Transeuropa: Studi e ricerche
Il porco espiatorio nelle Verrine di Cicerone
Domenico Palumbo
Libro
editore: Transeuropa
anno edizione: 2013
pagine: 184
Caio Verre, governatore in Sicilia dal 73 al 70 a.C., è un modello di corruzione politica e tuttavia gli studiosi hanno attenuato il giudizio che a più di duemila anni lo addita al disprezzo comune: nulla togliendo alla gravità delle sue malefatte, si è ormai compreso che egli è stato un capro espiatorio. Se Verre aveva esasperato una condotta di sfruttamento e rapina comune ai governatori provinciali, con la sua liquidazione politica per via giudiziaria la classe dirigente d'allora cercò di porre riparo alla scarsa tenuta dell'establishment. Ciò che giustifica oggi una rilettura delle Verrine è dunque la possibilità di considerarle un testo mitico, un testo cioè che, secondo René Girard, documenta la realtà dell'assassinio collettivo; anzi è proprio il fatto di considerare Verre una vittima emissaria a illuminare nei dettagli il mito infamante che il suo accusatore gli ha esageratamente costruito addosso, a cominciare dalla pubblicazione, successiva al processo, dei cinque discorsi mai pronunciati davanti alla corte che giudicava a Roma i reati di concussione, in cui si assiste alla trasformazione dell'imputato in mostro impuro: una mostrificazione tanto più inopportuna quanto più infierisce su un uomo già condannato; una metamorfosi che d'altronde Cicerone ha messo in opera sin dalla prima udienza, giocando sul nome di Verre che in latino è il maschio riproduttore del maiale.
Martirio. Elementi antropologici, politici e filosofico simbolici
M. Grazia Recupero
Libro: Copertina morbida
editore: Transeuropa
anno edizione: 2011
pagine: 246
Nell'epoca delle masse, "chi decide gli eventi storici non sono gli statisti, i diplomatici e i generali, bensì i martiri". Rievocando questa affermazione di Sören Kierkegaard, Carl Schmitt aggiunge al suo postulato decisionista un'interessante suggestione: al sovrano che decide sullo stato d'eccezione fa da sfondo il martire. La particolare relazione tra potere e patire, oggetto del presente volume, scopre la centralità della vittima reale nella fondazione politica e simbolica, chiamando in causa la teoria sacrificale di matrice girardiana secondo cui all'origine di tutte le culture umane vi è un linciaggio spontaneo, che il mito arcaico riprende e il sacrificio cristiano rivela nella figura di Gesù Cristo e dei primi santi della devozione cristiana. I martiri, scrive Girard, "moltiplicano le rivelazioni della violenza fondatrice". Nelle dinamiche sacrali che alimentano gli ordini politico-culturali, il martirio recupera, riassume e riscatta il "sacro arcaico" presente sullo sfondo del potere legittimato da Dio, dalla ragione, dal popolo. Il ruolo fondativo del martirio, così inteso, trova conferma su più livelli ermeneutici: architetture, narrazioni, immagini, tra Oriente e Occidente.
Vattimo e i suoi nemici. Conflitto e campo accademico
Paolo Di Motoli
Libro: Libro in brossura
editore: Transeuropa
anno edizione: 2024
pagine: 126
"Vattimo e i suoi nemici" è un'opera che offre un'analisi acuta del contesto accademico e intellettuale della filosofia a Torino, attraverso un ricco intreccio di narrazione auto-etnografica e approfondite indagini sociologiche. In questo saggio, Paolo Di Motoli esplora la complessa rete di relazioni, dinamiche di potere e conflitti che caratterizzano il mondo accademico filosofico torinese. Utilizzando le categorie concettuali di Pierre Bourdieu, come "campo", "habitus", "potere simbolico" e "illusio", l'autore offre al lettore uno sguardo penetrante sulle tensioni e i giochi di potere che animano il panorama filosofico di Torino. Attraverso una ricerca, che comprende analisi di verbali, letteratura esistente, storie della facoltà e interviste a ex allievi e professori, Di Motoli dipinge un quadro vivido e dettagliato del contesto accademico torinese. La metodologia adottata dall'autore conferisce al lavoro una solidità e una completezza che lo rendono una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato alla filosofia accademica e alle dinamiche di potere nelle istituzioni intellettuali.
Metamorfosi del desiderio in «Memorie dal sottosuolo» di F. M. Dostoevskij
Margherita Geniale
Libro
editore: Transeuropa
anno edizione: 2013
pagine: 189
Il "sottosuolo" nasce con l'intento di separare l'"uomo buono e sensibile" del XIX secolo dall'homme de la nature et de la vérité. Ma non fa che duplicare a totalità rappresentata dall'altro. Il mondo di sotto è, in realtà, un'illusione, il riflesso di una "aspirazione ad imitare" impossibile da realizzare. Nel percorso esistenziale e letterario di Dostoevskij "Memorie dal sottosuolo" segna l'impossibilità della scelta e apre alla questione della trascendenza, poiché rivela l'incapacità "autoredentiva" dell'uomo. A negargli la speranza soteriologica è proprio l'ostinazione sotterranea, la dimensione puramente razionale della mente. D'altronde il desiderio di "cavar la lingua di fronte al palazzo di cristallo" racchiude tutto il senso di annichilimento del "sottosuolo", ultima enclave esistenziale protetta dalle ingerenze del positivismo. Ma di fronte alla "neutralizzazione totale" operata nello "Stato tecnicizzato", portato epigonale della filosofia positivista, il problema del chi decide diviene sempre più pressante. Chiunque abbia i mezzi tecnici per farlo è libero di annientare l'altro. Non è più possibile procrastinare la risoluzione del problema del potere, giacché la mancata rinuncia alla violenza condannerebbe il mondo alla fine.
Evoluzione e sacrificio. Paradigmi filosofici, antropologici e mimetici
Margherita Geniale
Libro
editore: Transeuropa
anno edizione: 2013
pagine: 128
Molti autori e da varie prospettive disciplinari affrontano lo studio del comportamento violento nel suo straordinario ruolo di sprone evolutivo per la specie umana. Il modello etologico della pulsione aggressiva di Lorenz e il modello del "desiderio mimetico", evolutivo e sacrale di Girard vengono confrontati, in questo lavoro, con la biologia genetica di Dawkins e con la teoria evoluzionista di Darwin; senza dimenticare l'influenza esercitata dalla filosofia di Heidegger sulle discipline scientifiche e, in particolare, sul concetto di "eccesso pulsionale", che qualifica l'uomo per l'antropologia filosofica di Gehlen. Il contributo teorico di Rudolf Kassner confronta i modelli interpretativi del rapporto fra evoluzione e sacrificio. Essi evidenziano la perenne tensione fra la necessità di fondare un ordine sociale stabile in assenza di dominance patterns, e l'incombenza di bonificare situazioni di crisi mimetica, facendo periodicamente ricorso al sacrificio cruento e ritualizzato di vittime innocenti. Ma ragione e sacrificio non sono altro che il duplice aspetto dell'empasse storico-esistenziale nella quale è incorsa la storia evolutiva del genere umano, il debito contratto nel pervenire all'ominazione.
Il leviatano fuori dal mito. Le pronunce politiche di Hobbes e di Schmitt
M. Stella Barberi
Libro
editore: Transeuropa
anno edizione: 2013
pagine: 184
Thomas Hobbes, autore del controverso e famigerato "Leviatano", è stato il riferimento costante della riflessione di Carl Schmitt e, in un certo senso, il suo alter ego. Nella Germania del 1938, anche Schmitt scrisse un assai controverso Leviatano. Il pericolo dell'incontro con il potere gioca un ruolo chiave nella filosofia politica dei due autori, ampliandosi a criterio di indagine storica su diversi momenti della crisi europea. Ma nei tre secoli che separano questi testi il pericolo era cresciuto, lo troviamo riflesso nella trattazione 'esoterica' del filosofo tedesco, imitatore dissenziente della secentesca rappresentazione e dissimulazione barocca. Il presente studio confronta tali problematici percorsi del Potere con le ipotesi sulla sua origine, utilizzando la prospettiva teorica di René Girard.
Con i suoi stessi occhi. Walter Benjamin e la città
Domenico Scalzo
Libro
editore: Transeuropa
anno edizione: 2012
pagine: 387
"Con i suoi stessi occhi" è un'espressione di Walter Benjamin. L'autore dice di non ricordare più in che posto sia. Ma nel frattempo è stato catturato da quegli occhi, ha fatto un passo nel vuoto e ha scritto un libro sulla città. Benjamin è stato la sua guida. Il suo sguardo di Medusa ha pietrificato il mito della città moderna. Il libro è passato dalla guerra alla produzione del consumo, dalla mobilitazione totale al feticcio della merce - spazi simbolici sulle vie del linguaggio e della politica. Ma il suo viaggio si è diretto verso l'antico. La prima pietra è di fondazione. Forse è stata scagliata in una battuta di caccia, in un linciaggio, una contesa. Avrà ucciso qualcuno, tenuto fermo un morto, commemorato una vittima o celebrato un capo. Dopo Parigi, capitale del XIX secolo la Storia di Roma dalla sua fondazione. Un'altra guida si affianca a Benjamin, Michel Serres. Se un errore questo libro ha commesso è di aver creduto ciecamente a una cosa, dura come la pietra - che dove origine e distruzione si incontrano è la fine del dominio. E poi di stare dalla parte dei poveri, dei vinti, dei senza nome, togliendo il bando che li ha esclusi dall'uso comune della città.
La finzione di Amleto ovvero la nascita drammatica dell'individuo moderno. Saggio su Kassner politico
Margherita Geniale
Libro: Copertina morbida
editore: Transeuropa
anno edizione: 2011
pagine: 104
La finzione di Amleto è incentrato sul pensiero di Rudolf Kassner, scrittore poliedrico, filosofo e autore di scritti di fisiognomica e mistica dei primi del Novecento. L'appendice contiene Faust und der Barockmensch, saggio di Kassner inedito in Italia, nel quale attraverso tre figure della modernità, l'Amleto di Shakespeare, il Faust di Goethe e lo Zarathustra di Nietzsche, l'autore affronta il tema della volontà di potenza e suggerisce come, a partire dal secolo barocco, con il dilemma amletico sul senso dell'esistenza, l'individuo moderno tenti una prima soluzione decisionista, per poi passare all'atteggiamento estetico e a-morale faustiano, prima di approdare alla decisione nichilista e atea dell'antieroe nietzschiano. Nella linea di ricerca seguita in questo studio su Kassner politico, Amleto emerge dunque come il personaggio-chiave che racchiude in sé la tensione lacerante della decisione, in lui ancora legata al rapporto con la trascendenza, ma che di esso lascia già intravedere i prodromi di una risoluzione, cui approderanno in modi diversi le altre due figure. È dunque nel contrasto fra paganesimo e cristianesimo (interpretazione dell'Amleto nel Teatro dell'invidia di René Girard) che si gioca il mistero della "pigra vendetta" di Amleto, ovvero la nascita drammatica dell'individuo moderno. Essa trova la sua ragion d'essere nella rivelazione della violenza come senso della storia, che irrompe nel ciclico riproporsi della "macina di morte".
Il silenzio e la rosa. La politica barocca di Baltasar Gracián
Pasquale M. Morabito
Libro: Copertina morbida
editore: Transeuropa
anno edizione: 2011
pagine: 172
Baltasar Gracián è senza dubbio autore di prima grandezza del secolo XVII. La sua opera, per molti aspetti oscura ed enigmatica, contiene in sé caratteri peculiari della cultura barocca: dall'antropologia politica del Seicento, al dibattito teologico-politico della Controriforma, sino al curriculum gesuitico in campo retorico. Nella ricerca, "il silenzio e la rosa", l'allegoria utilizzata nel celebre Criticón, diventa chiave di lettura e, insieme, chiave d'accesso alla sapienza antropologica di Gracián. La prudentia è rosa del silenzio: rimanda all'aspetto etico e regolativo della sospensione del giudizio, tratto caratteristico del Sovrano barocco, ed alla dissimulazione dell'uomo saggio. Così, pure, omologata all'arte del "ser persona", la rosa ci porta al centro dell'originale stile e della filosofia di Gracián. Nell'emblema del gesuita aragonese, la rosa è la mise en abyme: arte della prudenza nel dire e nel fare che si lascia intendere proprio nel silenzio. Il mondo del Seicento può apparire enigmatico, ma non è assurdo, e, per un gesuita, un buon fine è aureola di tutto. Ma quale è il fine? L'uscita di scena dell'eroe sotto l'applauso del pubblico affascinato, o l'abbandono del vano teatro, per il cristiano disingannato? La risposta di Gracián coincide con il suo personale itinerario di ascesi: dalla ricerca della gloria del Héroe, al viaggio allegorico del disinganno nel Criticón; dall'arte di saper vivere, all'arte di saper lasciare la scena del mondo.
In corso d'opera. Scritti su Pasolini
Antonio Tricomi
Libro: Copertina morbida
editore: Transeuropa
anno edizione: 2010
pagine: 350
Amarlo, con generosità, e insieme contraddirlo, con forza. Affrancarsi dal suo mito per riscoprire la reale sostanza della sua opera di geniale bricoleur e inesausto pedagogo. Nel modo in cui tenne la scena pubblica, riconoscere un disperato tentativo di riaffermare il valore civile dell'arte, e della letteratura in specie, ma anche una forma di equivoca, e ancora eversiva, complicità con quel sistema dell'industria culturale che ormai non sembra più permettere a un intellettuale, a uno scrittore, margine di autonomia alcuno. Usarlo, e infine superarlo. A distanza di decenni dalla sua morte, è sempre questo che, con Pasolini, siamo chiamati ambiguamente a fare.
Un orizzonte bianco e desolato. Carrara 1944. Occupazione lotta armata e violenza sui civili
Emanuela Minuto
Libro
editore: Transeuropa
anno edizione: 2008
pagine: 160
Quella di Carrara nel 1944 è una storia per molti versi atipica e originale. La peculiare collocazione all'interno del dispositivo difensivo della Linea Gotica infatti la città, costringendo la popolazione carrarese e gli sfollati a patire conseguenze di rara pesantezza, da un'emergenza alimentare estremamente drammatica, ad un'impressionante sequenza di sanguinose stragi pianificate dai nazisti, a massicce e reiterate deportazioni di civili. Anche sul fronte della resistenza si poté misurare un percorso in gran parte inedito. Sulle vicende delle prime forme di contrasto armato pesò infatti la forte vocazione all'azione diretta tipica della storia delle masse lavoratrici locali, ancora in gran parte ispirate da un particolare patrimonio anarchico e mazziniano. Attraverso un ampio ricorso a fonti d'archivio e a documentazione inedita, il volume analizza in maniera puntuale e circostanziata tali aspetti, restituendo la complessa fisionomia di una comunità integralmente esposta alla violenza della guerra ma in grado di mantenere il proprio codice identitario.
Al fondamento del management. Teologia dell'organizzazione. Volume Vol. 1
Baptiste Rappin
Libro: Libro in brossura
editore: Transeuropa
anno edizione: 2026
pagine: 202
L’era contemporanea è caratterizzata dal proliferare delle organizzazioni in tutto il globo, da ciò che Baptiste Rappin chiama “il movimento panorganizzativo”. Nonostante alcuni sociologi abbiano già approfondito questo “fatto sociale totale”, l’esame dei suoi fondamenti da parte dal pensiero filosofico era ancora mancante. L’autore ci invita a intraprendere tale ricerca, collocando il management nella storia della metafisica, evidenziandone le origini cibernetiche e rintracciandone la struttura teologica sotterranea nel pensiero cabalistico rinascimentale. Proprio al termine di questa peregrinazione compare il carattere apocalittico del movimento panorganizzativo; essendo contemporaneamente uno Svelare ed un Distruggere, il management ha infatti a che vedere con la Fine, quella della Storia, certamente, e quella del Mondo, probabilmente.

