Rimanere seduto davanti alla tela senza fare niente è quanto riferisce Giacometti del suo tentativo di ritrarre Isaku Yanaihara, professore di Filosofia francese all'Università di Osaka scelto come modello nel 1956: data ricordata dai critici come "crisi Yanaihara". Una battuta d'arresto che non si traduce nell'annullamento dell'opera ma in un nuovo sviluppo: una svolta nel percorso artistico di Giacometti che si confronta con i temi dello spazio e della profondità, adottando soluzioni diverse dalle tecniche tradizionali. Ne offrono un'acuta analisi i due testi qui presentati di Sachiko Natsume-Dubé, affiancati in appendice da alcune pagine del diario di posa di Yanaihara che costituiscono una testimonianza imprescindibile per la comprensione dell'opera dello scultore e pittore svizzero. L'esperienza dell'impossibile - ritrarre il volto di Yanaihara che non si riesce a catturare sulla tela - è la "catastrofe" e al tempo stesso la sua nuova possibilità: il tentativo di superare la prospettiva. Nella questione della tecnica pittorica è in gioco il rapporto dell'opera d'arte con il vero.
Giacometti e Yanaihara. La crisi della rappresentazione
Titolo | Giacometti e Yanaihara. La crisi della rappresentazione |
Autori | Sachiko Natsume-Dubé, Alberto Giacometti, Isaku Yanaihara |
Curatore | S. Esengrini |
Collana | Il pellicano rosso. Nuova serie, 217 |
Editore | Morcelliana |
Formato |
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Pagine | 128 |
Pubblicazione | 11/2014 |
ISBN | 9788837227159 |