L’angoscia è la grande fenditura dell’essere umano; ma lui può confrontarsi con questa, deglutirla, vincerla. Gli psicoanalisti parlerebbero di sublimarla. L’angoscia del paziente ha per il medico un’altra esigenza: deve essere curata. Non è che l’angoscia non possa essere, per il paziente, primavera d’azione, come lo è, a volte, la patologia; meglio dire, come può esserlo. Alcuni soccombono, si consegnano a questa. Altri la convertono in un’autentica fonte di valori morali. In qualsiasi caso l’angosciato, per il fatto di esserlo, dà profondità alla sua esistenza. Il tema principale dell’opera è senza dubbio l’angoscia, da cui si dipanano i vari rema (focus): quello avviato da Kierkegaard, che intende l’angoscia come la realtà della libertà, possibilità prima della possibilità, cioè, l’angoscia come situazione ontica che apre all’ontologico, che ritroviamo anche nelle situazioni-limite descritte da Jaspers; quello enunciato da Heidegger nell’analisi esistenziale dell’essere-nel-mondo, in cui l’angoscia è data come situazione emotiva fondamentale, quindi, come condizione ontologica che permette il manifestarsi dell’ontico, una sorta di apertura alla fattualità.
Angoscia ed esistenza: fenomenologia e psicopatologia. Angustia vitale. Volume Vol. 1
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| Titolo | Angoscia ed esistenza: fenomenologia e psicopatologia. Angustia vitale. Volume Vol. 1 |
| Volume | Vol. 1 |
| Autore | Juan José Lopez-Ibor |
| Argomento | Medicina Altre branche della medicina |
| Collana | Psicopatologia fenomenologica |
| Editore | Alpes Italia |
| Formato |
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| Pagine | 296 |
| Pubblicazione | 11/2025 |
| ISBN | 9791256650439 |
Promozione valida fino al 12/02/2027

