Donzelli: Saggi. Natura e artefatto
Città sostenibilità resilienza. L'urbanistica italiana di fronte all'Agenda 2030
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 192
Sono trascorsi sei anni dall'approvazione dall'accordo internazionale per l'adozione della Risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 2015 Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, finalizzata all'adozione a livello globale dell'Agenda dello sviluppo per il prossimo quindicennio. Si è proposto allora un programma d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità quale grande sfida globale, nonché indispensabile, per l'affermazione dello sviluppo sostenibile. Nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs), nei quali l'Agenda Onu 2030 si articola attraverso 169 targets, si sancisce in modo inequivocabile il nesso tra condizioni di povertà e crisi ambientale del pianeta, tematizzando il rapporto attuale, sempre più stretto, tra i cambiamenti ambientali e le dissimmetrie sociali, innovando profondamente il concetto stesso di sviluppo sostenibile così come lo avevamo ereditato dalla sua prima definizione del 1987.
Diritti in città. Gli standard urbanistici in Italia dal 1968 a oggi
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 352
Il decreto sugli standard è una delle norme fondamentali dell'urbanistica italiana. La sua emanazione, il 2 aprile del 1968, risponde all'intento di regolare la quantità minima di spazio urbano da destinare a servizi e attrezzature collettive: scuole, dotazioni sportive e per il gioco, parchi e giardini, centri civici e istituzionali, religiosi e culturali, presidî sanitari, aree a parcheggio. Si tratta di una norma che, nella sua semplicità, ha avuto implicazioni importanti nelle trasformazioni delle città italiane negli ultimi cinquant'anni, contribuendo a definire le relazioni tra territorio e diritti di cittadinanza, attraverso la costruzione di una riserva di suoli pubblici e la regolazione degli spazi preposti a garantire un'offerta adeguata di attrezzature per l'istruzione, la cultura, la salute, la socialità e la sicurezza. Il volume nasce dalla riflessione e dalla discussione promosse su questi temi tra il 2017 e il 2019 da un gruppo composto da ricercatori di differenti atenei (Laboratorio Standard), con un numero consistente di altri studiosi, professionisti e amministratori pubblici, nell'intento di mettere a valore e fare evolvere entro un quadro condiviso sentieri di ricerca teorica e operativa.
Conversazioni sulla ricerca
Cristina Bianchetti, Pier Luigi Crosta
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 192
Che ne è del carattere sperimentale ed empirico della ricerca in un'epoca di omologazione crescente? Questo interrogativo guida le conversazioni tra Pier Luigi Crosta e Cristina Bianchetti sulla ricerca territoriale intesa come fare guidato da una soggettività mossa da affetti e relazioni. Lo scopo del libro è mettere in evidenza gli snodi principali della traiettoria di studio di Pier Luigi Crosta: una traiettoria originale, mai ideologica e per qualche aspetto eversiva, che ha caratterizzato il panorama degli studi sulle politiche pubbliche in Italia, delineandosi al di fuori di preoccupazioni accademiche. Un percorso segnato da uno strenuo empirismo e da vere e proprie tattiche del dissenso: disaffezione rispetto ai propri stessi giudizi; diffidenza nei confronti delle teorie; apprezzamento dell'improvvisazione e dell'anomalia; uso di concetti come scollegamento e disgiunzione; attenzione ai concetti di utile, utilizzazione, uso e ai loro legami; attenzione ai nessi tra familiarità e innovazione; rottura delle sequenze, per cui a una cosa può, o non, succederne un'altra.
Geografie del rischio. Nuovi paradigmi per il governo del territorio
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2020
pagine: 304
Il nostro paese è esposto a rischi e fragilità ambientali che rendono sempre più necessaria una pianificazione e una progettazione urbanistica modellate sui territori e attente alla sostenibilità dello sviluppo, anche a fronte dei sempre più frequenti eventi calamitosi connessi al riscaldamento globale. Si tratta di sfide che impongono uno sguardo di lungo periodo: l'azione umana può avere infatti una funzione centrale nella riduzione dei rischi intervenendo sulle vulnerabilità territoriali e ambientali, anche se, purtroppo, è ancora troppo spesso responsabile della generazione o dell'amplificazione delle condizioni di rischio. Questo volume documenta le principali innovazioni negli strumenti e nel bagaglio di saperi di cui disponiamo per offrire risposta alla domanda di incremento di resilienza dei territori. Se gli abitanti chiedono di «restare» in aree fragili ed esposte a rischio sismico o idrogeologico, occorre uscire dalla logica emergenziale e settoriale che ha segnato le politiche pubbliche negli ultimi anni e programmare interventi che rendano la transizione dal pre-evento al post-evento meno traumatica e più duratura.
Periferia. Abitare Tor Bella Monaca
Carlo Cellamare, Francesco Montillo
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2020
pagine: 200
Il tema delle periferie urbane è oggi strategico perché la città contemporanea si definisce proprio a partire da quei luoghi in cui vive la gran parte della popolazione, con situazioni di marginalità e di degrado ma anche di forte partecipazione e creatività. Sul ripensamento delle periferie si gioca dunque una delle partite politiche e culturali cruciali dei prossimi anni. Questo libro restituisce una diversa rappresentazione della periferia, a partire dal luogo che a Roma accoglie la sua immagine più negativa, ovvero Tor Bella Monaca. Enorme quartiere di edilizia residenziale pubblica degli anni Ottanta, esso è l'emblema stesso del massiccio intervento pubblico, della concentrazione del disagio sociale e urbanistico, della periferia degradata e quindi anche dello stigma e della ghettizzazione. Guardando oltre gli enormi problemi del quartiere, emerge tuttavia una grande vitalità, un contesto di iniziative sociali e di autorganizzazione, un'importante produzione culturale, un laboratorio variegato di innumerevoli progettualità.
Progetto e racconto. L'architettura e le sue storie
Carlo Olmo
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2020
pagine: 215
Perché le storie dell'architettura moderna passano in pochi anni da grandi affreschi a indagini per specialisti? Perché lo storico dell'architettura viveva il suo lavoro come impegno intellettuale che si esercitava non solo negli archivi, ma anche alla radio, nei circoli sindacali e politici, in definitiva in comunità più allargate, e oggi si accontenta di una riconoscibilità quasi tra adepti? Perché il nodo che arrovellava gli storici era la funzione di quella scrittura mentre oggi è la difesa di una professione, delle sue regole interne, del riconoscimento che altri storici possono tributare al lavoro di ricerca storiografica? L'architettura pone a chi la voglia indagare questioni complesse, a partire dall'incipit: quali sono le fonti di questa storia. I disegni, i cantieri, le opere costruite, gli usi? È una storia che si scontra con i problemi più delicati per chi esercita il mestiere dello storico: le grandi architetture, così come quelle quotidiane, sono esempi straordinari di anacronismo che le catastrofi rendono espliciti, come nel caso dell'incendio della cattedrale di Notre-Dame. Ma la storia dell'architettura è anche una storia dei limiti, delle scansioni temporali, dei protagonisti delle vicende giuridiche e politiche. Esistono valori, credenze, modelli che siano europei o universali, locali o nazionali? È la storia dell'architettura a contribuire a definire patrimoni, icone, valori che si vorrebbe appartenessero a un'umanità oggi davvero ardua da definire. Quello dello storico dell'architettura è un mestiere che entra nella vita quotidiana dei cittadini, e, insieme, è un mestiere chiamato a definire gli scenari, gli immaginari, le stesse retoriche del mondo in cui viviamo. L'architettura e le sue storie sono parte del nostro modo di abitare la città, di viaggiare e conoscere la diversità, di pensare il futuro. Il libro vuole offrire non solo l'occasione di una riflessione sulle storie, ma anche di una possibile verifica sul modo in cui poi la storia si scrive, scegliendo quattro esempi, che toccano temi tra i più delicati di questa straordinaria materia.
La rinascita di un patrimonio. Da ospedale psichiatrico a Cittadella della cultura. Teramo, 1978-1998-2018
Emilio Corsaro
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2019
pagine: 112
L'entrata in vigore della legge Basaglia, nel 1978, segna l'inizio del processo di de-ospedalizzazione e la fine degli internamenti nella struttura dell'ex Ospedale psichiatrico Sant'Antonio Abate di Teramo, che viene chiusa solo nel 1998. Da questa data dovremo attendere altri venti anni, nel 2018, per poter avviare, con il Concorso di idee per la progettazione della «Cittadella della cultura», il processo di rinascita di quello che rappresenta un patrimonio fondamentale della città. Il patrimonio nel progetto di architettura, con la sua ricchezza di significati e di contraddizioni, il ruolo del progetto architettonico e urbano per la sua riqualificazione, la trasmissione della memoria attraverso gli edifici, la dismissione in rapporto con la città e le possibili azioni di riuso, fino alla funzione dei concorsi di architettura: sono questi i temi che aprono il volume per evidenziare alcune delle questioni sottese al Concorso di idee. Seguono i punti di vista degli attori proponenti il Concorso, della Commissione giudicatrice e del presidente dell'Istituto di cultura urbana Tetraktis.
Abitare la differenza. Il turista e il migrante
Antonio Di Campli
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2019
pagine: 117
Il turista e il migrante sono figure simbolo della modernità. I loro movimenti sono tra le forze più potenti di trasformazione di città e territorio, come mostrano le migrazioni delle popolazioni "agées" di ceti medi in Sud America o sulle coste del Mediterraneo. Oggi questi movimenti danno luogo a nuovi fenomeni neocoloniali, traendo forza da condizioni inedite. Studiando il caso di un piccolo centro delle Ande ecuadoriane, Vilcabamba, il libro indaga le implicazioni delle dinamiche transnazionali legate alla sovrapposizione tra turismo e migrazione. E individua lì, con l'ausilio di concetti propri della letteratura internazionale, i contorni di una diversa declinazione del progetto urbanistico contemporaneo, altro dalla tradizione europea. La centralità conferita alle forme di migrazione aiuta a mettere a fuoco le modificazioni che lo spazio (urbano, rurale, interno...) subisce quando è attraversato da molteplici frontiere, segnato da conflitti, tensioni e alleanze tra idee, immaginari, individui ed economie. Ovvero da sistemi disgiuntivi nelle pratiche dell'abitare e costruire lo spazio. L'obiettivo principale del libro è indagare il debito concettuale dell'urbanistica nei confronti dei luoghi. Le differenze e le mutazioni interne alla teoria urbanistica non sono unicamente debitrici delle formazioni socio-ambientali, dei dibattiti ideologici, dei campi intellettuali da cui provengono gli urbanisti. I concetti, le idee di spazio, i problemi affondano le loro radici nei poteri immaginativi dei gruppi sociali, dei collettivi che queste stesse teorie si propongono di spiegare. La questione posta da "Abitare la differenza" è dunque epistemologica, e perciò politica.
Confini, movimenti, luoghi. Politiche e progetti per città e territori in transizione
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2019
pagine: 298
Gli insediamenti urbani e territoriali stanno attraversando un periodo turbolento di cambiamenti materiali e immateriali, morfologici e sociali, tutti segnati da una progressiva erosione dei confini tra urbano e suburbano, tra centro e periferia, tra città e campagna, nonché da una crescente differenziazione (culturale, sociale, funzionale, simbolica) del territorio ex periferico che ha portato alla diffusione di stili di vita urbana a scala territoriale. Diventa doveroso quindi interrogarsi, e questo libro prova a farlo in un'articolata sequenza di saggi e contributi, sulle conseguenze della transizione in corso sulla forma e sul metabolismo dei territori e degli insediamenti urbani. Esistono ancora le città, secondo le modalità in cui siamo stati abituati tradizionalmente a definirle? Quale forma e quale metabolismo assumono i processi di urbanizzazione a scala regionale e planetaria? In che modo i cambiamenti climatici - e la ribellione della terra - agiscono sull'immenso lavoro di costruzione dei luoghi dell'abitare? Come continuare a garantire alle popolazioni il diritto alla città, al movimento, alla coesione sociale, alla giustizia spaziale? Come estendere questi diritti a tutti gli esseri viventi, anche oltre il perimetro delle esistenze umane? Come operare una ricostruzione decente dei luoghi di vita, in un processo di transizione che sta trasformando in profondità i sistemi insediativi? Il libro - che raccoglie i contributi della XXI Conferenza nazionale della Società italiana degli urbanisti - ruota intorno a questi interrogativi complessi, provando a suggerire progetti, strumenti di pianificazione e politiche di governo per le città e i territori in trasformazione, indicando, inoltre, alcune direzioni di cambiamento nel lavoro di progettisti, di pianificatori e di studiosi dell'urbano.
La città, i saperi, le pratiche
Gabriele Pasqui
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 134
La città è sempre stata luogo delle differenze. Luogo in cui i diversi coabitano, mettendo in comune regole di convivenza e dispositivi di controllo. Vivere insieme non è una scelta, ma un destino. Oggi tuttavia la città europea appare incapace di governare il pluralismo, che pure è stato tanta parte della sua storia e del suo destino, schiacciata tra il fallimento della tecno-burocrazia dell'Unione europea e i localismi populisti e regressivi, diffusi ormai in ogni angolo del continente. Come possiamo dunque pensare la città plurale nell'epoca contemporanea? In assenza di fondamenti ideologici, di una visione del mondo condivisa, di uno sfondo comune, come possono gli individui vivere e fare insieme nello spazio urbano? Il libro prende le mosse dall'urgenza di rispondere a queste domande, suggerendo di pensare prima l'essere-insieme, la relazione, poi l'individuo. Si tratta di un esercizio difficile; tuttavia, solo un approccio che sia in grado di descrivere l'individuo come effetto, e non come fondamento, ci permette di comprendere la natura profonda dello stare insieme nello spazio urbano non in chiave comunitaria, ma come disposizione e comparizione, essere-in-comune senza condivisione. Il testo guarda al tema entro tre differenti angolazioni. La prima è tesa a comprendere le condizioni di possibilità di un pensiero della convivenza e della condivisione e le sue conseguenze per le culture urbanistiche e del progetto urbano. La seconda propone una riflessione critica sul progetto urbanistico a partire dalle forme di produzione e trasmissione dei nostri saperi. La terza guarda alle implicazioni di questa lettura della città e dei saperi sul senso e il destino dell'insegnamento e della ricerca universitaria. Scopo del libro è mostrare come sia possibile cercare di convivere nello spazio urbano in condizioni di pluralismo radicale e insieme di ripensare radicalmente strumenti e atteggiamenti del fare urbanistica.
Urbanistica e azione pubblica
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 212
In un contesto di continua ridefinizione del senso e delle possibilità del fare urbanistica in Italia, questo volume intende esaminare le molte variazioni e i numerosi cambiamenti entro cui prende vita l'azione pubblica che interessa direttamente e indirettamente l'urbanistica, il governo del territorio, la pianificazione urbana territoriale, la trasformazione delle città e dei luoghi del vivere e dell'abitare. I contributi, qui raccolti, di un'ampia comunità di studiosi della Società italiana degli urbanisti (Siu) testimoniano come percorsi di affermazione di una molteplicità di esigenze e domande non sempre facili da soddisfare, per un verso, e un'azione pubblica di carattere istituzionale troppo spesso tardiva e inefficace, per l'altro, abbiano fatto emergere una pluralità di modi entro cui i «diversi pubblici» agiscono trasformando città e territori. In questo quadro, proprio la forma che assume il rapporto tra l'azione pubblica e l'agire degli altri soggetti comporta la necessità di ripensare il ruolo del pubblico e, di conseguenza, le forme e i modi di agire degli urbanisti. L'atteggiamento di indifferenza, apatia e afasia rispetto alle profonde trasformazioni delle istituzioni, della natura dei soggetti privati e del privato sociale potrebbe quindi essere superato smettendo di pensare, utilizzare e insegnare con impostazioni teorico culturali univoche e antinomiche, a fronte delle sfide cangianti e polisemiche che città, territori e abitanti pongono ogni giorno.
Città e democrazia. Per una critica delle parole e delle cose
Carlo Olmo
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 174
Il rapporto tra città e democrazia segna la storia dell'umanità, almeno per quella parte che si riconosce nelle sue matrici greche e giudaiche. Lo segna sino a oggi. Una storia in cui le due parole hanno assunto nel tempo significati diversi, sino ad arrivare a divergere. La parola «democrazia» conosce una crisi legata alla perdita di rapporto con lo spazio e con il limite, concetti che erano a fondamento di altri due termini chiave: rappresentanza e cittadinanza. La parola «città» ha mutato i significati di luoghi topici della democrazia, come la piazza e, per la storia della modernità, i luoghi dell'industria, svuotati e diventati un problema e insieme un'occasione per altre fondamentali «parole» che segnano quel rapporto: ricostruzione, rigenerazione, vuoto e lutto. Non solo. A mutare la relazione tra città e democrazia è intervenuto un fenomeno assai complesso: il ruolo che memoria e identità hanno assunto, almeno dal 1989, nelle politiche urbane e in quelle territoriali. Sono i musei e i luoghi riconosciuti come patrimoni, spesso universali, a guidare le politiche di rigenerazione, intesa quale dimensione di consumo, insieme turistico e culturale, delle città.

