LetteraVentidue
F.A.S.T. Fermate Accessibili e Sostenibili a Trento. Linee guida per le fermate accessibili del trasporto pubblico su gomma per la città di Trento
Mosè Ricci, Sara Favargiotti
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 156
F.A.S.T. - Fermate Accessibili e Sostenibili a Trento definisce le modalità per un processo progettuale mirato alla realizzazione di spazi di fermata che siano accoglienti e innovativi hub di un sistema intelligente di gestione dei flussi del trasporto pubblico nella città. Considerare le fermate come porte d'accesso non solo al sistema della mobilità pubblica locale, ma anche al sistema informativo urbano significa dover garantire a questi luoghi attrattività, sicurezza, comfort e accessibilità per tutti gli utenti, eliminando ogni ostacolo alla fruizione del servizio e creando un'occasione per la rigenerazione degli spazi pubblici, oltre che un luogo di interlocuzione con l'utenza. Si è dunque pensato a questi spazi come nodi della micromobilità, capaci di connettere i sistemi di trasporto, progettati in modo da essere accessibili a tutti gli utenti, con un sufficiente livello di comfort e concepiti per essere generatori sociali di esperienze, di connessione ai centri di assistenza sociale o ospedaliera e anche più semplicemente divulgatori di informazioni su cosa succede in città. L'approccio sperimentale locale permette una riflessione in una prospettiva di rigenerazione urbana e progettazione del paesaggio più ampia. Infatti, le azioni a supporto della mobilità sostenibile rappresentano uno dei cardini per l'implementazione della città dei 15 minuti. La rete di trasporto pubblico locale costituisce il network di connessioni tra le varie parti della città e la capillarità della distribuzione delle sue fermate deve garantire a tutti i cittadini di poter accedere al servizio a pochi passi da casa. Pertanto, questi luoghi rappresentano gli spazi ideali attraverso i quali è possibile intervenire per rigenerare lo spazio urbano di prossimità con il fine di rispondere all'obiettivo numero 11 dello Sviluppo Sostenibile definito dall'Organizzazione delle Nazioni Unite nell'Agenda 2030: creare città inclusive, sicure, resilienti, sostenibili e felici.
Atlante delle cave della Calabria. Progetto di ricerca a supporto del PRAE Piano Regionale delle Attività Estrattive della Calabria
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 380
L'atlante delle cave è il frutto di una ricerca interdisciplinare, che ha impegnato per oltre un decennio il Dipartimento PAU - Patrimonio, Architettura, Urbanistica dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, per costruire la conoscenza di tutte le aree interessate da attività estrattive in Calabria. È una raccolta di informazioni che mappa e descrive le diverse cave attive, dismesse o abbandonate presenti nella Regione, inclusi i dati sulla loro posizione, la tipologia dei materiali estratti, gli impatti ambientali e le normative vigenti. L'obiettivo è quello di valutare le risorse disponibili, comprendere quali sono i materiali estratti e dove sono localizzati per pianificare l'uso del suolo in modo più efficace; gestire gli impatti ambientali, identificare le aree a rischio e sviluppare strategie per mitigare gli effetti negativi sull'ambiente; promuovere la sostenibilità, favorire pratiche di estrazione responsabile e sostenere il recupero delle aree dismesse. L'atlante è organizzato in diverse sezioni per facilitare l'accesso alle informazioni. Accanto alle cave storiche, presentate per storicizzare i metodi estrattivi, per la strutturazione dei dati è stato progettato un Geo Data Base che potrà essere progressivamente incrementato per rinnovare la trasmissione delle informazioni. Parte integrante della ricerca la sezione relativa ai costi di impianto e di produzione. A tali approfondimenti si affianca la parte degli studi ambientali necessari per le fasi di coltivazione e recupero dei siti estrattivi, indispensabili nel caso di cave dismesse. Le cave campione, sviluppate come esempi di buone pratiche di gestione, possono servire da modello per altre aree. In esse si affrontano problemi prodotti dall'alterazione del territorio, per trasformare il danno in potenzialità e per mitigare l'impatto che le attività estrattive generano su interi ecosistemi.
Progettare Beni Comuni. Diario di bordo per Locate di Triulzi
Ioanni Delsante, Linda Migliavacca
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 336
Questo volume documenta, elaborandole criticamente, attività di ricerca, didattica e terza missione coordinate dal Dipartimento DICAr dell’Università di Pavia nel Comune di Locate di Triulzi, in collaborazione con l’Amministrazione, numerose associazioni ed Enti del Terzo Settore, cittadini e cittadine attivi. Tali azioni si sono protratte nell’arco di un anno e sono culminate in incontri pubblici, mostre e l’esposizione di progetti predisposti dagli studenti dell’Università. Il quadro teorico ed applicativo dei Beni Comuni ha consentito di modulare le attività rispetto ad obiettivi di equità sociale, accesso alle risorse, empowerment delle comunità locali, e di orientare il progetto sia alla scala urbana che architettonica. Il testo si presta quindi a diverse chiavi di lettura, ed in questo senso si rivolge contemporaneamente ad educatori e discenti, ricercatori, Amministratori Pubblici, Enti del Terzo Settore, cittadini attivi e gruppi informali interessati alla cura della città.
Struttura urbana
Alison Smithson, Peter Smithson
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 112
Urban Structuring è un libro emblematico e profetico. Attraverso la descrizione di alcuni progetti esemplari, gli Smithson presentano una metodologia fondata sulla tecnica del "selezionare e disporre" che, grazie a un sapiente gioco di "mostrare e nascondere", rilegge le articolazioni delle città secondo principi lontani dalla vulgata moderna. Il concetto di "as found", maturato negli anni precedenti con la mostra Parallel of Life and Art nel 1956 e l'istallazione Patio & Pavilion del 1959, aveva mutato radicalmente la loro visione sulla città. L'estetica dell'"as found" derivava direttamente dalla frequentazione intensa, nei primi anni Cinquanta, con Eduardo Paolozzi e Nigel Henderson. Le passeggiate nei quartieri operai dell'East London con Henderson e Paolozzi fecero scoprire agli Smithson un mondo quotidiano che non immaginavano. Con le sue fotografie della vita a Bethnal Green, Henderson insegnò agli Smithson a guardare le cose in modo nuovo. Non è un caso che Urban Structuring si apra con le foto di Henderson che insegue le figure volatili dei bambini trascinati dal vortice del gioco dentro le grafiche disegnate coi gessetti sulla strada. Possiamo considerare il concetto di "as found", non solo il chiavistello con cui gli Smithson hanno scompaginato e riorganizzato la tradizione del moderno, ma come uno strumento di lettura e descrizione di tutti quei fenomeni informali che continuamente scardinano le logiche urbane consolidate per aprire nuove strade e nuove possibilità di vita. In questa prospettiva l'"as found" degli Smithson - che potremmo sintetizzare nelle operazioni di "raccogliere, osservare e mettere insieme" - appare ancora oggi come un attrezzo concettuale fondamentale per affrontare le sfide del futuro che richiedono un radicale cambiamento dei paradigmi del progetto.
L'umana arte. Pensieri intorno all'architettura
Raimondo Guidacci
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 100
Fare architettura significa dare forma a un pensiero. Questo breve testo raccoglie una serie di pensieri intorno all’architettura e ad altre forme artistiche. Prende le mosse dall’idea che l’architettura è una forma d’arte, al pari della pittura, della scultura, della musica, del cinema, della danza, della poesia. Attraverso alcune riflessioni, cerca di coglierne analogie e differenze. L’architettura è idea tradotta in forma costruita, quindi è fisicamente calata sulla Terra, esattamente come l’uomo. Per questo è la più fragile, la più sensibile. La più umana fra le arti.
Città analoghe
Antonio Carbone
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 144
Roma, Napoli, Atene e Buenos Aires. Che cosa hanno in comune queste città? Sicuramente la luce, la vicinanza del mare, il carattere degli abitanti e la fattura di alcuni edifici che conferisce a molte strade una certa inattualità, ma non basta. Il legame maggiore risiede nello sguardo di chi le osserva. Città analoghe è un diario di viaggi e di frequenti peregrinazioni in luoghi vicini e familiari con al centro sempre il tema della città concepita come un testo su cui tornare spesso per il puro piacere della lettura. Ma è anche un modo originale di trattare la storia dell’architettura, servendosene come un rivelatore capace, proprio come un acido in camera oscura, di far emergere i ricordi. E infine rispecchia la scelta, non secondaria, di tornare a fotografare con una vecchia macchina analogica da tempo in disuso. Forse solo per provare ad avvicinarsi allo stile di quei documentari sulle città tante volte visti negli archivi audiovisivi. Prefazione di Alberto Ferlenga.
Inhabiting future frictions. Ediz. italiana e inglese
Camillo Boano, Michele Cerruti But, Daniela Ciaffi, J. Igor Fardin, Richard Lee Peragine
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 304
"Inhabiting Future Frictions" è un libro che racconta l’esperienza pedagogica vissuta al corso (in inglese) Architecture, Society and Territory B della Laurea Magistrale Architecture for Sustainability (MASt) del Politecnico di Torino. Dal 2021, questo laboratorio di progettazione a scala urbana, territoriale e di paesaggio ha provato a ragionare criticamente sull’Antropocene attraverso una prospettiva spaziale e di progetto. In particolare, i quasi 200 studenti, che a gruppi hanno svolto progetti di ricerca che toccano le convergenze di estrattivismo (dei rapporti sociali, oltreché delle risorse ambientali), colonialismo ed ecologie complesse fra umano/non-umano, hanno cercato di rispondere ad una domanda centrale, ovvero: esiste un’architettura che non sia estrattiva, razzista e universalista?
Leggere l'architettura, scrivere la storia. Intervista a Giorgio Ciucci
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 200
Provare a restituire la biografia intellettuale di una personalità schiva come quella di Giorgio Ciucci significa restituire alcune pagine salienti della storia dell’architettura del secondo Novecento. La sua amicizia fin dagli studi universitari con Manfredo Tafuri a Roma e il gruppo Stass, quindi l’insegnamento all’Iuav di Venezia di Giuseppe Samonà e Carlo Aymonino, la collaborazione con la rivista “Oppositions” e il sodalizio con Peter Eisenman, gli studi su Le Corbusier, i CIAM, Giuseppe Terragni e infine il lavoro svolto a Roma Tre e all’Accademia di San Luca hanno reso Ciucci noto come storico autorevole per il suo cechoviano “distacco partecipato”. Difatti, come scrivono Mastrigli e Orazi, «Giorgio Ciucci è sempre riuscito a mantenere una certa distanza dalle cose, persino un vero e proprio distacco, che gli ha consentito tanto l’analisi lucida che lo sguardo omnicomprensivo, tanto il giudizio sferzante quanto l’ironia. Così, anche il tono colloquiale di una conversazione, densa ma tutto sommato informale, lascia intravvedere i presupposti di una scrittura o anche di più: di uno stile».
Composizione e progetto
Elena Vigliocco, Silvia Gron, Massimo Camasso
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 256
Il libro è un carnet de voyage che raccoglie e sistematizza pensieri e studi maturati, elaborati e verificati in un arco temporale lungo, ritornando più volte e in tempi diversi a visitare e osservare opere che fanno parte di quello che Kahn definì il “tesoro dell’architettura”, dove permanenza e ricorsività dei caratteri sono i filtri attraverso i quali è possibile ricostruire una storia dell’architettura che accosta il Partenone di Atene al Padiglione di Barcellona di Mies, ma anche alla Casa da Música di OMA. Filtrato dalla pratica interpretativa di alcuni autori scelti e organizzato in tre parti correlate tra loro, il libro sviluppa il ruolo della Composizione nella costruzione del Progetto architettonico osservato alla scala dell’opera inserita all’interno di un contesto, piuttosto che come strumento interpretativo per la riconfigurazione di interi settori urbani.
Quali parole ci servono? Breve glossario per l'architettura contemporanea
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 160
Quali parole utilizziamo per descrivere i fenomeni architettonici contemporanei? Quali significati veicolano? Sono queste parole sufficienti a cogliere la complessità del presente? Ridefinire un lessico per le teorie dell'architettura, oggi inevitabilmente plurali e transdisciplinari, è essenziale per affrontare i cambiamenti in atto. A questi troppo spesso si risponde accostando al termine "architettura" aggettivi di richiamo - come "sostenibile", "inclusiva", "green", "parametrica" - il cui significato si perde nella superficialità del discorso pubblico. La condizione di stallo della cultura architettonica riflette certamente una più ampia crisi culturale, ma è necessario comprenderne le cause specifiche. L'architettura, privata di una fase di riflessione critica, rischia di ridursi a pratica meramente esecutiva. Proprio nell'intervallo tra idea e realizzazione deve risuonare un pensiero chiaro e consapevole, capace di supportare il progetto senza ridurlo a semplice risposta immediata alle esigenze di mercato.
Paesaggio che avanza. Progetti di nuove nature nei territori post-industriali sardi. Ediz. italiana e inglese
Adriano Dessì
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 164
L'eredità dei paesaggi industriali dismessi pone diverse questioni che non possono più essere affrontate dal punto di vista di una sola disciplina né nella prospettiva della mera conservazione o della bonifica. La riproblematizzazione critica di questo patrimonio nell'attualità, infatti, deve contemplare molteplici apporti che si possono ricercare in un campo ampio che va dalle tecniche alle scienze naturali fino alle arti e agli studi umanistici: il modello del paesaggio sembra costituire, più credibilmente oggi, questo campo, nella sua connaturata "bifaccialità" - concettuale e concreta, ecologica e simbolica - in quanto ambito in cui un nuovo rapporto tra viventi, ma anche le manifestazioni simboliche di tale rapporto, si possono esprimere. Il paesaggio è però, soprattutto dopo la Convenzione Europea, anche quello che risulta dal degrado, dall'abbandono, dallo scarto: è un paesaggio "che avanza" dall'interruzione di un processo incompiuto, o dalla conversione tra un sistema produttivo e un altro. È un concetto che investe molte dimensioni, forse tutte, e "che avanza" anche nel senso comune che una collettività esprime rispetto ai luoghi. La ricerca e il punto di vista offerto da questo testo provano a proiettare il paesaggio post-industriale del sud-occidente sardo - uno dei bacini minerari più significativi in Europa tra Ottocento e Novecento - in questa dimensione nuova in cui il progetto prefigura nuove relazioni, nuove figure e nuove nature che possono essere suggerite dall'abbandono industriale, dagli scarti minerari, dalle nuove dinamiche di colonizzazione vegetale, dai nuovi usi spontanei. Un approccio interpretativo e pragmatico, allo stesso tempo, che parte dal riconoscimento di queste figure, "scavi", "fratture", "topografie", "scarti e ritrovamenti" per immaginare i resti industriali come nuove macchine ecologiche, che partecipano come protagoniste nella costruzione di un nuovo paesaggio.
Cino Zucchi
Luigi Spinelli
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2025
pagine: 168
Cino Zucchi è un architetto colto e sperimentatore, capace di interpretare i diversi contesti dei progetti con uno sguardo contemporaneo. Il suo lavoro è raccontato attraverso chiavi di lettura complementari: la familiarità con le stratificazioni del territorio europeo, l'abilità di innescare mutazioni all'interno di consuetudini sedimentate, l'attenzione all'involucro edilizio come interfaccia tra spazio domestico e scena urbana, la capacità di trasformare in architettura suggestioni culturali e formali del tutto eteronome, la ricerca del "carattere" adeguato ad ogni tema e luogo. La narrazione non è cronologica; ogni capitolo parte da direzioni diverse per ritrovare punti di contatto e sovrapposizioni all'interno di un processo compositivo al contempo rigoroso ed aperto.