Alla base dell'impianto teorico e della pratica femminista di Genevieve Vaughan c'è un'evidenza: i piccoli e le piccole della specie umana non potrebbero sopravvivere se non avessero intorno a sé una rete di figure accudenti che, a partire dalla madre, offrano loro cibo, calore, attenzione e parole. Nella relazione con il/la bambino/a le figure accudenti praticano un'economia del dono che non prevede alcuna restituzione, essendo lo scopo della cura il benessere del/la bambino/a, il soddisfacimento dei suoi bisogni. La temporanea vulnerabilità dell'uno/a e l'altrettanto fugace potere delle altre producono una relazione di amorosa dipendenza e dialogo, che si sottrae ontologicamente all'economia dello scambio e alle sue feroci declinazioni sociali contemporanee: calcolo, sfruttamento, rapina. Com'è possibile, indaga Vaughan, che la società in cui viviamo abbia cancellato questa relazione fondativa, rimuovendo insieme a essa il concetto stesso di gratuità e sostituendolo con la logica astratta e metallica del do ut des, del mercato e del denaro?
Il dono nel cuore del linguaggio. L'origine materna del significato
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Titolo | Il dono nel cuore del linguaggio. L'origine materna del significato |
Autore | Genevieve Vaughan |
Traduttore | Maria Nadotti |
Argomento | Società, scienze sociali e politica Sociologia e antropologia |
Collana | Eterotopie |
Editore | Mimesis |
Formato |
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Pagine | 580 |
Pubblicazione | 05/2022 |
ISBN | 9788857584294 |
Promozione valida fino al 12/02/2027