Quodlibet: Quodlibet
A che punto siamo? L'epidemia come politica
Giorgio Agamben
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 128
In questa nuova edizione, che contiene un numero di testi quasi raddoppiato rispetto alla precedente, Agamben ha raccolto tutti i suoi interventi sull'emergenza politico-sanitaria che stiamo attraversando. Al di là di denunce e descrizioni puntuali, i testi propongono in varia forma una riflessione sulla Grande Trasformazione in corso nelle democrazie occidentali. In nome della biosicurezza e della salute, il modello delle democrazie borghesi coi loro diritti, i loro parlamenti e le loro costituzioni sta ovunque cedendo il posto a un nuovo dispotismo in cui i cittadini sembrano accettare limitazioni delle libertà senza precedenti. Di qui l'urgenza della domanda che dà il titolo alla raccolta: a che punto siamo? Fino a quando saremo disposti a vivere in uno stato di eccezione che viene continuamente prolungato e di cui non si riesce a intravedere la fine?
Il demone di Picasso. Creatività generica e assoluto della creazione
Gabriele Guercio
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 243
Intrapreso agli inizi del Novecento, l'abbandono di un'idea di creatività rarefatta e aristocratica - che in Occidente pur sostenne la visione dell'originalità dell'opera d'arte, da Dante fino a Heidegger - trova negli ultimi decenni un inquietante parallelo nell'organizzazione del lavoro: proprio come il lavoro esonda nel non lavoro, così l'arte sconfina nella non-arte, ed entrambi sfociano in una piatta e deresponsabilizzata dimensione di creatività generica, totalitariamente e indiscriminatamente fungibile dal mercato e dal marketing. E giusto ribellarsi a questo omologante laissez-faire, al contempo sregolato e dispotico? Per rispondere consapevolmente in maniera affermativa, Gabriele Guercio traccia una genealogia e una storia degli aspetti dirimenti dell'arte novecentesca, facendosi in ciò guidare da Picasso. Se infatti l'inquilino di Boulevard Raspail 242 è indubbiamente il pioniere della sregolata disseminazione del fare creativo che ancor oggi connota la pratica artistica, la sua storia non è certo riducibile a questo pluralismo panico. Picasso ha attraversato l'anarchia e ha toccato l'altra riva della libertà, riconoscendo e problematizzando il volto nefasto e opprimente dell'indifferenza della produzione (ormai abitata da sostituibili e nomadi creativi). Fu cioè posseduto da un demone bifronte, che se da un lato alimentava il faustiano relativismo creativo, dall'altro lo spingeva a riconquistarsi un creazionismo artistico potenzialmente in grado di riscattare e il lavoro e l'arte.
Il «Trionfo della morte» di Palermo. Un'allegoria della modernità
Michele Cometa
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 170
Originariamente collocato nel cortile dell'Ospedale Grande e Nuovo in Palazzo Sclafani, il “Trionfo della morte” - ora custodito nella Galleria di Palazzo Abatellis, a Palermo - è una straordinaria enciclopedia iconografica medievale e moderna, di cui non conosciamo l'autore. Il libro di Michele Cometa è una guida all'interpretazione del tessuto narrativo di questo formidabile affresco. Le molteplici fonti pittoriche e letterarie che ne costituiscono la trama convergono nel tratteggiare - evocando la peste nera che imperversava in Europa da più di un secolo - una sorta di confutazione iconologica del retribuzionismo medievale. Le pene mondane, infatti, non sono qui più riconducibili al peccato, ma si stemperano in una melanconia tutta moderna. Una codificata allegoria medievale finisce per accogliere tonalità dell'animo del tutto impreviste, nuances che solo un'attenta posterità potrà compiutamente decifrare. Lo stupore, lo sdegno, la cura, la compassione, la speranza che affiorano nei gesti congelati dei personaggi del dipinto trovano qui per la prima volta un'espressione che costituirà l'ossatura delle categorie esistenziali moderne, facendo del “Trionfo” un'opera filosoficamente profetica.
Altre amorose
Luigi Trucillo
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 162
"Così ho pensato che ogni relazione è un dado lanciato dai due giocatori e da nessuno, e che il vincitore è il gioco sospeso dei numeri nell'aria finché resiste un solo volto."
Della comune intelligenza sana e di quella malata
Franz Rosenzweig
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 214
Nel 1921, per avvicinare i lettori alla sua opera maggiore, La stella della redenzione, che anche gli amici giudicavano di difficile lettura, Franz Rosenzweig si lasciò convincere a scrivere un testo introduttivo. Per costruirlo in modo efficace scelse la via dell'apologo, che prometteva una comunicazione più agevole con il pubblico colto, anche se avrebbe certo indispettito gli intellettuali di professione: nasceva in questo modo il volume Della comune intelligenza sana e di quella malata. La sua stessa genesi lo rende un originale momento di riflessione sulla filosofia, di cui sottolinea la «nativa» contrapposizione con l'uso spontaneo dell'intelligenza, quello che sorregge il comportamento quotidiano dell'uomo comune. In queste pagine, la cultura occidentale viene metaforicamente descritta come un paziente colpito da apoplexia philosophica acuta, innescata dal potere fuorviante della domanda (aristotelico-metafisica) «che cos'è?», e conseguentemente affetto da paralisi. Lo si potrà curare soltanto inserendolo più direttamente nella relazione con le tre grandi dimensioni entro cui si svolge l'esistenza: l'io, il mondo e Dio. È appunto questo il compito che Rosenzweig riteneva di poter affidare ad un «nuovo pensiero» ormai collocabile al di là della filosofia, la quale aveva infine compiuto (in Hegel) il suo destino, una volta attraversate le sue tre grandi fasi: l'antichità cosmologica, il medioevo teologico e la modernità psicologica.
Guida all'achitettura nelle Marche (1900-2015)
Lorenzo Ciccarelli
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 369
Questa "Guida all'architettura nelle Marche" traccia un itinerario che tocca gli edifici più signiticativi costruiti nella regione dai primi del Novecento al 2015. In un territorio di frontiera sensibile a tutti i cambiamenti, e quindi da sempre rappresentativo delle trasformazioni nazionali, convivono infatti architetture esemplari delle diverse fasi storiche: dai villini Liberty alle case del Fascio, dalle strutture pubbliche del dopoguerra a quelle industriali, espressione della fioritura del ricco tessuto locale di piccole e medie imprese, fino alle riscoperte storicistiche o vernacolari degli ultimi anni. Le schede dedicate agli edifici sono organizzate secondo dieci percorsi che non seguono i confini amministrativi, bensì propongono raggruppamenti territoriali che ben rispecchiano il carattere dell'unica regione italiana plurale già nel nome. Il libro contiene inoltre un esaustivo saggio storico introduttivo in cui l'autore confronta le vicende dell'architettura novecentesca marchigiana con il panorama culturale e artistico italiano. Protagonisti della levatura di Cesare Bazzani, Adalberto Libera, Mario Ridolfi, Carlo Aymonino, Leonardo Ricci, Giancarlo De Carlo, Luigi Pellegrin, Cristiano Toraldo di Francia, Mario Cucinella, Guido Canali solo per citarne alcuni -, pur provenienti da altri contesti culturali, hanno infatti lavorato intensamente nelle Marche.
Fictio legis
Yan Thomas
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 120
Tanto la storia del pensiero giuridico che il senso comune hanno costretto la finzione al ruolo di principale antagonista della realtà, dei fatti, dell'ordine naturale e vero delle cose. L'assidua frequentazione della fiction, da un lato, e l'evidenza naturale considerata come un limite o un ostacolo alle operazioni del diritto e della tecnica, dall'altro, ne sono senz'altro le più palmari e longeve eredità. Contro queste tradizioni, Yan Thomas - in un saggio densissimo che annoda stile e metodo in modo unico offre una vera e propria contro-storia della fictio. Mobilitando i casi che occuparono i giuristi romani, Thomas restituisce la finzione al suo statuto di tecnica eminente del diritto. Più vera del vero, la finzione è quell'arnese che i giuristi hanno impiegato per escogitare soluzioni che la "natura" o il senso comune sembravano dichiarare impossibili. Solo nel medioevo, assecondando un cambiamento di portata antropologica, la natura finirà per imporre i suoi "limiti" alla creatività così tipica del diritto romano e al modo tanto speciale che esso aveva di "creare" il mondo per trasformarlo. Questo drastico cambio di passo è indagato da Yan Thomas con tutto il rigore e la spregiudicatezza che caratterizzano il suo gesto teorico. I "naturalismi", vecchi e nuovi, che oggi ingombrano il dibattito pubblico con la forza apparente dell'evidenza trovano in questo saggio una smentita cocente e un potente antidoto. Con un saggio di Michele Spanò e Massimo Vallerani.
Manifesto del Terzo paesaggio
Gilles Clément
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 112
Gilles Clément, paesaggista, indica tutti i "luoghi abbandonati dall'uomo": i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un'aiuola spartitraffico. Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall'assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l'importanza per il futuro del pianeta.
L'alternativa ambiente
Gilles Clément
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 67
Mentre l'ecologia radicale, trincerata dietro i suoi rigorosi precetti, cerca di resistere, mentre il Green business si organizza per accaparrarsi il mercato bio, una terza strada, senza nome, ma che qui chiamo "Alternativa ambiente", nasce dall'intrecciarsi di mormorii - analisi contraddittorie, bilanci di catastrofi, azzardate profezie -, ma anche da dati certi, esperienze e ricerche attendibili. L'"Alternativa ambiente" guarda con interesse alla decrescita, ma senza aderirvi del tutto, prende le distanze dal Green business, ritenuto eccessivo, e, piuttosto che attendersi una qualche forma di salvezza dai parlamentari della Repubblica, si mette in attesa interrogando i possibili impatti dell'effetto-farfalla. Sì, il giardino è planetario, più nessuno può dubitarne, ma chiunque sia sufficientemente avvertito, da misurare l'ampiezza di una tale questione, si chiede come si possa diventare giardinieri, di questo giardino qui. Nessuna risposta arriva in un colpo solo. L'umanità incredula, di volta in volta addormentata dai media e risvegliata dalla crisi, saggia nuovi modi di vita, tenta nuovi percorsi in territori sconosciuti. Tutto è da inventare, tutto sembra nuovo.
Introduzione a «Minima moralia» di Theodor W. Adorno
Renato Solmi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 88
"Leggere le cinquanta pagine introduttive è chiedersi come un giovane da poco uscito d'università abbia potuto scrivere pagine di tanta assoluta intelligenza e lucidità storica; e come simile risultato si sia dato in una situazione politica e intellettuale di chiusura, di dimissione e irrigidimento": così nel 1977 Franco Fortini ebbe a scrivere dell'Introduzione di Renato Solmi a "Minima moralia", il capolavoro di Adorno pubblicato da Einaudi nel 1954 e tradotto dallo stesso Solmi. Operazione originalissima, l'Introduzione è tale alla lettera ma nel senso più ampio e inclusivo: in largo anticipo rispetto ad altre culture, non solo colloca il pensiero adorniano all'interno del dibattito novecentesco, ma ne discute categorie e movenze filosofiche specifiche (nel solco di "Dialettica dell'illuminismo") mettendole alla prova nella concreta cornice storica del tempo: saggio vero e proprio, quindi, che per questa ragione oggi si può leggere cogliendo l'autonomia e lo stile intellettuale con cui l'allievo seppe trattare il maestro, insieme delineando un lessico della "modernizzazione" che continua a proporci domande e rammentarci speranze, illusioni e inadempienze del nostro passato e del nostro presente.
Maifinito. Ediz. italiana e inglese
Gaetano Licata
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 156
Contributi, testi, progetti ed elaborazioni originali, insieme a un panorama internazionale di esperienze artistiche, sociali e di architettura, ruotano intorno al fenomeno del "maifinito". Un modo di registrare, per rendere visibile, un'enorme quantità di costruito diffusa in aree urbane ed extra-urbane, soprattutto del meridione d'Italia. Un'indagine fenomenologica che superi i pregiudizi comuni, per far affiorare paradossali qualità e potenzialità nascoste. Cosa possiamo imparare da questo fenomeno? Ci sono speciali edifici maifiniti, isolati o in aggregazioni, dai quali possiamo mutuare concetti e pratiche complesse per attivare operazioni di trasformazione, di progettazione ex-novo, di ricerca e di applicazioni per l'architettura e per il paesaggio? Quale ipotesi di futuro è ancora possibile sostenere per il maifinito? Forse proprio a partire dal suo grado di incompiutezza, e vista la sua quantità, si può tentare di vederlo come un patrimonio potenziale e sempre riattivabile, a patto di saper incrociare le esigenze odierne e attuali con le nuove condizioni materiali e immateriali che ha prodotto.
L'immagine occidentale
Emiliano De Vito
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 225
"Si può descrivere questo primo, originalissimo libro di Emiliano De Vito, come il tentativo di spingere all'estremo la forma del commento fino al punto in cui il testo commentato diventa la forma in cavo della scrittura che lo commenta e autore e commentatore si scambiano le parti. Il passo commentato è, in questo caso, relativamente breve: si tratta essenzialmente del paragrafo 'Idea come configurazione' di quel testo certamente impervio che è la 'Premessa gnoseologica all'Origine del dramma barocco tedesco' di Walter Benjamin. In questione in questo paragrafo è un problema decisivo nella storia del pensiero occidentale: il rapporto fra idee e fenomeni, fra mondo intellegibile e mondo sensibile. E poiché il medio di questo rapporto è l'immagine, il libro di De Vito è una meditazione appassionata e senza riserve sull'immaginazione, che mobilita, nel suo inquieto e rovinoso procedere, le risorse della filosofia, della letteratura, della mistica, della cabala, dell'alchimia". (Giorgio Agamben)