La Scuola di Pitagora
Le lodi divine. Testo latino a fronte
Giovanni Pontano
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 144
«Grazie a lui l'impetuosa brama si spense e colui che sempre inganna e seduce i nostri liberi cuori, finalmente vinto, fuggì. Senza dubbio, egli sconfisse gli errori e i peccati, allontanò dal suo animo l'ignobile sacrilegio e, assecondando la volontà di Dio con innumerevoli virtù, sostenne l'onore e le celebri insegne dell'Ordine, riportando nella fede e nella religiosità la schiera vacillante di Cristo e allontanando i demoni malvagi con la spada... Lode al tuo animo, o Francesco: tu, per primo, hai assalito il potente nemico e, vincitore, hai patito le sofferenze di Cristo...». Giovanni Pontano è unanimamente considerato tra i più grandi, se non il più grande, poeti latini del Rinascimento, non solo italiano ma europeo. E tuttavia c'è un'opera del Pontano che non ha ricevuto l'approvazione che avrebbe meritata, il "De laudibus divinis". Solo il grande Zabughin rilevò che, senza quest'opera, «non avremmo, assai probabilmente, né le "Partenice" del Mantovano, né il "De partu Virginis" del Sannazaro». A parere dello studioso russo, «l'inno quinto della raccolta è non solamente il germe del magnifico poema del Sannazaro, ma una delle gemme più fulgide del Rinascimento cristiano», così come l'inno a san Francesco d'Assisi - Pontano era nativo dell'Umbria, è bene ricordare - «può sostenere degnamente il paragone con i più bei ritratti del Poverello, quanti ne pennelleggiò il Rinascimento». Il giudizio estetico di Zabughin può anche non essere pienamente condiviso, ma è indubbio che il "De laudibus divinis" occupa un posto d'onore nella letteratura sacra del nostro Rinascimento, e che i poeti e i letterati del tempo l'abbiano avuto per le mani; forse ha avuto persino l'onore di ispirare alcuni versi ad Alessandro Manzoni, se è vero, come fece notare per primo il Carducci, che alcuni versi degl'Inni sacri trovano delle strane rassomiglianze nel latino del Pontano. Condotta sull'unico esemplare autografo approvato in vita dal Pontano, e accompagnata da un'essenziale commento.
La filosofia nel XVII e nel XVIII secolo
Ernst Cassirer
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 152
All’interno della vasta produzione del filosofo tedesco Ernst Cassirer la monografia "Die Philosophie im XVII. und XVIII. Jahrhundert" (1939) occupa di certo una posizione unica. E in effetti, a differenza di quanto il titolo sembrerebbe suggerire, non ci troviamo al cospetto di un articolato affresco storico-teorico, al quale i lettori di Cassirer sono in genere abituati. Il lavoro che qui presentiamo, invece, si caratterizza per essere una rassegna critica della principale produzione saggistica e monografica concernente la filosofia francese ed inglese nel XVII e nel XVIII secolo prodotta tra il 1936 ed il 1938 – anche se Cassirer non manca di menzionare lavori meno recenti. In questa rassegna della principale letteratura filosofico-storiografica sulla filosofia del XVII e XVIII secolo, Cassirer mostra non soltanto il suo mai del tutto assopito interesse per la storia della filosofia moderna, ma anche una non comune capacità nel saper padroneggiare una bibliografia vasta e complessa, tenendo sempre a mente i risultati scientifici dei suoi lavori teorico-storiografici dedicati proprio agli aspetti qui trattati.
Austro-Hungarian presence in Albania. Architecture, planning, infrastructure (1916-1935)
Florian Nepravishta, Gjergj Thomai
Libro: Libro rilegato
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 204
Il diritto dell'ambiente-Per un'ecologia politica del diritto
Paolo Maddalena, Franco Tassi
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 132
Questo volume della collana editoriale "Pan. Paesaggio Ambiente Natura", a cura di Nicola Capone, comprende due saggi sul tema del diritto all'ambiente e dell'ambiente: il primo elaborato dal giurista Paolo Maddalena nel 1993; il secondo, più antico e precursore, redatto dal naturalista Franco Tassi nel 1976. Due studi entrambi ancora originali, sia per la chiarezza dell'esposizione, sia per la prospettiva tracciata. Introduce il volume Tomaso Montanari, che inquadra le questioni poste nella cornice costituzionale. Di fronte al vecchio antropocentrismo, gli autori affermano la necessità di una svolta biocentrica del pensiero. Struttura portante di questo nuovo discorso diventa la Comunità biotica della quale facciamo tutti parte, dal regno minerale a quello vegetale e animale. Si capisce che non è possibile considerare isolatamente l'essere umano, non è possibile neppure far riferimento solo alla specie umana, ma bisogna fare "mente locale", imparare l'arte di abitare la terra sentendosi parte dell'intera comunità degli esseri viventi. Si tratta, come fanno notare gli autori, di una nuova etica che «allarga i confini della comunità per includervi suoli, acque, piante e animali e, in una parola, la terra» (Leopold 1949). Postfazione di Nicola Capone.
L'«inedito scrittarello» dello Zibaldone. Una lettera sconosciuta di Giacomo Zanella a Vittoria Aganoor
Loretta Marcon
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 85
Il 14 marzo 1872 Giacomo Zanella inviava alla sua allieva Vittoria Aganoor, allora diciasettenne, una lettera (ad oggi inedita) che accompagnava un dono prezioso perché inedito e sconosciuto: uno scrittarello che riportava una pagina dello Zibaldone di Giacomo Leopardi. Una pagina che si ricollega ad A Silvia, scritta poco prima, nella quale si parla degli effetti che una giovinetta produce in chi incontra quel «fiore purissimo, intatto, freschissimo di gioventù [...] capace di elevarci l'anima, di trasportarci in un altro mondo, di darci un'idea d'angeli, di paradiso, di divinità, di felicità». Qualcuno dunque conobbe il "diario" leopardiano, o parte di esso, prima della sua pubblicazione avvenuta, com'è noto, negli anni 1898-1900. Chi e perché aveva potuto accedere all'immenso privato scartafaccio leopardiano, che seguiva il suo autore, e riprodurne una pagina? Se l'autore della copiatura ora ci è noto (anche se sconosciuto agli studiosi) grazie ad una annotazione in capo al foglio, rimangono misteriosi i motivi che lo spinsero a tale "violazione", anche se abbiamo individuato il periodo in cui ciò avvenne.
Imperialismo e questione europea
Domenico Losurdo
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 552
Quali caratteristiche deve possedere oggi un movimento di emancipazione per essere considerato tale? Quale l'antagonista contro cui occorrerebbe concentrare le energie? Che cosa dovremmo intendere per imperialismo? Questa raccolta di scritti di Domenico Losurdo contribuisce a gettare una luce chiarificatrice su alcuni nodi irrisolti del nostro presente: l'eredità della tradizione coloniale e del nazifascismo, la democrazia moderna, l'identità politica dell'Unione europea. Le critiche al "populismo", all'"economicismo", all'"antimperialismo barocco", concettualmente debitrici della lezione di Hegel (di cui l'autore è stato illustre studioso), forniscono gli strumenti analitici con cui affinare la nostra prospettiva della conflittualità, affrancarsi da una raffigurazione meccanicista delle contraddizioni sociali e acquisire, da un punto di vista sia spaziale che temporale, uno sguardo ben più ampio e profondo - ovvero una visione dialettica - sui grandi conflitti che hanno infiammato e seguiteranno ad infiammare i nostri tempi.
Cities in transition. Sustainability, formal and informal settlements, memory of place
Libro: Libro rilegato
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 346
Diari di un filosofo (1930-1934)
Giuseppe Rensi
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 494
Dal 1930 al 1934 il filosofo Giuseppe Rensi cominciò ad annotare su qualsiasi foglio di carta che avesse tra le mani i pensieri come si presentavano alla mente. Questi pensieri presero, via via, forma di libro, di diario intimo e di meditazione. «I miei libri di meditazione - scrive Rensi - devo compormeli da me. Non posso accettarli da un altro, nemmeno da uno dei grandissimi, un Marco Aurelio, un Epitteto, un Seneca; perché anche in costoro c'è qualcosa che o non mi piace interamente o mi è indifferente e non mi dice nulla. Devo dunque farli io per me. E sono questi; queste "pagine di diario". Sono per me, non per gli altri». Sono qui raccolti in un solo volume tutti i diari che Rensi andò pubblicando dal 1930 al 1934 (Scheggie, Impronte, Cicute, Sguardi, Scolii). Il filosofo dice: «Sono per me, non per gli altri»; ma, a giudicare dall'arricchimento spirituale che si ricava dalla loro lettura, è giusto annoverare il filosofo Rensi anche tra i grandi moralisti europei.
Esistenza e morte. Heidegger e Sartre
Mario Lo Conte
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 102
Il tema del seguente libro riguarda il problema della morte in due delle maggiori opere filosofiche del Novecento: "Essere e tempo" di Martin Heidegger e "L'essere e il nulla" di Jean-Paul Sartre. La posizione dei due filosofi su questo tema è antitetica: se per Heidegger la morte è ciò che dà senso alla vita, per Sartre essa è assurda e toglie ogni senso alla vita umana. Se per Heidegger la morte è la possibilità più propria dell'uomo, per Sartre essa non è affatto una mia possibilità ma l'annullamento sempre possibile dei miei possibili. Si procederà a un confronto tra le due prospettive riportando le critiche che Sartre muove ad Heidegger e mostrando come queste trovino una confutazione «preventiva» in "Essere e tempo "stesso, laddove Heidegger critica il rapporto inautentico verso la morte della quotidianità. Infatti la legittimità della critica sartriana può mantenersi solo in una considerazione antropologica del pensiero heideggeriano, cosa che non può affatto sostenersi data la differenziazione che viene fatta in Essere e tempo dell'analitica esistenziale da qualsiasi forma di antropologia. Questa comprensione antropologica è ciò che impedisce di vedere lo scopo fondamentale dell'analitica esistenziale che non è interessata semplicemente a una comprensione dell'esistenza umana bensì a preparare il terreno in vista della do - manda fondamentale di ogni filosofia: quella dell'essere. Prefazione di Marco Ivaldo.
La letteratura greca dell'antichità. Il periodo attico (480-320 a.C.)
Ulrich von Wilamowitz Moellendorff
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 185
Seguendo una prospettiva anticlassicistica cui si mantenne fedele dalla gioventù fino all’estrema vecchiaia, il grande Wilamowitz nella sua Letteratura greca dell’antichità dedica all’età classica (V e IV sec. a. C.), la più conosciuta e rinomata, soltanto una settantina di pagine su un totale di oltre 300. Ma le pagine che egli scrive su quello che chiama “periodo attico” sono all’altezza della fama che lo vuole tra i più grandi, se non il più grande, filologo classico di tutti i tempi. I ritratti che Wilamowitz traccia tra gli altri di Sofocle, di Euripide, di Isocrate, di Senofonte e di Platone mettono a fuoco le grandi personalità letterarie dell’epoca condensando magistralmente aspetti biografici, sfondo storico e valutazioni estetiche. Uno dei capitoli più interessanti e per certi versi sorprendenti di questa sezione della Letteratura greca è quello dedicato all’origine delle forme drammatiche. A oltre tre decenni di distanza dalla giovanile querelle che lo vide protagonista contro Friedrich Nietzsche, qui Wilamowitz – pur continuando a rivendicare la bontà e la necessità del cosiddetto metodo storico-critico – non esita a dichiarare che «tragedia e commedia, quelle diventate storicamente generi greci, hanno la medesima radice: l’estasi dionisiaca».
Dante ghibellino
Enrico Fenzi
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 110
I due saggi che compongono il volume sono tra loro legati dal comune impegno a riconsiderare la scelta politica di Dante in favore dell’impero. Il primo, Dante ghibellino, muove dal fatto che nel Dante degli anni fiorentini precedenti l’esilio manca, in maniera abbastanza sorprendente alla luce dell’opinione vulgata, ogni dichiarazione o prova di un’esplicita fede guelfa e di un’adesione all’ideologia ‘comunale’ che aveva in Brunetto Latini il suo principale esponente. Così, l’altrettanto sorprendente e combattivo entusiasmo nei confronti di Federico II e di Manfredi nel De vulgari eloquentia, negli anni immediatamente successivi all’esilio, non può essere messo in diretta contraddizione con una precedente stagione di segno opposto, ma appare semmai come l’erompere improvviso ma coerente di una scelta di fondo che avrà sviluppi ulteriori, sino alla sua definizione ultima nella Monarchia. Il secondo saggio, nato come ‘lettura’ del canto sesto del Paradiso dedicato alla figura di Giustiniano e alla centralità di una nozione dell’Impero quale ‘universo giuridico’, si sofferma su due nodi particolari ai quali Dante ha dedicato ampie riflessioni: il rapporto tra l’Impero e la Chiesa, e quello tra il diritto e la guerra, che nella storia del mondo solo il ‘volo dell’aquila’, cioè la storia di Roma prima repubblicana e poi imperiale, è riuscito a stringere positivamente in un sol nodo.
La comune umanità. Memoria di Hegel, critica del liberalismo e ricostruzione del materialismo storico in Domenico Losurdo
Stefano G. Azzarà
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 320
Una critica della storia del movimento liberale che chiama in causa i suoi maggiori teorici ma anche gli sviluppi e le scelte politiche concrete delle società e degli Stati che ad essi si sono ri - chiamati; un grande affresco comparatistico nel quale il confronto secolare tra il liberalismo, la corrente conservatrice e quella rivoluzionaria fa saltare gli steccati della tradizione storiografica e disvela il faticoso processo di costruzione della democrazia moderna; l’abbozzo di una teoria generale del conflitto che emerge dalla comprensione dialettica del rapporto tra istanze universalistiche e particolarismo; un’applicazione del metodo storico-materialistico che costituisce al tempo stesso un suo radicale rinnovamento, a partire dalla riconquista dell’equilibrio marxiano tra riconoscimento e critica della modernità: a un anno dall’improvvisa scomparsa, la prima ricostruzione complessiva del pensiero di Domenico Losurdo, uno dei maggiori autori contem - poranei di orientamento marxista e tra i filosofi italiani più tradotti e conosciuti nel mondo.