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Essere e politica. Dialettica dell’umano

Essere e politica. Dialettica dell’umano
Titolo Essere e politica. Dialettica dell’umano
Autore
Argomento Scienze umane Filosofia
Collana Filosofie
Editore Mimesis
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 500
Pubblicazione 11/2020
ISBN 9788857571492
 
32,00

 
0 copie in libreria
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I temi affrontati more philosophico da Antonio De Simone in Essere e politica. Dialettica dell'umano e i profili politico-filosofici (Machiavelli, Rousseau, Vico, Kant, Hegel, Simmel, Benjamin, Horkheimer, Adorno, Habermas, Honneth, Rawls, Heller, Arendt, Lefort, Ricoeur, Masullo) ivi discussi criticamente esprimono il bisogno di analizzare e valutare il ruolo, la funzione pubblica e il tenore immanente della contraddizione prossemica entro e oltre l'ethos del moderno nelle morfologie assunte dalla filosofia contemporanea della normatività. Un atto interpretativo in cui è implicito l'agire politico connesso dialetticamente alla vita e alla metamorfica costituzione della soggettività nella faglia disegualitaria tra individualità e società. Attraverso l'interrogazione "paradigmatica" dei classici moderni, le riflessioni svolte nel libro nella forma di Lezioni problematicizzano la scelta esistenziale che pervade la relazione contingente tra agire umano, vita quotidiana, libertà, valori e norme, nella dialettica della modernità. Ritratti filosofici della condizione umana, o, meglio, del destino umano nell'ontologia politica del vivente, che performano l'umano come permeato dal "vivere in tensione" tra l'essere e il dover essere, dove gli attori umani, nel loro agire, tra colpevolezza e innocenza, disvelano l'oscurità ultima, tra bene e male, tra ragione e virtù, tra ethos, conflitto e politica, del "teatro storico" delle maschere della vita. L'Epilogo (in forma di Appendice) segue alla persuasione (manifestata nella penultima Lezione) che le "ragioni della filosofia" possano ancora affrontare, nelle condizioni dell'eticità post-tradizionale, una difficile eredità generazionale, che si oggettiva, tra teoria critica, filosofia e politica, nel passaggio ai contemporanei, dai maestri agli allievi, per la libertà, la comunicazione intersoggettiva e il riconoscimento interumano, e, dunque, nella paticità e socialità che intrama, nell'arte del vivere e del conflitto, l'enigmatica vincolatezza dell'umano, dell'irriducibile soggettività tra essere e politica, tra realtà e pensiero.
 
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