Società, è un arrivista con scarse doti manageriali e una personalità molto complessa. La professionalità e l'onestà di Assunta la portano a non sottovalutare i rischi e le carenze di una conduzione aziendale assolutamente improvvisata e confusionaria; un atteggiamento non gradito a Carlino che, tanto sicuro di sé, pensa di poter ottenere la licenza anche senza l'aiuto lavorativo della donna, che nel frattempo viene assunta da una Società concorrente. In un susseguirsi di scontri verbali, ritorsioni e rivalse, la tanto discussa concessione viene assegnata. Racconto fittizio o verità? ... che cos'è la verità? disse Pilato per scherzo, ma non aspettò la risposta. Al lettore spetta il compito di raggiungere e interpretare la concretezza umana che sta dietro ai fatti.

"Una scrittrice per amica" è di fatto un'opera capace di interpretare il flusso, spesso irrefrenabile, delle esperienze e dell'amore; a questo fine viene presentato anche un saggio riguardante la condizione sociale della donna nel mondo di oggi. Ciascuna parte del libro è assolutamente indipendente e vive di una vita propria.