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Ne uccide più la lingua. Smontare e contestare la discriminazione di genere che passa per le parole

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Ne uccide più la lingua. Smontare e contestare la discriminazione di genere che passa per le parole
Titolo Ne uccide più la lingua. Smontare e contestare la discriminazione di genere che passa per le parole
Autore
Argomento Società, scienze sociali e politica Società e cultura: argomenti d'interesse generale
Editore De Agostini
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 237
Pubblicazione 10/2022
ISBN 9791221203530
 
Promozione valida fino al 12/02/2027
16,90 16,06

 
risparmi: € 0,84
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"Cerca di passarci sopra, dai. Non dovevi vestirti così. Potevi dire no. Lo stupro è un'altra cosa. Perché non hai denunciato? L'ha uccisa in un raptus di gelosia. Sei troppo aggressiva." Non c'è donna che non si sia mai sentita rivolgere parole come queste. Parole a cui ci si abitua, tanto sono consuete. La violenza che contengono non ci stupisce, al massimo produce un groppo alla gola a cui non si riesce a dare spiegazione. E più queste parole diventano quotidiane, più si rischia di adottare lo stesso sguardo misogino sul mondo. Del resto, questo linguaggio non appartiene solo alla nostra quotidianità – il mondo reale e i social media – ma permea anche le pagine dei giornali, i salotti televisivi, i comizi dei politici. E non sono mai solo parole: “ne uccide più la lingua”, perché tutto ciò che ci permettiamo di dire legittima ciò che ci permettiamo di fare. Le parole che abbiamo a disposizione danno una forma ai nostri pensieri e plasmano la realtà. C'è un solo modo per debellare l'odio di genere che passa per le parole: imparare a riconoscerle, decostruirle e cambiarle. Valeria Fonte ci guida in un'analisi arrabbiata, minuziosa e lucidissima di tutti i discorsi scorretti – che siano apertamente violenti o sottilmente discriminanti – che leggiamo e ascoltiamo ogni giorno, e che non possiamo più accettare. Smontandoceli davanti agli occhi, ci aiuta a capire come rispondere e come difenderci. Perché le uniche parole con cui dobbiamo parlare, oggi, sono le nostre.
 
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