Andrea Livi Editore
Teresa Gheis. Una cantante lirica ritrovata
Maria Rosaria Corchia
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2020
pagine: 152
Il nome di Teresa Gheis non figura in nessuno dei principali dizionari biografici di musica. È assente nel Grove Dictionary of Music and Musicians, così come non trova riscontro nel Musik in Geschichte und Gegenwart, nel Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti, nel Dizionario universale dei musicisti di Carlo Schmidt e nei Cantanti celebri di Gino Monaldi. Fatto ancor più strano, nemmeno Giuseppe Radiciotti (1858-1931), fonte obbligata per lo studio della musica nelle Marche, la menziona tra gli artisti di canto nel suo monumentale progetto di dizionario bio-bibliografico dedicato ai musicisti nati nella sua regione. Perfetta, illustre sconosciuta, Teresa Gheis è scomparsa dagli annali della scena lirica. Eppure, la storia di questa cantante con voce di mezzosoprano, nata nella città di Fermo il 5 novembre 1859, meriterebbe un'attenzione ben maggiore. Innanzitutto perché fu protagonista di una carriera lunga e felice, che, seppur fatta prevalentemente di apparizioni e performance svolte nel contesto di teatri di provincia e di non primissimo piano, è stata costellata di successi trionfali. Le cronache ci tramandano l'immagine di un'artista fortemente espressiva, dotata di una voce limpida e robusta, supportata da un «ottimo metodo di canto», a suo agio nell'espressione lirica e in quella declamata e capace di una potente carica drammatica; offrono poi testimonianza di una carriera professionale costruita gradualmente, di teatro in teatro, ma caratterizzata da una progressiva e inesorabile ascesa, cui forse è mancato solamente un lieto fine, quel coronamento speciale che per i cantanti lirici dell'Ottocento e oltre significa potersi esibirsi sui palcoscenici della Scala di Milano, della Fenice di Venezia, del San Carlo di Napoli. La Gheis, questa soddisfazione non se la poté togliere mai, ma non per mancanza di mezzi o di talento: forse, come vedremo, solamente per sfortuna.
L'urgenza di una ecologia integrale per la salvaguardia del creato e per la promozione umana
Libro: Copertina morbida
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2020
pagine: 164
Atti del Convegno «dalla terra e dal lavoro dell'uomo» del 6 ottobre 2019.
L'astronomia nelle Marche. Dizionario di astronomi, astrofisici, astrofili, astrologi, gnomonisti, fisici, matematici, cronografi, cosmografi
Massimo Morroni
Libro: Copertina morbida
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 288
Numerosi sono stati i personaggi che, nella nostra regione, si sono occupati a diverso titolo di osservare e studiare il cielo. Fin dall'antichità si sono avuti non solo astronomi e astrologi, ma anche cosmografi, gnomonisti, cronografi, fisici, matematici e semplici astrofili che hanno lasciato traccia concreta del loro interesse. Questo dizionario li ripercorre, in ordine cronologico, ricostruendone gli interessi e i lavori e illustrando il contenuto delle loro opere. Per ogni secolo si ha un'introduzione che verte sullo stato delle conoscenze astronomiche di quel periodo. Poi, all'interno di ognuna di queste sezioni, sono contenute delle schede particolari che illustrano in maniera analitica alcuni aspetti maggiormente rilevanti. Per l'antichità si conosce solamente il nome di Lucio Tarunzio di Fermo, vissuto nel I secolo a.C., amico di Cicerone. Poi la storia tace fino al XIII secolo, quando riprende con un fabrianese, Leonardo Venimbeni, ed il celebre Cecco d'Ascoli che, per le sue convinzioni eterodosse, fu arso vivo nel 1327. Seguono diversi personaggi minori e, a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, iniziano i nomi più rilevanti col pesarese Camillo Leonardi, Paolo di Middelburg, olandese, ma stabilitosi nell'Urbinate, e alcuni umanisti. Con Federico Comandino (1509-1575) si ebbe l'inizio della tradizione scientifica urbinate; egli fu maestro di Guidubaldo del Monte, matematico e meccanico, e di Bernardino Baldi, uno dei primi storici della scienza.
San Ginesio, terra di cantori. Ricerche d'archivio nella patria di Giulio Bonagiunta. Volume 1
Paolo Paoloni
Libro
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 352
Lo scopo del presente scritto è quello di restituire alla storia i nomi di circa venticinque cantori per lo più nati e vissuti a San Ginesio nell'arco di tre secoli, dalla metà del XVI alla metà del XIX. Diversi tra di loro sono noti ai soli musicologi e, con l'eccezione di Giulio Bonagiunta, risulteranno pressoché sconosciuti ai loro concittadini. Eppure l'elenco contempla musici che hanno prestato servizio in prestigiose cappelle musicali come la Giulia e la Sistina a Roma, o la Marciana a Venezia, cantanti che hanno calcato le scene dei teatri di Roma, Venezia, Firenze e, addirittura, Londra. Di alcuni si ignorava del tutto l'origine sanginesina, di altri essa è stata definitivamente accertata attraverso prove irrefragabili. Le fonti d'archivio, pur di varia e difforme natura, hanno offerto una buona messe di notizie utili per ricostruire una vera e propria storia della musica in San Ginesio. Si è proceduto quindi attraverso la redazione di singole schede biografiche dei cantori, disposte in rigoroso criterio cronologico, entro le quali si è cercato di delineare i tratti essenziali delle loro carriere artistiche, ma anche dei tempi e dei luoghi in cui sono vissuti e hanno operato. Data l'ampiezza cronologica dello studio, esso è stato suddiviso in due volumi, il primo dei quali si occupa del XVI secolo nella sua interezza; il secondo, invece, dei secoli XVII-XIX.
La villa Bonaparte a Porto San Giorgio. I disegni di Ireneo Aleandri
Fabio Mariano
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 64
L'occasione del restauro del fondo dei disegni di proprietà della benemerita Società Operaia "Giuseppe Garibaldi" di Porto San Giorgio, sovvenzionato dalla Regione Marche, ha ricollocato sotto i riflettori uno dei segni territoriali più originali dal lascito d ella pur breve ma incisiva dominazione in terra marchigiana. Incisiva soprattutto per le illuminate novità indotte nella sonnolenta gestione amministrativa dello Stato pontificio, riforme che prolungheranno i loro effetti razionalizzanti ben all'interno della Restaurazione; riforme che - vogliamo osservare - furono ampiamente ripagate con le vaste razzie di opere d'arte perpetrate dai francesi sui patrimoni ecclesiastici e patriziali, che presero la via su centinaia di carri verso Milano e Parigi, e solo in parte recuperati. La frequentazione del regale esule Girolamo Bonaparte a Fermo ed al suo Porto ospite del deferente patriziato locale e l'innamoramento della moglie Caterina per le bellezze naturali e paesaggistiche dei luoghi: "…Il paese è un incanto…", determinarono la decisione di edificare qui la sua Ville de Plaisir nelle Marche. Un occasionale monumento, seppur poco vissuto, che venne a rappresentare uno scampolo di vita privata parigina nel Piceno, progettato da un architetto come Ireneo Aleandri che certamente accolse le indicazioni ed i desiderata del napoleonide, producendo un unicum architetto - nico che ben venne ad inserirsi in quell'originale tassello della storia dell'architettura che a suo tempo individuammo e descrivemmo partendo proprio dall'opera dell'architetto settempedano e che definimmo l'Architettura del Purismo nello Stato pontificio. La pubblicazione integrale del fondo grafico, illustrata in una nitida veste editoriale, auspichiamo permetterà una lettura più puntuale del monumento, del suo complesso inserimento fra le preesistenze secolari del luogo, delle scelte costruttive e distributive, del gusto del vivere di un'epoca, aggiungendo un ulteriore tassello alla storia dell'Architettura nelle Marche.
Utilizzo, migrazione ed estinzione dei soprannomi istituzionali nell'Anconetano tra eredità e memetica
Cesare Baroni Urbani, Maria L. De Andrade
Libro: Copertina morbida
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 162
Definiamo soprannomi istituzionali tutti quei soprannomi che compaiono in un certificato ufficiale, anagrafico o notarile. Nell'Anconetano, conosciamo un solo soprannome istituzionale del secolo XIII, due del secolo XIV, ma è dal XV che il loro uso comincia a essere più frequente. Molti dei soprannomi più antichi si trasformarono in cognomi nel Settecento. Altri continuarono a essere usati in apposizione al patronimico e, malgrado il loro uso continuato nella lingua parlata, scompaiono gradualmente dai rogiti e dai registri anagrafici dopo il 1950. Prima di questa data, l'uso dei soprannomi nei documenti parrocchiali dipende dalle attitudini del parroco. Per questo studio abbiamo trascritto 3.728 soprannomi istituzionali ricavati dai certificati di morte tra il 1700 e il 1950 in 14 parrocchie dell'Anconetano. Escludendo le ripetizioni e le varianti ortografiche e fonetiche, per il nostro studio abbiamo selezionato 1.406 soprannomi istituzionali diversi. Un grafo isomorfico i cui vertici sono connessi dai valori del coefficiente di coesistenza di Jaccard, calcolato sulla presenza/assenza dei soprannomi, mostra 80 connessioni tra gli apici, su di un totale di 91 possibili. Diversi tipi di soprannomi, come «Fattore» o «Zoppi», derivano dalla professione o da tratti fisici del portatore. Eliminando questi e altri soprannomi banali che potrebbero essere stati ideati indipendentemente in popolazioni diverse, rimangono 68 connessioni tra popolazioni.
Marca/Marche. Rivista di storia regionale. Volume Vol. 12
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 336
Marca/Marche. Rivista di storia regionale. Volume Vol. 13
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 376
La Storia d'impresa è un settore della Storia economica e, come la Storia economica, si colloca fra più culture. È stato Carlo M. Cipolla ad affermare che la Storia economica si colloca tra una cultura umanistica (la Storia) e una cultura scientifica (l'Economia): da una parte c'è una forte componente umanistica, che è data dalla tradizionale storiografia, spesso rivolta alla critica delle fonti e alla contestualizzazione dei fatti economici all'interno delle più generali vicende politiche, sociali, istituzionali, culturali ecc.; dall'altra c'è una cultura economica che tende ad essere inevitabilmente più attenta al dato numerico, più portata alla formalizzazione matematica, più proiettata verso una modellistica talvolta astratta o comunque verso astrazioni matematiche. La Storia economica dovrebbe fare sintesi fra queste due culture e dovrebbe farlo con un equilibrio che non sempre è facile. A sua volta la Storia d'impresa deve spesso far ricorso anche ad altre competenze, provenienti dall'economia aziendale o dalle scienze giuridiche e fare sintesi si rivela altrettanto difficile. La Storia d'impresa, come disciplina, ha trovato un adeguato riconoscimento nel mondo accademico soltanto da pochi decenni: in Francia, ad esempio la prima cattedra di Storia d'impresa venne istituita presso l'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi nel 1985; in Italia soltanto negli ultimi anni del secolo. Eppure negli Stati Uniti le cattedre di business history erano comparse fin dagli inizi del Novecento; si erano differenziate dalla Storia economica tradizionale rifiutandone l'orientamento macroeconomico e la tendenza alla generalizzazione e privilegiando invece lo studio di singoli casi aziendali.
Pikenoi. Antichità italiche della collezione «Vallorani»
Giacomo Recchioni
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 416
C'è un tempo cruciale e fecondo che questo libro riconsegna alla nostra identità collettiva: quello della Civiltà Picena, nel suo divenire complesso e stratificato, nella pienezza di significato della sua portata storica e geo-politica. Terra di mezzo, crogiuolo di culture di confine tra il Tirreno e l'Adriatico, tra le sponde dell'Adriatico e al centro dei più ampi scambi mediterranei. Nei secoli del periodo orientalizzante e pre-romano la civiltà picena si caratterizza per la rilevanza dei nuclei abitati, per la complessità dei codici religiosi e sociali, per le molteplici relazioni commerciali e politiche con i più importanti popoli italici e del Mediterraneo. I manufatti di valore e bellezza inestimabili che archeologi e antropologi hanno ricondotto a noi e alle generazioni future, raccontano l'evoluzione, la complessità, la ricchezza culturale e 'civica' dell'antico popolo guerriero che del picchio sacro a Marte (lo stesso simbolo adottato nell'effige della Regione Marche) aveva fatto il suo totem paradigmatico. La Civiltà Picena eccelleva nell'artigianato di pregio e nella cura e coltivazione dei campi. I siti e i ritrovamenti archeologici sono tuttora incastonati in maniera armonica e suggestiva nei crinali di un paesaggio rurale che le comunità picene hanno saputo preservare nei secoli sino ai giorni nostri. Per noi tutto questo costituisce motivo di vanto e l'impegno a saper riconoscere e fare tesoro degli insegnamenti contenuti in questa antica testimonianza. Senza radici non può esserci futuro. Il tracciato della Civiltà Picena contenuto in questo volume ci insegna una volta di più che i progressi economici e sociali scaturiscono dall'incontro tra culture diverse, dal riconoscimento e dal rispetto reciproco, dalla mescola dei saperi, delle intelligenze, degli usi e dei costumi.
Luci e colori della mia terra
Fabio Macedoni, Lucia Nardi
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 144
La vita avventurosa di Cecco d'Ascoli medico, scienziato, astrologo e poeta
Alberto Pellegrino
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 68
Il presente saggio analizza sotto il profilo storico e sociologico la figura e l'opera di Cecco D'Ascoli, collocando questo personaggio nel contesto storico e nella società del suo tempo con particolari riferimenti ai suoi soggiorni fiorentini e bolognesi. Viene inoltre fatta un'analisi comparativa con due personaggi storici come Johan Georg Faust e Giordano Bruno, accomunati all'Ascolano dal loro impegni scientifico e filosofico, dalla avventurosa esistenza e, nel caso di Bruno, dalla tragica conclusione della loro vita. Una particolare attenzione è rivolta al poema L'Acerba che è analizzato in tutti i suoi contenuti. Infine, si sottolinea come il pensiero scientifico e filosofico, l'insegnamento morale ed esistenziale di Cecco d'Ascoli siano ancora attuali e degni di attenzione nel nostro tempo.
Storie i comunità. Relazioni, legami, appartenenze e fratture nelle storie di piccoli paesi
Libro: Libro in brossura
editore: Andrea Livi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 344
Questo fascicolo di «Marca/Marche» punta a presentare alcune storie di comunità, più o meno grandi, individuate come significative per la nostra regione e ricostruite da studiosi di diversa formazione, in genere storici e sociologi. Obiettivo di fondo è quello di far emergere il percorso che ha portato alla costruzione della comunità analizzata, i soggetti che più hanno contribuito a tale costruzione, i momenti di svolta (non solo positivi, ma anche negativi) nella vita della comunità. L'idea del fascicolo nasce dal dibattito che nel 2017 si è acceso sulla ricostruzione in atto nell'entroterra marchigiano colpito dal terremoto; si è voluto verificare se l'analisi storica può aiutare a meglio comprendere i meccanismi che favoriscono (oppure ostacolano) i rapporti comunitari e si è voluto anche dare spazio alle riflessioni proposte da chi a vario titolo sta operando nei paesi sconvolti dal sisma. Ma il tema può avere un interesse più ampio, dopo l'approvazione della nuova legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni.