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L'ultimo quadro. Dal cavalletto alla macchina

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L'ultimo quadro. Dal cavalletto alla macchina
Titolo L'ultimo quadro. Dal cavalletto alla macchina
Autore
Introduzione
Traduttore
Collana Etcetera, 1
Editore Castelvecchi
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 104
Pubblicazione 01/2015
ISBN 9788869440151
 
Promozione valida fino al 12/02/2027
14,00 13,30

 
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Il 30 ottobre 1921, pochi giorni dopo l'inaugurazione della controversa mostra "5x5=25", Nikolaj Tarabukin annuncia in una conferenza all'Istituto di Cultura Artistica che è stato dipinto "l'ultimo quadro", ovvero che il Costruttivismo ha portato a esaurimento una vieta tradizione di pittura quale pratica per la realizzazione di "oggetti" senza vera utilità. Tarabukin, pensatore radicale e progressista - ma non marxista né membro di partito - è uno dei protagonisti della riflessione estetica nella Russia rivoluzionaria e avanguardista. Nel 1923, a Mosca, amplia e articola la sua premessa critica dando alle stampe il saggio qui riproposto, in cui sostiene che la pittura da cavalletto, l'opera da museo contemplativa e metafisica, è finita, e che l'arte è in procinto di diventare a tutti gli effetti una forza attiva, integrata nei processi produttivi della realtà sociale. Tarabukin si rifa a Oswald Spengler per denunciare il declino della cultura contemporanea e segnalare nell'avvento del Produttivismo la via d'uscita dalla crisi. Introdotto da uno scritto di Angelo Trimarco, "L'ultimo quadro" riscopre un testo fondamentale, polemico e utopistico, che scavalca la retorica della creazione proletaria e mira alla fusione definitiva di arte, lavoro e vita.
 
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