Che si sia in Siberia o nella Terra del Fuoco, in Vietnam, Africa, Italia o Brasile, oggi o nell'antichità, ovunque la musica è associata alla trance. Perché? È forse dotata di un potere misterioso, in grado di gettare le persone in quello stato di follia che i Greci chiamavano mania? Qualcuno potrebbe crederlo, ma non è cosí. I rapporti tra musica e trance sono molto vari e talvolta contraddittori. Spesso accade che la musica provochi la trance – o che sembri provocarla – ma anche con frequenza la placa. Queste contraddizioni possono essere comprese situando l’azione della musica – i suoi «effetti» – non solo nella dinamica dell’esperienza della trance, ma anche in quella del rituale, nei luoghi in cui essa avviene. A distanza di molti anni dall'uscita, "Musica e trance" continua a essere un’opera di riferimento imprescindibile per comprendere la complessità dei problemi implicati nella relazione fra musica e stati di coscienza. Rouget compie una straordinaria sintesi della letteratura antropologica, etnomusicologica e storico-religiosa, proponendo una tassonomia dei vari dispositivi tradizionali e precise ipotesi sui rispettivi ruoli che musica, danza, rito, finalità religiose e terapeutiche giocano nello «strano meccanismo» della trance, a cominciare da quella di possessione.
Musica e trance. I rapporti fra la musica e i fenomeni di possessione
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Titolo | Musica e trance. I rapporti fra la musica e i fenomeni di possessione |
Autore | Gilbert Rouget |
Introduzione | Francesco Giannattasio |
Traduttori | Giuseppe Mongelli, Vincenzo Della Ratta, Blanche Lacoste |
Argomento | Società, scienze sociali e politica Sociologia e antropologia |
Collana | Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie, 708 |
Editore | Einaudi |
Formato |
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Pagine | XXX-488 |
Pubblicazione | 01/2019 |
ISBN | 9788806240219 |
Promozione valida fino al 12/02/2027