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Città Nuova: Testi patristici

Kontakia. Volume Vol. 1

Romano il Melode

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2007

pagine: 312

Vissuto tra il V e il VI secolo d.C., originario della Siria, Romano il Melode è l'autore più rappresentativo della letteratura poetica della Chiesa cristiana d'Oriente. La sua opera, qui pubblicata in due tomi, raccoglie trentotto contaci - componimenti poetici costituiti da un numero variabile di stanze - che sulla base del contenuto si possono dividere in tre gruppi: gli inni che si ispirano ad episodi dell'Antico e Nuovo Testamento; gli inni parenetici o penitenziali; quelli di carattere agiografico. Rispetto ad altri innografi, ciò che caratterizza la produzione del Melode è l'estrema cura formale, ma il compito che si propone l'autore è quello del catechista più che del poeta: l'uso della retorica, i giochi di parole, le corrispondenze lessicali, le immagini grandiose e le ricercate metafore sono finalizzate a spiegare i significati sottintesi della Bibbia e l'elevazione morale degli ascoltatori.
31,00 29,45

Lettere e dialoghi

Severo Sulpicio

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2007

pagine: 256

Nel 397 d.C., mentre scorrevano gli ultimi mesi dell'esistenza del protagonista, Sulpicio Severo pubblicò la Vita sancti Martini. Poco dopo ne completò la trama con tre Lettere: la prima per raccontare la singolare circostanza in cui il santo era miracolosamente scampato a un incendio; le altre due per narrarne la morte e i gloriosi funerali. Alcuni anni dopo (nel 404 o nel 405), a completamento di questo dossier martiniano, uscirono dalla stessa penna i Dialoghi. Intento dichiarato di Sulpicio Severo era dimostrare la superiorità del vescovo di Tours su tutti i padri del deserto, sui quali si narravano fatti straordinari. Tra le righe si avverte soprattutto la volontà di difendere la memoria del Santo contro gli agguerriti avversari. L'apologia si estendeva anche al movimento ascetico, che da Martino era nato e al quale Sulpicio e i suoi amici aderivano, ritirati nella esclusiva tenuta di Primuliacum. I tre testi, uniti dai copisti medievali nella raccolta del "Martinellus", godettero di grande fortuna nel corso dei secoli e furono determinanti per il sorgere e lo svilupparsi della venerazione verso questo santo.
26,00 24,70

Vita di Severino

Eugippio

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2007

pagine: 128

Intorno al 511 d.C. Eugippio - scrittore cristiano della tarda latinità, nato intorno al 460 e discepolo di Severino - compone la Vita di Severino con l'intento di far conoscere la santità di vita del suo padre spirituale. Con buona probabilità romano,
13,00 12,35

Difesa dei tre capitoli. Volume Vol. 1

Facondio di Ermiane

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2007

pagine: 360

Nel 544-545 l'imperatore Giustiniano emanò un editto di condanna contro Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Ibas di Emessa, tre vescovi vissuti nel secolo precedente, per la loro dottrina cristologica, in realtà approvata nel 451 al concilio di Calcedonia. In un contesto ancora infuocato dalla disputa sulla vera natura di Cristo, tale atto costituiva il tentativo indiretto per screditare il concilio che aveva riconosciuto la coesistenza in Cristo delle nature umana e divina. Tale editto imperiale provoca la reazione del vescovo africano Facondo di Ermiane che pubblica intorno al 548 la Difesa dei Tre Capitoli. Si tratta di un'opera di vasto respiro, in dodici libri, dove il problema della condanna dei tre vescovi è analizzata dal punto di vista teologico e giuridico. Facondo difende il dogma calcedonese e solleva obiezioni sulla legittimità di una condanna inflitta a personaggi morti da tempo, che non possono chiarire la loro posizione. Un documento fondamentale per gli studiosi di storia della Chiesa durante il regno dell'imperatore Giustiniano e per gli studiosi di patristica per le innumerevoli citazioni di documenti e di passi dei Padri che esso contiene.
36,00 34,20

Difesa dei tre capitoli. Volume Vol. 2

Facondio di Ermiane

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2007

pagine: 344

Nel 544-545 l'imperatore Giustiniano emanò un editto di condanna contro Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Ibas di Emessa, tre vescovi vissuti nel secolo precedente, per la loro dottrina cristologica, in realtà approvata nel 451 al concilio di Calcedonia. In un contesto ancora infuocato dalla disputa sulla vera natura di Cristo, tale atto costituiva il tentativo indiretto per screditare il concilio che aveva riconosciuto la coesistenza in Cristo delle nature umana e divina. Tale editto imperiale provoca la reazione del vescovo africano Facondo di Ermiane che pubblica intorno al 548 la Difesa dei Tre Capitoli. Si tratta di un'opera di vasto respiro, in dodici libri, dove il problema della condanna dei tre vescovi è analizzata dal punto di vista teologico e giuridico. Facondo difende il dogma calcedonese e solleva obiezioni sulla legittimità di una condanna inflitta a personaggi morti da tempo, che non possono chiarire la loro posizione. Un documento fondamentale per gli studiosi di storia della Chiesa durante il regno dell'imperatore Giustiniano e per gli studiosi di patristica per le innumerevoli citazioni di documenti e di passi dei Padri che esso contiene.
34,00 32,30

Apologia-Contro Eunomio

Eunomio, Basilio (san)

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2007

pagine: 360

Intorno al 360 d.C. Eunomio, subito dopo la sua elezione episcopale, è accusato dal clero locale di essere un seguace dell'eresia anomea, centrata sulla professione di fede nella dissomiglianza del Figlio rispetto al Padre. In risposta a tale accusa Eunomio compone l'Apologia in cui condanna la formula "simile secondo la sostanza". Sottolineando, infatti, l'opposizione tra il termine "ingenerato" (riferito al Padre) e il termine "essere generato" (riferito al Figlio), Eunomio ribadisce le loro differenti nature e l'inferiorità, in quanto creatura, del Figlio rispetto al Padre. In risposta a tale scritto Basilio compone nel 364 il Contro Eunomio. Il metodo basiliano di confutazione procede per citazioni di pericopi dell'Apologia a cui Basilio fa seguire la propria replica. Il merito è di aver distinto tra la sostanza, che è comune alla divinità ed è unica, e proprietà particolari che differenziano le Persone della Trinità. Un documento per conoscere il dibattito teologico dell'epoca.
36,00 34,20

L'errore delle religioni pagane

Giulio Firmico Materno

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2006

pagine: 208

Composto intorno al 343-347 d.C. da Giulio Firmico Materno - avvocato siciliano convertito al cristianesimo - il De errore profanarum religionum costituisce non tanto un'apologia del cristianesimo quanto un forte attacco al paganesimo. L'opera vede la luce negli anni successivi alla morte di Costantino, quando la salita al potere dei figli Costante e Costanzo II determina un cambiamento profondo nella politica imperiale - ora fortemente repressiva - nei confronti della componente pagana. Sulla stessa lunghezza d'onda si muove Firmico. Lo scopo dichiarato dell'Autore è infatti di dimostrare le falsità delle religioni pagane. Con uno stile oratorio che ricorda quello utilizzato dall'Autore nelle arringhe che teneva in tribunale, il De errore profanarum religionum esige che il cristianesimo non si limiti solo a tollerare il paganesimo, ma lo distrugga. Un'opera che, grazie all'accurata descrizione dei culti orientali, si rivela per lo studioso del mondo religioso dell'età imperiale romana una fonte molto importante.
21,00 19,95

Commento a Osea

Girolamo (san)

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2006

pagine: 328

Tra i dodici profeti minori quello che suscita maggiori curiosità per le vicende di cui è protagonista è sicuramente Osea, il profeta che riceve da Dio il compito di sposare una prostituta, Gomer, per generare da lei una progenie. Dall'unione con la donna nascono tre figli. In seguito Gomer, tornando alle antiche abitudini, tradisce Osea e lo abbandona. Le disgrazie matrimoniali del profeta, narrate nei primi tre capitoli del libro, sono la chiara allusione ai tradimenti del popolo di Israele nei confronti di Dio, cioè alle continue trasgressioni dell'alleanza stipulata ai piedi del Sinai. Il commento di Girolamo in tre libri è un'originale fusione di componenti di origine varia: tradizione rabbinica, esegesi patristica (Origene su tutti) e cultura classica profana. Girolamo parte dal confronto condotto versetto per versetto tra la propria traduzione dall'ebraico e quella dei Settanta e fa spesso ampio ricorso agli Hexempla di Origene, applicando scrupolosamente i procedimenti della filologia di allora. Tuttavia non si limita ad una mera apologia della propria versione biblica, ma fornisce una puntuale interpretazione attuata su un doppio livello, l'uno storico-letterale e l'altro allegorico, senza sacrificare il primo al secondo.
33,00 31,35

Commento a Daniele

Teodoreto di Ciro

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2006

pagine: 312

Teodoreto di Cirro inizia la grande serie dei commenti ai profeti dell'Antico Testamento con il Commento a Daniele, composto con ogni probabilità negli anni 432-434, nel periodo di calma che intercorre tra le decisioni del concilio di Efeso e il cosiddetto Atto d'unione. Uno dei motivi della composizione del commentario è il rifiuto giudaico di annoverare il Libro di Daniele tra quelli profetici, oltre al desiderio di confutare le esegesi giudaizzanti dei Padri antiocheni, che inclinavano pericolosamente al riconoscimento della deuterocanonicità di Daniele. Teodoreto conduce la propria esegesi con un metodo fondato sul letteralismo, senza trascurare la contestualizzazione storica degli eventi profetizzati, ma esplicitando fin da principio il ricorso alla lettura secondo il senso figurato, che praticherà soprattutto in relazione alle visioni che Daniele riceve dal capitolo 7 in poi.
31,00 29,45

Commento ai Salmi. Volume Vol. 3

Ilario di Poitiers (sant')

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2006

pagine: 440

Composti intorno al 364-367 d.C., i "Commenti ai Salmi" di Ilario di Poitiers rappresentano il primo commento in lingua latina che l'antichità cristiana abbia lasciato del Salterio. Scritto al rientro dall'esilio in Asia Minore, dove Ilario era entrato in contatto con l'universo teologico orientale e con la tradizione esegetica origeniana, il presente commento si ispira - ma con un atteggiamento libero e originale - all'imponente lavoro esegetico di Origene sui Salmi andato perduto.
44,00 41,80

Commento ai salmi. Volume Vol. 2

Ilario di Poitiers (sant')

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2006

pagine: 240

Composti intorno al 364-367 d.C., i "Commenti ai salmi" di Ilario di Poitiers rappresentano il primo commento in lingua latina che l'antichità cristiana abbia lasciato del Salterio. Scritto al rientro dall'esilio in Asia Minore, dove Ilario era entrato in contatto con l'universo teologico orientale e con la tradizione esegetica origeniana, il presente commento si ispira - ma con un atteggiamento libero e originale - all'imponente lavoro esegetico di Origene sui salmi andato perduto. Il presente volume, il secondo di tre tomi, è esclusivamente dedicato al salmo 118.
24,00 22,80

Commento ai salmi. Volume Vol. 1

Ilario di Poitiers (sant')

Libro

editore: Città Nuova

anno edizione: 2005

pagine: 480

II Commento ai Salmi di lIario di Poitiers rappresenta il primo commento al Salterio, seppure incompleto (58 trattati in tutto) in lingua latina giuntoci dall'antichita. Databile all'incirca tra iI 364 e il 367, l'opera costituisce pertanto una testimonianza fondamentale del pensiero e dell'esegesi dei primi secoli sui Salmi, e raccoglie nel contempo il pensiero teologico più maturo di Ilario, dalla cristologia alla dottrina trinitaria, dall'ecclesiologia all'escatologia. Il vescovo di Poitiers riconosce nei Salmi il testo biblico più idoneo a esprimere la maturazione della sua dottrina e della sua esperienza umana, e il loro commento gli consente di esporre le verità di fede in un'ottica pedagogica e spirituale, al cui centro si colloca il mistero del Cristo.
48,00 45,60

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