Vita e Pensiero: Grani di senape
Memoria del limite. La condizione umana nella società postmortale
Luciano Manicardi
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 144
È a partire dalla coscienza della morte che l'uomo si comprende e si relaziona al mondo e agli altri. Perché proprio nel porre un limite alla vita, la morte le dà forma e possibilità di senso. Solo ciò che muore è vivo, mentre ciò che non muore, neppure vive. La certezza della morte (incerta omnia, sola mors certa, nelle parole di sant'Agostino), da sempre alla base della cultura umana, è oggi posta radicalmente in discussione in Occidente, in quella che i sociologi chiamano la società postmortale, una società insofferente dei limiti, che grazie alla tecnica e al progresso medico tenta di far indietreggiare la morte, di intervenire sulle sue cause, di modificarne le frontiere, di spingere sempre oltre i limiti della longevità umana. Davanti allo scenario di un'umanità che può pensarsi a-mortale, Luciano Manicardi si interroga sulle conseguenze di questa rimozione. Che cosa è diventata la morte? Ma soprattutto chi siamo diventati noi, se la morte non è più memoria del limite? Non c'è il rischio che nutrendo il sogno dell'onnipotenza l'uomo contemporaneo si trovi ancora più solo e smarrito di fronte alla morte? Proprio a questo crocevia occorre recuperare la sapienza che nasce dal riconoscimento del limite, non solo come fine, ma anche come confine, soglia, e dunque possibilità di un nuovo inizio.
Charles de Foucauld. Il vangelo viene da Nazareth
Pierangelo Sequeri
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 88
Perché un professionista della teologia, come Pierangelo Sequeri, si dedica con appassionato interesse a un monaco morto un secolo fa nel Sahara, dopo aver condiviso l'esistenza degli abitanti del deserto e senza aver lasciato un discepolo o fatto un proselito? Che significato ha una vita così 'inutile'? In realtà, Charles de Foucauld è per Sequeri uno dei profeti più incisivi destinati da Dio a questo tempo, al deserto del nostro Occidente secolarizzato. La vita - e la morte, violenta e casuale - di fratel Carlo ha infatti irradiato con nitore incomparabile lo splendore del mistero di Nazaret. L'esistenza nascosta e silenziosa che Gesù vi passò per trent'anni ha un senso radicale e densissimo: Nazaret è il lavoro, la prossimità domestica, la condivisione della vita ordinaria da parte del Figlio di Dio. Così Gesù manifesta la comunione del Padre con l'umanità dell'uomo, annullando ogni distanza: nessuno, neppure il più lontano, è escluso dall'ospitalità di Dio. E se la nuova evangelizzazione dell'Occidente dovesse partire proprio da qui, dallo 'stile' che Charles de Foucauld esemplarmente incarna, a imitazione del Signore e della sua vita a Nazaret?
Salomone e le formiche. La legge di tutti i giorni
Giuliano Zanchi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 212
Il libro biblico dei Proverbi è un canto entusiasta del volto radioso della sapienza. Perseguirne le tracce significa passare attraverso l'incanto della sua spregiudicata ironia e gli strapiombi del suo indifeso moralismo. Ma il suo amore per le cose di tutti i giorni ne fa un testo degno del lettore di ogni tempo. Questo libro di Giuliano Zanchi, più che una meditazione teologica, vuole essere una piccola esercitazione letteraria. Attraversa l'intricata vegetazione testuale del libro sapienziale con la libertà di non dover onorare nessun obiettivo di natura critica. La scommessa è che il libro dei Proverbi possa essere letto con intatto senso di seduzione, soprattutto per la perennità dell'atteggiamento che esso consiglia: che ogni grande principio generale vada portato alla misura delle minute scelte quotidiane. Perché, come scrive Paul Beauchamp: "La sapienza è in primo luogo la vita, tutto ciò a cui non si pensa perché ci si è dentro, tutto ciò che, benché incolore, mediocre e universale, si rivela inestimabile quando perderlo significa morire".
Il sofferto silenzio di Pio XII
Saverio Xeres
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 88
L'atteggiamento di papa Pio XII nei confronti del genocidio nazista del popolo ebraico ha dato origine a un vasto e complesso dibattito che ha superato l'ambito propriamente storiografico, per coinvolgere ampia parte dell'opinione pubblica. Era il papa a conoscenza di quanto stava avvenendo nei campi di concentramento? Ha denunciato pubblicamente lo sterminio in atto? Sul tragico sfondo della Seconda guerra mondiale, un pontefice di indubbia levatura morale e intellettuale, nonché dotato di grande esperienza diplomatica, come Eugenio Pacelli, si trova di fronte a un angoscioso dilemma: denunciare apertamente, come molti chiedevano, lo sterminio degli Ebrei, anche a rischio di aggravarne ulteriormente la sorte, o evitare un intervento pubblico, senza tralasciare di soccorrere nel silenzio e generosamente i perseguitati? Quando le situazioni concrete si fanno complesse, diventa inevitabile, anche per un papa, compiere una scelta che difficilmente potrà raccogliere il consenso di tutti. Una scelta comunque legittima, operata secondo il proprio discernimento, pur nella prospettiva di alternative altrettanto plausibili.

