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Einaudi

Scritti autobiografici

Scritti autobiografici

Jean-Jacques Rousseau

Libro

editore: Einaudi

pagine: 1500

In un solo volume tutta la produzione autobiografica dello scrittore ginevrino, che si rivela appassionato esploratore dei miti della memoria e della natura. Il volume contiene: Le Confessioni, Le Fantasticherie di un passeggiatore solitario, Rousseau giudice di Jean-Jacques, Lettere a Malesherbes.
61,97

Il castello

Franz Kafka

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2026

11,00

Comprensorio Rossolago

Chiara Moscardelli

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 272

Sentimentalmente disastrosa, socialmente imbarazzante, fisicamente imbattibile, è stata addestrata a lottare come un ninja, ma non è una poliziotta né una detective. È solo una tatuatrice molto curiosa con un talento innato per risolvere misteri. Da sempre impreparata a nuotare in quel mare in burrasca che è la vita, Olga Bellomo cerca di godersi un po’ di inaspettata tranquillità: sta cominciando a smantellare le barriere emotive che aveva costruito con tanta fermezza, e a far spazio poco alla volta a quei sentimenti che il padre le aveva insegnato a tenere lontani, anche quando questo significa dover rinunciare all’unico, vero amore che abbia mai avuto: il giornalista di nera Gabriele Pasca. La serenità però non dura a lungo. Il corpo di una donna viene scoperto in un bidone della raccolta differenziata, sepolto tra contenitori in Tetra Pak, vecchi giornali e volantini dell’autolavaggio. In paese la gente è sconvolta, la polizia procede a fatica, ma una donna ha assistito all’omicidio. Il killer l’ha vista e ora le dà la caccia. Per Olga è impossibile non investigare. Con l’aiuto dei suoi stravaganti amici, la ragazza si lancia in un’indagine che la costringerà a confrontarsi con vecchie storie di tradimenti e vendetta, fino a scoprire che la verità è spesso nascosta in dettagli che nessuno vuole guardare.
18,50

Rifare il mondo. Le età dell’avanguardia

Vincenzo Trione

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 592

Nessuna parola caratterizza l’arte contemporanea più di «avanguardia». Al punto da essere diventata, paradossalmente, sinonimo di arte in generale. Come se non si potesse più dare gesto artistico che non fosse «d’avanguardia». Ma è ancora così? Di cosa parliamo quando ricorriamo a questa categoria? Duchamp e Picasso, de Chirico e Warhol, Koons e Hirst, Hockney e Kentridge. Vincenzo Trione accompagna il lettore in un viaggio che non solo tocca alcuni tra i più grandi «continenti» degli ultimi centocinquant’anni (dal futurismo al dadaismo, dalla Metafisica al surrealismo, dalla Pop Art al postmoderno), ma che ci mostra come le promesse dell’avanguardia vivano oggi in territori inattesi: nel cinema, nella moda, nella musica pop, nei videogame, nei “writers”, nell’attivismo di Ultima Generazione… Ovunque bruci ancora la voglia di «rifare il mondo». Concetto centrale dell’arte contemporanea, eppure idea sfuggente, contraddittoria e intimamente inafferrabile, l’avanguardia si è nutrita di antagonismo e di utopia, ha rifiutato il passato, ha cercato costantemente il nuovo, il dissonante, l’inaudito. Cosa ne è, oggi, di quella carica eversiva e scandalosa? Sopravvive come spirito diffuso, trasversale e inconsapevole, che contamina il quotidiano ben oltre i confini dell’“artworld”. L’ardimento futurista, la provocazione dadaista, la sospensione metafisica e l’onirismo surrealista sembrano riemergere, in forma attenuata, quasi atmosferica, nei videoclip, nei videogame, nei concerti, nelle sfilate di moda, nei graffiti, nei tatuaggi. Attraverso un racconto che intreccia analisi storica, critica culturale e passaggi autobiografici, Vincenzo Trione compone una sorprendente drammaturgia teorica che attraversa il Novecento e si spinge fino al presente, mettendo in scena opere, gesti, manifesti e protagonisti di realtà solo apparentemente distanti – dall’arte al cinema, dall’architettura alla moda, dal design alla musica, dai “writers” agli attivisti di Ultima Generazione. “Rifare il mondo” rilancia una domanda decisiva: è ancora possibile oggi rifare il mondo attraverso l’arte?
34,00

Farsi male. Variazioni sul masochismo

Vittorio Lingiardi

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 240

Succede a tutti di farsi male, ma possiamo imparare a riconoscere le sofferenze che ci colpiscono alle spalle da quelle a cui noi stessi, più o meno consapevolmente, ci consegniamo. Vittorio Lingiardi delimita un territorio vastissimo e oscuro: percorre la storia dei nostri dolori e traccia un confine tra convivenza e connivenza. Masochista è un aggettivo che turba, ma qui non si parla di fruste e manette: lo sguardo è sulla personalità e sulle relazioni. Lingiardi ci accompagna in stanze interiori, arredate con gli spigoli aguzzi dell’autocritica, le mensole inaccessibili dell’ideale dell’Io, le casseforti del sabotatore interno, le lavatrici interminabili del senso di colpa. Un racconto sulla vita di tutti i giorni, con un finale sul masochismo politico e il dolore del mondo. Pagine scritte con le parole della psicoanalisi, della poesia, del cinema.
14,00

I canti di Maldoror. Testo francese a fronte

Isidore Lautréamont Ducasse

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 720

“I Canti di Maldoror” del sedicente conte di Lautréamont – nato col nome di Isidore Ducasse a Montevideo nel 1846 da genitori francesi, e morto a soli 24 anni a Parigi in circostanze misteriose, come fu la sua vita – sono un grande poema dell’inconscio, pieno di ferocia, idee morbose e deliri, un vorticoso racconto demoniaco, smodato e ironico, in cui si susseguono sanguinose atrocità, sadiche efferatezze e crudeli trasgressioni delle norme sociali dell’epoca. Una delle imprese letterarie più radicali dell’Ottocento. Blasfemi, erotici, a tratti grotteschi, questi “Canti” allucinati catturarono l’immaginazione di diversi artisti e scrittori: Modigliani, Verlaine, Gide, Breton... E non sorprende che i primi ad apprezzare questo libro eccessivo e sconvolgente furono proprio i surrealisti. Come disse il loro capofila: «Tutti i pensieri e le azioni più audaci che si compiranno nei secoli, hanno trovato qui una formulazione preliminare nella loro legge magica». Con questa raffinata versione del poema, singolarissima e allo stesso tempo intimamente fedele, Luca Salvatore ha vinto il Premio «Città di Monselice» per la traduzione letteraria. Con la prefazione di Maurice Blanchot.
36,00

L'opera-vita di Antonio Gramsci

Romain Descendre, Jean-Claude Zancarini

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 536

Questo libro restituisce, nell’integrità del suo sviluppo, un pensiero politico inseparabile da un agire nel mondo, in altre parole l’opera-vita di Antonio Gramsci. Antonio Gramsci (1891-1937) resta uno dei principali classici del marxismo, e uno dei più citati. Questo volume affronta le differenti fasi della sua azione e del suo pensiero e illumina le relazioni con i grandi avvenimenti del suo tempo: la Rivoluzione russa, le prese di posizione dell’Internazionale comunista, la conquista del potere da parte del fascismo, la situazione europea e mondiale tra le due guerre. Analizzando in dettaglio la corrispondenza, gli articoli militanti e poi i “Quaderni del carcere”, questa biografia intellettuale rende inoltre conto dei processi di elaborazione della riflessione politica e filosofica gramsciana, sottolineandone i leitmotiv e restituendo «il ritmo del pensiero» nel suo divenire. Nel corso della scrittura dei “Quaderni”, Gramsci comprende che «la filosofia della praxis» necessita di nuovi strumenti teorici e li inventa: «egemonia», «guerra di posizione», «rivoluzione passiva», «classi subalterne» e così via. Concetti che si rivelano utili ancora oggi per pensare il nostro «mondo grande e terribile».
34,00

La letteratura italiana dal 1895 a oggi. Una storia intermediale

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 528

Il percorso proposto in questo volume, che si apre con il 1895, l’anno dell’invenzione del cinematografo, e arriva fino a oggi, ricostruisce la storia della letteratura italiana contemporanea prestando particolare attenzione alle sue intersezioni con le altre arti e i diversi media. È da questa originale angolazione che vengono analizzate le dinamiche e le forme materiali della produzione e fruizione della letteratura in un arco temporale in cui essa ha conosciuto profonde e irreversibili trasformazioni del suo statuto e della sua funzione. E proprio tale prospettiva consente agli autori di riservare un adeguato spazio a voci e generi letterari tradizionalmente espunti o lasciati ai margini. Il volume è suddiviso in sei capitoli, ognuno dei quali copre circa vent’anni di storia letteraria italiana. Completa ogni capitolo una serie di letture dedicate a casi esemplari, che approfondiscono nelle diverse epoche le analogie con altre modalità di espressione, il realizzarsi di forme miste, l’influenza di media extra letterari sulla scrittura, le esperienze di collaborazione tra scrittori e artisti, ovvero le molteplici relazioni e contaminazioni in virtù delle quali la letteratura italiana ha corrisposto al mutare del contesto culturale di un lungo Novecento.
28,00

Memoria di casa

Gustavo Zagrebelsky

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 256

«Accade che le tre fasi della vita, giovinezza, maturità, vecchiaia, siano in realtà due: quella in cui, consapevolmente, ci si allontana dalla matrice, e quella in cui, consapevolmente o inconsapevolmente, vi si ritorna». In una villa nella campagna piemontese che assomiglia a una dacia russa, ed è insieme casa delle illusioni e delle disillusioni, una famiglia si riunisce per rievocare il tempo e le persone che non ci sono più. Soprattutto Jean e Lisín, che si incontrano e si innamorano nella Sanremo degli anni Venti. Lui, fascinoso e tormentato, rimarrà sempre un “émigré” alle prese con i suoi «giorni neri». Lei, testarda e saggia, di salde radici valdesi, cercherà per tutta la vita di sciogliere i nodi. Ma «fare memoria» non è semplicemente ricordare. È dare vita a chi l’ha perduta, rallegrarsi, affliggersi, chiedere scusa quando è il caso. È cercare di capire, senza giudicare. Quando i fratelli Zagrebelsky vengono convocati dalle proprie figlie nella casa di famiglia, lo scopo è quello di ripercorrere il tempo perduto, scambiarsi aneddoti, rinsaldare un sentimento comune. I soggiorni al mare col nonno vestito di lino, i viaggi in macchina e la guida non proprio ortodossa, il cono gelato e le mani appiccicose, le notti nel letto con la nonna per vincere la paura del buio. Ma per chi si avvicina alla vecchiaia quei ricordi sono dettagli di un quadro più ampio, che forse oggi è possibile ricostruire facendosi finalmente le domande scansate nella giovinezza. È il terzo fratello, Gustavo, l’unico a portare un nome legato al ramo materno della famiglia, ad assumersi la responsabilità di raccontare, partendo non solo da un tempo lontano, ma anche da terre e vicende lontanissime. Perché Jean e Lisín – suo padre e sua madre – hanno alle spalle le storie di due minoranze per molti versi opposte: da un lato gli esuli russi, per i quali l’uguaglianza era stata la rovina, dall’altro i valdesi, per cui l’uguaglianza era stata la conquista. Sorpresi dallo scoppio della Prima guerra mondiale durante una vacanza a Nizza, gli Zagrebelsky (tra cui il padre appena cinquenne dell’autore) non torneranno mai più a casa, e in un appartamento di due stanzette a Sanremo, con vista sugli orti e sul gasometro, coltiveranno la nostalgia per il paese delle origini e il rimpianto per i privilegi perduti. È lì che nel 1926 Jean incontra Lisín, dolce e rocciosa insieme, figlia di un valdese tanto dedito al lavoro che persino sulla sua tomba compare il titolo di ingegnere. Come acque diverse riunite nello stesso fiume, i caratteri di Jean e Lisín scorrono paralleli, a due livelli diversi. Lui sempre convinto che le tempeste arrivino a sorpresa e che occorra tenersi pronti a parare i colpi. Lei invece sicura che la vita sia un gomitolo da districare, sempre capace di guardare oltre, perché ogni cosa «poi passa». Se nella vita non è stato difficile, per figli e nipoti, scegliere da che parte stare, questa «ricapitolazione critica» diventa l’occasione per comprendere più a fondo, e con più affetto, la figura di un padre forse non «sradicato» ma di certo «spaesato», che nonostante il passaporto italiano rimarrà nell’intimo per sempre apolide, anche dentro la sua famiglia.
21,00

Album Morante

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 208

«E adesso, o voi che avete ascoltato queste canzoni, perdonatemi se sospiro ripensando a quanto era stata semplice la mia vita» (Da “Il mondo salvato dai ragazzini”). Elsa Morante raccontata attraverso fotografie, manoscritti, lettere e documenti inediti: a quarant’anni dalla sua scomparsa, un viaggio per immagini dentro la vita e l’opera di una delle più grandi scrittrici del Novecento. «Si dice che l’idea di questo album risalga al novembre del 1985. Dopo il funerale di Elsa Morante – così mi ha raccontato Goffredo Fofi – alcuni amici hanno pensato di raccogliere insieme le molte fotografie che erano in casa Morante, ritenendo che se ne potesse fare un bel libro commemorativo. La curatela di questo album fu affidata da subito a Patrizia Cavalli, che negli anni ci ha lavorato molto, a più riprese. È lei ad aver raccolto le fotografie, compilato una parte delle didascalie, segnato molti crediti fotografici, messo insieme dati e documenti utili. Ma credo che – al di là della pigrizia, a cui imputava ogni sua mancanza – il suo progetto fosse, in verità, troppo ambizioso. Attraverso le numerose immagini raccolte, infatti, Patrizia Cavalli non voleva semplicemente fare un “Album Morante”, con fotografie e dati biografici. Patrizia aspirava a molto di più: voleva anzitutto sottrarre Elsa alla morte, voleva salvarla. In che modo? Restituendo attraverso le immagini e la scrittura qualcosa di reale, di vivo, di impermeabile al tempo cronologico, simile a un’immagine assoluta di Elsa Morante. È possibile sottrarre qualcuno alla morte? Non lo so. Ma so che questo è il motivo per cui il libro ha tardato così tanto a uscire, negli anni, nella ricerca continua ed esasperata di una chiave che permettesse “la visione totale” di Elsa Morante in tutta la sua variegata e contraddittoria ricchezza, gioiosa e dolorosa. Io senz’altro non potevo adempiere un compito così arduo. Mi sono accontentato di comporre un album fotografico, limitandomi quasi esclusivamente ad affiancare le fotografie presenti ad alcuni testi, privilegiando quelli meno noti. Ho cercato, tuttavia, di restare vagamente fedele all’idea originaria, o almeno di non tradirla troppo: ho ceduto (poco) alla cronologia; sono caduto (ogni tanto) nella biografia; ho (raramente) interpretato, nonostante le mie dichiarate e ripetute intenzioni di non farlo. Ma mi sono sforzato di non restituire mai un’immagine letterale, riduttiva di Elsa Morante. Ho cercato cioè di evocarla piuttosto che di descriverla, sperando che fosse lei ad apparire secondo le sue proprie inclinazioni. E la mia domanda, la formula ricorrente di questo rito necromantico celebrato mediante immagini e parole, non è stata tanto: “Chi sei?”, ma piuttosto: “Come sei?” Qui, infatti, nel suo modo di vivere, nei modi in cui Elsa Morante era se stessa, mi è parso che ci fosse qualcosa di più importante di tutti i dati biografici e di tutte le interpretazioni critiche sulla sua opera. Il modo in cui Elsa Morante ha vissuto – mi sembra che questo sia ciò che le sopravvive e che resta a noi, e forse è proprio ciò che è possibile, qui, vedere e salvare» (Emanuele Dattilo).
52,00

Il presepe popolare napoletano

Roberto De Simone

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 160

«La scena della Sacra Nascita allestita da De Simone è una passione collettiva, una frenesia rituale, una febbre identitaria, un sabba devoto. Che trasferisce la grotta di Betlemme nel ventre di Napoli» (Marino Niola). Chi fra tutti coloro che ogni anno fanno il presepe sa che le statuine dei Re Magi sui loro tre cavalli bianco, rosso e nero simboleggiano l’iter del sole dall’aurora alla sera, e che sui presepi antichi si collocava una figura femminile, la Re Màgia, a rappresentare la luna? In un viaggio nel cuore delle leggende popolari, dei giochi rituali, dei sogni, la penna musicale di Roberto De Simone, con il controcanto di 90 immagini tratte da un’antica smorfia settecentesca, risale fino alle origini precristiane del Natale. Una lettura che recupera il carattere notturno e infero del presepe e che racconta gli aspetti simbolici e gli inattesi significati delle sue figurine, anche attraverso la voce di quanti, ogni Natale, costruiscono, recitano, vivono il presepe tradizionale. E poiché non c’è Natale senza tombole e zampogne, completano il volume un’affascinante «tombola parlata» registrata nel dicembre del 1973 in un terraneo napoletano e una ninna nanna dedicata agli zampognari defunti. Con l’introduzione di Marino Niola.
12,50

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi

Maurizio de Giovanni

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 256

«Tutti quei morti ammazzati, e io ancora senza giustizia». Serve coraggio quando si parte, ma a volte ne serve ancora di più quando si torna. È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi – preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche – ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lì, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece, mentre in città il fido brigadiere Maione cerca di salvare un comune amico da morte certa, tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia. Del resto è questo, quasi sempre, il destino di chi torna.
14,00

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