Rizzoli: Saggi italiani
Potevi pensarci prima. E altri giudizi non richiesti sui nostri corpi
Gilda Sportiello
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2025
pagine: 204
Giudizi indesiderati, molestie, tentativi manipolatori di dissuasione, stanze dell’ascolto, violenze fisiche e psicologiche, disinformazione: quando una persona decide di interrompere una gravidanza è questo che spesso si trova ad affrontare. Pratiche e modalità che hanno il preciso scopo di alimentare lo stigma, suscitare sensi di colpa, rafforzare l’idea che ci sia un solo destino possibile: quello segnato dal dolore e dalla vergogna. È così che l’aborto viene trattato dalla morale – o dalla cattiva politica che si fa morale –, spacciato per gentile concessione e non riconosciuto come diritto alla salute, ostacolato e intralciato: da servizi inesistenti, consultori svuotati, tassi di obiezione così alti da diventare impedienti, leggi applicate solo in parte o del tutto disattese, pratiche inaccettabili che si trasformano in violenza impunita. Gilda Sportiello ci invita a tenere alta la guardia contro l’attacco che in Italia e in molti altri Paesi le destre stanno sferrando al diritto all’aborto sicuro e legale, presenta dati incontrovertibili (quando esistono), smonta la retorica del dolore e la narrazione della colpa, per ribadire che l’aborto va difeso come il frutto di una scelta libera e consapevole e garantito in spazi sicuri e mai giudicanti.
Craxi. L'ultimo vero politico. I racconti e le immagini
Aldo Cazzullo
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2025
pagine: 280
«A un tratto, la ruota del destino diede un giro. La vicenda di Craxi entrò nella fase finale, quella della vita e della morte. In poche settimane la situazione sarebbe precipitata, in modo insieme epico e grottesco. Iniziava una tragedia. Che tanti in principio considerarono una farsa. Perché l’Italia è convinta di essere un Paese comico, al più melodrammatico. Invece la storia unitaria del nostro Paese è una storia tragica.» Aldo Cazzullo atterra a Tunisi a fine ottobre del 1999. In Italia è appena arrivata la notizia del ricovero di Bettino Craxi. Il leader socialista, dal 1994 ad Hammamet per sfuggire a Mani Pulite e all’arresto, sarebbe morto pochi mesi dopo. Parte dalla fine, da questi ricordi personali vissuti sul campo del giornalismo – la malattia di Craxi, il disperato intervento chirurgico, la morte, il funerale –, il racconto dell’uomo e del politico che più di ogni altro ha rappresentato la modernizzazione dell’Italia repubblicana e la caduta del sistema dei partiti. Un ritratto in chiaroscuro. Un profilo biografico impreziosito da aneddoti personali e da un apparato fotografico unico, che punta a ricostruire la storia del giovane militante, l’ascesa al potere del segretario socialista, i rapporti con i leader nazionali e internazionali del suo tempo, dando conto della dimensione umana e intima del politico che fu Craxi anche nei mesi concitati dell’epilogo della sua parabola, senza nascondere gli errori e le responsabilità. Fino a tracciare un’analisi della sua eredità, quel nodo mai sciolto della fine della Prima Repubblica che forse trova proprio in Bettino la sua plastica rappresentazione: uomo di potere osannato e odiato, capro espiatorio della stagione del malaffare, esiliato illustre per alcuni, latitante per altri (e per la giustizia italiana). L’ultimo vero politico, scrive Cazzullo a venticinque anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, con una formula su cui non si riesce a porre un solo accento: è stato l’ultimo uomo di Stato italiano dotato di spessore e di visione; ma ha pagato un prezzo altissimo alla sua spregiudicatezza. Ingombrante financo sul piano fisico, è diventato il bersaglio grosso: da statista a «Cinghialone». Un simbolo della Prima Repubblica, che ha avuto – come ha riconosciuto il suo nemico della vita, Eugenio Scalfari – «la grandezza della fine».
Il dovere della speranza. Le guerre, il disordine mondiale, la crisi dell'Europa e i dilemmi dell'Italia
Romano Prodi
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 312
“Sono tutti buoni a parlare con san Francesco, il problema è quando devi parlare con il lupo.” Romano Prodi ne ha incontrati tanti di lupi, ma ha sempre saputo che è necessario parlare anche con i dittatori, tenendo ferme le proprie ragioni. La vera questione è la nostra perdita di orizzonti sui grandi problemi che affliggono le democrazie. Custodire e promuovere “il dovere della speranza” vuol dire non arrendersi alla progressiva evanescenza europea. Vuol dire continuare a credere in una politica internazionale che non sia solo uno strumento dottrinario di rese dei conti. Perché il rischio di perdere tutto è incredibilmente concreto. “Nessuno si ingegna per provare a salvare le conquiste che hanno reso l’Europa la terra dei diritti e delle libertà solidali” afferma Prodi. “Nessuno pensa a preservare e rilanciare l’eredità buona del XX secolo, che ci ha lasciato le due più immani sciagure di sempre, cioè le due guerre mondiali, ma ci ha anche donato la più grande invenzione delle democrazie moderne, cioè il Welfare State.” E in questa lunga conversazione con Massimo Giannini sulla posta in gioco del mondo che verrà, emergono tutti i principali nodi conflittuali di oggi: autocrazie contro democrazie, civiltà contro barbarie, la dea incompiuta e irrisolta dell’Europa fino a toccare i nervi scoperti dei problemi interni al nostro Paese. Il risultato è un confronto serrato su tutti i grandi mali che rischiano di polverizzare il lungo lavoro di costruzione politica della pace. Con una certezza: abbiamo ancora “il dovere di sperare”, soprattutto per i giovani, perché questa è la vera sfida per il futuro.
Classici sovversivi. Mito e tragedia per la vita quotidiana
Valeria Parrella, Massimo Osanna
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 224
«Io credo che i classici siano sovversivi perché sono ancora tra noi, cioè la loro sovversione è essere ancora così presenti. Ci costringono a una chiamata che è fisica, reale, attiva. I classici, se sono tali, non tramontano mai. Semplicemente, stanno da qualche parte, e noi dobbiamo cercarli.» Come si torna ai classici? In quale modo si può riscoprire la letteratura che ci ha preceduti e riportarla nella nostra esistenza di tutti i giorni? Come rapportarsi a scritti e fonti di oltre duemila anni fa? Quegli scritti, quelle storie, sostiene Valeria Parrella, sono il sentiero su cui già camminiamo: altri prima di noi lo tracciarono e questo ci rende più sicuri, perché non siamo i primi a calcarlo, e perché sappiamo che questo sentiero ci condurrà da qualche parte, esattamente come ha fatto dall’antichità a oggi. Per permettere all’antico di parlare con il nostro quotidiano, Massimo Osanna, direttore generale dei Musei italiani, per ognuno dei soggetti trattati illustra la storia e la fortuna (o sfortuna) iconografica, inquadra le fonti storiche, i ritrovamenti archeologici, tra ceramiche decorate e bassorilievi, statue e pitture, ricostruzioni topografiche e riferimenti all’arte classica. In queste pagine troverete Antigone, Eros, Narciso, Euridice e Orfeo, Tiresia, Apollo e Re Mida, le Troiane: Valeria Parrella ricostruisce così i nostri rapporti con l’amore e con la morte, con il femminile e con la guerra, con il lutto e la violenza. Miti classici per eccellenza, resi sovversivi da una rilettura brillante e avvincente, a cura di una voce tra le più amate della nostra narrativa, capace di far interagire queste figure con autori di oggi, con canzoni, con tutto ciò che arricchisce e abita le nostre vite.
La caduta di un impero. 1993. Montedison Ferruzzi Enimont
Carlo Sama
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 192
La vicenda del colosso agroindustriale creato dal nulla da Serafino Ferruzzi è un elemento fondamentale della storia economica d’Italia (e non solo): l’ascesa nella produzione e nel commercio mondiale delle materie prime agricole, la tragica morte del fondatore in un incidente aereo, l’espansione durante la gestione di Raul Gardini, l’acquisto della Montedison, il fallimento dell’operazione Enimont, la tempesta di Mani pulite, il suicidio di Gardini, la dispersione del gruppo… Questo appassionato memoriale presenta la versione della famiglia Ferruzzi attraverso la voce di Carlo Sama, marito della figlia minore di Serafino, Alessandra, e già braccio destro di Gardini: una versione che celebra i fasti ma mostra anche i lati oscuri del Gardini imprenditore, e rivela il ruolo dell’establishment economico-finanziario guidato da Mediobanca nella fine dell’azienda. Un’azienda gravata di debiti ma con un motore industriale in piena efficienza che la collocava ai primi posti in Europa e nel mondo nella produzione e lavorazione di zucchero, amido, semi oleosi, proteine di soia ma anche penicilline semisintetiche; un’azienda che avrebbe potuto essere risanata con cessioni mirate delle attività non strategiche; un’azienda che disponeva di un piano di rilancio, elaborato da Sama e dal suo gruppo dirigente con l’aiuto di banche internazionali, per svolgere un ruolo da protagonista globale nei settori chiave dell’agroindustria e dell’energia verde. Questo libro è l’amaro racconto di una storia che avrebbe potuto essere e non è stata, e di una nazione – l’Italia – che ha distrutto le opportunità di un futuro migliore.
Il ricordo di un sogno. Una storia di radici e confini
Rosi Braidotti
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 420
Più di cinquant’anni fa una bambina trova una foto nascosta in un baule pieno di vestiti e comincia a fare domande a sua madre. "Dimmi cosa ti è successo, io sono qui. Raccontami, che io ti ascolto, e crederò a tutto quello che mi dici. Non avere paura del buio, io ci sono." È così che Bruna, la madre di Rosi, ascolta la storia della sua famiglia, delle sue donne e della loro sofferenza tramandata da generazioni. Poi a sua volta, moderna Sherazade, la racconta a sua figlia, passandole il testimone di un sogno che è quello di ricomporre la vicenda complicata di una famiglia dispersa, di ritrovarla anche solo nelle parole, di tenerla in vita anche solo nella scrittura. Seguendo il consiglio di Virginia Woolf di pensarci attraverso le nostre madri, Rosi Braidotti raccoglie una molteplicità di voci, attingendo a un archivio stratificato di fonti e mettendosi in viaggio per mezzo mondo. Ricostruisce da una parte «la piccola repubblica dei Braidotti», socialisti di Latisana, dall’altra il ramo fascista, tra Friuli, Austria e Cecoslovacchia. Il risultato è la storia suggestiva di una compagine di parenti che, da Buenos Aires all’Australia, testimoniano la dispersione che segna tante famiglie di italiani con la valigia, a dimostrazione di come l’identità sia sempre una fitta rete di relazioni, ricca di differenze, multipla, aperta e interconnessa. "Il ricordo di un sogno" è la storia scompigliata e selvaggia di una famiglia che continua a vagare, in cui risuona un’irruenza non priva di dolore ma sempre gioiosa, con la certezza assoluta che solo in un confronto perenne con il passato possiamo ridisegnare nuove potenzialità di vita.
La dittatura del sapore. Larve, insetti e grilli: contro il gastronomicamente corretto
Diego Fusaro
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 240
Hamburger di carne sintetica, panini con i grilli, patatine di farina di mosca: in nome del rispetto dell’ambiente e della salute, il nuovo menù del mondo globalizzato mette al bando ciò che per secoli ha plasmato la nostra identità alimentare, dal vino all’olio d’oliva, dalle carni al pane, annientando ogni diritto alla pluralità, alla differenza e al locale. Anche a tavola, nel modo in cui pensiamo, produciamo, prepariamo, gustiamo il cibo, si sta assistendo all’imposizione di un unico modello ammesso e autorizzato: il nuovo codice gastronomicamente corretto, applicato allo stesso modo in ogni angolo del pianeta, non è altro che la variante alimentare del politicamente corretto, proprio come il piatto unico è l’equivalente del pensiero unico. Diego Fusaro punta il dito sulla deriva in corso, ne smaschera la grigia ideologia omologante, ne denuncia gli effetti disastrosi – perdita della convivialità, della valenza simbolica e culturale del cibo, aumento delle disuguaglianze e dell’asimmetria tra i primi e gli ultimi – e insieme propone una nuova filosofia del mangiare bene in cui il cibo torni ad alimentare le teste oltre che le pance.
Chi ultimo arriva meglio alloggia
Marco Pozza
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 336
«Beati gli ultimi perché saranno i primi. A sorridere della spudoratezza di Dio». È la vecchia storia della maglia nera che c’è stata al Giro d’Italia dal 1946 al 1951: a indossarla, e dunque a vincerla, era colui che si classificava ultimo. Era, chiaramente, l’esatto opposto della maglia rosa, quella indossata dal primo arrivato. Valeva tanto quanto. Uno che se ne intendeva era Luigi Malabrocca, famoso proprio per aver indossato una maglia così epica e strana. Non è mai entusiasmante, nel mondo degli uomini, arrivare ultimi. Quando, però, incontri un ultimo diventato primo, è l’attimo nel quale ti si svela l’evidenza di quell’apparente assurdità architettata dal Cristo: «Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti» (Mc 10,44). Il Cristo che, quando voleva deteriorare alla base le verità dei presunti santi, insospettiva con creanza e savoir-faire: «Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi» (10,31). Detto e fatto. Detto e rifatto. Con lo stile dissacrante e profondo che ormai gli è proprio, il parroco del carcere di Padova, vicino da sempre a Papa Francesco, segue il Vangelo di Luca per andare in gita dentro le sue provocanti immagini, in un cammino mai prevedibile come quello di Gesù, per ritornarsene poi nella vita di tutti i giorni con un’evidenza più luminosa. Come se, specchiandosi nelle pagine dei Vangeli, la vita – quella che, sovente, fatichiamo a leggere nei minimi dettagli – si ripresentasse ai suoi occhi in alta definizione. È la magia di parole, quelle evangeliche, che non hanno mai finito di raccontare tutto ciò che sognano di raccontare ai loro innumerevoli lettori.
Fiamme dal passato. Dalle braci del Novecento alle guerre di oggi
Paolo Mieli
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 312
Se spiegassimo su un grande tavolo una mappa del mondo di oggi, saremmo costretti a indicare due grandi aree di crisi a noi molto vicine: una coprirebbe il territorio (già smembrato) dell’Ucraina vittima dell’aggressione russa del febbraio 2022; l’altra coinciderebbe con la striscia di Gaza, oggetto della rappresaglia israeliana dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Per segnalare questi tremendi conflitti utilizzeremmo d’istinto un simbolo chiarissimo e autospiegante, una fiamma che divampa. È da un passaggio, un’associazione apparentemente così semplice che Paolo Mieli prende avvio in questo suo nuovo, avvincente volume: gli incendi che stanno minando la stabilità dell’Occidente sono stati in molti casi innescati da scintille che covano sotto le ceneri del secolo scorso. E così, ripercorrendo eventi chiave ed esemplari delle tre disastrose dittature del Novecento, quella nazista, quella fascista, quella comunista, Mieli interviene con precisione nel dibattito storico contemporaneo, inquadrando sotto la lente del grande narratore le matrici (le braci, per restare nella semantica del fuoco) da cui le violente storture di oggi hanno avuto origine. Una rassegna completa che dalla Berlino degli anni Quaranta, quella di Hitler e Goebbels, arriva all’Italia di D’Annunzio e Mussolini; che spazia dai carri armati sovietici a Budapest alle illusioni di Mao. In apertura e in chiusura del libro, due lunghi saggi dedicati a Kiev e Gaza, alle guerre in corso, ai roghi più violenti che il nuovo millennio ha conosciuto (56 conflitti attivi, nel 2024). Un approccio storico «in presa diretta» che ci obbliga a confrontarci con i rischi che corriamo, con le soluzioni che, se individuate, sembrano impercorribili, con speranze di pace frustrate e deluse.
L'età dello sballo. Giovani, droghe, psicofarmaci, tra conformismo e dipendenza
Laura Pigozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 256
Se dagli Stati Uniti arriva l’allarme fentanyl, anche in Italia la diffusione di droghe tra gli adolescenti, dalla cannabis agli psicofarmaci usati per sballare, sta scatenando un’epidemia di dipendenze. Non ci sono mai stati così tanti pazienti affetti da disturbi legati al consumo di droga come in questi ultimi anni e l’età in cui si sviluppano le prime patologie si abbassa ormai alla preadolescenza. Cadere nel circolo vizioso della soddisfazione-astinenza-brama è un gioco pericoloso e paradossale che ci spinge a bramare ciò che ci fa male. Eppure, gli antidoti esistono e uno dei più potenti è il sentimento della vita che viene trasmesso al bambino nei suoi primissimi mesi, ma che può essere perduto o messo in crisi durante la preadolescenza. In assenza di questa trasmissione, il desiderio fatica a nascere e i progetti non decollano. Un disorientamento che espone all’assoluto offerto dalle droghe, dall’alcol, dagli psicofarmaci, dal cibo, da internet, dallo sport ossessivo... Godere senza desiderare è la cifra di una società drogata. Perché sorga il desiderio occorre che il bambino sperimenti la frustrazione e i limiti che possono trasformare il vuoto che narcotizza in una mancanza che rimette in moto il desiderio. Laura Pigozzi mostra una via nuova per comprendere e disinnescare le dipendenze, intrecciando alla psicoanalisi i risultati delle neuroscienze sul cattivo funzionamento del sistema della ricompensa e quelli dell’epigenetica sulla capacità plastica del cervello che beneficia di relazioni ed esperienze positive. Sono la vita di ciascuno di noi, le parole che ci scambiamo, così come le parole che ci hanno costruito, fatto sentire amati o feriti e quelle che si scambiano in terapia, a modificare il funzionamento del cervello. È infatti nelle relazioni personali e sociali che si trova l’uscita dalla condizione disumana della sofferenza mentale, dato che una cura efficace non può prescindere dal collettivo che protegge, dalla rete affettiva che sostiene eì dall’umanesimo della parola che dona dignità.
Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (1968-1970)
Luigi Giussani
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 324
Negli anni incandescenti del Sessantotto, gli impetuosi venti di cambiamento che agitano la società si insinuano anche tra le fila del «movimento» di Gioventù Studentesca, sorto più di dieci anni prima al Liceo Berchet di Milano: un migliaio di liceali e alcune centinaia di universitari se ne allontanano per aderire al Movimento studentesco. È lo «scossone più grosso» mai subìto dall’esperienza di Gioventù Studentesca, come dirà in seguito il suo fondatore, don Luigi Giussani. Dopo aver lasciato la guida di GS, in quegli stessi anni don Giussani frequenta con assiduità il Centro Culturale Charles Péguy. Fondato nel 1964 a Milano da un gruppo di laureandi, laureati e assistenti universitari, di fatto rappresenterà la prosecuzione dell’esperienza iniziata nelle aule del Liceo Berchet e, al contempo, l’inizio di quella realtà che di lì a poco assumerà definitivamente il nome di «Comunione e Liberazione». Questo volume raccoglie per la prima volta le trascrizioni delle lezioni tenute da don Giussani presso il Centro Culturale Charles Péguy dal 1968 al 1970, nell’arco di tre anni di incontri e riflessioni intorno a una intuizione che sarà gravida di conseguenze: solo nella comunione cristiana possiamo sperimentare la liberazione, cioè l’avvento di un mondo più umano. Attento osservatore della società, Don Giussani guarda al sommovimento politico, sociale e culturale portato dal Sessantotto cogliendo l’istanza profonda che sta alla base del fenomeno – il risveglio del desiderio di autenticità nella vita e di cambiamento nel mondo – e leggendo gli anni della contestazione giovanile come il crinale di un «cambiamento d’epoca» che si stava preparando già da tempo. E la forza della proposta di don Giussani si rivela intatta, se non ancora più dirompente, al giorno d’oggi, in una società segnata dall’individualismo, da un tessuto sociale sempre più logoro e da nuove tecnologie che invece di avvicinarci, nella comunione che il sacerdote auspicava, ci allontanano inesorabilmente gli uni dagli altri.
Demoni. Droga, affari e sangue. La mappa del potere nella capitale
Lirio Abbate
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 256
«La nostra storia, come tutte le storie che si rispettino, ha un protagonista e un avversario. Solo che in questo caso non ci sono eroi, sono tutti cattivi, tutti “brutti forte” – come li definisce Massimo Carminati. Sono demoni.» Roma brucia, potrebbe essere questo un titolo alternativo per l’inchiesta di Lirio Abbate sulla nuova mappa del potere criminale nella Capitale. Un incendio che cova da tempo sotto le ceneri di un equilibrio malavitoso complesso e precario, divampato sulle pagine di cronaca con l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, nell’agosto del 2019. A cinque anni di distanza, Abbate ricostruisce, carte alla mano, la dinamica dello scontro di potere che ha portato a quel «morto ammazzato», individua le forze in campo, dai nuovi e feroci clan albanesi alle storiche famiglie affiliate alla camorra che a Roma hanno un ruolo centrale da decenni. Così, passando al setaccio documenti processuali, intercettazioni telefoniche e ambientali, chat decriptate, emerge il quadro di un fronte criminale violento e spietato, alimentato da un fiume sempre in piena, quello del traffico di droga; un fronte che dispone di eserciti e falangi pronti a uccidere e torturare per segnare il territorio, vendicarsi, conquistare un posto al tavolo di chi comanda davvero. Tra vecchie e nuove conoscenze della storia criminale romana, Lirio Abbate, con la tenacia del cronista vecchia maniera e la vivacità del grande narratore, isola il fermo-immagine di una guerra in corso nelle strade della Capitale. Restituisce un nome e un volto ai protagonisti di questo scontro, ai demoni che infestano Roma.