Edizioni Falsopiano
Venezia-Hollywood. Pino Donaggio musicista per il cinema e la televisione
Roberto Pugliese
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 170
Va osservato, prima di tutto, che tra la carriera canora di Pino Donaggio e quella di compositore per il cinema interviene una cesura netta, drastica, non mediata da contributi parziali o subordinati: ossia al cantautore di successo mondiale, all'autore di canzoni da milioni di dischi come – appunto - Io che non vivo o Come sinfonia subentra il cinecompositore senza alcun preavviso, senza alcun apprendistato, apparentemente senza alcuna formazione specifica ma con una istintiva, sorprendente spontaneità e padronanza della materia. Con i suoi oltre 200 titoli realizzati nell'arco di mezzo secolo, Donaggio è il compositore cinematografico e televisivo italiano (e non solo) in attività più prolifico subito dopo Ennio Morricone, che però era di 13 anni – in carriera e in età – più anziano di lui. Il dato di per sé non andrebbe oltre la curiosità puramente statistica, se non fosse per le modalità del tutto particolari con le quali l'autore veneziano ha avuto accesso a quella complessa e iperspecialistica fase della postproduzione filmica che riguarda l'inserimento della musica, inaugurando così la terza delle sue "vite" artistiche, dopo quella classica e quella di cantante. Al netto della copiosa aneddotica fiorente sull'argomento ("visioni" lagunari del compositore su un vaporetto, immerse nella nebbia, apparizioni in sogno ecc.) la naturalezza, verrebbe da dire l'automatismo con i quali è avvenuto questo passaggio, possiede ancora oggi, a decenni di distanza dal debutto, qualcosa di sbalorditivo.
Ossessione e il Neorealismo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 110
Interventi di Adriano Apra, Alberto Barbera, Alberto Boschi, Roberto Lasagna, Paolo Micalizzi, Stefania Parigi. Sono qui raccolti gli atti del convegno ferrarese svoltosi in occasione degli ottant'anni della prima proiezione del film "Ossessione" interpretato da Massimo Girotti e Clara Calamai. Era il 18 Giugno 1943, quando vedeva la luce a Ferrara il film che Luchino Visconti aveva girato dal 13 Giugno al 10 Novembre 1942, durante il periodo fascista. Come ricorda Paolo Micalizzi: Luchino Visconti era arrivato a Ferrara perché gli serviva un'ambientazione adatta per rappresentare il mondo del sottoproletariato padano, in un film ispirato liberamente al romanzo di James Cain "Il postino suona sempre due volte" che racconta di Frank, un giramondo e avventuriero americano e della travolgente passione per Cora, la moglie dell'anziano proprietario della "Taverna delle querce". Il convegno affronta la sorprendente opera prima di un regista che fu definito da Jean George Auriol nel 1948 un "pittore della realtà" capace di trasfigurare "tutto quello che tocca: attori, case, oggetti, luce, polvere, che diventano elementi simbolici del suo lirismo personale". A partire dagli anni ’60 Ossessione esce definitivamente dal dibattito critico, fortemente ideologizzato, condotto dalle riviste di settore nei due decenni precedenti, per divenire oggetto di studi più ampi e meditati, che da una parte analizzano in maniera approfondita le caratteristiche narrative e formali del film e dall'altra lo mettono in relazione con le opere successive del regista, rivelandone aspetti rimasti precedentemente inesplorati.
Schermo nero. Schermo bianco. Cinema, videoclip e serie TV. Il montaggio dagli anni '80
Andrea Ciacci
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 159
David Fincher, Gus Van Sant, Spike Jonze, Michel Gondry, Paul Thomas Anderson: numerosi registi sono passati dalla TV al Cinema, spesso grazie ai videoclip musicali. Ma cosa sappiamo del montaggio? Inquadrature brevi, musiche aggressive, strutture non lineari: quanto e come il rapporto con gli altri media ha influenzato la grammatica, l'estetica e i ritmi del montaggio cinematografico negli ultimi 40 anni? Il dialogo che l'arte cinematica principale ha avuto con tutto quello che di nuovo le si muoveva intorno - come i video musicali degli anni '90 - ha prodotto fusioni e ibridi difficilmente preventivabili e catalogabili. Il cinema ha dato e preso, attraverso il montaggio. Tenendo sempre presente la questione del tempo, nel cinema si può arrivare a “scolpire” – come ha scritto il regista russo Andrej Tarkovskij – oggi il montatore non deve pensare più solo in direzione orizzontale a “cosa viene dopo?” ma deve domandarsi “cosa posso montare nel fotogramma?”. Al suo discorso si aggiunge un pensiero verticale. Senza mai perdere di vista la storia, l'emozione e il tempo, come ci aveva anticipato Walter Murch, montatore e collaboratore di F. F.Coppola e George Lucas. Dalla TV commerciale anni '80 ai social contemporanei, questo libro ci accompagna in un viaggio fatto di corrispondenze e opposizioni evidenziate dall'analisi di tagli, scene, sequenze e strutture filmiche, anche attraverso il racconto dei montatori protagonisti, spesso considerati soltanto tecnici e non artisti. Senza tesi da dimostrare o confutare, il testo offre una ricognizione cronologica all'interno della tecnica e del linguaggio per riconoscere le voci di serie TV, videoclip e film che ci parlano di una professione che, di fatto, è l'ultima scrittura di una storia.
L'intimismo favolistico di François Truffaut
Giorgio Penzo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 162
«Quel che più conta in Truffaut è la creazione di un cinema puro e aurorale, “riflesso della vita” per usare le sue stesse parole, che scaturisce però sempre da una naturale combinazione di morceaux de vie: la vita tout-court come la concepisce l’autore, la sua immagine della vita e delle passioni che la permeano, spesso la sua stessa vita, rivista al livello dell’autobiografia; e per restare a I quattrocento colpi, è curioso - ma forse non troppo - venire a sapere che la visione-scoperta del mare di Antoine Doinel nasceva da una frase della nonna di Truffaut, ascoltata da bambino, che recitava: “Ho visto il mare una volta alla Paramount”, ovvero, al cinema: dunque, con la vita così scambiata dall’adulto regista con il (suo) cinema, nel quale viene trasportata e “améliorée”, per usare il verbo con cui l’artista percepiva più acutamente il rapporto arte/vita. Ma sempre c’era in lui solo la “ricerca” del puro e semplice cinema, senza la spinta verso una più elaborata ricerca linguistica-espressiva».
Valeria D'Obici
Francesco Foschini, Stefano Careddu
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 165
Il cinema di Robert Mulligan
Fabio Zanello, Mario Molinari
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 231
Robert Mulligan diresse tra il 1957 e il 1991 ben venti film, il più famoso dei quali è "Il buio oltre la siepe" (1962). Formatosi in Tv, agli inizi della carriera riscosse modesti elogi dalla critica. "Scoperto" da "Positif", godette per un po' dei favori dei cinefili europei, ma senza che nessun libro illustrasse mai l'intero percorso dell'autore di pellicole quali "Strano incontro", "Su per la discesa", "La notte dell'agguato", "Quell'estate del '42", "Chi è l'altro?", "Il mediatore" e "L'uomo della luna". Questa monografia, la prima in Italia, cerca di colmare la lacuna, mettendo in luce la figura di un cineasta, scomparso nel 2008, capace di raccontare la realtà americana individuale, familiare e sociale con acume, delicatezza, onestà intellettuale e poco clamore. Interventi di Aurora Auteri, Umberto Berlenghini, Claudia Bertolè, Alberto Castellano, Massimo Causo, Giulio D'Amicone, Paolo Antonio D'Andrea, Mariolina Diana, Francesco Grieco, Antongiulio Mancino, Francesco Saverio Marzaduri, Mario Molinari, Orazio Paggi, Antonio Pettierre, Michele Raga, Fabio Zanello. Introduzione di Roberto Lasagna.
Valeria D'Obici. Dizionario di un'attrice sui generis
Francesco Foschini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 166
Beppe Fenoglio. Il riscatto della libertà
Sergio Favretto
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2023
pagine: 348
Beppe Fenoglio è sempre più vivo e contemporaneo. Ci parla con la scrittura e ci sorprende con il proprio vissuto, breve e intenso. È letto, amato, seguito, rappresentato e evocato in musica, in teatro e nella convegnistica perché è atemporale, perché suggerisce ed esalta un pensiero libero e identitario. Nelle sue opere dominano la vita, l'esperienza personale, i valori della terra d'origine, l'ambiente, la comunità dei pochi ma veri, l'amore autentico e anche difficile, il confronto amaro del particolare contro i sogni; emerge la condanna severa per la violenza e il provincialismo culturale fascisti, la durezza della lotta partigiana con le sconfitte e gli ideali perenni. Nelle pagine di questo libro una nuova esplorazione del suo universo creativo, con approfondimenti e ricerche, inediti, interviste, immagini, documenti, ricostruzioni di vicende e scoperta di protagonisti, ma soprattutto un accompagnamento storico rigoroso dell'intero periodo partigiano. Fenoglio incontra qui, a viso aperto e senza reticenze, la storia che è chiamato a partecipare. Perché il riscatto della libertà è un dovere del singolo e del popolo, è un impegno insostituibile.
Il piccolo diavolo e l'acqua santa. Roberto Benigni dalla dissacrazione al politicamente corretto
Alfredo Marasti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2022
pagine: 297
La prima monografia completa (e non celebrativa) su Roberto Benigni, dalle origini dissacranti fino all’Oscar del 1999 (La vita è bella) e alle recenti lezioni-spettacolo in veste di divulgatore. Un ritratto che nasce dalle parole dello stesso attore e regista, in palese – talvolta bruciante – conflitto fra loro. Descrivendo la metamorfosi di un intellettuale, questo libro inquadra una crisi culturale più ampia: in ideale sincronia con la corsa al centro populistica e anti-ideologica attuata da tutti i principali partiti dopo il ventennio berlusconiano, Benigni ha ripetuto l’operazione TuttoDante con i testi “sacri” per la sinistra (la Costituzione nata dall’antifascismo) così come con quelli “sacri” per la destra (il Canto degli Italiani), infine con quelli riguardanti il sacro in senso proprio (la Bibbia, il Cantico dei Cantici), fondendoli in un solo, generico inno all’amore. Il modello di divulgazione popolare e politicamente corretto che l’attore adotta, in maniera identica, per ognuno dei contesti citati, viene esaminato parola per parola, fino a trarne conclusioni dirompenti: «Benigni è considerato un’icona della sinistra, ma le cose che dice sono di destra; lo si definisce comico, ma da anni i suoi spettacoli sfruttano la comicità per fare propaganda; lo si crede uno spirito libero – e forse, brevemente, lo è stato – ma oggi è soprattutto un bravissimo sacerdote del potere, un attento organizzatore di consenso». Introduzione è di Roberto Lasagna.
Il cinema di Henri-Georges Clouzot
Giulio D'Amicone
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2022
pagine: 165
Nel cinema di Clouzot, antimanicheo quanto lo si può essere, la responsabilità non è mai attribuibile a un singolo. Di conseguenza, le persone, se inserite in situazioni inconsuete, possono apparire totalmente diverse da ciò che sembrano essere: si vedano la vigliaccheria di Jo (Charles Vanel) in Vite vendute, la colpevolezza di Vorzet (Pierre Larquey) nel Corvo, la debolezza di Stan (Laurent Terzieff) nella Prigioniera. Perfino il documentario su Picasso va inteso come un lavoro in fieri, volutamente privo di un punto di approdo definitivo. In fin dei conti, tutta l’opera del regista è una freccia lanciata contro l’ipocrisia. In qualche occasione accostato ad Alfred Hitchcock, un parallelo sostenuto da molti (tra cui Sadoul), piace riportare la dichiarazione di Clouzot stesso, che manifestava indubbia ammirazione per la formidabile tecnica del regista inglese: “Vi sfido a trovare un film di Hitchcock - tranne alcune parti dell’Ombra del dubbio - dove lui voglia dire qualcosa”. Un libro raffinato e documentato che racconta e analizza con passione la parabola creativa di uno dei maestri della Settima arte.
Sergio Leone. Breve avventurosa storia della mia amicizia con Sergio, il Leone di viale Glorioso
Claver Salizzato
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2022
pagine: 167
«... Poi Sergio Leone cominciò a muovere il carrello della macchina da presa, fino ad allora immobile come una sentinella di guardia alla fortezza, e il cinema acquistò subito qualche altro punto di vista. Sotto il profilo tecnico, certamente. Come recitano gli articoli di giornale e i saggi dotti pubblicati in tutto il mondo dopo Per un pugno di dollari e C’era una volta il West. Ma soprattutto sotto il profilo del disegno filosofico, dei contenuti profondi. L’occhio del cinema sbatté una o due volte le ciglia, si scosse da un lungo sonno, poi cominciò a guardarsi intorno come il periscopio che, in certi vetusti film di guerra, scruta l’orizzonte sul pelo dell’acqua. Sergio Leone rovesciò il western come un guanto. Entrarono in campo serpenti e scorpioni, parecchi figli di puttana, molti samurai del nulla. Dialoghi aforistici, riprese cariche di sapienza e di ironia, panoramiche di selvaggia bellezza. Trasformò il cavaliere della valle solitaria in un giocatore disperato senza niente da perdere, nulla da guadagnare. Ma quello fu soltanto l’inizio del viaggio. Perché poi, in una libreria romana, Sergio Leone scoprì anche l’autobiografia di Harry Grey, The Hoods, una gangsterstory senza gloria, e allora cominciò un’altra leggenda. Questo libro proverà a raccontarne e descriverne le tappe, pubbliche ma soprattutto private, le più intime, sulla strada impervia e ventosa della memoria e del ricordo personali». (dalla Prefazione di Bob Robertson).
Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato
Rudi Capra
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2022
pagine: 163
Un libro come una concrezione mineraria, che metabolizza e lascia scorgere le luci e le ombre artistiche, ontologicamente deputato a riprodurre significativamente la molteplicità di dimensioni e trasformazioni dell’universo del cineasta. Segnando un percorso che parte da Eschilo e dalla necessità di mettere in relazione il cinema di Refn con i concetti di necessità, violenza, colpa, vendetta e giustizia, viene rimarcato come proprio la violenza non è qualcosa di semplicemente agito o subito nell’universo analizzato, ma si palesa nella sua funzione di percorso, per il recupero di un equilibrio infranto e perduto, a cui la mitologia e il fato rendono il tono epico tragico, raccolto tra le “vertigini” del cinema di Refn. Sono quindi i personaggi ad essere i punti di forza e i depositari delle più vibranti attenzioni di un cineasta consapevole di vivere in un mondo in cui la violenza è istinto ma anche espressione, e la stessa forma d’arte si palesa, nell’universo filmico del regista danese, come “un atto di violenza,” cioè come un fatto mai fine a sé stesso, ma calato e compreso in una dimensione espressiva sfaccettata che il libro analizza nelle sue ombre tragiche e nelle sue immagini illuminanti.